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Le relazioni economiche fra Europa centro-orientale e gli altri paesi comunisti dell'Asia orientale: un rapporto sbilanciato.

In questo capitolo sono analizzate le relazioni fra l’Europa centro-orientale e i Paesi dell’Asia dell’Est che, prima o dopo, hanno apertamente abbracciato la causa comunista. Si fa riferimento alla Corea del Nord, al Vietnam, alla Cambogia e al Laos.

È da evidenziare che, prima della seconda guerra mondiale, se le relazioni fra Europa centro- orientale e Cina erano flebili, quelle con i Paesi appena citati erano praticamente assenti, limitandosi a esigui scambi commerciali con l’Indocina francese. Relazioni più incisive furono allacciate solamente all’interno dell’ambito del blocco socialista; per questo motivo esse si dispiegarono soprattutto sul piano ideologico-politico, relegando in una posizione più marginali i rapporti economici. Tale situazione era da imputare anche all’arretratezza delle economie dei paesi asiatici in oggetto. Tale arretratezza fece sì che spesso le relazioni economiche bilaterali fra le due aree in oggetto fossero disequilibrate e si configurassero sotto la forma di aiuto allo sviluppo, se non veri e propri aiuti umanitari.

2.1 Le relazioni fra Europa centro-orientale e Corea del Nord.

I Paesi centro-esteuropei riconobbero e allacciarono relazioni diplomatiche con il regime di Pyongyang nell’autunno del 1948232. Tuttavia, nell’immediato non si procedette a inviarvi personale diplomatico, a causa della scarsa importanza reciprocamente attribuitasi dai soggetti coinvolti e dal fatto che non era ancora stata portata a compimento l’opera di implementazione dell’organizzazione diplomatica di questi Paesi. Questo passo fu generalmente intrapreso nel 1950, con lo scoppio della guerra di Corea. Peraltro, sovente accadde che l’ambasciatore centro-esteuropeo nella Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC) fosse il medesimo per la Repubblica Popolare Cinese, con il risultato che la sede era posta a Pechino e conseguentemente veniva a mancare una presenza costante a Pyongyang. Tale prassi, causa di continue lamentele da parte coreana, era dovuta sia allo scarso interesse centro-esteuropeo per la Corea, sia a un’effettiva carenza di personale che affliggeva i ministeri degli esteri di Bucarest, Budapest, Praga, Sofia, Varsavia233.

Le relazioni economiche erano ancora più rarefatte di quelle politico-diplomatiche. In particolare, durante il periodo contraddistinto dalla guerra in Corea (1950-1953), i Paesi centro-esteuropei manifestarono continuamente la propria vicinanza cameratesca e ideologica a Pyongyang, ma dal punto di vista pratico le forniture inviate furono esigue. La Bulgaria inviò alcuni medici a fianco delle forze “volontarie” cinesi. La Cecoslovacchia allestì un ospedale da campo. La Romania organizzò manifestazioni popolari in occasione di periodiche visite effettuate da “lavoratori” nordcoreani; la Confederazione generale del lavoro romena

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La Romania allacciò rapporti diplomatici a livello di ambasciata con la Corea del Nord il 26 ottobre 1948. AA. VV., Politica externă-repere cronologice I (1948-1960), 14 novembre 2012,

http://www.comunismulinromania.ro/Articole/Politica-externa-repere-cronologice-I-1948-1960.html, consultato il 28 dicembre 2012.

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La Polonia riconobbe la Corea del Nord il 9 settembre 1948. Il 7 giugno 1950 fu siglato l’accordo per lo scambio di ambasciatori, ma solo nel dicembre dello stesso anno l’ambasciatore polacco in Cina, Burgin, fu nominato anche ambasciatore per la Corea del Nord. L’Ungheria non seguì invece questa soluzione, inviando in Corea un ambasciatore specifico, distinto da quello in Cina. Margaret K. Gnoinska, Poland and the Cold War in East and Southeast Asia, 1949-1965, cit., pp. 55-59.

