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La ricostruzione ungueale è un trattamento estetico che ha avuto negli ultimi tempi un enorme successo in quanto permette di ottenere rapidamente unghie ben curate e apparentemente sane. Lo scopo del trattamento è quello di ricoprire l’unghia naturale con unghie artificiali in modo da proteggerla e conferirle un risultato estetico di allungamento e decoro mantenendo le stesse caratteristiche funzionali dell’unghia naturale e viene utilizzato sia per ovviare alla presenza di unghie rovinate o deboli sia in rapporto ad esigenze puramente estetiche. La ricostruzione ungueale non è dunque soltanto un capriccio estetico ma è diventato un valido rimedio per donne affette da onicofagia o da distrofie antiestetiche di varia natura. Per l’impianto dell’unghia permanente invece, c’è bisogno di un intervento di chirurgia plastica, che solo medici specialisti possono legalmente effettuare. Con il termine ricostruzione si intende il rifacimento di un’unghia con un aspetto molto simile a quella naturale. E’ necessario che l’unghia ricostruita sia resistente ma non flessibile, dura ma non fragile, modellabile e biocompatibile. Le tecniche di ricostruzione possono essere distinte in tre tipologie:

1. Nail wraps: questa tecnica consiste nell’applicare sopra l’unghia naturale, con un particolare adesivo acrilico, delle lamine di seta, fibra di vetro o lino che possono essere decorate. Questa procedura, insieme a quella delle unghie adesive, è stata scalzata da tecniche in grado di garantire risultati più naturali e duraturi.

2. Sculptured nails: questa tecnica, nota anche con il nome di unghie acriliche, è una procedura lunga e complessa che richiede professionalità ma che garantisce un risultato naturale e molto duraturo. Si basa su un sistema liquido- solido in cui i due componenti vengono miscelate appena prima dell’applicazione così da formare una resina malleabile che può essere applicata sull’unghia e che polimerizzando si indurisce formando una lamina simile a quella naturale. In

particolare la fase liquida è una miscela di: monomeri acrilici, cross-linker (trietilene glicole dimetacrilato o TEDGMA), stabilizzatori e starter (www.nsinails.com). La polvere invece è formata da: polimeri e copolimeri già parzialmente formati (etilmetacrilato o EMA, idrossi etil metacrilato o HEMA e metil metacrilato o MMA), catalizzatore (benzoil perossido o BPO), coloranti e opacizzanti come il titanio diossido. Non appena le due fasi vengono a contatto, il BPO, grazie al calore che si sviluppa dalla reazione con lo starter, forma un radicale che attiva i monomeri della fase liquida a reagire con i polimeri della polvere formando catene lineari tramite legami testa-coda connesse tra loro da cross-link. La velocità di polimerizzazione e quindi l’indurimento della resina dipendono dal rapporto tra i vari componenti che deve garantire un buon compromesso tra lavorabilità e tempo di indurimento. L'acrilico può essere intero o parziale e può essere posizionato sopra tutta la lamina o solo sulla punta, in questo senso l'unghia in acrilico è usata come estensione dell'unghia propria. E’ possibile applicare una tip (una piccola "protesi") che viene appoggiata sulla superficie dell’unghia e fissata grazie alla resina acrilica, costituendo così la struttura interna dell’unghia ricostruita, più solida e resistente rispetto a quella naturale. La resina acrilica si indurisce rapidamente e senza l’ausilio di strumenti. Le polveri acriliche sono disponibili in una serie di colori base come bianco o rosa, ma possono essere miscelate sul momento con polveri colorate per creare la nuance che si desidera ottenere. Le unghie in acrilico possono essere rimosse utilizzando solventi molto forti, in genere acetone.

