3.1 Scopo
Come esposto nelle pagine precedenti, il gioco d'azzardo è una problematica che va ad influire su numerosi aspetti della vita dell'individuo tra cui quelli relazionali e in particolare sulla coppia.
La letteratura precedentemente presentata (Lee 2002; Ledgerwood & Petry 2006; Bertrand et al. 2008; Lee 2009; Cunha & Relvas 2013; Lee 2014; Lee 2015), sembrerebbe indicare che, in una prospettiva sistemica, il sintomo del gioco vada interpretato tenendo conto di una relazione scambievole tra il gioco d'azzardo, i problemi di coppia e il contesto all'interno del quale si verificano, ovvero tenendo conto delle relazioni che intercorrono tra i vari elementi, e non semplicemente secondo una visione unidirezionale di tipo causa-effetto.
L'obiettivo di questa indagine è quello di misurare quali siano gli aspetti relazionali specifici che vengono influenzati dal disturbo e in che modo questi pattern relazionali, se effettivamente differenti, contribuiscono al mantenimento o alla risoluzione del disturbo. L'ipotesi è quella che gli stili relazionali delle coppie dove è presente almeno un giocatore d'azzardo differiscano da quelli di coppie in cui non sono presenti giocatori patologici e che ci siano altre variabili che intervengono nell'influenzare il disturbo come l'età, il titolo di studio, l'occupazione, la presenza o meno di figli, le famiglie di origine. L'indagine che
presenteremo di seguito si propone di descrivere queste caratteristiche e queste differenze.
Il campione su cui le analisi sono state svolte è composto da un gruppo sperimentale omogeneo di 17 coppie con almeno un giocatore reclutate presso il Sert di Lucca. I dati sono stati poi confrontati con quelli di un gruppo di controllo omogeneo di 14 coppie in cui nessuno dei due partner è giocatore e reclutate sempre all'interno del bacino lucchese.
Per questa indagine è stato utilizzato un test chiamato Dyadic Adjustment Scale (Spanier, 1976) che valuta attraverso 4 sub-scale la soddisfazione di coppia, il grado di accordo tra i partner, le espressioni di affetto e il grado di condivisione di interessi e attività all'interno della coppia.
3.2 Metodi
3.2.1 Strumenti
Per individuare uno strumento adatto alla valutazione del campione selezionato per la nostra indagine, ovvero delle coppie in cui uno dei due partner è un giocatore d'azzardo, ci siamo serviti di un lavoro di Barni (2006) che ha eseguito una rassegna di strumenti self-report per valutare le famiglie in cui descrive le caratteristiche di vari strumenti, le loro proprietà psicometriche e gli studi in cui tali strumenti sono stati utilizzati.
Dopo un'attenta analisi, lo strumento scelto per condurre questa ricerca è il test auto-somministrato chiamato Dyadic Adjustment Scale (Spanier, 1976) in particolare la versione italiana validata da Gentili et al. (2001).
La Dyadic Adjustment Scale (DAS) è uno strumento utilizzato per valutare la qualità di una relazione di coppia che può essere utilizzato sia con coppie sposate, che conviventi, che divorziate.
Nello specifico la DAS valuta il “Dyadic Adjustment” ovvero “l'adattamento di coppia” che Spanier (1976) definisce come un processo più che come uno stato e questo implica che oltre che attraverso studi cross-sectional, possa essere valutato nel tempo ovvero attraverso studi longitudinali.
Detto questo, bisogna quindi considerare due ulteriori aspetti del costrutto: si può valutare l'adattamento di coppia tenendo conto che si colloca lungo un continuum e che quindi, quando noi facciamo una valutazione, inquadriamo la
relazione in uno specifico momento nel tempo, oppure valutarlo al di fuori di una connotazione temporale.
Nella DAS l'adattamento di coppia viene valutato complessivamente (con lo
scoring totale del test) e attraverso delle sotto-componenti misurate attraverso
delle sub-scale (Spanier, 1989).
Tali sub- scale valutano nello specifico:
- Soddisfazione di coppia: che si riferisce al livello di felicità/infelicità derivante dalla relazione col partner. Il contenuto degli item che vanno a misurare questo aspetto riguardano ad esempio la frequenza dei litigi, il provare piacere nello stare col partner, il prendere in considerazione la separazione ecc.
- Consenso diadico: questa sub-scala riguarda il grado di disaccordo/accordo su vari argomenti come la gestione dell’economia familiare, le amicizie, le scelte religiose, la gestione del tempo libero. - Coesione diadica: riguarda la condivisione di attività piacevoli, la
presenza di un buon livello di comunicazione, la condivisione di obiettivi comuni.