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raccolse all’inizio del 1951 circa 76 milioni di lei da destinare alla Corea del Nord, via Cina; Bucarest promosse anche una campagna di donazioni di indumenti e soldi fra la popolazione; al marzo 1951 tali donazioni avevano raggiunto il valore di circa 46 milioni di lei (circa 300.000 USD). Varsavia organizzò alcune raccolte fondi, soprattutto fra i militari, nonché manifestazioni ed eventi in supporto dei nordcoreani. Questi ultimi, però, necessitavano di ben più: ai polacchi domandarono espressamente medicinali, strumenti chirurgici, abbigliamento per i soldati, teli per ospedali da campo. Le richieste continuarono con domande di cibo e vestiario, ma anche di vagoni e locomotive (questi ultimi attraverso un credito biennale). A partire dalla metà del 1951, Varsavia inviò navi cariche di medicine, vaccini anti-tifo e colera, 2.100 tonnellate di ferro, mezzo milione di capi in cottone, 11 locomotive. Tutte i Paesi centro-esteuropei s’impegnarono a ospitare qualche centinaio di studenti nordcoreani. Da segnalare come romeni, cechi, bulgari e ungheresi si dimostrarono generalmente maggiormente prodighi nei confronti dei nordcoreani rispetto ai polacchi, tanto che l’ambasciatore polacco si lamentò che “in light of such effective help of people’s democracies, our aid seems rather modest”: nel 1951 gli ungheresi avevano donato un ospedale da campo con 3.000 letti, mentre i romeni gestivano con proprio personale medico (220 volontari divisi in7 squadre di medici ed infermieri) una struttura con 3.800 posti letto; la croce rossa polacca si curò allora di allestire una struttura similare a Hynnam, poi spostata a Hamhyn, ove rimase funzionante fino al 1957234. D’altra parte, per ovvie ragioni dovute allo stato di guerra e alla conseguente necessità di indirizzare tutta la produzione verso l’interno, l’export nordcoreano era ridotto ai minimi termini durante i primi anni Cinquanta.

Con il terminare della guerra235, però, si procedette finalmente all’allacciamento di più serie relazioni economiche, basate sulla tipologia di accordi commerciali caratteristici all’interno del blocco comunista e descritti nel capitolo precedente236. Rimase però permanente lo squilibrio, e il conseguente saldo negativo, della bilancia commerciale nordcoreana nei confronti dei Paesi centro-esteuropei. La tabella n. 28 e il grafico n. 36, che si riferiscono all’esempio romeno, dimostrano chiaramente questo squilibrio, pur trattandosi di valori estremamente bassi (nel 1959 l’interscambio con Pyongyang valeva appena lo 0,7% del valore complessivo del commercio estero di Bucarest). Il saldo era ancora più negativo nei

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Ibidem, pp. 71-82; AA. VV., Vizita unei delegatii de muncitori coreeni la uzinele “23 august”, in “Scanteia”, 26 settembre 1952, p . 5; Laurentiu Ungureanu, Pe frontul din Coreea au fost si Romani!, marzo 2011, http://www.historia.ro/exclusiv_web/general/articol/frontul-coreea-au-fost-romani-foto, consultato il 13 aprile 2012; Telespresso n. 513/266 della Legazione italiana a Bucarest al MAE del 20 marzo 1951, in Archivio Storico Diplomatico MAE Roma, Affari Politici 1951-1957 – Romania – pacco 1149; Telespresso n. 542/281 della Legazione italiana a Bucarest al MAE del 24 marzo 1951, in Archivio Storico Diplomatico MAE Roma, Affari Politici 1951-1957 – Romania – pacco 1149; Dimitar Tsanev, The Sino-Bulgarian relations after 1949 – Continuity in or despite the changes, Fifth Euro-China Forum, 21-22 September 2006 Sofia, Bulgaria, http://www.ceibs.edu/ase/Documents/EuroChinaForum/Fifth_Euro-China-Forum.pdf.

235 Polonia e Cecoslovacchia diventarono membri della Neutral Nations’ Supervisory Commission (NNSC), instaurata il 27 luglio 1957 e composta, oltre ai citati Paesi, anche da Svezia e Svizzera. Il compito della Commissione era (e almeno teoricamente è tuttora) supervisionare il rispetto dell’armistizio. I polacchi, che intendevano mantenere una posizione neutrale all’interno della Commissione, al fine di presentare una buona immagine nell’arena internazionale, trovarono grosse difficoltà nel rapportarsi con i nordcoreani, ma anche con gli stessi cechi, più inclini a favorire i comp ni di Pyongyang nelle controversie presentatesi. Margaret K. Gnoinska, Poland and the Cold War in East and Southeast Asia, 1949-1965, cit., p . 128.

