5.5 Un processo di determinazione orbitale per JUICE
5.5.1 Range e range-rate di JUICE
Come abbiamo già accennato i dati raccolti dalla missione JUICE, tramite gli esperimenti di radioscienza, sono di tipo range ρ, cioè distanza tra la base a Terra e la sonda, e di tipo range-rate ˙ρ, cioè di variazione del range.
Tali misure sono eseguite grazie alle onde radio in banda Ka e X trasmesse e rimbalzate dallo spacecraft. Nel vuoto esse avrebbero una velocità pari a quella della luce c, ma a causa del plasma interplanetario, esse subiscono un effetto di rifrazione, che le porta ad una velocità effettiva cef f minore di c. Il
fatto di usare diverse frequenze permette di vincolare la densità interplanetaria e quindi di calcolare cef f: infatti l’indice di rifrazione n= c/cef f è inversamente
proporzionale alla frequenza f (perciò minore nel caso di onde in banda Ka)
n= s
1 − k f2,
SSB spacecraft Jupiter Moon Earth Ganymede EMB � x x x x x sc ga emb ant ea JSB xjsb
Figura 5.9: Raffigurazione del sistema Terra-Luna, dal quale parte il segnale al tempo tt e viene ricevuto al tempo tr, e del sistema Giove-Ganimede, dove il
segnale viene recepito e rimandato dalla sonda al tempo tb. L’immagine non è
in scala, né rappresenta la vera disposizione dei corpi.
dove k è indice della densità del plasma. Due misure permettono di vincolare tale quantità e diminuire l’incertezza dei dati.
Le precisioni prospettate per il range e il range-rate sono rispettivamente 20 cm e 3 micron/s per integrazione di 1000 secondi.
Il dato osservabile range è calcolato, conoscendo la velocità e il tempo in cui l’onda radio arriva alla sonda e ritorna alla base, dalla formula:
ρ= cef f∆t/2.
Il modello con cui andremo a predire il risultato del range ha diverse sotti- gliezze da tenere in considerazione. Ricordiamo inizialmente che per una missio- ne spaziale interplanetaria nel sistema di Giove, a circa 5.2 unità astronomiche dal Sole, i segnali radio impiegano una quarantina di minuti per arrivare dalla base alla sonda.
I tempi da considerare sono tre: il tempo di trasmissione del segnale tt, il
tempo di rimbalzo del segnale da parte dello spacecraft tb e il tempo di ricevi-
mento a Terra del segnale di ritorno tr. Con riferimento allo schema presentato
in Figura 5.9, avremo bisogno di sei vettori per calcolare il vettore range: xsc
va dal centro di massa di Ganimede allo spacecraft, xga dal baricentro del si-
stema di Giove (JSB) a Ganimede, xjsbdal baricentro del sistema solare (SSB)
a JSB, xembda SSB al baricentro del sistema Terra-Luna (EMB), xea da EMB
al centro di massa della Terra e infine xant dal centro di massa della Terra alla
posizione della base sulla superficie del nostro pianeta.
ρ= |ρ| = |(xjsb+ xga+ xsc) − (xemb+ xea+ xant)|. (5.16)
Di seguito indicheremo con xjgsil vettore all’interno della prima parentesi e
0 5000 10000 15000 20000 25000 30000 35000 40000 0 1 2 3 4 5 6 shapiro effect (m) rad 0 10 20 30 40 50 60 0 1 2 3 4 5 6 shapiro effect (m) rad
Figura 5.10: Addendi da aggiungere al range dovuti al ritardo del segnale radio (effetto Shapiro). Nel primo grafico è rappresentato l’effetto Shapiro dovuto alla massa del Sole: notiamo come il valore minimo sia circa 5 km, mentre il picco di massimo è di circa 40 km, raggiunto la Terra e Giove sono in opposizione rispetto al Sole (notiamo che però quest’ultimo caso non si presenterà durante i 132 giorni di tracking). A destra invece consideriamo la deformazione dovuta a Giove, il cui picco per il ritardo del segnale è di circa 50 m (quando la Terra e Ganimede sono in opposizione rispetto a Giove).