- Espressione affettiva: riguarda l’espressione dei sentimenti e della sessualità all’interno della coppia.
In totale la DAS è formata da 32 item caratterizzati da diverse tipologie di risposte in base al tipo domanda e viene somministrata ad entrambi i partner.
È un test viene che usato per vari scopi; in ambito clinico viene usato principalmente come strumento di valutazione iniziale per le coppie che vogliono sottoporsi a terapia familiare. Come strumento di ricerca è stato utilizzato soprattutto all’estero, in centinaia di studi sulla soddisfazione di coppia e sull’efficacia di vari tipi di terapie e interventi. Nella versione originale ha dimostrato una buona validità di contenuto, di criterio concorrente e predittiva.
La validazione italiana è stata fatta da Gentili et al. (2001) e sono state riscontrate delle buone caratteristiche psicometriche sia per quanto riguarda l’attendibilità sia per la struttura fattoriale; questo suggerisce che questa scala può essere utilizzata senza problemi anche negli ambiti clinici e terapeutici italiani. In particolare, l’analisi fattoriale esplorativa condotta da Gentili e collaboratori, ha trovato generale conferma anche sul campione italiano anche se con leggere differenze dovute principalmente a fattori sociali e culturali. Per quanto riguarda l’attendibilità, misurata con l’alfa di Cronbach, è stato visto che, per quanto riguarda la scala totale dell’adattamento di coppia è molto buona (.93) e anche per tre delle 4 sub scale è buona (Soddisfazione di coppia 0.87; Consenso diadico0.89; Coesione diadica 0.78) mentre l’attendibilità della sub-scala Espressione affettiva risulta un po’ più bassa (0.63). Nello specifico poi Gentili et al. (2001), hanno messo a confronto i risultati ottenuti con quelli di Spanier (1976) e non sono state trovate differenze significative. Dalla struttura fattoriale emerge un fattore principale che consiste nella “soddisfazione di coppia” e dei fattori secondari che sono per l'appunto il consenso, la coesione e l'espressione
affettiva. In conclusione, comunque, possiamo dire che dal lavoro di Gentili et al. (2001) emerge in particolare che la DAS misura il livello di soddisfazione coniugale percepito da ciascun partner che per l'autore è indice di felicità o infelicità all'interno della coppia.
Per quanto riguarda lo scoring della DAS non esiste attualmente una versione italiana del manuale, ma ne esiste una americana (Spanier, 1989) con dei punteggi standardizzati su un campione americano. Quindi, nel calcolo di risultati derivanti dalla somministrazione della DAS bisognerà comunque tenere conto di questo limite derivante da caratteristiche culturali e sociali differenti. Il campione normativo americano nello specifico era composto da 218 soggetti, sposati, reclutati in Pennsylvania. Sono stati valutati anche soggetti non coniugati, ma i dati non sono poi stati utilizzati per la costruzione dello scoring del test anche se è ampiamente utilizzato anche con coppie non sposate (questa non distinzione tra coniugati e non è stata ripetuta anche da Gentili e collaboratori). Nel campione normativo c'erano 109 maschi e 109 femmine con un età media di 35.1. Gli anni di studio medi erano 13 e la media del numero di figli per coppia era 2. Successivamente esporremo in maniera più approfondita anche le caratteristiche del campione preso in considerazione per questa indagine.
Per quanto riguarda la validazione italiana invece, (Gentili et al. 2001) il campione era costituito da 296 soggetti residenti in varie regioni d'Italia con un
età media di 40,74 anni e una scolarità media di 14,11 anni. Le coppie coniugate sono 123 e quelle conviventi 25, mentre quelle con figli sono 104.
Per la validazione italiana sono state utilizzate due versioni tradotte diverse della DAS e una versione pre-finale emersa dalle osservazioni e dalle proposte degli autori. Da qui poi, è stata elaborata una versione finale testata su 30 coppie e dalle osservazioni è stata infine elaborata la versione italiana definitiva della DAS utilizzata per la nostra indagine.
Come abbiamo detto in precedenza la DAS è stata utilizzata in alcuni studi sul rapporto di coppia e per citarne uno in particolare relativo proprio al disturbo da gioco d'azzardo possiamo fare riferimento a Fernandez et al. (2002), che hanno condotto uno studio correlando alcune variabili socio-demografiche alla relazione di coppia valutata per l'appunto con la DAS. Da questo studio, è emerso ad esempio che l'adattamento di coppia sembra essere minore nelle coppie in cui è presente un giocatore d'azzardo e che alcune variabili come età, sesso, figli, anni di matrimonio potrebbero influenzare la percezione del partner riguardo all'adattamento di coppia.