236 La Cecoslovacchia siglò il primo accordo commerciale con la Corea del Nord il 21 dicembre 1954; un protocollo supplementare arrivò il 23 giugno 1955; altri accordi commerciali furono siglati nel marzo 1956 e nella primavera del 1958. La Polonia aveva già siglato accordi commerciali con Pyongyang durante il conflitto, il 2 giugno 1952 (prevedendo forniture di materiale ferroviario, macchinari per la metallurgia, attrezzature elettriche, cibo, nonché crediti per un valore di 25 milioni di rubli) e nel novembre 1953; tuttavia questi accordi prevedevano soprattutto forniture gratuite e crediti, senza controparti in beni da parte coreana. AA. VV., Czechoslovak Trade with Asian Countries, cit.; Margaret K. Gnoinska, Poland and the Cold War in East and Southeast Asia, 1949-1965, cit., pp. 83-84.

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rapporti con Cecoslovacchia e Polonia, più industrializzate della Romania, e ciò è ancor più evidente se si analizzano i dati relativi agli aiuti per la ricostruzione post-guerra inviati in Corea nel periodo 1953-1960 dall’Europa centro-orientale:l’URSS, che era il primo donatore e si accollava circa un terzo del totale dei contributi, inviò aiuti per 292,5 milioni di rubli237; dopo Cina e Germania dell’Est, seguivano i Paesi in oggetto, ovvero Polonia (81,9), Cecoslovacchia (61), Romania (22), Ungheria (21) e Bulgaria (18,7 milioni di rubli)238. La composizione delle importazioni coreane dall’Europa centro-orientale, riportata dalla tabella n. 29, conferma ulteriormente lo status di sottosviluppo in cui si trovava Pyongyang rispetto ai compagni europei: si tratta infatti pressoché esclusivamente di prodotti industriali e manifatturieri; si riscontra una prevalenza di prodotti dell’industria pesante, con riguardo all’import da Cecoslovacchia e Polonia; prevalevano invece i prodotti dell’industria leggera relativamente alle importazioni da Romania e Bulgaria, con l’Ungheria che si situava all’incirca a metà strada fra i due gruppi.

Tabella 28. Interscambio commerciale Romania-Corea del Nord, 1958-1959. Dati in milioni USD.

1958 1959

Totale Export Import Totale Export Import

3,5 3,2 0,4 6,7 5,6 1,1

Fonte: Arpad Gherghel, Rumania Foreign Trade in the Light of New Statistics, Background Reports, Radio Free Europe, 7 ottobre 1960, http://fa.osaarchivum.org/background-reports?col=8&id=56329.

Grafico 36.Interscambio commerciale Romania-Corea del Nord, 1958-1959. Dati in milioni USD.

Elaborazione propria di dati Arpad Gherghel, Rumania Foreign Trade in the Light of New Statistics, Background Reports, Radio Free Europe, 7 ottobre 1960, http://fa.osaarchivum.org/background-reports?col=8&id=56329.

Tabella 29. Commercio fra Corea del Nord e Europa centro-orientale, primi anni Cinquanta.

Paese Import coreano

Cecoslovacchia Impianti idroelettrici, impianti per la produzione di componenti di automobili, impianti meccanici, cementifici, attrezzature da trasporto, attrezzature agricole, forniture mediche

Polonia Impianti per la riparazione di locomotive, motori, automobili, trattori e camion, beni di consumo, betoniere

Ungheria (in prospettiva)

Impianti meccanici, impianti per la produzione di coloranti, impianti per la produzione di strumenti di misurazione, bus, camion, forniture mediche, prodotti chimico-organici, telefoni

Romania Cementifici, impianti per la produzione di aspirine, mattonifici, trasporti auto, carrozze passeggeri, trattori e bulldozer, beni di consumo

Bulgaria Mattonifici, impianti per la lavorazione del legno, vetro, macchinari per il tessile, beni di consumo

Fonte: Central Intelligence Agency, Economic Relations between the Soviet Bloc and the Communist Far East 1950 through mid-1956, 15 aprile 1957, Top Secret, [parzialmente desecretato], http://www.faqs.org/cia/docs/101/0000968997/ECONOMIC-RELATIONS-BETWEEN-THE-SOVIET-BLOC- AND-THE-COMMUNIST-FAR-EAST-1950-THRO.html.