3. UV-gel nails o unghie in gel: rappresenta la tecnica di ricostruzione attualmente più utilizzata. Si utilizzano geli contenenti polimeri sensibili alle radiazioni UVA. I motivi del grande successo sono la maggiore rapidità della procedura ed il risultato naturale che è possibile raggiungere. La ricostruzione con gel consente di ottenere una superficie liscia e regolare sulla quale vengono applicati smalti

colorati. Il processo di ricostruzione si articola in 3 momenti: preparazione dell’unghia, stesura del gel e asciugatura sotto la lampada UV per la solidificazione del gel. Inizia con la pulizia dell’unghia, la rimozione delle cuticole e la disidratazione della superficie per renderla più adesiva. Viene quindi applicato un primer o un binder che migliora l’adesione del gel all’unghia naturale. Successivamente si passa uno strato di gel che è composto da monomeri e oligomeri uretano acrilati (75-95%), cross-linker (TEDGMA, tripropilene glicole di acrilato o TPGDA), un fotoionizzatore (es. benzofenone e 1- idrossicicloesil-fenil-chetone) (1-4%) e un catalizzatore (es. dimetil toliamina) (0,75-1,25%) (www.wisegeek.com/what-is-nail-primer). A differenza delle sculptured nails, la polimerizzazione è attivata dai raggi UVA. In particolare il fotoionizzatore, assorbendo la radiazione, forma un radicale in grado di eccitare i vari monomeri che potranno polimerizzare e formare catene mediante legami testa-coda connesse tra di loro da legami cross-link.

Figura 10 Reazione di polimerizzazione di un gel per la ricostruzione ungueale mediante trattamento UV.

In questo modo si viene a creare una struttura tridimensionale resistente e flessibile dall’aspetto lattiginoso tipico del gel (www.hooked-on-nails.com/chemistry). La presenza di oligomeri piuttosto che di singoli monomeri accelera la polimerizzazione e diminuisce a pochi minuti il tempo di esposizione ai raggi UVA. Generalmente sono necessari tre strati di gel per ottenere la durezza e la curvatura volute, pertanto

l’esposizione andrà ripetuta. La ricostruzione infatti è concepita a strati poiché la radiazione ha la capacità penetrante nel gel limitata a pochi millimetri. La lampada UV impiegata per la procedura è un oggetto dotato di due o quattro lampadine dalle quali partono i raggi e di un’apertura nella quale si inserisce la mano. Il tempo di esposizione dell’unghia ai raggi UVA e all’incirca due o tre minuti. Anche in questo caso è possibile applicare una tip che viene fissata sulla superficie dell’unghia dalla polimerizzazione del gel.

4.1 Promotori di adesione

I promotori di adesione, quali primer, binder e disidratante, sono prodotti per la ricostruzione delle unghie di basilare importanza al fine di garantire un' ottima e duratura adesione di gel e acrilici sulla superficie della lamina ungueale. Possono essere applicati individualmente o combinati tra loro. Il disidratante della lamina non rappresenta un sostitutivo dei primer, ma un suo completamento. È indicato anche con il termine pre-primer e la sua funzione è assicurare una pulizia perfetta dell’unghia. Va applicato subito dopo aver opacizzato l’unghia ed è vivamente consigliato soprattutto a chi ha un’unghia grassa oppure nei i casi in cui si riscontrino unghie molli a causa della presenza di un alto contenuto di acqua nella lamina. La sua formula è composta da sostanze estremamente volatili (tra cui l’etanolo) in grado di seccare l’unghia durante la loro evaporazione. Rimuove infatti umidità e olio dalla superficie dell'unghia naturale e la prepara per l'applicazione di prodotti per la ricostruzione. Deve essere applicata una piccolissima quantità sull’unghia e si asciuga all’aria in pochissimi secondi. L'evaporazione è quasi immediata, e comporta uno sbiancamento dell'unghia dovuto all'asportazione superficiale dell'acqua. Subito dopo si procede con l'applicazione del promotore di adesione (primer o binder). Il disidratante inoltre può essere utilizzato per migliorare l’adesione di tip e smalti sulla lamina. Il primer è il classico promotore di adesione per gel e acrilici ed ha la funzione sia di favorire l’adesione dei materiali

sull’unghia ed in questo senso agisce essenzialmente solubilizzando i residui di materiale lipidico sulla superficie della lamina che possono compromettere la procedura, sia di barriera impedendo cioè la penetrazione delle sostanze impiegate nella ricostruzione attraverso la lamina ungueale. Si possono distinguere tre tipi di primer:

