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Relazione economica e finanziaria

RELAZIONE SULLA GESTIONE

A) Relazione economica e finanziaria

A) Relazione economica e finanziaria

Situazione economica e finanziaria della Fondazione

Il patrimonio netto della Fondazione è pari ad € 248.188.044 al 31 dicembre 2004. Rispetto alla consistenza del 31 dicembre 2003, di € 244.814.047, ha registrato un incremento di € 3.373.997 corrispondente all’ 1,38%.

Prima di esaminare la gestione finanziaria nel dettaglio, si riporta la composizione degli investimenti patrimoniali della Fondazione al 31 dicembre 2004:

Voci dell’attivo Valore (unità di €) Composizione %

Partecipazione Banca delle Marche S.p.A. 111.573.570 42,75%

Partecipazione Montani Antaldi S.r.l. 8.299.187 3,18%

Partecipazione Cassa Depositi e prestiti S.p.A. 4.005.976 1,54%

Partecipazioni in Enti strumentali 41.317 0,02%

Titoli di debito 409.871 0,16%

Immobilizzazioni finanziarie 124.329.921 47,65%

Strum. finanziari affidati in gestione patrimoniale 86.430.293 33,12%

Polizze di capitalizzazione 49.970.436 19,15%

Strumenti finanziari non immobilizzati 136.400.729 52,27%

Beni mobili d’arte 165.783 0,06%

Beni mobili strumentali 58.104 0,02%

Immobilizzazioni materiali 223.887 0,08%

Totale 260.954.537 100,00%

Andamento della gestione economica e finanziaria e risultati ottenuti nella gestione finanziaria del patrimonio

I proventi complessivi della gestione finanziaria, al netto delle commissioni di gestione e negoziazione sulle gestioni patrimoniali, sono pari a € 11.490.639, superiori del 10% circa rispetto a quanto preventivato in sede di D.P.P. 2004.

La componente principale dei proventi è rappresentata dai dividendi distribuiti dalla Banca delle Marche S.p.A., pari a € 5.603.702. La partecipazione ha conseguito un rendimento del 5,02%.

Le partecipazioni nella società Montani Antaldi S.r.l., nella Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. e nell’Ente strumentale Fondazione Italia non hanno fatto registrare alcun rendimento.

La rendita sui titoli di debito immobilizzati è stata di € 16.899, corrispondente ad un rendimento netto del 4,03%.

Le immobilizzazioni finanziarie, tenuto conto che una parte di esse sono state infruttifere come sopra sottolineato, hanno peraltro conseguito un rendimento complessivo di € 5.620.601, corrispondente al 4,52%.

Gli strumenti finanziari affidati in gestione patrimoniale hanno registrato un rendimento pari ad € 4.014.067, corrispondente al 4,74% netto.

Le Polizze di capitalizzazione hanno registrato un rendimento pari ad € 1.757.295, corrispondente al 3,81% netto.

Le operazioni di Pronti contro Termine che sono state utilizzate al fine di minimizzare la giacenza di liquidità sul conto corrente ordinario ottimizzando la sincronia dei flussi finanziari in entrata e in uscita hanno registrato un rendimento pari ad € 71.041, corrispondente all’1,87% netto.

Gli strumenti finanziari non immobilizzati hanno pertanto conseguito un rendimento complessivo di € 5.842.403, pari al 4,33% netto.

La gestione finanziaria, con esclusione degli interessi sulle disponibilità liquide non considerate nell’analisi effettuata, ha conseguito nel suo complesso un rendimento pari a € 11.463.004, corrispondente al 4,42% netto.

Occorre precisare che i rendimenti si intendono al netto delle imposte sostitutive; non sono pertanto state considerate le imposte dirette (Ires) che si pagheranno sulle rendite finanziarie in sede di dichiarazione dei redditi.

Strategia di investimento adottata

La politica di gestione degli investimenti è volta ad assicurare l’integrità del valore reale del patrimonio e ad ottenere risorse certe per far fronte agli impegni istituzionali con l’assunzione di un rischio limitato.

La partecipazione nella Banca delle Marche S.p.A. rappresenta ancora oggi l’investimento cardine del patrimonio della Fondazione e i dividendi da essa distribuiti, investiti in pronti contro termine, sono in grado di garantire la copertura di gran parte dei flussi finanziari in uscita relativi alle erogazioni e alle spese di funzionamento.