Agli inizi degli anni Sessanta, il dirompere del conflitto sino-sovietico coinvolse anche i rapporti commerciali fra Europa centro-orientale e Corea del Nord, esattamente come

237

Nel 1960 1 rublo valeva circa 1,5 Lei; 6 Lei valevano 1 USD. Arpad Gherghel, Rumania Foreign Trade in the Light of New Statistics, Background Reports, Radio Free Europe, 7 ottobre 1960, http://fa.osaarchivum.org/background-reports?col=8&id=56329.

238 Charles Armstrong, The Destruction and Reconstruction of North Korea, 1950 – 1960, in “The Asia-Pacific Journal”, Vol. 8, Issue 51 No 2, dicembre 20, 2010, http://japanfocus.org/-Charles_K_-Armstrong/3460.

0 5 10

Totale Export Import Totale Export Import

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coinvolse quelli sino-centro-esteuropei. Infatti, almeno inizialmente, Pyongyang sembrò prendere le posizioni di Pechino: e non poteva essere altrimenti, almeno da un punto di vista ideologico, considerando la tipologia di regime, estremamente dittatoriale-egemonico, instaurato da Kim Il-Sung. Così, analizzando il trend storico dell’interscambio commerciale romeno-nordcoreano (tabella n. 30 e grafico n. 37), si nota che dopo il picco del 1960 vi fu un brusco calo dovuto al blocco sulle importazioni attuato dalla Corea del Nord, sulla falsariga di quanto avveniva contemporaneamente nelle relazioni con la Cina. Peraltro, già nel 1962 si riscontrarono i primi segni di ripresa: nel 1964 si sarebbe toccato una nuova vetta, per poi diminuire nuovamente negli anni successivi e aumentare nuovamente nel 1967. A questo punto si rendono necessarie due considerazioni:

1. Lo squilibrio della bilancia commerciale nordcoreana nei confronti dell’export romeno si attenuò notevolmente rispetto al decennio precedente, segno di un certo rinvigorimento dell’economia di Pyongyang. Addirittura, nel 1964 import ed export erano in perfetta parità.

2. I valori dell’interscambio romeno-nordcoreano rimasero assolutamente esigui: assumendo il 1964 come riferimento, gli scambi con Pyongyang pesavano appena per lo 0,51% sul totale del commercio estero romeno. Al contempo, nello stesso anno, la Romania pesava per il 2,76% sul totale del commercio estero di Pyongyang. I valori andavano peraltro riducendosi: nel 1966 la percentuale di Bucarest sul commercio estero di Pyongyang diminuì all’1,51 %, conseguenza dell’aumento dell’interscambio totale nordcoreano con il resto del mondo e della contemporanea riduzione degli scambi con la Romania.

Con riguardo ai beni scambiati dai due paesi, Romania e Corea del Nord mantennero piuttosto stabile la composizione dell’import e dell’export durante tutti gli anni Sessanta. La Romania esportava principalmente macchinari e materie prime (in particolare combustibili): queste categorie coprivano oltre il 90% dell’export romeno verso la Corea239. Oltre l’80% delle esportazioni coreane verso il paese balcanico erano invece composte da sole materie prime, in particolare agricole.

Se la Romania, durante gli anni Sessanta, si rivelò essere un’eccezione nelle relazioni economiche fra Europa centro-orientale e Cina popolare, riuscendo a mantenere dei buoni legami che col tempo si rinsaldarono sempre più, ciò non si può dire con riguardo alle relazioni fra i Paesi centro-esteuropei e la RPDC. L’interscambio romeno-nordcoreano era inferiore a quello che Pyongyang intratteneva con la Cecoslovacchia e, a partire dal 1965, la Romania si posizionava anche dietro la Polonia (tabella n. 31 e grafico n. 38).

Anche la composizione dell’interscambio commerciale fra Nord Corea e Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria e Bulgaria si differenziava da quella del commercio romeno-nordcoreano. In generale, infatti, le importazioni240 di Pyongyang da questi paesi erano, in linea generale (costituirono eccezione la Bulgaria e la Polonia nel 1964), inferiori alle esportazioni a loro indirizzate. Difficile dire quale ne fosse la causa, ma non pare essere un azzardo sostenere che vi fosse l’intenzione di ripianare il debito commerciale maturato negli anni precedenti.

239 Nel 1969 la Romania cedette quattro linee di produzione di cemento capace di sfornare 300 tonnellate di prodotto in un giorno. Tables on the trade of Romania for the 1966-1968 period; on trade relation agreements between Romania and socialist countries for the 1966-1970 period; and on projections for trade relations with socialist countries for the 1969-1970 period, http://digitalarchive.wilsoncenter.org/document/112158; Agerpress,

Documents, Articles and Information on Romania, 30 novembre 1969,

http://archive.org/details/rumania03241969unit.

