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Pagina | 116 museale “in loco”, in modo da poter rendere fruibile al pubblico sia i

resti delle abitazioni romane sia i reperti riportati alla luce.

Il Gruppo Cremonini, oltre ad aver finanziato gli scavi, le indagini e il restauro, ha contribuito a valorizzare l’area archeologica, con l’allestimento di un sito museale in loco oggi ribattezzato “ Città dell’Acqua”.91

Dal 2006 con la creazione del “Premio Montana alla Ricerca Alimentare”, il Gruppo Cremonini è impegnato ogni anno a sostenere giovani ricercatori italiani (il limite di età è di 40 anni) per incoraggiare la ricerca scientifica sull’alimentazione, con l’obiettivo di contribuire concretamente al tema della qualità, dell’innovazione e dello sviluppo che ne può derivare.

Pagina | 117 Quello che voglio qui sottolineare è che in tutti questi anni ho

capito quanto sia importante, essenziale, alla base di una vita equilibrata e completa per ogni persona, il proprio lavoro e la consapevolezza di farlo bene. Avere un lavoro è un fatto di fondamentale importanza per ogni persona che lo desideri. Lavorare, avere un’attività, sia in proprio che alle dipendenze di qualcuno, dà la possibilità di rendersi autonomi, mantenere una famiglia, avere una propria vita indipendente.

Tutto questo può essere sintetizzato in un unico concetto: il lavoro dà dignità alle persone. Molte volte mi sono reso conto che quando cerchi di aiutare qualcuno in difficoltà, la migliore cosa che puoi fare è trovargli un lavoro. Anche se si è animati dalle migliori intenzioni, dare un aiuto economico sotto forma di denaro, a parte le situazioni di reale emergenza, crea sempre una situazione per cui chi riceve il denaro si sente, se non umiliato, perlomeno imbarazzato e in debito, oltre che materialmente, anche moralmente e psicologicamente. Se invece si ha la possibilità di dare un lavoro alle persone, la situazione è completamente diversa, migliore. Nessuno si sente colpito nella propria dignità anzi, avendo la possibilità di lavorare, le persone si sentono utili, sanno di essere utilizzate per le loro qualità, si sentono realizzate, anche se questo dipende poi da molti altri fattori, quali il tipo di lavoro rispetto alle capacità della persona,il guadagno, il rapporto con i colleghi o il datore di lavoro.

Se analizziamo la situazione nelle aree povere dei Paesi sviluppati ed ancora più nei Paesi poveri, del terzo mondo, ci accorgiamo che la possibilità di avere un lavoro è il problema della maggioranza delle persone, in particolare dei giovani. Quella che dovrebbe essere una condizione di normalità, almeno per noi fortunati abitanti dei Paesi ricchi, viene percepita come una situazione di eccezionalità: avere un’occupazione è molto difficile e pur di ottenerla si è disposti a lavorare in condizioni di vero e proprio sfruttamento del lavoro, sia minorile che degli adulti. Purtroppo abbiamo tutti in mente le immagini di bambini e adulti che devono lavorare in condizioni che da noi non esitiamo a definire indegne per il rispetto dell’essere umano. Per certi aspetti tutto ciò è inevitabile, è esattamente la replica di quello che è avvenuto nei Paesi oggi definiti “sviluppati”

nei secoli scorsi. C’è però una grossa differenza fra le due situazioni:

nel secolo scorso la consapevolezza dei diritti umani dei singoli individui era molto meno diffusa ed in più si organizzava un tessuto economico, un’industria, un commercio che alla lunga diventavano patrimonio del Paese e di tutti i suoi abitanti.

Oggi questo accade sempre meno per i Paesi in Via di Sviluppo, molti dei quali ricevono un flusso insufficiente di ricchezza o di conoscenze rispetto a quello che sarebbe loro necessario per crescere

