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Il reclutamento del dirigente scolastico

“In Italia il dirigente scolastico viene selezionato attraverso un concorso, per esami e titoli, su base regionale coordinato dal Ministero della pubblica istruzione. La selezione è regolamentata dal Ministero e gli esami si tengono contemporaneamente in tutte le regioni. Spetta dunque al Ministero stabilire per ogni regione il numero di dirigenti scolastici da assumere; ovviamente, dal momento che la selezione avviene su base regionale, i dirigenti neoassunti vengono assegnati agli istituti scolastici della regione ove gli stessi risultano vincitori del concorso. E’ possibile, a certe condizioni, avvalersi della cosiddetta “mobilità”, ossia della possibilità di chiedere e ottenere di essere assegnati in regioni differenti da quella prevista; tuttavia

71 Associazione Treellle, Quale dirigenza per la scuola dell’autonomia? Proposte per una nuova professione

“nuova”, op. cit., p. 71.

72 Associazione Treellle, Per una scuola autonoma e responsabile, Analisi, confronti e proposte, op. cit., p. 65. 73 Cfr. N. SERIO (a cura di), Il Dirigente scolastico fra tradizione, innovazione e management, op. cit.

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questa rappresenta una possibilità per lo più teorica, dato che risulta non priva di difficoltà la realizzazione concreta della stessa.

Possono accedere al concorso gli insegnanti, in possesso di laurea magistrale o titolo equiparato ovvero di laurea conseguita in base al precedente ordinamento didattico, con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, e quelli che hanno maturato un’esperienza di insegnamento di almeno cinque anni.

Il concorso si articola in diversi passaggi:

- una prova preselettiva a carattere culturale e professionale che consta di un congruo numero di quesiti diretti all’accertamento delle conoscenze di base ai fini dell’espletamento della funzione dirigenziale;

- due prove scritte (una a carattere teorico, l’altra di natura pratica, imperniata sulla risoluzione di un caso professionale);

- un colloquio interdisciplinare;

- infine, la valutazione dei titoli esclusivamente per i candidati che hanno superato tutte le prove74 .

Una volta conclusa la procedura sopra descritta, e a seguito della stesura della graduatoria finale i vincitori del concorso sono tenuti a svolgere un periodo obbligatorio di formazione e tirocinio la cui durata non è superiore a quattro mesi né inferiore a tre.

L’attività di formazione si svolge parte in presenza e parte con strumenti info-telematici. Il periodo di tirocinio è finalizzato al consolidamento delle competenze relative alla funzione dirigenziale nel suo complesso e si svolge presso scuole anche in collegamento con le università, amministrazioni pubbliche, imprese. Il periodo di formazione e tirocinio si conclude con una relazione nella quale il corsista illustra sinteticamente il percorso formativo e le tematiche affrontate in sede di tirocinio.

L’organizzazione e lo svolgimento dell’attività di formazione e tirocinio sono curati dagli Uffici Scolastici Regionali in collaborazione con gli IRRE e con l’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica, incaricata di predisporre un'apposita piattaforma online75.

I corsi sono organizzati con una metodologia che, valorizzando l’esperienza dei partecipanti, privilegia l’interattività, la ricerca, l’azione, la progettazione e l’autoformazione.

74 Cfr. Associazione Treellle, I dirigenti scolastici: funzioni, reclutamento, valutazione in Italia e in Europa, op. cit., p.139.

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Le attività di formazione vengono realizzate secondo criteri di flessibilità organizzativa per garantire l’assolvimento della frequenza ai corsi. I contenuti dei corsi di formazione sono i seguenti:

Curricolo di base: aree formative e tematiche

- Progettare la scuola (ri-conoscimento del campo di azione della scuola): la scuola e la trasformazione socioculturale nel contesto nazionale e internazionale; i processi di insegnamento e apprendimento; le abilità disciplinari e la metadidattica (metadidattica: competenze trasversali e generali); la relazione nei processi formativi; il lavoro per progetti; la progettazione d’istituto in rapporto al contesto di riferimento e agli indicatori di risultato.

- Assumere decisioni e responsabilità (acquisizione della competenza dell’autonomia): i modelli e le azioni di razionalità decisionale e di condivisione; la relazione e la comunicazione tra i diversi soggetti

dell’autonomia; la valorizzazione delle risorse umane; la decisione e l’etica della responsabilità; la decisione, il controllo e la valutazione.

- Gestire l’autonomia (operatività consapevole): le responsabilità amministrative e contrattuali; la negoziazione e i procedimenti di contrattazione interna ed esterna; i controlli interni ed esterni; la responsabilità dei risultati con riferimento ai parametri dell’efficienza ed efficacia; i referenti istituzionali esterni all’unità scolastica; la qualità dei servizi nella pubblica amministrazione.

Curricolo elettivo: aree formative

- la diversità e l’uguaglianza delle opportunità (strategie per l’integrazione e la individualizzazione dell’insegnamento);

- il partenariato per l’autonomia (sistema formativo integrato con le agenzie presenti sul territorio, accordo di programma);

- la conoscenza dei diversi ordini e gradi di scuole (competenze verso la dirigenza unitaria);

- la sicurezza nella scuola (prevenzione e protezione dai rischi);

- il ruolo e le funzioni delle tecnologie informatiche (opportunità didattiche e gestionali);

- l’autovalutazione (auto-apprendimento dell’unità scolastica)76.

“Il profilo professionale che emerge da queste modalità di reclutamento è a sua volta intessuto di numerose criticità sostanziali. In primo luogo, è

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D.M 5 agosto 1998, Istituzione, organizzazione e realizzazione dei corsi di formazione per il conferimento della

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difficilmente riconoscibile, dato il continuo mutare degli obiettivi e dei comportamenti amministrativi. Ne deriva che sia gli interessati che l’opinione pubblica hanno difficoltà nel riconoscere in che cosa consista la professionalità del dirigente scolastico ed il valore aggiunto che si è in diritto di attendere dalla sua azione all’interno della scuola. In aggiunta, il concorso tende ad accertare conoscenze e competenze che poco hanno a che vedere con l’autonomia, risultando piuttosto sbilanciate sul versante degli adempimenti amministrativi e delle prescrizioni di tipo formale. Anche il corso di formazione obbligatorio (160 ore) che si accompagna al reclutamento è centrato molto più sui divieti e sugli obblighi del dirigente che sulla sua funzione di motore di sviluppo e di innovazione. Gli si insegna a temere più che a sperare, a frenare più che a dare impulso”77

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Risulta in sostanza dalle critiche pocanzi riportate al contesto concorsuale in esame una sorta di lesione delle potenzialità professionali del futuro dirigente, che si ipotizza otterrebbero maggiore valorizzazione all’interno di una procedura di selezione marcatamente territoriale, coinvolgendo gli organi collegiali scolastici, cuore pulsante delle dinamiche organizzative all’interno della scuola.