240 Le importazioni nordcoreane dall’Europa centro-orientale durante gli anni Sessanta erano composte soprattutto da macchinari e prodotti chimici. Central Intelligence Agency, North Korea’s Foreign trade, Intelligence Memorandum, gennaio 1968, Segreto [desecretato],

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Tabella 30. Interscambio commerciale Romania-Corea del Nord, 1960-1967. Dati in milioni di USD.

1960 1961 1962 1963

Totale Export Import Totale Export Import Totale Export Import Totale Export Import

8,25 5,3 2,95 3,7 0,86 2,83 4,62 2.95 1,67 10,58 4,48 6,1

1964 1965 1966 1967

Totale Export Import Totale Export Import Totale Export Import Totale Export Import

11,02 5,52 5,52 8,57 5,06 3,51 6,63 3,53 3,10 10,15 5,08 5,07

Fonte: AA. VV., Report on Rumanian Trade, Background Reports, Radio Free Europe, 6 luglio 1962, http://fa.osaarchivum.org/background-reports?col=8&id=56433; Arpad Gherghel, RPR Foreign Trade in 1960, Background Reports, Radio Free Europe, 15 settembre 1961, http://fa.osaarchivum.org/background-reports?col=8&id=56413; AA. VV., Rumanian Foreign Trade in 1963, Background Reports, Radio Free Europe, 30 luglio 1964, http://fa.osaarchivum.org/background-reports?col=8&id=56532; AA. VV., Rumanian Foreign Trade in 1965, Background Reports, Radio Free Europe, 1 agosto 1966, http://fa.osaarchivum.org/background-reports?col=8&id=56558; George Wassilko, Rumanian Foreign Trade in 1966, Background Reports, Radio Free Europe, 15 novembre 1967,http://fa.osaarchivum.org/background-reports?col=8&id=56593; AA. VV., Rumania’s Foreign Trade in 1967, Background Reports, Radio Free Europe, 1 agosto 1968,http://fa.osaarchivum.org/background-reports?col=8&id=56641.

Grafico 37. Interscambio commerciale Romania-Corea del Nord, 1960-1967. Dati in milioni di USD.

Elaborazione propria di dati AA. VV., Report on Rumanian Trade, Background Reports, Radio Free Europe, 6 luglio 1962, http://fa.osaarchivum.org/background- reports?col=8&id=56433; Arpad Gherghel, RPR Foreign Trade in 1960, Background Reports, Radio Free Europe, 15 settembre 1961, http://fa.osaarchivum.org/background- reports?col=8&id=56413; AA. VV., Rumanian Foreign Trade in 1963, Background Reports, Radio Free Europe, 30 luglio 1964, http://fa.osaarchivum.org/background- reports?col=8&id=56532; AA. VV., Rumanian Foreign Trade in 1965, Background Reports, Radio Free Europe, 1 agosto 1966, http://fa.osaarchivum.org/background- reports?col=8&id=56558; George Wassilko, Rumanian Foreign Trade in 1966, Background Reports, Radio Free Europe, 15 novembre 1967,http://fa.osaarchivum.org/background- reports?col=8&id=56593; AA. VV., Rumania’s Foreign Trade in 1967, Background Reports, Radio Free Europe, 1 agosto 1968, http://fa.osaarchivum.org/background- reports?col=8&id=56641. 0 2 4 6 8 10 12 1960 1961 1962 1963 1964 1965 1966 1967

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Tabella 31. Interscambio commerciale nordcoreano con l’Europa centro-orientale, 1964-1966. Dati in milioni USD.

1964 1965 1966

Totale Export Import Totale Export Import Totale Export Import

Totale 398,2 196,5 201,7 429,3 208,9 220,4 444,8 236,4 208,4 Blocco comunista 356,3 173,6 182,8 372,8 186,3 186,5 385,9 203,4 182,5 USSR 163,6 80,7 82,9 178,1 88,3 89,8 177,9 92,3 85,6 Bulgaria 2,2 1 1,2 1,3 0,8 0,5 2,5 1,6 0,9 Cecoslovacchia 11,7 7,4 4,3 13,2 7,2 6 13,9 10,1 3,8 Ungheria 3,7 1,9 1,8 5 3,4 1,6 3,9 3,1 0,8 Polonia 7,8 3,7 4,1 11 6,2 4,8 12,2 6,4 5,8

Fonte: Central Intelligence Agency, North Korea’s Foreign trade, Intelligence Memorandum, gennaio 1968, Segreto [desecretato],

http://www.foia.cia.gov/sites/default/files/document_conversions/89801/DOC_0000598547.pdf.