Pagina | 118 e svilupparsi. In particolare le politiche adottate dalle grandi

istituzioni finanziarie internazionali non sembrano al momento essere in grado di rispondere alle esigenze, anche minime, di milioni e milioni di persone. Il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio se da un lato cercano di stabilire regole condivise per il commercio, l’apertura dei mercati, la trasparenza dei flussi finanziari, le politiche “virtuose”

per lo sviluppo, dall’altro sembrano sempre di più avere perso il contatto con la realtà dei Paesi sottosviluppati, realtà che non possono accettare le regole “auree” dei Paesi sviluppati perché non adatte, non compatibili con le proprie risorse. Ancora oggi più di due miliardi di persone vivono con meno di due dollari al giorno e gli aiuti dei Paesi avanzati che dovevano raggiungere lo 0,70% del PIL sono di gran lunga inferiori: per l’Italia sono stati pari nel 2004 allo 0,16% del PIL, il dato più basso fra i Paesi avanzati. Così negli anni sono cresciute le iniziative di O.N.G. e organizzazioni del volontariato, che costituiscono una valida alternativa, che si sono aggiunte a quelle portate avanti tradizionalmente dalle istituzioni religiose, per cercare di favorire lo sviluppo e la crescita dei Paesi del terzo mondo.

È proprio in quest’ottica che abbiamo costituito la Fondazione Un Raggio di Luce il 7 gennaio 2004 e, ispirandosi a Valori ben precisi, ci siamo dati una Missione.”93

Un Raggio di Luce è una Fondazione Onlus laica e indipendente che opera in Italia e nei Paesi in Via di Sviluppo. Costituita all’inizio del 2004 dall’imprenditore pistoiese Paolo Carrara e dalla sua famiglia, svolge attività diversificate in più regioni del mondo e collabora con molti partner che condividono la visione, i valori e il progetto di cui è garante. La sua missione è quella di migliorare la qualità della vita delle collettività più svantaggiate attraverso azioni ed aiuti diretti che rispondano in modo mirato ai bisogni concreti dei singoli e delle famiglie.

Opera sulla base di un progetto di azione preciso: privilegiare iniziative ed operazioni di finanziamento mirate, affidando alle comunità, alle famiglie e soprattutto alle donne il compito di portare avanti le attività intraprese, seguendo una logica di responsabilizzazione e non di assistenza. Gli interventi si concentrano, oltre che in Italia, in Burkina Faso, in Nepal e in Repubblica Centrafricana, mentre i programmi di sostegno a distanza sono attivi nelle Filippine e in Indonesia. I valori a cui si ispira sono:

Responsabilità, Solidarietà e Fiducia.

93 Un Raggio di Luce - Intervento del Presidente, Paolo Carrara, durante l’evento di presentazione della FRL alla città di Pistoia, Sala Maggiore del Palazzo Comunale (Pistoia), 11 giugno 2005.

Pagina | 119 Seguendo questi valori la Fondazione persegue la missione di:

migliorare la qualità della vita delle collettività più svantaggiate con azioni ed aiuti diretti che rispondano in modo mirato ai bisogni concreti dei singoli, delle famiglie e delle comunità. A tal fine la Fondazione cerca di fornire loro gli strumenti per guadagnarsi la propria autonomia.

Questo significa che la fondazione non fa beneficenza, ma che gli interventi sono, per quanto possibile, sempre mirati o all’investimento in beni durevoli, attrezzature ed infrastrutture essenziali o all’autosostenibilità nel tempo.

Le persone devono sentirsi coinvolte nei progetti e li sviluppino come propri e non come qualcosa che viene proposto e portato avanti da organizzazioni che, seppur animate dalle migliori intenzioni, rimangono sempre soggetti esterni gestiti spesso da occidentali.

Questo è un passaggio essenziale, senza il quale anche il miglior progetto è destinato a fallire. Dobbiamo tenere in conto le differenze di cultura esistenti, le diverse tradizioni religiose e non, e proporre iniziative che siano condivise e sentite come proprie dai futuri beneficiari, i quali devono essere coinvolti fin dall’inizio.

In particolare l’operato della Fondazione privilegia le donne e i bambini perché rappresentano la parte dell’umanità più sfruttata ed a cui vengono riconosciuti meno diritti. La Fondazione ha quindi deciso di privilegiare l’Africa nelle sue strategie di intervento, perché il continente africano è quello che presenta il maggior numero di problemi ed è quello in cui è più necessario ed urgente agire, anche se questo significa costi maggiori e difficoltà aggiuntive. Spesso è infatti necessario importare materie prime, materiali e attrezzature dai Paesi avanzati e poi farle arrivare nell’interno dei territori su strade malridotte con pesanti spese di trasporto. Inoltre tutto è reso più complicato dal fatto che la situazione politica e militare è molte volte instabile e diversi Paesi sono reduci da lunghe guerre che hanno distrutto anche quel poco di infrastrutture che erano presenti.