3.2.2 Partecipanti
Per questa indagine come già descritto brevemente in precedenza abbiamo utilizzato un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo.
Il campione del gruppo sperimentale è costituito da pazienti in carico al Sert dell' ASL 2 Lucca con diagnosi di Disturbo da gioco d'azzardo e dai rispettivi partner. Il totale delle coppie è di 17 di cui 14 con un giocatore maschio, 2 coppie con un giocatore femmina e una coppia in cui entrambi i partner sono stati giocatori d'azzardo.
Tabella 1. Caratteristiche socio-demografiche Gruppo Sperimentale
M DS
Età giocatori 44,25 10,98
Età non giocatori 44,11 11,59
Tabella 2. Variabili socio-demografiche Gruppo Sperimentale
Campione n=34 (17 coppie) %
Sesso
Maschi 50
Scolarità % Lic. Media 55,88 Diploma 35,29 Laurea 8,82 Situazione lavorativa % Lavoro fisso 67,65 Lavoro Saltuario 11,76 Non occupato 14,71 Pensionati 5,88 % Età 18-24 0 25-35 29,41 Oltre 36 76,47
Le coppie reclutate erano in carico presso il Sert da periodi più o meno lunghi, ma in tutte, il giocatore era in astinenza dal gioco da un po'.
Come descritto all'interno del manuale di Lavanco (2013), i pazienti presi in carico dai Sert seguono un percorso terapeutico che prevede vari step:
– accoglienza del paziente: per valutare il perché il paziente si è recato presso il Servizio e individuare una diagnosi e un percorso terapeutico. I pazienti presi in considerazione in questa indagine sono stati valutati e
diagnosticati come giocatori patologici tramite il test SOGS (Lesieur & Blume, 1987).
– una valutazione multidisciplinare: in cui viene stilata un'anamnesi generale sulle problematiche del disturbo ed eventuale comorbidità con altri disturbi, analisi socio-lavorativa, analisi del funzionamento del sistema familiare e analisi della situazione economica e legale che sappiamo essere due aspetti particolarmente importanti del Disturbo da gioco d'azzardo.
– Attività psico-educativa e motivazionale per giocatori e familiari: attraverso incontri individuali e di gruppo sia con il giocatore che con le famiglie, si cerca di valutare la motivazione al cambiamento, si cerca di mettere in discussione le credenze sul gioco e di far emergere l'ambivalenza e la co-dipendenza del partner.
– Trattamento integrato: si mette in atto un trattamento personalizzato formato da un connubio tra terapia farmacologica, psicoterapia individuale familiare e di gruppo, tutoraggio economico, interventi per la prevenzione delle ricadute, piano di risanamento dei debiti, sostegno economico e legale.
– Durata del percorso terapeutico: la durata media è di circa un anno a seguito del quale è previsto un follow-up.
Le coppie di questo campione sono state sottoposte al test DAS (Spanier, 1976) e nello stesso tempo sono state raccolte informazioni di tipo qualitativo sulle famiglie di origine, sugli obiettivi e le aspettative della coppia (figli, acquisto di una casa e più in generale gli obiettivi che la coppia si era prefissata all'inizio del rapporto), sul tipo di gioco intrapreso dal giocatore per avere una descrizione più accurata dei soggetti.
In questa ricerca, è stato poi utilizzato un secondo gruppo di soggetti come gruppo di controllo costituito da 14 coppie in cui non sono presenti giocatori d'azzardo selezionate sempre all'interno della provincia di Lucca. Anche a questi soggetti è stata somministrata la scala DAS (Spanier, 1976).
Tabella 4. Variabili socio-demografiche Gruppo di controllo
Campione n=28 (14 coppie) % Sesso Maschi 50 Femmine 50 Scolarità % Lic. Media 10,71 Diploma 60,71 Laurea 28,57
Situazione lavorativa % Lavoro fisso 75 Lavoro Saltuario 3,57 Non occupato 21,43 Pensionati 0 % Età 18-24 7,14 25-35 57,14 Oltre 36 35,72
Di seguito presenteremo l'analisi dei risultati derivanti dai dati raccolti nei due campioni.
3.3 Risultati
Per analizzare i dati raccolti è stato fatto lo scoring del test DAS con l'utilizzo del manuale di Spanier (1989).
