5. LA RICERCA SOCIALE
5.2 I focus group
5.2.2 La realizzazione
Il focus group è una tecnica che prevede l’uso di interviste in profondità in cui i partecipanti sono selezionati perché sono un campione propositivo, anche se non necessariamente rappresentativo, di una specifica popolazione, poiché il gruppo è focalizzato su un determinato tema.87
Seguendo questo principio ho individuato i partecipanti al primo focus group. Ho contattato docenti di scienze, matematica, fisica e chimica delle scuole secondarie superiori che avessero un’esperienza solida e riconosciuta nell’uso e nell’implementazione di strumenti digitali per la didattica. Questo mi ha permesso di sottrarre la variabile dell’incapacità dell’uso della rete e della tecnologia nell’indagine dei loro comportamenti. I docenti così selezionati, d’altro canto, non rispecchiano il profilo del docente medio: di questo ho tenuto conto sia durante la realizzazione del focus group sia durante l’elaborazione dei dati raccolti. In questo primo gruppo ho scelto di inserire anche un insegnante precario, nonostante non stesse svolgendo supplenze al momento della realizzazione dell’intervista. Ho fatto questa scelta perché ho ritenuto interessante comprendere anche le differenze di approccio didattico tra gli insegnanti più giovani e quelli più anziani. Anche quest’ultimo docente, comunque, risponde ai requisiti richiesti: pur non avendo particolari competenze didattiche (essendo da poco uscito dal mondo della ricerca in astrofisica dopo un lungo percorso in ambito internazionale), ha comprovate competenze digitali e come comunicatore della scienza. Ho scelto di costruire, quindi, un gruppo con caratteristiche uniformi, nonostante questa non fosse l’unica possibilità per la realizzazione di un focus group, perché ho ritenuto che in un gruppo omogeneo come competenze e abilità, sarebbe stato più facile avere un completo coinvolgimento di tutti i partecipanti, favorendo così la generazione di dati consistenti.88 Con la sola eccezione di un’insegnante di un Liceo scientifico di Prato, tutti i partecipanti insegnano nella zona di Bologna (nonostante provengano da diverse regioni). In questo studio, non ho considerato il luogo di insegnamento come variabile che potrebbe influenzare il comportamento dei docenti coinvolti.
87 L. Thomas, et al., Comparison of focus group and individual interview methodology in examining patient
satisfaction with nursing care, «Social Sciences in Health», (1995), 1, 206–219.
88
R. Krueger, Focus Group: A Practical Guide for Applied Research, Sage Publication, Inc. Thousand Oaks, CA, 2000.
Uno dei principali problemi legati alla realizzazione dei focus group ha riguardato le questioni logistiche. Come si poteva prevedere, infatti, una prima lista di possibili partecipanti si è ristretta a causa della difficoltà di far incontrare molte persone nello stesso luogo e nello stesso momento. In ogni caso, per entrambi i focus si è raggiunto il numero di partecipanti considerato accettabile perché la raccolta dati fosse significativa (cinque nel primo e sette nel secondo).89
La logistica
Ai docenti selezionati per la partecipazione ai focus group ho inviato una mail in cui li informavo dell’argomento, della durata, della data e del luogo preciso in cui si sarebbe svolto l’incontro. Il primo focus group si è realizzato nella sala riunioni di Zanichelli. La sala scelta è sufficientemente ampia da ospitare i partecipanti e consente di farli sedere in cerchio, ma non è così grande da risultare dispersiva o poco accogliente. Inoltre dispone di un proiettore e dell’illuminazione che sarebbe stata adatto a mostrare il materiale oggetto di discussione, anche se questa eventualità non si è verificata. D’altro canto nella realizzazione dell’incontro e nell’analisi dei risultati, ho dovuto tenere conto che l’essere accolti nella sede di una casa editrice rappresenta un potenziale bias nella ricerca. In particolare i partecipanti avrebbero potuto assumere un atteggiamento gratificante nei confronti dell’intervistatore e non obiettivo rispetto ai prodotti di editori diversi da Zanichelli. Si è comunque accettato questo rischio nell’ottica di privilegiare una situazione accogliente, in uno spazio facile da raggiungere, oltreché per ovviare a oggettive difficoltà legate al fatto di non disporre di un bunget specifico per il progetto. In ogni caso, per garantire che i partecipanti potesso parlare liberamente, senza sentirsi giudicati o condizionati, in apertura del focus group ho precisato che l’obiettivo dell’indagine esulava dagli scopi commerciali di Zanichelli, ma che era esclusivamente legato alla comprensione delle dinamiche della didattica della scienza. In particolare, ho evidenziato che un punto di vista oggettivo era un requisito fondamentale, sottolineando anche la mia imparzialità (come intervistatore) rispetto ai risultati di questo progetto.