La progressiva dismissione della partecipazione nella banca conferitaria ha tuttavia reso la gestione dell’attivo più complessa rispetto al passato soprattutto in considerazione del fatto che l’investimento in prodotti finanziari privi di rischio non sarebbe in grado di garantire il raggiungimento del duplice obiettivo citato.

Tale situazione ha indotto la Fondazione negli scorsi esercizi ad attuare una strategia che prevedesse, in un orizzonte temporale di investimento da uno a tre o cinque anni, la possibilità di investimenti a rischio medio in grado di produrre un’azione di leverage sui rendimenti.

Lo strumento con il quale attuare tale strategia è stato individuato nel ricorso alla tipologia di gestioni patrimoniali bilanciate, con limiti massimi di investimento in strumenti azionari variabili dal 7%

della gestione di Banca delle Marche al 30% del Fondo Geo.

Gli scenari politici mondiali e la conseguente incertezza che da anni caratterizza i mercati finanziari hanno successivamente indotto la Fondazione, pur senza modificare sostanzialmente la strategia adottata, a rivolgersi a forme di investimento più prudenti da affiancare alle gestioni patrimoniali, obiettivo realizzato attraverso la sottoscrizione di polizze di capitalizzazione con rendimenti minimi garantiti.

Una particolare evidenziazione merita, in tale contesto, l’acquisizione della partecipazione nella Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.. Tale acquisizione, oltre a rappresentare un’opportunità di diversificazione del patrimonio, assicura un collegamento funzionale con le finalità istituzionali della Fondazione ed in particolare con lo sviluppo del territorio. E’ in questa ottica che la Fondazione, nella difficoltà di individuare immediate ed idonee opportunità di investimento, ha inteso, attraverso la sottoscrizione di una quota del capitale sociale della CDP S.p.A., ottemperare alla disposizione dell’art. 7, comma 1, del D.Lgs 153/99, in tema di impieghi relativi o collegati ad attività che contribuiscono al perseguimento delle finalità istituzionali ed in particolare allo sviluppo del territorio.

L’investimento, inoltre, configura condizioni di rischio e rendimento tali da soddisfare appieno i criteri di assunzione prudenziale del rischio e di adeguata redditività sanciti dal citato articolo.

Risultati ottenuti dagli intermediari finanziari cui è affidata la gestione del portafoglio e le strategie di investimento da questi adottate

Il 2004 è stato caratterizzato dal proseguimento del trend di crescita iniziato nel secondo semestre del 2003; l’economica mondiale ha mantenuto un passo robusto nonostante i segni di decelerazione e le differenze tra le principali aree geografiche.

Gli USA hanno mantenuto l’espansività della politica fiscale mentre, da giugno 2004, hanno iniziato a “stringere” quella monetaria. Queste politiche accomodanti hanno indubbiamente permesso all’economia di mantenere un buon passo nonostante il rallentamento rispetto alla crescita registrata nel secondo semestre del 2003: la produzione industriale è cresciuta del 4,2%, la fiducia dei consumatori è rimasta a livelli molto alti e la percentuale di utilizzazione della capacità produttiva si è incrementata dal 76,8% al 79,1%. Nota negativa continua ad essere la disoccupazione che si è ridotta molto meno velocemente di quanto ci si augurasse visto anche il permanere della crescita della produttività.

L’area asiatica è stata sospinta dalla Cina e dalla crescita giapponese che ha così interrotto un lungo periodo caratterizzato da momenti di stagnazione e di recessione. Il tasso di crescita

dell’economia cinese continua ad essere decisamente elevato rendendo quasi vani i tentativi di calmierarla (stretta sul credito e rialzi dei tassi di interesse) grazie alla volontà degli stranieri di investire in tale paese.

L’Europa ha mostrato un passo lento palesando tutte le sofferenze della propria struttura produttiva di fronte al cambio in rapido apprezzamento e alla concorrenza internazionale (in particolar modo asiatica). Molti indicatori di fiducia (delle imprese e dei consumatori) continuano ad evidenziare un quadro difficile confermando come quest’area sia rimasta sacrificata tra le esigenze dei due giganti economici mondiali: la crescita occupazionale per l’Asia tramite l’export e l’accumulazione di risparmio internazionale per gli USA.

