ATTIVO IMMOBILIZZATO NETTO OPERATIVO 21.912.538 22.682.068 24.794
4.4.4 Il rendiconto finanziario
Qui di seguito verrà riportato il prospetto di rendiconto finanziario relativo all’ultimo esercizio preso in esame nel processo di analisi, vale a dire l’anno 2013/2014.
Prospetto di rendiconto finanziario 2013/2014
Importi in migliaia di euro 31/03/2014 31/03/2013 Variazione
Utile (perdita) di esercizio (13.045) (10.212) (2.833)
Ammortamenti 2.522 2.675 (154)
Minusvalenze (plusvalenze) realizzate su dismissioni 10 27 (17)
Accantonamento TFR 334 326 9
Accan.to altri fondi (cred., magaz., rischi e oneri) 9.281 2.031 7.250
Rivalutazione partecipazioni 0 0 0
Svalutazione partecipazioni 449 381 68
Altri costi (ricavi) non monetari 2 0 0
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Cash flow generato dalla gestione reddituale (628) (5.105) 4.477
Decremento (incremento) crediti commerciali 785 3.136 (2.351) Decremento (incremento) altri crediti 1.316 (1.965) 3.281 Decremento (incremento) rimanenze (5.929) (959) (4.969) Decremento (incremento) ratei e risconti attivi (28) 36 (64) Incremento (decremento) debiti commerciali 2.534 88 2.447 Incremento (decremento) altri debiti 1.378 (94) 1.472 Incremento (decremento) ratei e risconti passivi (374) (392) 18
TFR liquidato (529) (349) (180)
Utilizzo altri fondi ( cred., magaz., rischi e oneri) (1.341) (1.010) (331)
Variazione del capitale circolante netto (2.187) (1.509) (678)
Acquisto di immobilizzazioni immateriali (250) (378) 127 Acquisto di immobilizzazioni materiali (1.594) (658) (936) Acconti su immobilizzazioni immateriali 84 68 16
Acconti su immobilizzazioni materiali 0 10 (10)
Realizzo investimenti in capitale immob.to materiale 35 1 34
Flusso di cassa assorbito dagli investimenti (1.725) (957) (768)
CASH FLOW GENERATO DALLA GESTIONE (4.540) (7.571) 3.031
Accensione di finanziamenti e prestiti 0 0 0
Rimborsi di finanziamenti e prestiti (2.623) (3.104) 481 Concessione di finanziamento a società del Gruppo 0 0 0 Rimborsi di finanziamento di società del Gruppo 0 0 0 Vendita di immobilizzazioni finanziarie 450 350 100 Acquisti di immobilizzazioni finanziarie (450) (350) (100) Aumento di capitale Sociale o Patrimonio Netto 10.500 0 10.500
Flusso di cassa generato dall'attività finanziaria 7.877 (3.104) 10.981
VARIAZ. NETTA SALDO CASSA E BANCHE 3.337 (10.676) 14.012
Saldo iniziale di cassa e banche a breve (7.204) 3.472 (10.676)
Saldo finale di cassa e banche a breve (3.867) (7.204) 3.337
Dai dati riportati all’interno del rendiconto finanziario, possiamo vedere come tutte le aree di gestione da quella caratteristica (attraverso la quale l’azienda dovrebbe generare primariamente il flusso di cassa) fino ad arrivare a quella finanziaria e degli investimenti, generano un fabbisogno di finanziamento. Nel 2013, l’area finanziaria non sembra generare un fabbisogno di finanziamento per l’aumento di capitale sociale che è stato deliberato e che ha contribuito ad
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copertura delle perdite d’esercizio accumulate e portate a nuovo. Possiamo inoltre osservare come sia incrementato negativamente il valore del CCN dal 2012 al 2013 per effetto dell’aumento rilevante del magazzino, che potrebbe essere sintomatico o di un eccessivo investimento nelle materie necessarie per la produzione oppure potrebbe rappresentare una difficoltà interna all’azienda di smobilizzo e trasformazione in denaro delle scorte in tempi brevi: questo dato ci fa capire come l’azienda non solo non sia in grado di generare un flusso di cassa potenziale attraverso lo svolgimento delle operazioni direttamente collegate al proprio core-business, ma che l’attività caratteristica genera un fabbisogno finanziario superiore rispetto a quello concretamente fornito.
Un altro dato interessante che emerge è il fabbisogno di finanziamento derivante dall’area degli investimenti che nel 2013 è quasi il doppio rispetto a quello
registrato nell’anno precedente: ciò è dovuto sostanzialmente a costi sostenuti per l’ammodernamento della linea di imbottigliamento e confezionamento dei
prodotti (in ottemperanza del nuovo piano industriale che è stato approvato). In conclusione, il flusso di cassa generato dall’insieme delle operazioni di gestione risulta essere sempre e comunque negativo, e questo dato non deve essere trascurato dal management nonostante il piano industriale sia di nuova attuazione e quindi necessita di un periodo di tempo un po’ più esteso affinché possa produrre i primi risultati positivi.
La riduzione dell’esposizione finanziaria di breve periodo inoltre, registrata nel 2013, è di per se un elemento positivo alla luce delle considerazioni fatte in precedenza sulla struttura finanziaria dell’azienda. È opportuno però evidenziare che tale riduzione non ha determinato una diminuzione del valore delle passività correnti, in quanto alla riduzione delle passività correnti di finanziamento si è accompagnato un aumento delle passività di funzionamento che ha provocato un incremento del valore totale delle passivo corrente.
155 4.5 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’analisi svolta sui bilanci della società “F.lli Gancia & C. S.p.A.” ha permesso di mettere in pratica quanto è stato appreso teoricamente, evidenziando quelle che sono le criticità della gestione.