La Fondazione Un Raggio di Luce onlus opera nei seguenti campi di attività: Microfinanza ed economia sociale - Attività produttive - Infrastrutture ed abitazioni - Sanità ed Igiene - Educazione ed attività sociali - Sostegno a distanza. I beneficiari privilegiati dei nostri interventi sono le donne ed i bambini in quanto soggetti più svantaggiati i cui diritti sono spesso negati. Negli ultimi anni il nostro impegno è stato particolarmente pronunciato in progetti di empowerment femminile, difesa e tutela dei diritti delle donne e dei bambini, nella prevenzione della malnutrizione, nella salute riproduttiva ed in programmi di educazione igienico-sanitaria oltre che nella costruzione di alcune strutture, quali piccoli dispensari e maternità.

Pagina | 120 2.2 Il periodo più recente

Con la costituzione in Italia delle Fondazioni bancarie nei primi anni ’90, le iniziative culturali e sociali di alcuni personaggi singoli sono state sostituite da questi nuovi organismi, che fino ad oggi hanno contribuito a finanziare iniziative culturali sui territori di loro competenza passando dalla ristrutturazione di opere d’arte, al sostegno di iniziative di associazioni locali, alla ricerca scientifica e tecnologia.

Risulta però difficile associare uno di questi organismi ad un’iniziativa precisa che sia rimasta nota nell’immaginario collettivo.

Negli ultimi anni si è avviata un’evoluzione verso la comprensione più diffusa del fenomeno della filantropia istituzionale e verso la nascita di una cultura vera e propria che non si può collocare, in termini di vissuto e di rappresentanza, meramente nel più ampio mondo del non profit. Una cultura nuova, estranea forse alla cultura popolare italiana. Insieme alle fondazioni bancarie abbiamo le Fondazioni d’Impresa, si tratta di fondazioni d’erogazione ad opera di alcune grandi imprese che in passato avevano circoscritto il proprio

“impegno” filantropico attraverso la costituzione di istituti dedicati alla cultura o alla ricerca. Poi abbiamo le Fondazioni di Famiglia spesso - ma non esclusivamente - collegate ad imprese di famiglia accanto ad alcune – in maniera residua – create da famiglie italiane con patrimoni rilevanti. Fino ad arrivare alle Fondazioni di Comunità la cui prima pietra fu gettata dalla Fondazione Cariplo. Questa tipologia di fondazione, ha origine e sviluppo negli Stati Uniti sin dai primi decenni del secolo scorso, rispondendo all’idea di una fondazione benefica che, a seguito di un iniziale apporto patrimoniale da parte del fondatore, veda successivamente accrescere le proprie disponibilità economiche grazie alla partecipazione attiva e solidale dei membri della comunità di riferimento.

In Italia, il modello della fondazione di comunità nasce sul finire degli anni ‘90 per impulso della Fondazione Cariplo (fondazione c.d.

bancaria, ai sensi del D.lg. n. 153/1999), della quale può dirsi che la fondazione di comunità costituisca il braccio periferico in materia di attività erogativa, operante nell'ambito di una base territoriale ristretta quale la provincia. Il progetto “fondazioni delle comunità locali” viene lanciato per il fine dichiarato di perseguire in modo più efficace sul territorio le finalità statutarie di Fondazione Cariplo. Il modello è stato successivamente adottato da altre fondazioni di origine bancaria, nonché, in alcune zone del Nord Italia, da altri enti pubblici e privati.

In questo contesto, la fondazione di comunità si pone come intermediario fra i membri della società civile disposti al sostegno di attività di interesse pubblico e quegli enti di terzo settore che tali interventi si propongono di realizzare. Essa, dunque, basando tutta la

Pagina | 121 sua attività sulla fiducia e sulla legittimazione sociale, si propone di

rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla libera esplicazione della naturale tensione alla solidarietà dei cittadini.