•  primer acidi

•  primer non acidi

•  primer privi di acidi o binder

I primer acidi sono i primi ad essere stati utilizzati per questi trattamenti e sono costituiti principalmente da acido metacrilico (AM) in concentrazione dal 50 all’88%. L’acido metacrilico permette di massimizzare l’adesione dell’unghia artificiale alla lamina in quanto è in grado di formare legami a idrogeno con la cheratina dell’unghia e legami covalenti con i polimeri di gel e resine acriliche, garantendo un’adesione ottimale di questi ultimi all’unghia naturale. I primer non acidi, nonostante siano così definiti, contengono sempre degli acidi nella loro composizione ma non l’acido metacrilico, risultando quindi meno aggressivi. L’acido metacrilico è infatti altamente corrosivo sulla pelle e sui tessuti del corpo umano: se non utilizzato nella quantità e nella modalità adeguate può causare bruciature e ferite sulla pelle circostante l’unghia, nonché onicosi. A causa della sua marcata tossicità, un gruppo di esperti CPSC (Consumer Product Safety Commission) ha stabilito che i primer contenenti acido metacrilico debbano essere utilizzati da operatori adeguatamente formati in grado di evitare il contatto con la pelle durante l’applicazione del prodotto (Final report of the safety assessment of methacrylic acid. Cosmetic Ingredient Review Expert Panel). E’ opportuno utilizzare una quantità molto piccola di questi due tipi di primer in quanto un loro uso esagerato e continuo può dar luogo a fenomeni di sensibilizzazione. Inoltre il pH molto basso rende i prodotti corrosivi: in caso di contatto con la pelle è necessario allontanarli con acqua e

sapone per evitare bruciature. I primer non acidi o binder sono prodotti di ultima generazione che non contengono acidi nella loro formulazione. Questo rende il binder particolarmente tollerabile e in caso di contatto con la pelle non provoca corrosione. Prima di utilizzare questi prodotti è fondamentale opacizzare perfettamente l'unghia con gli strumenti appositi. Occorre, cioè, eliminare lo strato grasso che naturalmente ricopre l'unghia e renderla opaca in modo che il gel aderisca perfettamente e non si sollevi successivamente a causa dello strato di lipidi. Per questa procedura viene utilizzato il buffer, un blocchetto molto morbido con una grana fine adatta allo scopo. 4.2 Danni e rischi della ricostruzione ungueale

Si possono distinguere quattro categorie di complicazioni legate alla ricostruzione ungueale: allergie, irritazioni, infezioni e danni derivanti dall’esposizione ai raggi UV.

4.2.1 Reazioni allergiche

Le reazioni allergiche si presentano come un forte prurito e bruciore principalmente al livello del tessuto periungueale ma anche di collo e viso. Molto spesso la causa scatenante è uno dei componenti presenti nella formulazione quali, tra i più frequenti, la resina toluene sulfonamide formaldeide (toluenesulfonamide formaldehyde resin, TSFR) e il metil metacrilato (MMA). (P. Rich, 2001) La prima è una resina molto impiegata negli smalti e, insieme alla nitrocellulosa, è un polimero texturizzante che dona corpo allo smalto e lo rende duraturo. Questa funzione in passato era svolta dalla formaldeide la cui nota tossicità ne limita ora l’impiego. Anche se legalmente la sua presenza è consentita fino al 3%, già una concentrazione dell’1% può provocare problemi. E’ stato quindi introdotto questo polimero che consente di ridurre la concentrazione di formaldeide allo 0,0015%, garantendo comunque una performance duratura dello smalto. I soggetti allergici alla formaldeide possono tuttavia sviluppare reazioni pericolose anche in presenza di TSFR (De Groot AC et al,1988). Il secondo imputato è il

