Il caso Uber diventa europeo
1. Rapporto tra giurisdizione e attività economiche: il caso Uber.
In Italia, da circa due anni è attivo un servizio di trasporto privato concesso dalla società californiana Uber74.
Bisogna subito capire che cos’è questo servizio che fa tanto infuriare i tassisti di tutto il mondo, in quanto ritengono che si tratti di concorrenza sleale, poiché fornisce un servizio taxi “mascherato”, quindi illegittimo, e non un servizio di noleggio con conducente.
Uber è un servizio che permette di prenotare un’auto con conducente (dotato di regolare licenza per ncc) via
74 La società Uber nasce nel 2009 a San Franciiso, nel cuore della Silicon Valley, i cui fondatori sono Garret Gump e Travis Kalanich. Dopo San Francisco si è diffusa nelle più importanti città degli Sati Uniti, Los Angeles, New York, Washington per poi arrivare in alcune città europee (Parigi, Londra, Milano, Torino …)
64 smartphone, utilizzando un’applicazione, il sistema di localizzazione e il pagamento con carta di credito75.
I servizi offerti da Uber, (non tutti sono presenti in Europa), sono Uber Taxi, Uber Black (automobile generalmente una berlina), Uber Suv, Uber Lux (è il servizio più costoso) e Uber X (In Europa Uber Pop).
Attualmente in Italia (in particolare a Milano) i clienti possono scegliere tra UberBlack, UberVan (può ospitare fino a sei/otto persone) e UberPop.
In particolare UberPop76 è un sistema che permette a chiunque di registrarsi come autista77 e mettere a
75 È molto semplice utilizzare questa applicazione: il download dell’applicazione è gratis, una volta aperta apparirà una mappa che visualizzerà, attraverso il gps, la posizione dell’utente e quella dell’auto libera più vicina. Prima di confermare la richiesta, si può avere una stima del costo della corsa però il costo dipende perché se la macchina viaggia in media sotto i venti chilometri orari si applica la tariffa a tempo, se la velocità è più alta si va a distanza. Il pagamento avviene con carta di credito e una volta terminata la corsa si può lasciare un commento sulla qualità del servizio.
76 Uber Pop ha debuttato in Italia esattamente un anno fa ed è poi arrivato a Torino, Padova e Genova, a metà tra un taxi (senza licenza), un noleggio di auto e un servizio di car
sharing.
77 Per poter registrarsi come autisti è necessario essere in possesso di alcuni requisiti: avere un’auto intesta a proprio nome, avere la patente da più di tre anni, possedere un’auto immatricolata da non più di otto anni e con almeno 4 posti, non aver avuto sospensioni della patente di recente e avere la fedina penale pulita. Prima di essere abilitati come autisti è
65 disposizione la sua automobile privata per trasportare i clienti del servizio78.
Rispetto agli altri servizi offerti da Uber, esso offre un servizio formalmente simile a quelli di car pooling che permettono a chi si sta per mettere in viaggio di trovare qualcuno con cui dividere le spese di pedaggio e di benzina79: a mediare tra il cliente e l’autista ci sarà sempre Uber80.
Le auto non sono belle e curate come le berline usate per il normale servizio Uber, gli autisti non sono professionisti e le tariffe sono più vantaggiose.
Più precisamente si pongono problematiche giuridiche anche con riguardo alla qualificazione contrattuale, in quanto i tassisti sono parti di un contratto di trasporto, come previsto dagli artt. 1678 ss c.c., mentre Uber non
necessario sostenere un colloquio con i responsabili del servizio.
78 Anche in questo caso è molto semplice accedere all’applicazione: una volta aperta l’applicazione Uber si deve selezionare l’opzione Uber Pop per essere messi in contatto con l’autista più vicino in quel momento.
79 È uno degli ambito di intervento della mobilità sostenibile, la quale indica delle modalità di spostamento in grado di diminuire gli impatti ambientali sociali ed economici dai veicoli privati (esempio utilizzo della bicicletta).
80Uber trattiene una percentuale della tariffa incassata dall’autista, e per questo motivo le istituzioni hanno dichiarato UberPop illegale.
66 svolge un servizio di trasporto, se non in un secondo momento, in quanto mette in comunicazione le due parti, l’autista e il cliente. Esso opera in qualità di intermediario.
L’attività della società californiana potrebbe essere ricondotta al recente e atipico contratto di procacciamento d’affari: il procacciatore raccoglie presso la clientela ordinazioni, successivamente trasmettendole a un altro soggetto, un’impresa, che gli ha in precedenza affidato l’incarico di provvedere in tal senso.
Tale inquadramento contrattuale si colloca al confine tra un’attività di mediazione, art. 1754 c.c., e una d’agenzia, ex art. 1742 c.c..
Uber si allontana dal contratto di mediazione perché è la società a fissare le tariffe da applicare al cliente; né si può qualificare come agente, in quanto non c’è un rapporto di parasubordinazione tra Uber e gli autisti.