Altra caratteristica è la capacità che la fondazione di comunità ha nello sviluppare sinergie e forme di partenariato con enti pubblici del territorio di riferimento, oltre che con il terzo settore dello stesso territorio. Ci troviamo quindi di fronte ad una fondazione che per sua natura è luogo ideale di confronto e di dibattito che può, se saggiamente condotta, promuovere visioni di lungo periodo per i bisogni espressi dalla comunità. Nelle stesse intenzioni dei fondatori, è strumento di coinvolgimento dell’intera comunità in progetti socialmente utili, fungendo da catalizzatore della cultura del dono dei membri della società civile e collettore di risorse. Il risultato è la creazione di un’infrastruttura sociale localizzata che agisce secondo il principio di sussidiarietà costituzionalmente inteso94.

Nella Tabella 4 si elencano iniziative nel settore culturale e sociale realizzate da alcune fondazioni bancarie.

Tabella 4 – Iniziative delle Fondazioni Bancarie

Fondazioni bancarie

Luogo e Periodo

Storico

Attività

Settore d'investimento

culturale

Motivazion e dell' investiment

o Fondazione

Banca del Monte di Lucca

Fondazion e bancaria

Progetti su arte, cultura, beni culturali, filantropia, istruzione e

formazione, sviluppo locale

Esempio:

restauro Porta Elisa (LU), etc.

Fondazione Monte dei Paschi di Siena

1995 Fondazion e bancaria

Sostiene economicamente progetti di iniziativa propria o proposti da soggetti terzi inerenti a:

Arte, beni culturali, istruzione e formazione,

Ricerca Scientifica e tecnologica,

Medicina, Sviluppo locale ed edilizia popolare

Volontariato, filantropia e beneficenza

Esempio:

restauro Duomo di Siena, restauro

Torre del Mangia, etc.

Fondazione Cassa di Risparmio di

Livorno

1992 Fondazion e bancaria

Sostenere le attività sociali del territorio:

Arte, beni culturali, istruzione e formazione,

Ricerca Scientifica e tecnologica,

Medicina, Sviluppo locale ed

94Assifero, La Filantropia istituzionale in Italia - Le fondazioni private di erogazione: Crescita e Ruolo, Università La Sapienza, 2010

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edilizia popolare Volontariato, filantropia e beneficenza

Fondazione Cassa di Risparmio di

san Miniato

1992 Fondazion e bancaria

Sostenere le attività sociali del territorio:

Arte, beni culturali, istruzione e formazione,

Ricerca Scientifica e tecnologica,

Medicina, Sviluppo locale ed edilizia popolare

Volontariato, filantropia e beneficenza

Fondazione Cassa di Risparmio di

Volterra

1992 Fondazion e bancaria

Persegue esclusivamente scopi di

utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico del

territorio

Esempio:

custodisce la donazione Rosi che comprende una raccolta di

opere di Guttuso, Perugino, Durer, Tintoretto,

Tiepolo, Rousseau, Delacroix, Fattori, Signorini,

Matisse, Renoir, Pissarro, Manet, Goya,

Cezanne, Toulouse Lautrec, Degas,

e molti altri.

Fondazione Cassa di Risparmio di

Prato

1992 Fondazion e bancaria

Persegue finalità di utilità sociale in modo prevalente nei seguenti

settori: educazione, istruzione e formazione,

arte, attività e beni culturali

Esempio:

sostiene PIN – Polo Universitario città di Prato;

Museo del Tessuto, OMA

Osservatorio dei Mestieri

d’Arte.

Fondazione Cassa di Risparmio di

Carrara

1992 Fondazion e bancaria

Settori d’intervento:

arte, beni culturali, istruzione e formazione,

ricerca Scientifica e tecnologica,

medicina, sviluppo locale ed edilizia popolare

volontariato, filantropia e beneficenza, qualità

ambientale

Pagina | 123

Fondazione

Cariplo 1998 Fondazion

e bancaria

La Fondazione Cariplo opera nei

seguenti settori d’intervento: Ambiente,

Arte e Cultura, Ricerca Scientifica e Trasferimento Tecnologico, Servizi

alla Persona.

Opera inoltre per favorire lo sviluppo sul

territorio di fondazioni autonome/ Fondazioni di Comunità, in grado di

promuovere la filantropia, la cultura del

dono e lo sviluppo della società civile.

Esempio:

progetto delle Fondazioni di Comunità, presenti nei capoluoghi di provincia della

Lombardia, a Novara e a

Verbania.

Esempio:

Progetto LAIV, Laboratorio

delle Arti Interpretative

dal Vivo

2.2.a Un’iniziativa che coinvolge la comunità: il crowdfunding

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