metil metacrilato, prodotto acrilico responsabile della reazione polimerizzazione della resina nelle sculptured nails. E’infatti un potente sensibilizzante e può causare bruciore e intorpidimento fino a prolungate parestesie. I polimeri acrilici come tali sono tipicamente ritenuti abbastanza sicuri e le reazioni avverse, come rossore, gonfiore e dolore al livello del letto ungueale che si manifestano in soggetti allergici ai metacrilati, erano imputabili a tracce di monomeri di metacrilati presenti nelle unghie artificiali formate. I monomeri di etil metacrilato sono oggi comunemente impiegati nelle resine acriliche, sebbene monomeri di metil metacrilato possono ancora essere riscontrati in prodotti per la ricostruzione ungueale. Nei primi anni ’70 la Food and Drug Administration ha ricevuto numerose segnalazioni di danni associati all’uso di unghie ricostruite contenenti monomeri di metil metacrilato, tra cui lesioni e deformazioni della lamina ungueale e dermatiti. A differenza dei monomeri di metil metacrilato, i polimeri dello stesso non erano associati a tali problematiche. Sulla base di loro indagini e consultando il parere di medici esperti nel campo della dermatologia, l’agenzia scelse di rimuovere dal mercato i prodotti contenenti il 100% di monomeri di metil metacrilato. Ad oggi non esiste una specifica regolamentazione che proibisca l’uso di tali monomeri nei prodotti cosmetici. Nel 2002, un gruppo di esperti CIR (Cosmetic Ingredient Review) ha dichiarato l’uso di monomeri di etil metacrilato sicuro se correttamente applicato, evitando cioè il contatto con la pelle a causa del suo potenziale potere sensibilizzante (www.fda.gov).

4.2.2 irritazioni

Le irritazioni sono invece da imputare principalmente alle unghie artificiali e alle sostanze che contengono acqua ossigenata, acetone o altri agenti disidratanti. Soprattutto durante la fase di pulizia delle unghie, il contatto prolungato con acqua e detergenti e l’aggressiva disidratazione a cui sono sottoposte le unghie, fondamentale per il successo della ricostruzione stessa, possono portare allo sfaldamento della lamina (onicoschizia

lamellina), allo scollamento della lamina dal letto ungueale (onicolisi) o all’infiammazione del tessuto periungueale (paronichia). Ricorrere frequentemente ed eccessivamente a questi trattamenti estetici può quindi gravare sulla salute delle unghie e determinarne un progressivo indebolimento causando o aggravando la fragilità ungueale, affezione per la quale spesso si ricorre ad un trattamento di questo tipo (P. Rich, 2001).

4.2.3 Infezioni

La più importante causa di problemi legati alla manicure è costituita dall’insorgenza di infezioni che possono causare dolore, infiammazione e alterazione della forma e della crescita dell’unghia. I cosmetici per unghie sono occlusivi e favoriscono la crescita subungueale di microorganismi, soprattutto nel caso di tessuti lesi che diventano terreno fertile per lo sviluppo di funghi, batteri e virus. Questo aspetto è strettamente connesso alla qualità del centro estetico al quale ci si rivolge in quanto le condizioni igieniche (strumenti sterilizzati in autoclave, materiale usa e getta) e la professionalità del personale sono fondamentali. La scarsa igiene durante la pratica della ricostruzione delle unghie, infatti, aumenta notevolmente il rischio d'insorgenza d'infezioni che possono alterare la normale fisiologia e morfologia dell’unghia causando danni anche permanenti all'apparato ungueale (Samman PD, 1977). Il Nail Manufacture Council on Safety (NMC), che comprende i principali produttori di articoli per la cura delle unghie venduti ed utilizzati in saloni professionali, ha stabilito delle linee guida per la pulizia e la manutenzione degli strumenti professionali alle quali tutti i centri estetici dovrebbero attenersi per limitare la diffusione delle infezioni. Le principali infezioni che possono colpire l’apparato ungueale sono:

 Onicomicosi: infezioni causate da funghi microscopici denominati miceti.