Si è potuto vedere infatti, come l’analisi di bilancio può essere uno strumento che, nonostante possa essere meno evoluto rispetto ad altri strumenti di controllo di gestione, può consentire di mettere in luce quelle che sono le aree nelle quali l’azienda riscontra delle difficoltà e conseguentemente intervenire con azioni mirate e precise per risolverle.
Di seguito, verranno espresse alcune considerazioni scaturenti dal processo di analisi condotto e dall’esame della situazione attuale del mercato.
In conclusione quindi, dall’analisi effettuata possiamo desumere che i risultati e le performance non soddisfacenti che l’azienda ha realizzato durante il periodo oggetto d’esame sono da ascrivere principalmente alla crescita dei costi delle materie prime (si utilizzano infatti uve sempre più selezionate per la
realizzazione di questi prodotti) e dei costi commerciali (soprattutto nella GDO, dove le promozioni e gli sconti sono degli strumenti frequentemente utilizzati per consentire la vendita di un maggior quantitativo di questi prodotti, anche se poi il livello di marginalità risulta essere quasi del tutto eroso perché il prezzo di
vendita a stento riesce a coprire i costi sostenuti per la produzione e la
commercializzazione), ma soprattutto alla controtendenza che contraddistingue questo mercato, il quale si dimostra essere in forte ascesa all’estero in termini di esportazioni mentre risulta versare in una situazione di calo abbastanza evidente nel mercato domestico, dove vincono ancora la discontinuità e l’infedeltà, complici la rinuncia, il risparmio e gli acquisti prossimali. Sono in forte diffusione le promozioni continue e l’allargamento della gamma di prodotti in vendita promozionale con sconto prezzo o sconto quantità in tutte le catene GDO che garantiscono volumi e fatturato quasi stabili: cresce però la preferenza dei consumatori verso le bollicine, soprattutto verso quelle dal gusto secco, tuttavia questa situazione di crisi generale fa si che quest’ultimo si orienti verso prodotti
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dal posizionamento basso. Per questo motivo, le aziende concorrenti all’interno di questo segmento si contendono le quote di mercato attraverso una vera e propria “guerra” di prezzi al ribasso (soprattutto in periodi in cui il mercato non è stabile, ma ha un trend decrescente) e sostengono elevati costi promozionali, dato che una strategia inversa, orientata all’incremento del prezzo al fine di
valorizzare il marchio e di diventare sinonimo di qualità agli occhi dei consumatori, potrebbe rivelarsi fallimentare.
Dunque, dal momento che il mercato domestico si rivela essere abbastanza instabile e così poco remunerativo, la vera “miniera d’oro” che potrebbe consentire all’azienda di crescere e migliorare le proprie performance è rappresentata dai mercati esteri: il “made in Italy” infatti, è un marchio
apprezzato in tutto il mondo, viene percepito dagli stranieri come sinonimo di elevata qualità, soprattutto in mercati quali quello USA e Cina dove le
esportazioni di prodotti appartenenti al comparto agroalimentare crescono
sempre a ritmi impressionanti. Vero è che anche all’estero ci si deve confrontare con un mondo popolato da competitors molto agguerriti e anche molto
prestigiosi, soprattutto nel mercato vinicolo, dove possiamo trovare concorrenti provenienti da paesi come Francia e Spagna che producono vino da una lunga tradizione, a cui si aggiungono paesi emergenti come ad esempio l’India e il Brasile che stanno sempre più prendendo terreno in questo settore.
Nonostante questo panorama molto competitivo, l’arma vincente potrebbe essere proprio quella di sfruttare all’estero il marchio “Made in Italy” proponendo, oltre ai prodotti della tradizione classica italiana, anche prodotti ad-hoc che siano complementari ai gusti più specifici dei consumatori nei cui mercati si rivolge l’azienda. Ovviamente il ruolo comunicazionale del brand e del territorio (fattori molto consolidati storicamente e culturalmente nella percezione del consumatore riguardo agli spumanti) rendono le bollicine più spendibili socialmente in termini di status; in aggiunta di ciò, è doveroso ricordare anche che il packaging ha un ruolo molto importante, in quanto bottiglie ed etichette molto ben progettate garantiscono l’efficacia e l’attualità nel tempo.
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Relativamente invece al mercato degli spirits, l’azienda ha registrato sicuramente delle performance migliori rispetto agli altri concorrenti del settore nonostante il mercato degli alcolici ha registrato dei cali costanti, inoltre l’introduzione di una vodka di gamma elevata quale quella prodotta e commercializzata da Russian Standard, del rum Matusalem appartenente al segmento super-premium nella categoria dei rum e della tequila Jose Cuervo, numero uno al mondo, ha
permesso non solo di ampliare il portafoglio prodotti dell’azienda, ma anche di accrescere il livello qualitativo dei propri prodotti e ciò ha contribuito senza dubbio ad ottenere dei risultati soddisfacenti in questo settore.
Ovviamente il recupero di marginalità ed efficienza in tempi ragionevolmente contenuti è un obiettivo di difficile raggiungimento, l’azienda sta seguendo le linee definite all’interno del nuovo piano industriale e i risultati conseguiti sono tendenzialmente in linea con le previsioni fatte dagli analisti. La “F.lli Gancia & C. S.p.A.” tuttavia, è fiduciosa del fatto che ben presto potrà ottenere dei risultati maggiormente soddisfacenti rafforzando sempre più il proprio brand e facendo leva su un management competente e capace, anche grazie alla presenza di un socio come Russian Standard.
158 Bibliografia
G. Invernizzi, M. Molteni, “Analisi di bilancio e diagnosi strategica. Strumenti