I tassisti, come già detto, ritengono tale servizio illegale perché non rispetta le regole che disciplinano il
67 settore, cioè la legge 21/1992, in particolare con riferimento all’art. 381.
Sostengono che il cliente sarebbe in contatto diretto con l’autista e non con un centralino, ed inoltre le vetture Uber non rientrerebbero mai nei garage se non a fine servizio82.
Uber, invece ha sostenuto che le prenotazioni confluirebbero tutte al server principale e solo dopo sarebbe assegnata la corsa all’autista, quindi l’applicazione non fa altro che virtualizzare le richieste fisiche.
I sindacati e le associazioni di categoria dei tassisti hanno presentato al Tribunale civile di Milano un ricorso cautelare urgente, ai sensi dell’art. 700 del codice di procedura civile per ottenere l’immediato blocco del servizio UberPop in Italia per concorrenza sleale e per violazione
81 Tale articolo dispone che: “Il servizio di noleggio con conducente si rivolge all'utenza specifica che avanza, presso la sede del vettore, apposita richiesta per una determinata prestazione a tempo e/o viaggio. Lo stazionamento dei mezzi avviene all'interno delle rimesse o presso i pontili di attracco”.
82 Infatti gli ncc alla fine di ogni servizio dovrebbero rientrare nella propria rimessa. In realtà, l’imposizione del ritorno alla rimessa è stata sospesa una prima volta nel 2008 e da allora viene prorogata di anno in anno fino ad oggi. Infatti anche il decreto milleproghe del 2014 n. 192, ha prorogato il termine fino a Giugno 2015.
68 della disciplina amministrativa che regola il settore taxi, regole imposte dal legislatore a tutela dell’utenza83.
Alla fine di Maggio del corrente anno, il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso disponendo il blocco di UberPop, inibendo la prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale in quanto considerata sleale, e soprattutto, per violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi,84inoltre ha previsto l’obbligo, per gli autisti UberBlack, di rientrare in garage tra una chiamata e l’altra.
Uber ha annunciato l’intenzione di fare ricorso contro l’ordinanza ma la risposta del Tribunale al ricorso presentato dalla multinazionale non si è fatta aspettare.
I primi di Giugno, è stato respinto il ricorso e il servizio non potrà essere ripreso in Italia, in quanto il Tribunale lombardo ritiene che manchino i requisiti di trasparenza e
83 Come hanno sostenuto i ricorrenti, si tratta di un atto dovuto nei confronti della categoria taxi e dell’utenza.
84 Nel provvedimento, il magistrato ha chiarito che Uber avrà quindici giorni di tempo per adeguarsi all’inibitoria disposta, altrimenti scatteranno delle sanzioni penali. Si legge, inoltre, che il servizio UberPop ha determinato un vero e proprio salto di qualità nell’incrementare e sviluppare il fenomeno dell’abusivismo. Nell’ordinanza inoltre di precisa che la mancanza di titoli autorizzativi, da parte degli autisti di Uber Pop comporta un effettivo vantaggio concorrenziale per il gruppo Uber e uno sviamento di clientela indebito.
69 sicurezza85; infatti, “il sistema dei prezzi di Uber Pop non ha regole predeterminate e trasparenti e non va a vantaggio dei consumatori” e inoltre “non limita in alcun modo l’inquinamento e la concentrazione del traffico, visto che senza questo servizio i cittadini si rivolgerebbero “ai mezzi di trasporto pubblico non di linea ovvero all’uso di biciclette o city cars.”
Mentre Uber e i tassisti continuano a litigare, è nato a Milano, il servizio Letzgo86, attivato in seguito anche a Genova e Torino, un nuovo sistema di condivisione del viaggio in auto (definito car pooling istantaneo urbano, che trova in Blablacar la principale esponente) che rispetta le norme europee in materia di trasporti e si muove rispettando la normativa italiana.
Esso è diventato operativo grazie all’apposita applicazione che fa incontrare chi ha bisogno di spostarsi con chi mette a disposizione la sua auto. Ogni utente deve fornire, in fase di registrazione, la documentazione necessaria ai fini legali e
85 Cfr. sentenza nel ricorso N. R.G. 35445/2015 + 36491/2015 del Tribunale Ordinario di Milano – Sezione specializzata in materia di impresa “A”.
86 Letzgo è stata fondata a Milano, alla fine del 2012, da Davide Ghezzi.
70 assicurativi. Alla fine del servizio gli user formulano un giudizio sulla qualità e la sicurezza del passaggio.
Una nuova sfida per i taxi dopo la sospensione del servizio UberPop.
A differenza di UberPop, con Letzgo l’utente indica sia il punto di partenza che il punto di arrivo, e solo successivamente esso scoprirà se c’è qualcuno disposto a dargli un passaggio oppure no, e inoltre il rimborso spese è indicativo e non obbligatorio, infatti è previsto un rimborso “suggerito”87.