Grafico 38. Interscambio commerciale nordcoreano con l’Europa centro-orientale, 1964-1966. Dati in milioni USD.

Elaborazione propria di dati Central Intelligence Agency, North Korea’s Foreign trade, Intelligence Memorandum, gennaio 1968, Segreto [desecretato],

http://www.foia.cia.gov/sites/default/files/document_conversions/89801/DOC_0000598547.pdf.

Di fatto, così come si è rilevato nel capitolo precedente riguardo i rapporti sino-centro- esteuropei, le relazioni economiche fra Corea del Nord ed Europa centro-orientale, soprattutto durante gli anni Sessanta, erano fortemente condizionati dalle scelte politiche attuate dai vari attori nell’ambito del conflitto sino-sovietico. D’altronde, non poteva essere altrimenti, data la posizione geografica dello Stato nordcoreano, stretto fra la RPC e l’URSS241

. Così, al nascere dei dissidi fra la Cina maoista e l’Unione Sovietica guidata da Kruscev, Pyongyang si schierò dalla parte di Pechino. Kim Il Sung, il “Grande Leader”, foraggiava il culto della propria personalità e il suo regime aveva molti tratti in comune con quello maoista e con quello stalinista242; conseguentemente, la destalinizzazione propugnata dal nuovo establishment

241 Sul tema, si veda Andrea Campana, Corea, una nazione divisa: relazioni internazionali nel Nord-est asiatico, 1945-1996, Koiné, Roma 1997.

242

È stato ipotizzato come il viaggio in Corea del 1971 abbia avuto forti influenze sull’avvio del processo di costruzione del culto della personalità da parte di Ceaușescu. L’ex ambasciatore romeno in Corea del Nord non è d’accordo: “În bună parte, e fabulaţie. La noi, Ceauşescu şi-a construit cultul prin publicaţii, radio sau televiziune. În Coreea, s-a construit şi o platformă populară de divinizare, e rau peste tot monumente şi statui. Unde mergea Kim Ir Sen se făcea un muzeu - în camera unde a fost, cu scaunul pe care a stat, hârtia pe care a

0 2 4 6 8 10 12 14 16 1964 1965 1966 Bulgaria Cecoslovacchia Ungheria Polonia

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sovietico non poteva essere recepita favorevolmente dalla Corea del Nord. Sul piano delle relazioni economiche con l’Europa centro-orientale, ciò comportò la caduta degli scambi commerciali, dovuta in particolare al blocco delle importazioni attuato da Pyongyang. Scambi che si rivitalizzarono verso la metà degli anni Sessanta, in conseguenza, anche, del riavvicinamento attuato dai nordcoreani in direzione di Mosca. La nuova luna di miele fra la Corea del Nord e l’URSS traeva origine dal ritiro delle truppe maoiste dalla Corea e dallo scoppiare della Rivoluzione culturale in Cina, che portò a una caduta dell’assistenza cinese al regime di Kim Il Sung. Questi, per tutta la durata del conflitto sino-sovietico e fino al 1989, continuò a perseguire una politica di “pendolo” fra Pechino e Mosca, che inevitabilmente influì sulle relazioni economiche intrattenute dalla RPDC con i paesi dell’Europa centro- orientale.

La Romania non era il principale partner centro-esteuropeo della Nord Corea: nel 1969 l’interscambio commerciale totale della Corea del Nord con l’Europa centro-orientale, URSS esclusa, raggiunse circa gli 80 milioni USD (il principale partner era la Germania dell’Est con un valore totale degli scambi pari a 23 milioni USD, seguita dalla Polonia con 21 milioni USD, dalla Romania con 17 milioni USD, dalla Cecoslovacchia con 12 milioni USD, dall’Ungheria con 6 milioni USD, dalla Bulgaria con 3 milioni USD). Rispetto al 1969, nel 1970 il commercio bilaterale fra Ungheria e Corea del Nord aumentò del 15%, arrivando a poco meno di 7 milioni USD. Nello stesso periodo, invece, diminuì del 10% il commercio fra Corea del Nord e Polonia, nonostante in agosto la Transport Equipment Company di Mielec