Come già descritto in precedenza per quanto riguarda lo scoring della DAS non esiste attualmente una versione italiana del manuale, e la versione esistente americana ha un campione normativo di riferimento americano. Quindi, nel calcolo di risultati bisogna comunque tenere conto di questo aspetto derivante da caratteristiche culturali e sociali differenti. Il campione normativo americano nello specifico era composto da 218 soggetti, sposati, reclutati in Pennsylvania. Nel campione normativo c'erano 109 maschi e 109 femmine con un età media di 35.1. Gli anni di studio medi erano 13 e la media del numero di figli per coppia era 2.
I punteggi per i profili della scala DAS nel manuale di Spanier (1989) sono espressi tramite punti t lineari . I punti t sono punteggi standardizzati che hanno la caratteristica utile di avere la stessa media e deviazione standard per ogni sub- scala e ciò permette di confrontare direttamente i punteggi. I punti t hanno una media di 50 e un deviazione standard di 10.
Nel manuale sono presenti delle linee guida per interpretare i punti t anche se l'autore (Spanier, 1989) raccomanda comunque un'interpretazione non di tipo assoluto, ma integrata con l'osservazione e con altre informazioni sulla coppia.
Il manuale fornisce delle tabelle di conversione attraverso le quali è possibile convertire i punteggi grezzi in punti t e una tabella con le linee guida per l'interpretazione di tali punti che è strutturata come segue:
Tabella 5. Linee guida di interpretazione per i punti T
Intervalli
Classificazione
>70 Marcatamente positivo 66-70 Moderatamente positivo
61-65 Mediamente positivo
56-60 Leggermente positivo
45-55 Nella media (punteggi tipici)
40-44 Borderline (possibile
preoccupazione)
35-39 Mediamente atipico (problema
significativo)
<34 Moderatamente atipico (problema
significativo)
Nei risultati del gruppo sperimentale in 14 coppie su 17 è presente almeno una sottoscala con risultato borderline. Tra questi si è visto che in almeno uno dei due partner c'è, in 12 di queste 14 coppie, un risultato alterato della scala DS che misura il livello di tensione e soddisfazione nella relazione. Ciò sembrerebbe poter indicare che la soddisfazione di coppia sia uno degli aspetti maggiormente
compromessi nelle coppie con almeno un giocatore d'azzardo. Bisognerebbe indagare ulteriormente se questa insoddisfazione è conseguente o precedente al disturbo. Alcuni studi avevano già indagato in qualche modo questo aspetto e avevano già messo in evidenza delle problematiche a livello della soddisfazione di coppia nelle relazioni in cui è presente un gambler. Hudak et al. (1989) in uno studio, avevano indagato la soddisfazione lavorativa, familiare e di coppia nei giocatori d'azzardo. Lo studio era stato condotto su 26 giocatori tramite un'intervista telefonica di 28 item che andava a indagare per l'appunto la soddisfazione lavorativa, familiare, di coppia e anche variabili demografiche. Una delle ipotesi formulate dagli autori era che la soddisfazione di coppia si riducesse all'aumentare dei comportamenti di gioco. I risultati emersi sembrerebbero indicare che più è alta la soddisfazione coniugale all'interno di queste coppie minore è la frequenza di gioco del gambler. Quindi, da questo lavoro, potremmo dedurre che l'insoddisfazione di coppia sia un fattore preesistente al disturbo e che addirittura un maggiore o minore livello di essa influisca sulla frequenza del gambling. Bergh & Kulhorn (1994) hanno invece condotto uno studio sulle conseguenze sociali e psicosociali del gioco d'azzardo patologico e tra queste hanno trovato che un'alterazione delle relazioni è presente nel 45% dei soggetti indagati. Quindi questo studio suggerirebbe l'insoddisfazione di coppia come una possibile conseguenza del gambling anche se il risultato va preso con le dovute cautele in quanto lo studio è limitato a un campione svedese. Anche Hodgins (2007) ha indagato la soddisfazione di coppia
e il disagio nei partner di giocatori d'azzardo. Egli ha trovato, che le emozioni e le conseguenze negative legate al gambling frequentemente esperite dai partner dei giocatori, portano ad una riduzione della soddisfazione di coppia e questo aumenta all'aumentare della gravita del disturbo. Infine, Lee (2014) come già citato in precedenza, ha indagato degli aspetti della coppia che sono preesistenti al disturbo e che vengono rinforzati da esso in un meccanismo di circolarità e tra questi c'è per l'appunto la soddisfazione di coppia. Altri studi citati in precedenza ( Lorenz & Yaffee, 1986; Lorenz & Yaffee, 1988; Lorenz & Yaffee, 1989; Mazzoleni et al. 2009), hanno trovato una compromissione della soddisfazione di coppia legata al gioco d'azzardo mentre Ferland et al. (2008) non hanno trovato particolari livelli di compromissione della soddisfazione.
