Il materiale presente in letteratura focalizza la sua attenzione sull'importanza di una corretta funzione masticatoria e sull'influenza che quest'ultima esercita su tutta una serie di altre funzioni dell'organismo umano.
Okeson J.P. e Ikeda K. affermano che l'obiettivo primario di ogni terapia
ortodontica sia lo sviluppo di un sistema masticatorio funzionale ed efficace, caratterizzato da:
• posizione condilare stabile;
• guida anteriore nei movimenti eccentrici;
• contatti nei settori posteriori più forti che negli anteriori.
Tutta l'importanza che viene attribuita alla funzionalità masticatoria deriva dal suo fondamentale influsso sullo sviluppo cranio-facciale, sulle funzioni cognitive, sulla digestione e sul controllo dell'obesità.
La relazione esistente tra masticazione e sviluppo cranio-facciale è stata indagata da Kilianidis S. nel 2006: egli affermava che la masticazione influenza le dimensioni facciali verticali e trasversali; l'aumento del carico masticatorio si associa, generalmente, ad aumento della crescita suturale ed a stimolazione per la neoapposizione ossea. La masticazione determina espansione e traslazione anteriore del mascellare superiore, stimola la crescita verticale del ramo e, quindi, l'anterotazione mandibolare, nonché la sua mineralizzazione. Il deficit masticatorio è associato, invece, all'aumento di incidenza delle malocclusioni. La relazione tra masticazione e funzioni cognitive è stata valutata, nel 2011, da Weijenberg R.A., Scherder E.J. e Lobbezoo F.; dalla ricerca è risultato che una dieta ricca di cibi duri previene la degenerazione dei neuroni nell'ippocampo di ratti adulti. Sembra, inoltre, che la masticazione incrementi la memoria di lavoro visuo-spaziale e la memoria episodica nell'uomo, mentre un suo deficit sia associato a demenza senile.
La masticazione, attraverso la stimolazione dei meccanocettori parodontali e l'attivazione dei recettori muscolari, è in grado, con la mediazione del SNC e dell'istamina, di agire a livello del centro di sazietà e sul processo della lipolisi;
una sua funzionalità deficitaria, quindi, può correlarsi ad obesità.
Infine, la masticazione costituisce un vantaggio adattativo per i mammiferi, migliorando l'efficienza del processo digestivo, regolando lo svuotamento gastrico ed assicurando il massimo assorbimento dei nutrienti nel tratto gastrointestinale
(Pera P., Bucca C., Borro P., Bernocco C.).
Esistono diversi aspetti da valutare per quanto riguarda il concetto di masticazione:
• Abilità masticatoria – E' la percezione soggettiva di come viene triturato
il cibo;
• Efficienza masticatoria – Riguarda il numero di cicli necessari a ridurre il cibo in pezzi di una determinata grandezza;
• Performance masticatoria – E' una misura obiettiva legata alla triturazione del cibo che esprime il particolato residuo dopo un numero definito di cicli masticatori; è in relazione al benessere del paziente, influenzando la selezione dei cibi, la qualità della digestione e, in definitiva, il piacere di mangiare.
Le malocclusioni determinano una ridotta performance masticatoria, specialmente in relazione al diminuito numero di contatti interocclusali (Magalhaes I.B., 2010).
Nel ciclo masticatorio è presente un movimento di apertura che inizia in direzione inferiore e leggermente mediale; la direzione diviene poi laterale, verso il lato della bocca dove il cibo è masticato ed, infine, il movimento di chiusura ha, nuovamente, direzione mediale e verso l'alto; sul piano frontale, i soggetti con performance masticatoria migliore mostrano un percorso di chiusura più orizzontale (Lepley C., 2010). Sul piano sagittale, soggetti con performance masticatoria peggiore mostrano un percorso di apertura/chiusura posteriore rispetto a quelli con performance migliore.
Illustrazione 65 – Masticazione bilaterale ed alternata
Il concetto pià importante, che è stato dimostrato da numerosi Autori in altrettanti studi (Wilding R.J. 1994, Farias Gomes S.G. 2010, Honma K. 2005), è che le migliori efficacia e prestazione masticatoria si registrano in soggetti con masticazione bilaterale alternata rispetto a quelli con masticazione unilaterale dominante.
