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La prima fase dell'indagine ha potuto contare principalmente su due strumenti bibliografici. Nel 1982 il «Centro studi storici Giacomo di Prampero» di Udine pubblicò una guida relativa agli archivi e biblioteche private dell'intera regione Friuli Venezia Giulia con l'intento dichiarato di valorizzare il patrimonio regionale e fornire delle indicazioni di massima agli studiosi45. La guida forniva alcuni dati generali, ma fondamentali, su singoli fondi archivistici, come il luogo di conservazione, la loro consistenza e gli estremi cronologici, proponendosi come una sorta di pionieristico censimento, aperto alle integrazioni future. Un decina di anni più tardi l'Amministrazione Archivistica, deputata alla cura dell'intero patrimonio archivistico italiano, avviò la redazione di guide settoriali di grande rilievo fra cui quella relativa agli archivi di famiglie e di persone che rilevava 169 voci per il Friuli Venezia Giulia, relative a nuclei documentari prodotti da famiglie o persone, appunto, e conservati sia in sedi pubbliche che private46.

La successiva fase della mia ricerca non poteva che svilupparsi a partire dall'Archivio di Stato di Udine che notoriamente conserva una rilevante quantità di fondi privati, di famiglie e di persone. Si tratta di una settantina di archivi che pur con consistenze molto differenti – da qualche unità a centinaia di pezzi – coprono un arco cronologico decisamente ampio, dal Medioevo al XX secolo. Per queste ragioni l'Archivio di Stato di Udine sarebbe divenuta la sede privilegiata della ricerca.

Contemporaneamente, però, ho effettuato dei sondaggi nei fondi familiari conservati anche presso l'Archivio di Stato di Gorizia e in alcune altre istituzioni e biblioteche storiche del territorio friulano. Le ricognizioni sono state effettuate a Udine presso la Biblioteca civica “Vincenzo Joppi” , la Biblioteca del seminario

45 M. DI PRAMPERODE CARVALHO - P. C. IOLY ZORATTINI - L. DE BIASIO (a cura di), Guida agli archivi e biblioteche privati del Friuli e Venezia Giulia, Udine, 1982.

46 G. PESIRI - M. PROCACCIA - I. P. TASCINI - L. VALLONE (a cura di), Archivi di famiglie e di persone. Materiali per una guida, I Abruzzo – Liguria, Roma, 1991.

arcivescovile “Monsignor Pietro Bertolla” e la Biblioteca Bartoliniana, a Gorizia presso l'Archivio storico provinciale, la Biblioteca statale isontina, la Biblioteca del seminario teologico centrale; a San Daniele del Friuli la ricognizione si è svolta presso la Biblioteca Guarneriana che in questi anni è stata parzialmente inagibile. Questi sondaggi hanno messo in evidenza i limiti che caratterizzano gli strumenti di corredo dei fondi manoscritti; gli inventari disponibili, infatti, segnalano in maniera molto disomogenea le scritture femminili presenti nei fondi. Sebbene abbia pertanto deciso di non procedere ulteriormente con la ricerca in alcuni casi, come spiegherò meglio nel prossimo capitolo, il materiale documentario che avevo comunque individuato ha costituito integrazione e completamento dei nuclei di lettere di alcune donne rinvenuti presso l’Archivio di Stato di Udine.

Sottolineo, in via generale, che ho comunque escluso dalla ricerca i fondi privi di inventario o dotati semplicemente di elenchi (con l’eccezione del fondo Panigai che preciserò meglio nel prossimo capitolo), quelli conservati attualmente in Friuli ma provenienti da altre zone e assolutamente slegati dal territorio, e, ovviamente, quelli con un arco temporale non congruente con quello fissato.

Successivamente, ho selezionato e analizzato gli inventari dei fondi che presentavano la serie archivistiche specifiche: “corrispondenza” e “miscellanea”, sulla base delle indicazioni provenienti dalle esperienze del gruppo toscano e romano. Inoltre ho selezionato dagli inventari, per sottoporli ad una successiva verifica, tutti quei pezzi archivistici che, mescolato ad altro materiale documentario, rilevavano anche la presenza di lettere.

In seguito a questa prima, generale, scrematura ho concentrato la mia ricerca su una trentina di fondi.

Ho perciò predisposto una scheda analitica atta alla rilevazione degli elementi fondamentali di ogni lettera: la denominazione del fondo, la segnatura, la datazione topica e cronica, il nome della mittente e del destinatario/a, l'indicazione

dell’autografia o meno e un breve regesto. Inoltre, ho evidenziato, se nota, la relazione che legava il destinatario alla mittente.

Ai fini della schedatura, ho consultato tutte le buste che dall'intitolazione dell'inventario contenevano lettere pertinenti per il periodo considerato. Si è più volte, tuttavia, verificato il caso che l’inventario non fosse fedele al materiale effettivamente presente nelle buste. Le discrepanze hanno riguardato soprattutto l’indicazione dell’arco cronologico delle missive; la presenza nelle buste indicate con “corrispondenza” o “miscellanea” di lettere solo maschili e dunque non di mio interesse; la presenza, ancora, di lettere di donne religiose, non nobili, categorie anch’esse esterne ai margini della mia rilevazione.

Un'ulteriore esclusione ha riguardato i ritrovamenti di singole lettere. Ho rilevato, infatti, solo i nuclei epistolari, intendendo con il termine nucleo l'insieme di almeno quindici lettere di una stessa donna custodite in un determinato fondo, con l’eccezione di Paula Della Torre per le ragioni che spiegherò nel prossimo capitolo. Ho preferito non censire il singolo documento perché irrilevante ai fini di considerazioni generali sul significato della pratica epistolare della donna che l'aveva redatto e della sua capacità grafica.

Va precisato, inoltre, che 1650 e 1800 - estremi cronologici della ricerca - sono state ritenute date relativamente flessibili perché ho ritenuto di far rientrare nel censimento comunque i nuclei epistolari che anticipavano o oltrepassavano l'anno iniziale o finale se il maggior numero di lettere di una scrivente si collocava entro le date fissate.

Tenuto conto dei motivi di selezione operati sui trenta fondi che erano stati identificati inizialmente, si sono rivelati utili al censimento solo sette fondi dell’Archivio di Stato di Udine a cui si sono aggiunti due fondi conservati a Gorizia, uno presso l'Archivio di Stato, l'altro presso la Biblioteca del seminario teologico centrale. Quest'ultimo fondo è stato messo in relazione con quelli udinesi perché le lettere qui custodite integravano dei nuclei di alcune scriventi

già individuate a Udine.

Ho quindi dato avvio alla schedatura vera e propria che ha consentito il censimento di 3209 lettere, di cui 3109 conservate presso l'Archivio di Stato di Udine, 65 conservate presso l'archivio di Stato di Gorizia e 35 presso la Biblioteca del seminario teologico centrale di Gorizia47.

47 Preciso che durante lo spoglio dei fondi selezionati ho talvolta consultato anche buste ulteriori rispetto a quelle segnalate dall'inventario come contenenti lettere qualora fosse presumibile che contenessero corrispondenza femminile. In qualche caso ciò si è rivelato utile al censimento.

Capitolo 2

La scrittura epistolare femminile negli archivi friulani