La manifestazione clinica comincia in genere dal bordo libero dove la lamina inizia ad ispessirsi e a diventare friabile ed opaca. Con il tempo le

lesioni si estendono verso la base dell'unghia, il colore diventa giallastro o marroncino e l'unghia, sfaldandosi all'interno, si solleva, si separa dal letto sottostante e tende a svuotarsi. Se il fungo è penetrato tra la lamina e la cuticola, l'infezione inizia alla base e tende ad espandersi verso il bordo libero (Richard K. et al., 2007).

•  Infezioni batteriche: I batteri che possono infettare le unghie sono molto numerosi e determinano lesioni spesso confuse con le onicomicosi. Nella fase acuta, nota come giradito, la pelle si gonfia, s'infiamma e talvolta può presentare del pus.

•  Infezioni virali: Le infezioni virali che interessano comunemente l'apparato ungueale sono le verruche e l'herpes. Per quanto riguarda le verruche, l’agente che ne è la causa è il virus papilloma o HPV. Le verruche dell’unità ungueale interessano comunemente le pliche ungueali laterali e prossimali e sono denominate verruche periungueali. Se interessano l’iponichio e si sviluppano verso il letto ungueale si parla invece di verruche subungueali. In questi casi il trattamento è difficile e le recidive sono frequenti. L’herpes periungueale è causata dal virus Herpes simplex. In genere è caratterizzata dalla presenza di vescicole sulla cute intorno alla lamina e si possono avere modificazioni della lamina come linee di Beau e onicomadesi in seguito a danni al livello della matrice ungueale.

4.2.4 danni derivanti dall’esposizione ai raggi UV

Vista la rapida espansione di questa tecnica molti esperti si sono chiesti se il trattamento, oltre a garantire un risultato esteticamente valido, fosse anche sicuro per clienti e operatori. In particolare, in un recente studio della School of Medicine di New York (D.F. MacFarlane et al., 2009), è stato valutato se l’esposizione ai raggi UVA durante la

pratica di ricostruzione ungueale con il gel potesse rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza di cancro della pelle non melanoma (NMSC) alla mano. In questo senso è stata considerata la potenza della lampada da manicure utilizzata per questa tecnica, confrontandola con quella delle lampade abbronzanti. In America la Food and Drug Administration regola la potenza massima delle lampade abbronzanti per scongiurare il rischio di cancro alla pelle non melanoma. E’ stata infatti individuata una soglia critica oltre alla quale il rischio d’insorgenza di cancro aumenta in modo esponenziale e tanto più velocemente si raggiunge tale soglia tanto maggiore è il rischio. E’ emerso che le più potenti lampade UV per unghie sono di almeno un ordine di potenza inferiore rispetto alle più potenti lampade abbronzanti e che il tempo per raggiungere la soglia critica con le lampade da manicure è notevolmente superiore. Inoltre si deve considerare che le differenti zone del corpo assorbono in modo diverso le radiazioni e il dorso della mano risulta essere abbastanza resistente in questo senso. Queste considerazioni non devono però portare a sottovalutare i rischi connessi all’esposizione ai raggi UV. E’ molto importante che i centri estetici si dotino di lampade certificate, eseguano una corretta manutenzione e formino gli operatori. Inoltre è fondamentale che i clienti utilizzino uno schermo solare sulla pelle della mano e delle dita. Questa pratica infatti non protegge solo dai possibili rischi di cancro ma assicura anche protezione dal fotoinvecchiamento, sicuramente stimolato dalla radiazione UV.

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