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Reggio Calabria e ReggioNonTace.

Nel documento Religione e mafia. (pagine 80-84)

Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica (FI 4, 13)

3.3 Giovanni Ladiana – Anche se tutti, io no.

3.3.2 Reggio Calabria e ReggioNonTace.

«Non conoscevo Reggio Calabria, quindi il primo tempo l’ho trascorso a cercare di capire in che luogo mi

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trovavo, conoscevo l’esistenza della ‘ndrangheta, però non sapevo se quello era il primo o il più grande dei problemi, ma non ci è voluto molto a capire che c’è un regime criminale che è sistema consolidato.

Ho toccato con mano che il controllo capillare del territorio è fatto da fruttivendoli e da macellai che gestiscono l’edilizia con prezzi stabiliti.

Divenne chiaro che se volevo fare il prete in questa città dovevo cercare di capire, e come fare? Informandomi.

Passai molto tempo a leggere diversi libri ed incominciai a parlare con la gente, raccogliendo lacrime di quei crocifissi agli incroci della storia.

C’è poco da fare, non ho bisogno di essere un magistrato per sapere le cose, chiunque potrebbe sapere. Tutto ciò mi ha fatto comprendere che se tu, prete, non provi a capire come vive un contadino o un bracciante così qui non puoi fare il prete se non prendi coscienza della sofferenza peggiore di questo posto.

Allora, io ho adottato la parola ‘semplice’, che viene dal latino semel plector, piego le ginocchia soltanto una volta, soltanto davanti alla mia coscienza.

Poi la mia coscienza è coscienza illuminata dalla fede, dal Vangelo e devi decidere se essere Suo discepolo, prendendo la croce ogni giorno e seguirLo, dando tutto, anche la tua vita oppure non essere Suo discepolo.

Questo però non esclude coloro che non seguono gli insegnamenti di Cristo, infatti nel corso della mia vita ho

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lavorato con non credenti, con credenti di altre religioni e con persone di culture diverse.

Grazie alla collaborazione con tutte queste persone nel 2010, dopo l’esplosione di un ordigno davanti alla Procura generale di Reggio Calabria, nacque il movimento ReggioNonTace.

Nel manifesto l’obiettivo fu dichiarato senza giri di parole: ‘La situazione della nostra città è così drammatica che impone il risveglio della Coscienza di tutta la cittadinanza responsabile. Attraverso la non – violenza e la forza persuasiva del dialogo, intendiamo creare spazi di solidarietà e resistenza, che non si limitino ad azioni di contrasto alla ‘ndrangheta, ma abbiano il fine di rendere possibile la giustizia sociale, indispensabile presupposto per una convivenza civile e pacificata’.

Dopo la nascita del movimento, posso dire che la militanza se non è gratuita non è più militanza, perché c’è poco da fare, anche involontariamente, quando c’è un interesse tutto quello che fai è sempre inquinato, sempre.

Noi insistiamo molto dicendo che abbiamo scelto di non diventare associazione per due motivi: primo perché non ci siano leader, che si potrebbero far cooptare dai soliti ignoti, secondo per rimanere movimento, non potendo chiedere nè ricevere finanziamenti. Grazie a questa scelta siamo liberi di esporre i nostri pensieri senza coercizioni in qualunque sede. Questa decisione inevitabilmente dà fastidio a coloro che sono ingabbiati in determinate strutture.

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Io non sono nato per fare un partito, io sono nato per tediare tutti quanti: nel senso, chi viene eletto di destra, di centro, di sinistra, alla fine a me non interessa, io valuto come lavora e gli scopi etici che intende perseguire.

Tu pensi che io vedrò la sconfitta della ‘ndrangheta di Reggio Calabria? Ma nemmeno per sogno, sarebbe folle pensarlo, ci hanno impiegato quarant’anni per consolidare questa struttura e adesso arrivo io…

Ma se mi pongo degli obiettivi e ci credo, li perseguo anche da solo, perché per me la cosa più importante è la coscienza.

Spesso la gente pensa che questo modo di comportarsi sia da perdenti, invece grazie alla preghiera e al costante impegno nell’aiutare gli ultimi, ti dimostro il contrario: durante un’estate venne da me un uomo, che dopo una riunione familiare, con la moglie e le figlie, decise di donare la casa dei genitori a me, in comodato d’uso gratuito, esonerandomi dal pagamento delle tasse. Grazie a questo atto di estrema generosità, ho creato insieme a tanti volontari

un luogo di accoglienza: Casa Eutòpia104. Tu quando te la

sogni una cosa del genere? Non te la sognerai mai, ma

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Casa Eutòpia è il luogo in cui, nel segno della gratuità e della totale indipendenza da ogni forma di appartenenza trovano sede alcune realtà associative reggine che si occupano a vario titolo del bene comune, sia che si tratti della promozione dei diritti e della partecipazione attiva della cittadinanza, sia che riguardi l’ambito della cultura, dell’economia alternativa, della lotta di liberazione dalla ‘ndrangheta. (Tratto da http://news.gesuiti.it/reggio-calabria-nasce-casa-eutopia-la- bellezza-possibile-e-concreta/).

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quando accade ti dici ‘hai visto? […] Da solo non ci rimarrai mai’.

Noi abbiamo imparato da Gesù che non c’è bisogno di diventare eroi per amare.

Posso dirti che la vita ti porrà degli ostacoli da superare, ma non ne avrai più di quanti ne ho avuti io. Se tu hai visto tuo padre e tua madre che hanno affrontato le difficoltà non da supereroi, ma da persone normali che hanno considerato te più importante di loro, allora tu hai avuto dalla vita l’unico vero esempio di amore gratuito: infatti, la mia missione si fonda su questi principi.

Pur avendo sessantacinque anni non mi sono arreso e, mai lo farò, perché il primo passo, dinanzi ai nostri limiti, non dovrebbe essere mai l’accusa, ma l’accoglienza molto umile e serena».

Nel documento Religione e mafia. (pagine 80-84)

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