Il secondo focus group, invece, è stato realizzato presso la sede dell’Istituto Celestino Rosatelli di Rieti (RI), un complesso scolastico che comprende un Liceo Scientifico delle Scienze Applicate, un Istituto Tecnico e un Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato. Il focus group si è svolto nell’aula magna della scuola, raccogliendo in semicerchio le sedie della prima fila e rivolgendo le spalle dei partecipanti verso il resto della sala. Così si è creato un ambiente raccolto nonostante le notevoli dimensioni della
stanza. D’altro canto, la scelta della scuola come sede per il focus group ha avuto il vantaggio di facilitare il raggiungimento del luogo dell’incontro da parte dei docenti. Trattandosi anche di un luogo familiare ai partecipanti, è stato semplice garantire che si trovassero a loro agio e che si sentissero liberi di esprimere le loro opinioni. D’altro canto però, questa è stata una delle cause della situazione caotica e difficilmente gestibile che si è verificata durante l’incontro. Nonostante questo, ritengo che anche la possibilità di manifestare il bisogno di esprimersi anche oltre i temi, i modi e i tempi previsti dalla modalità del focus group rappresenti un dato da considerare durante l’analisi dei dati.
La traccia
In fase di preparazione del focus group ho predisposto una serie di domande come traccia per l’intervista. Questa è stata usata in modo fluido, in modo da ricondurre il discorso alle questioni di interesse per la ricerca, seguendo allo stesso tempo il flusso della discussione. Nel caso del focus realizzato a Bologna, ho preparato una presentazione in PowerPoint, per proiettare alcune delle domande cruciali e mantenere su di esse il focus. In realtà non si è rivelato di particolare utilità, motivo per il quale non ne ho preparata una anche per il focus group successivo. Il focus group si è strutturato intorno a quattro momenti principali che si possono riassumere in questo modo:
• presentazione dei partecipanti: ogni docente si presenta, fornendo il proprio nome, la scuola, la materia e gli anni di insegnamento. In questa fase si cerca di assumere un tono e un atteggiamento tale da favorire un clima rilassato, in cui i partecipanti possano sentirsi a loro agio. Si chiede anche se si conoscono o meno tra loro; • fase introduttiva: contestualizzazione dell’analisi; spiegazione degli obiettivi della
ricerca e del ruolo dell’intervistatore;
• prima parte: aggiornamento e approfondimento. Ho cercato di comprendere quanto i partecipanti si aggiornano sulle materie di insegnamento e quanto seguono i dibattiti che riguardano le questioni tecnico-scientifiche. Ho proiettato la domanda, o il tema, in modo da usarlo come catalizzatore di attenzione. Aggiornamento: il dove,
il come… … il quando e il perché.
• Seconda parte: l’uso in classe. In cui ho cercato di comprendere che tipo di approfondimenti sono preferiti, come sono scelti, con quale obiettivo didattico. Ho chiesto ai docenti con quale frequenza svolgono attività di approfondimento in classe e come li collegano ai propri aggiornamenti/approfondimenti personali. Ho chiesto anche se capita loro di trattare temi di attualità, come nuove scoperte, o di affrontare temi controversi come i vaccini;
- terza parte: le piattaforme, in cui ho indagato che opinione hanno delle piattaforme delle
case editrici (Aula di scienze e Science Magazine), se le usano e come. Quali sono i vantaggi di avere a disposizione questi strumenti, quali sono gli aspetti che apprezzano e quali invece cambierebbero;
- conclusione: breve sintesi delle suggestioni emerse dal focus group, spazio per le
riflessioni.