Quindi, come vediamo i risultati della nostra indagine sembrano essere in accordo in generale con la letteratura esistente, ma sono necessari ulteriori approfondimenti che vadano magari ad indagare nello specifico la soddisfazione di coppia come elemento importante nell'origine e nel mantenimento del disturbo da gioco d'azzardo, per poter poi elaborare degli interventi ad hoc.
Come illustrato in tabella 6, nel gruppo sperimentale abbiamo inoltre visto che le coppie in cui i risultati al test DAS sono maggiormente significativi appartengono per la maggior parte o ad una fascia di età o giovane (25-35) o ad una fascia di età medio-alta ovvero oltre i 50 anni. Infatti vediamo, che 6/8 soggetti appartenenti alla fascia di età 25-35 presenti nell'indagine, hanno risultati principalmente di livello moderatamente significativo ovvero del grado di
significatività più elevato. Vediamo inoltre, che tra i soggetti oltre i 36 anni, i risultati con una significatività più elevata appartengono a soggetti con un'età che va oltre i 50 anni.
Questo, ci potrebbe suggerire che l'età possa essere una variabile interessante da indagare riguardo al disturbo da gioco d'azzardo e alle sue conseguenze all'interno della coppia.
Tabella 6. Distribuzioni percentuali per fascia di età gruppo sperimentale nelle varie sub
scale della DAS
N =34 (17 coppie) Risultati principal mente nella media o superiori Risultati principal mente Bordeline Risultati principalmen te a livello Mediamente atipico Risultati principalmente a livello Moderatamente atipico Età 18-24 0 - - - - 25-35 8 soggetti 5,88% n=2 - 5,88 n=2 11,76% n=6
Oltre 36 26 soggetti (tra questi in 7 coppie è presente almeno un soggetto tra i 50 e i 60 anni) 20,58% n=7 8,82% n=3 23,52% n=8 23,52% n=8
Tra questi con età
oltre 50 28,57% 2/7 - 37,50% 3/8 75,00% 6/8
Il fattore età è già stato indagato in maniera abbastanza approfondita in uno studio di Fernandez et. al. (2002) che hanno indagato la correlazione di alcune variabili demografiche con gli effetti del gioco d'azzardo e la coppia. In questo
studio gli autori hanno trovato ad esempio, che l'età è una variabile significativa in questo senso.
Il fatto che, l'età sia significativa è quasi certamente correlato al fatto che il disturbo da gioco d'azzardo è un fenomeno socialmente “mimetico” sotto la soglia di visibilità, sino a quando non assume una valenza tragica e distruttiva per tutta la famiglia manifestandosi effettivamente come disturbo attraverso il sintomo.
I dati presentati finora si riferiscono ai risultati delle varie coppie nelle varie sub-scale della DAS, ma non necessariamente al livello di adattamento di coppia più generale. Per quanto riguarda questo dato, quello che è stato visto è che nonostante che nelle sub-scale, come abbiamo mostrato in precedenza, ci siano delle alterazioni abbastanza significative, nell'adattamento generale di coppia in 16 soggetti su 34 si riscontra un livello nella media o addirittura superiore. Questo ci può far ipotizzare che anche se alcuni aspetti del rapporto di coppia sono particolarmente compromessi, questo poi non necessariamente si ripercuote sul livello di adattamento coniugale generale e il livello di felicità percepito da ciascun partner che è ciò che si prefigge di misurare la DAS (Spanier, 1976). Anche questo risultato potrebbe quindi fornire ulteriori spunti di ricerca.
Anche qui possiamo evidenziare una distribuzione in base all'età come mostrato in tabella 7 dove vediamo che l'adattamento di coppia nella media o superiore, è presente principalmente in coppie con una fascia di età medio-bassa (al di sotto dei 50 anni).
Tabella 7. Distribuzioni percentuali per fasce di età dell'adattamento genErale di coppia N= 34 DA nella media o superiore DA significativo Età % % 25-35 8,82 14,7 36-50 35,35 11,76 Oltre 50 2,94 26,47
Come già detto in precedenza, vediamo che in questo gruppo, i soggetti con un maggiore livello di adattamento di coppia generale (DA) hanno un'età medio- bassa mentre i soggetti con un'età superiore ai 50 anni hanno dei livelli di adattamento generale di coppia più alterati. Sempre Fernandez et al. (2002) già citati in precedenza avevano indagato la correlazione tra età e DA e avevano trovato che, ad una minore età, corrispondeva un maggiore adattamento di