La risposta migliore a Uber è la nascita dell’applicazione My taxi88: applicazione per prenotare il taxi a Milano con lo smartphone.
87 Mentre Uber prevede delle tariffe per il servizio prestato, con Letzgo, ribadisce Gozzi, “il passeggero può decidere di dare di più o di meno a seconda di come si è trovato e di quanto ritiene abbia speso il driver. C'è poi un sistema di rating che consente di evitare comportamenti opportunistici da parte degli utenti. Il rimborso che suggeriamo è basato solo sui chilometri, quindi sui consumi effettivi, e su parametri medi di rimborsi dell'Aci" estratto da Repubblica.
88 Tale applicazione permette di chiamare i taxi, seguire il loro percorso, scegliere in base alle proprie esigenze e pagare direttamente le corse via internet, ma a differenza di Uber, non prevede costi ma solo una commissione sulla singola corsa e si riferisce solo ai tassisti regolari con licenza.
71 I tassisti si aprono al’innovazione e sperano di trovare di trovare il modo di competere con le tante novità introdotte dalla rivoluzione internet.
Uber stà creando problemi, non solo in Italia, ma anche in altri paesi Europei.
In Germania, come da noi, il tribunale regionale di Francoforte ha vietato, con un’ingiunzione temporanea, alla start-up di San Francisco di esercitare l’attività in tutta la Germania, in quanto accusata da una società di taxi, la Taxi Deutschland Servicegesellschaft., di concorrenza sleale e di operare al di fuori dei requisiti di sicurezza richiesti.
In Belgio un tribunale ha messo al bando il servizio, mentre l’associazione di categoria di Berlino ha ottenuto una specie di provvedimento cautelare nei confronti del’applicazione.
In Francia, il Consiglio Costituzionale, in Maggio, aveva confermato le restrizioni contro l’applicazione californiana; però, a differenza della situazione italiana, è la stessa società che ha sospeso, in tutta la nazione francese, il servizio UberPop per preservare la sicurezza degli autisti che, nelle ultime vicende, sono stati oggetto di violenza. Il
72 servizio resterà sospeso fino a Settembre quando la Corte Costituzionale deciderà se le disposizioni della legge Thevenoud su UberPop sono costituzionali o no.
Anche l’Autorità Nazionale dei Trasporti danesi ha presentato un esposto contro l’applicazione californiana sostenendo, come gli altri paesi, che Uber opera in modo illegale.
Uber è diventato anche un caso intercontinentale, l’ India, la Thailandia e il Brasile vietano l’applicazione; in Messico, i tassisti sono scesi in piazza in segno di protesta contro Uber.
Negli Stati Uniti, e, in California, è la Public Utilities Commission (CPUC) a muoversi contro Uber minacciando uno stop e prevedendo una multa in caso di mancata condivisione dei dati relativi alle corse offerte ed alle informazioni relative ai propri autisti,89 multa che è stata, successivamente, erogata in quanto Uber si è rifiutato di fornire le informazioni richieste.
89 Secondo CUPC i servizi pubblici di trasporto dovrebbero fornire una serie di informazioni
73
1.1 Car sharing, car pooling, biker sharing: nuovi
sistemi di sviluppo della sharing economy.
La “sharing economy” o economia della condivisione promuove forme di consumo basate sul riuso invece che sull’acquisto e sull’accesso piuttosto che sulla proprietà.
Il car sharing90 o auto condivisa rappresenta una modalità di trasporto che consente di utilizzare un’auto per i propri spostamenti senza esserne proprietari.
Si abbattono i costi d’acquisto e si riducono quelli di gestione dell’auto ma, soprattutto, vi è un maggior rispetto per l’ambiente, si stà inoltre espandendo il car sharing peer- to-peer ovvero un servizio che viene gestito da società che fungono da intermediarie tra il proprietario del veicolo e l’utilizzatore.
Analogamente al car sharing anche il car pooling si basa sul concetto di condivisione dell’auto.
In questo caso però, più persone che devono percorrere un medesimo tragitto, si accordano per
90 Il car sharing è un servizio che permette di utilizzare un'automobile su prenotazione, prelevandola e riportandola in un parcheggio, e pagando in ragione dell'utilizzo fatto.
74 condividere l’auto: con questa condivisione si riduce sia la congestione che i tempi collettivi di percorrenza e, cosa più importante, si inquina meno.
Ma la condivisione non riguarda solo l’auto, bensì anche altri mezzi di spostamento come la bike sharing.
Tale sistema, nato nel 1966 ad Amsterdam, si è diffuso anche in Italia dove, diversi Comuni, al fine di diminuire l’inquinamento e la congestione nei centri urbani, hanno attivato questa modalità alternativa di mobilità, mettendo a disposizione dei cittadini le bici pubbliche
Tali mezzi di trasporto alternativi al trasporto locale, sono incentrati per il miglioramento delle esigenze di spostamento e di conservazione e cura dell’ambiente.