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3. L’esperimento

3.2. Realizzazione

La fase di realizzazione è stata la messa in pratica della pianificazione con le azioni, i pro- blemi e gli imprevisti incontrati.

Il reperimento dei contenuti è stato un processo importante che è perdurato per tutto l’esperimento, valutando gli interventi e individuando gli aspetti di verità veloce.

Per la promozione della pagina sono state intraprese azioni di diffusione sui gruppi per ge- nerare traffico e far conoscere Retrologico.

Durante la realizzazione, infine, i profili hanno incontrato degli imprevisti, come la difficol- tà o la troppa facilità a crearsi una rete di amicizie e la scoperta da parte di un utente del- la falsità di Cafiero.

3.2.1. Reperimento contenuti

Nel piano editoriale in 3.1.6 è stato disegnato il tipo e il numero di contenuti da pubblica- re. Il reperimento dei contenuti è stato realizzato progressivamente durante l’esperimento, talvolta andando a modificare il piano editoriale. Come fonti sono stati utilizzati sia i siti di debunking (all’inverso), per reperire gli articoli originali che la ricerca online.

Il lavoro sui contenuti non è stato massivo, poiché molti contenuti erano avevano già i re- quisiti richiesti, cioè la mancanza delle fonti, eccessiva aggettivazione, poca (o assente) con- testualizzazione storico tecnologica e contenevano errori.

Da un punto di vista pratico i contenuti venivano individuati, organizzati e programmati. Ogni volta veniva fatto uno studio critico sui contenuti per individuarne i difetti e definito se c’era da fare interventi. L’intervento principalmente ha riguardato l’esagerazione del ti- tolo, per trasformarlo in clickbait, specialmente per i post di Facebook che dovevano attira- re gli utenti sulla pagina e sul blog.

3.2.2. Azioni sui gruppi

Per raggiungere più persone sono state definite delle azioni da compiere su Facebook. La principale è stata la condivisione dei contenuti su gruppi selezionati nella fase di pianifica-

zione. A questa si aggiunge la condivisione tramite i profili creati e la pubblicazione nei commenti di contenuti simili di altre pagine.

La condivisione nei gruppi è stata fatta con moderazione poiché i gruppi su Facebook han- no moderatori che filtrano i contenuti. Una delle regole presente in quasi tutti i gruppi è la non sponsorizzazione di altre pagine. Di conseguenza la condivisione sui gruppi si è concen- trata sulla generazione di discussione. In molti casi i contenuti di Retrologico hanno passa- to il filtro e sono stati pubblicati sui gruppi.

3.2.3. Problemi con i profili

I due profili hanno iniziato alla pari, con zero amici. Fino a inizio giugno è stato tenuto un profilo basso, chiedendo qualche amicizia per costruire una rete credibile. Ha aiutato il fat- to che fosse presente una faccia umana nella foto del profilo. Oltre a questo sono stati crea- ti contenuti abbastanza credibili per disegnare una vera vita fuori dal socia network. All’inizio dell’esperimento il numero di amici di Cafiero era 10. Nonostante la vera foto non molte persone accettavano l’amicizia. Facebook non suggeriva amici da Anche Carlotta non aveva un grande numero di amici.

Questo profilo basso, è terminato quando Facebook ha iniziato a suggerire le amicizie. Sia con Cafiero che con Carlotta è stata fatta un operazione di circa 5 richieste di amicizie al giorno. L’operazione ha portato ha due risultati diversi.

Cafiero è cresciuto progressivamente fino a circa 450 amici, Carlotta invece a iniziato a ini- ziato improvvisamente a ricevere richieste d’amicizia. Come criterio di accettazione è stato utilizzato quello di accettare solamente le persone che avevano già amicizie in comune. Nel giro di due settimane è arrivata 5000 amici, il massimo consentito da Facebook, con centi- naia di messaggi sulla chat di Facebook. I messaggi non sono stati aperti e gli amici sono stati invitati, ma la situazione è diventata ingestibile e il profilo lasciato inattivo a metà esperimento.

3.2.4. Il profilo scoperto

Nella pianificazione dell’esperimento i profili dovevano costruire un network. Abbiamo visto che Carlotta ha avuto il problema contrario, una rete di amicizie troppo grande da diventa- re poco gestibile. Cafiero, invece, ha faticato di più nella costruzione della rete, dovendo in- viare l’amicizia alle persone suggerite da Facebook.

I motivi per i quali questa persona è riuscita a capire la vera natura di Cafiero sono molte- plici.

La prima cosa è l’essersi presentato come un informatico di Pisa, nella descrizione, ma non avere una rete di amicizia radicata nella città. Infatti le amicizie di Cafiero, sempre per co- struzione, erano tutte di profili vicini al mondo del retrocomputing e dell’informatica. La seconda è il fatto di avere preso come immagine del profilo una faccia generata dalla rete neurale di This Person Does Not Exist con un difetto all’attaccatura dei capelli. Poi- ché la persona che ha scoperto la falsità di Cafiero conosceva questo servizio, ha analizzato l’immagine trovando il difetto.

Il profilo è stato contattato e si è reso disponibile a non diffondere l’informazione che aveva scoperta. Inoltre, per l’eventualità che succedesse ancora, è stato preparato un messaggio da mandare a coloro che avrebbero sollevato delle obiezioni alla falsità del profilo.

Questo profilo è parte di un progetto di ricerca, ti sarei molto grato se, visto che l’esperimento è ancora in corso, tu non diffondessi questa in- formazione. Il progetto è parte di una tesi di laurea al corso di laurea magistrale in Informatica Umanistica dell’Università di Pisa, nata nell’ambito del progetto di ricerca Hackerando la Macchina Ridotta. L’esperimento studia la circolazione di informazioni storico-tecnologi- che sulle reti sociali.

Essendo riuscito a capire che non è un profilo reale, sei di particolare interesse per l’esperimento: alla fine mi farebbe piacere poter fare due chiacchiere per raccogliere altre informazioni da, eventualmente e con il tuo consenso, includere nella tesi.

Per questi motivi comprenderai l’importanza di non svelare queste in- formazioni.

Non c’è mai stato bisogno di utilizzare il messaggio poiché poi nessun altro ha sollevato dubbi sulla falsità dei profili. Questo non esclude che molti lo possano aver pensato, nono- stante la pianificazione, gli elementi per capirlo c’erano, però a nessuno (tranne uno) è sem- brato tanto rilevante da doverlo far notare.

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