Masticazione bilaterale alternata Masticazione unilaterale dominante
Miglior performance masticatoria Peggior performance masticatoria Maggiore discriminazione tattile della
lingua
Minore discriminazione tattile della lingua
Azione trofico-neurale simmetrica sui muscoli masticatori
Azione trofico-neurale asimmetrica sui muscoli masticatori
Saliva distribuita nell'intera bocca Saliva distribuita omolateralmente Sviluppo simmetrico del complesso
cranio-maxillo-facciale
Sviluppo asimmetrico del complesso cranio-maxillo-facciale
Tabella 2: Tipologie di masticazione
Nella masticazione unilaterale dominante, quindi, oltre alla peggior performance masticatoria, si osserva una minor discriminazione tattile della lingua con la soglia di attivazione omolaterale al lato di masticazione preferenziale più bassa rispetto a quella controlaterale (Minato A., 2009). I muscoli masticatori, inoltre, sono stimolati in modo asimmetrico sul lato masticante e su quello bilanciante (Yamaguchi S., 2011).
Lo sviluppo asimmetrico del complesso cranio-maxillo-facciale è legato ai carichi occlusali e sui muscoli masticatori che determinano:
• un condilo più tozzo sul lato lavorante ed un condilo allungato a crescita postero-superiore su quello bilanciante;
• una lunghezza maggiore dell'emimandibola sul lato bilanciante;
• un angolo goniaco più chiuso ed una corticale più spessa sul lato lavorante.
L'asimmetria ossea è accompagnata a modifiche dento-alveolari che coinvolgono il lato lavorante, sia sul piano sagittale, con tendenza alla II classe ed accentuazione della curva di Spee, sia su quello frontale, con accentuazione della curva di Wilson e mancata estrusione dei settori laterali superiori.
Gli adattamenti dento-alveolari, che si manifestano nella deviazione mandibolare, vista la loro importanza sull'apparato stomatognatico, sono stati valutati attentamente da uno studio del 2010 (Ishizaki K.) che ne ha evidenziato diversi aspetti:
• inclinazione delle guide occlusali nel segmento buccale più ripido, dal lato opposto alla deviazione;
• piano occlusale frontale inclincato superiormente dal lato della deviazione; • piano occlusale sagittale posteriore più ripido dal lato della deviazione. Tutti gli autori che si sono occupati di occlusione e masticazione e del loro rapporto con le varie malocclusioni hanno, da sempre, riconosciuto il valore fondamentale della lateralità. Così il Professor Pedro Planas affermava che:
<<Lo stato di benessere dell'apparato stomatognatico dipende dalla mantenuta capacità di esprimersi in lateralità>>
In uno studio del 2005 si osservava che il percorso mandibolare nella fase occlusale del ciclo masticatorio coincide con il percorso compiuto durante la laterotrusione (Lundeen H.C.).
Dall'esperienza clinica personale e da una serie di osservazioni teoriche (Planas
P., Gabriella G.), il Dottor Luca Giuseppe Russo ha dedotto che il lato di
deviazione mandibolare; il movimento di laterotrusione risulta più semplice, in questi soggetti, sul lato di masticazione prevalente, a livello del quale anche il piano occlusale e più ripido. Dall'osservazione radiografica, infine, è evidenziabile come l'asimmetria si trasmetta anche ai condili con una forma tozza sul lato lavorante e piuttosto allungata su quello bilanciante.
Dalla letteratura, quindi, è importante comprendere l'importanza basilare della masticazione: come ed in quanti modi differenti questa riesca ad influenzare l'intero benessere psico-fisico del soggetto e quanto gli adeguati stimoli masticatori, conseguenti ad una funzione fisiologica, bilaterale ed alternata, siano fondamentali per un corretto sviluppo del complesso cranio-facciale.
Dev'essere chiaro, altresì, che una masticazione unilaterale dominante, come quella presente in alcune malocclusioni, prima fra tutte il cross-bite posteriore, sia associata, al contrario, ad uno sviluppo asimmetrico dei mascellari il quale, in una sorta di circolo vizioso, protrae la masticazione scorretta fino a giungere alla vera asimmetria scheletrica/anatomica.