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1.4 – R ISCHIO DI L IQUIDITÁ Informazioni di natura qualitativa

Nota Integrativa al Bilancio Consolidato

1.4 – R ISCHIO DI L IQUIDITÁ Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità è rappresentato dalla possibilità che la Banca e le sue controllate non riescano a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire fondi o dell’impossibilità di cedere attività sul mercato per far fronte allo squilibrio finanziario. Il Consiglio di Amministrazione è il responsabile ultimo del rischio di liquidità assunto dalla Banca e dalle società controllate e delle modalità in cui tale rischio è gestito.

Le politiche di gestione del rischio di liquidità della Banca e delle società del Gruppo si pongono l’obiettivo di assicurare la capacità strutturale delle stesse di gestire, sia in condizioni di normalità che di shock esogeni, l’equilibrio tra la dinamica dei flussi di cassa in entrata e quelli in uscita. Data la struttura economico patrimoniale attuale e prospettica delle società del Gruppo, il rischio di liquidità:

- è rilevante per Banca Finint, la quale nell’ambito della propria attività ed in particolare al fine di finanziarie la propria attività di impiego, effettua un’attività di raccolta diretta verso la clientela, sia retail che corporate/finanziaria (wholesale);

- è più ridotto per le altre società del Gruppo che finanziano il proprio business attraverso gli incassi derivanti dalla propria attività caratteristica (prestazione di servizi) e che quindi rischiano eventuali deficit di cassa essenzialmente a causa di cali molto significativi nel proprio volume di affari o all’accadimento di particolari eventi creditizi.

Attualmente, il modello di gestione della liquidità del Gruppo non è centralizzato ed ogni società gestisce in autonomia la propria posizione finanziaria.

La Banca prevede una gestione di tale tipologia di rischio attraverso il monitoraggio periodico di appositi indicatori di rischio. In particolare vengono periodicamente calcolati il valore degli indicatori di liquidità introdotti dalla recente normativa di Basilea III, ovvero il Liquidity Coverage Ratio ed il Net Stable Funding Ratio.

Il valore obiettivo di tali indicatori, che rappresentano un presidio rispetto a potenziali situazione di shortfall di

195 liquidità a breve termine (30 giorni) ed all’equilibrio a medio lungo termine fra fonti di raccolta e relativi

impieghi, sono stabiliti dal Consiglio di Amministrazione della Banca.

Le suddette metriche di monitoraggio del rischio di liquidità sono calcolate dalla funzione Risk Management anche in diversi scenari di stress per assicurare una resilienza dell’equilibrio finanziario della Banca anche al modificarsi del contesto in cui si opera.

In conformità alle disposizioni di vigilanza la Capogruppo è altresì dotata di un piano di emergenza (Contingency Liquidity Plan) al fine di salvaguardare la Banca da danni o pericoli derivanti da un’eventuale crisi di liquidità e garantire la continuità operativa aziendale anche in condizioni di grave emergenza.

Con riferimento alla propria operatività, le fonti di finanziamento della Capogruppo sono rappresentate dal patrimonio nonché dalla raccolta presso la propria clientela, la quale avviene sia a vista che attraverso depositi vincolati. La liquidità raccolta viene utilizzata per finanziare l’attività di impiego sia a breve che a medio lungo termine che spesso può riguardare attività caratterizzate da un basso grado di liquidità. In tale contesto operativo, la Capogruppo mantiene nel continuo una riserva di liquidità, composta da cassa e da attivi prontamente liquidabili, per far fronte ad esigenze di cassa che potrebbero verificarsi.

Per quanto attiene le società controllate, si rileva una sostanziale assenza di indebitamento ed una struttura di scadenze dell’attivo definita e rispettata nel tempo. Tali elementi conducono a ritenere estremamente limitato il rischio di liquidità per le controllate, il quale viene gestito attraverso la fissazione di regole massime di concentrazione delle esposizioni creditizie assunte.

Informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre 1 giorno a

-196 1.5 – RISCHI OPERATIVI

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo

Il rischio operativo è il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dal non corretto funzionamento di procedure aziendali, da errori o carenze delle risorse umane e dei sistemi interni, oppure da eventi esogeni.

Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali e/o geopolitiche. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione.

Data la natura dell’attività e dei processi operativi delle controllate, il rischio operativo costituisce anche per queste ultime la principale fonte di rischio.

Le funzioni di Risk Management svolgono un’attività di monitoraggio dei rischi operativi assunti dalla Banca ed il suo Gruppo nella prestazione dei servizi svolti. In particolare, vengono individuate le principali fonti di manifestazione dei rischi nell’ambito di un self risk assessment effettuato con i responsabili di ciascun processo. A fronte di ogni rischio potenziale rilevato, vengono analizzati i controlli posti in essere in termini di efficacia relativamente al rischio assunto. Dalla valutazione congiunta dei rischi e dei controlli vengono individuate le aree e le fattispecie di rischio che necessitano di un rafforzamento dei presidi in essere. La coerenza della mappatura dei rischi viene valutata nel tempo attraverso la raccolta degli eventi di perdita accaduti nello svolgimento dell’attività aziendale. Inoltre l’obiettivo di tale elaborazione è l’analisi puntuale delle singole fattispecie e la raccolta di un significativo numero di informazioni al fine di trattare l’esposizione al rischio anche da un punto di vista quantitativo.

Sul fronte del BCP (“Business Continuity Plan”) le diverse società del Gruppo hanno provveduto a formalizzarne i contenuti e a validarli. Per la Capogruppo, la scelta di delegare la gestione del sistema informativo a fornitori esterni ha comportato l’integrazione con il BCP proposto dal principale outsourcer.

Nell’ambito dei principi per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi di primo pilastro, le società del Gruppo hanno scelto di avvalersi del Metodo Base.

Informazioni di natura quantitativa

Non si valuta di fornire informazioni di natura quantitativa per l’esercizio in esame.

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