I mercati azionari hanno registrato performance positive grazie al miglioramento della situazione economica, dei bilanci aziendali (per i quali si sta completando un importante processo di ristrutturazione occupazionale e di riduzione del debito) e dalla notevole presenza di liquidità. In particolare:

Indice Anno 2003 (valuta locale) Anno 2003 (Euro)

S&P500 9,30% 1,60%

Dow Jones 3,50% -3,70%

Nasdaq 8,40% 0,80%

Nikkei 225 6,10% 1,60%

Mib30 12,90% 12,90%

Cac40 6,20% 6,20%

Dax 5,90% 5,90%

Ftse 6,70% 6,00%

I mercati obbligazionari hanno beneficiato dell’espansività (pur, come abbiamo visto, in diminuzione) delle politiche monetarie e dalle contenute aspettative inflative del mercato (nonostante la crescita dei prezzi di materie prime e prodotti energetici) che hanno determinato un appiattimento della curva dei rendimenti per scadenza. Tale fenomeno si è manifestato sia negli Usa che nell’UE anche se con differenti rappresentazioni. Negli Stati Uniti si è osservata una lieve riduzione dei tassi a medio/lungo termine mentre c’è stato un vistoso rialzo sulle scadenze più brevi. Nell’UE, invece, i tassi a breve sono rimasti stabili mentre si è determinata una maggiore flessione sulle scadenze più lunghe.

Tale divergenza è un altro segnale del differente stato delle due economie in questione.

Di fronte al permanere dei tassi di interesse a medio/lungo termine a livelli contenuti, si sono osservate buone performance in altre asset class quali quelle delle obbligazioni corporate e dei paesi emergenti.

Infine, anche il 2004 si è caratterizzato per il deprezzamento del dollaro sulle principali valute ed in particolar modo sull’euro. La divisa americana, appesantita dai deficit gemelli (sia fiscale che con l’estero), ha visto una riduzione degli acquisti da parte degli investitori internazionali; solo le banche centrali asiatiche hanno continuato ad acquistare dollari per mantenere competitive le proprie valute e, con esse, l’export. Di fronte ad una certa rigidità dei cambi con le valute orientali, il peso del ribilanciamento si è spostato sull’euro.

In considerazione del profilo di rischio contenuto che caratterizza le scelte della Fondazione, i rendimenti ottenuti dalle gestioni patrimoniali, pari ad un 4,74% netto nel complesso, possono considerarsi di rilievo. I mandati di gestione prevedono infatti una presenza della componente azionaria tra il 7% e il 20%, con una sola eccezione fino al 30% (Fondo Geo), ed i gestori hanno concentrato le posizioni su strumenti obbligazionari denominati in larga misura in euro.

Per una analisi dettagliata dei risultati ottenuti dai singoli gestori e la comparazione con i relativi benchmark si rinvia alle tabelle esposte all’allegato “A” del presente bilancio.

Operazioni effettuate al fine della dismissione delle partecipazioni di controllo detenute in società che non hanno per oggetto esclusivo l’esercizio di imprese strumentali e operazioni programmate al medesimo fine

Nel corso dell’esercizio non sono state effettuate operazioni riguardanti partecipazioni di controllo detenute in società che non hanno per oggetto esclusivo l’esercizio di imprese strumentali.

Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio

Alla data di redazione della presente relazione non si registrano fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio.

Evoluzione prevedibile della gestione economica e finanziaria

La strategia di investimento adottata dalla Fondazione è stata elaborata in un’ottica temporale di medio periodo; pertanto l’attuale Asset allocation non dovrebbe subire nel breve variazioni di rilievo salvo il verificarsi di eventi del tutto eccezionali.

Va peraltro rilevato che per quanto riguarda la partecipazione nella banca conferitaria, il cui bilancio dell’esercizio 2004 è di prossima approvazione, la società ha di recente formulato la proposta di distribuire un dividendo unitario sostanzialmente in linea con quello erogato nel precedente esercizio e con quanto preventivato in sede di predisposizione del D.P.P. 2005.

Anche per quanto riguarda la partecipazione nella Cassa e Depostiti S.p.A., le previsioni in merito al dividendo che sarà distribuito nell’esercizio 2005 sembrerebbero confermare la misura riconosciuta a livello statutario e in linea con le previsioni effettuate in sede di predisposizione del D.P.P. 2005.