Un effetto aggiuntivo da considerare è l’effetto Shapiro di ritardo del segnale radio, dovuto alla deformazione dello spazio-tempo da parte sia di Giove che del Sole. Esso in approssimazione 1 PN (grado 1 postnewtoniana) è della forma:
S(γ) = (1 + γ)GM c2 ln rt+ rr+ r rt+ rr− r . (5.17)
La massa M appartiene al corpo che origina il campo gravitazionale, il para- metro γ è uno dei parametri post-newtoniani, il quale misura la curvatura dello spazio tempo; in relatività generale il suo valore è pari a 1. Con rr = |r(tr)|
ed rt = |r(tt)| indichiamo, rispettivamente, la distanza tra il centro di mas-
sa di Giove (o del Sole) del ricevitore e del trasmettitore; la quantità r invece corrisponde a |r(tr) − r(tt)|.
Notiamo che entrambi gli effetti devono essere considerati, in quanto nono- stante quello dovuto a Giove sia molto minore di quello del Sole, è comunque di diversi ordini di grandezza maggiore della sensibilità degli osservabili di tipo range.
Avremo così due misure, a seconda se consideriamo il viaggio di andata (uplink) o di ritorno (downlink) del segnale; nel primo caso il vettore xeea sarà
preso al tempo tt, nel secondo al tempo tr.
ρdo(tr) = |xjga(tb(tr)) − xeea(tr)|,
ρup(tr) = |xjga(tb(tr)) − xeea(tt)|.
A queste due equazioni sono associate le due misure di predizione (dove S contiene entrambi gli effetti di Shapiro, solare e gioviano)
cef f(tr− tb) = ρdo+ Sdo,
I tempi tb e tt sono in funzione del tempo di ricevimento, e sono ottenibili
tramite un metodo iterativo di ricerca degli zeri (per esempio il metodo di New- ton) applicato alla funzione (5.16). Come abbiamo già accennato in precedenza, osserviamo che alcuni vettori della formula (per esempio la posizione della Ter- ra) saranno calcolati da effemeridi pre-calcolate dalle quali il programma di determinazione orbitale attingerà i dati, mentre altri (per esempio la posizione di Ganimede) saranno calcolati attraverso il modello costruito per JUICE.
Per convenzione la misura di range ρ sarà posta uguale a ρ= 1
2(ρdo+ Sdo+ ρup+ Sup).
Osservazione 18. I vettori necessari per il calcolo del range tramite la formu- la (5.16) non sono calcolati tutti nel sistema di riferimento baricentrico, ma xga
è ottenuto nel sistema di riferimento con origine nel centro di massa del sistema di Giove, xsc nel sistema ganimedocentrico e xant nel sistema geocentrico. E’
necessaria una trasformazione tra tali sistemi di riferimento a quello del baricen- tro del sistema solare: in un contesto newtoniano questo è molto semplice, ma in una notazione relativistica questo è molto più complicato, in quanto anche il tempo è coinvolto in tali trasformazioni. In questa tesi non presenteremo i particolari di questo aspetto, evidenziamo comunque il fatto che i tempi dei vari sistemi di riferimento considerati non sono gli stessi (il tempo in relatività non è assoluto).
Per la misurazione dell’osservabile range-rate invece si utilizza la variazione di frequenza dovuta all’effetto Doppler. L’allontanamento dello spacecraft dalla base a Terra infatti implica una diminuzione della frequenza delle onde radio ricevute, mentre un avvicinamento implica un aumento della stessa quantità. La formula classica dell’effetto Doppler è:
f − f0
f0
= − ˙ρ cef f
. (5.18)
Abbiamo indicato con f0 la frequenza dell’onda radio partita dalla Terra ed
f quella arrivata allo spacecraft. Una volta ricevuto il segnale, il transponder montato sulla sonda lo rimodula attraverso una frazione prossima ad 1, per poi rimandare il segnale a Terra.
Anche la predizione del range-rate tramite il modello costruito per JUI- CE, come nel caso del calcolo del range, necessita di un’equazione della forma di (5.16) (derivata temporalmente rispetto al tempo di ricevimento) e di correzio- ni di tipo relativistico. Tra questi citiamo l’effetto Shapiro per le velocità, la cui formula è più complicata rispetto a quella per il range (5.17), ed è consultabile in [34].