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Alterazioni della matrice ungueale: messa a punto di formulazioni cosmetiche

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Academic year: 2021

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Università degli Studi di Pisa

Facoltà di Farmacia

Corso di Laurea Specialistica in Farmacia

TESI DI LAUREA:

“Alterazioni della matrice ungueale:

messa a punto di formulazioni cosmetiche”

Relatore: Candidato: Dott.ssa Silvia Tampucci Silvia Sebastiani

Correlatore: Dott.ssa Daniela Monti

Anno Accademico 2013-2014

Il contenuto di questa tesi di laurea è strettamente riservato, essendo presenti argomenti tutelati dalla legge come segreti. Pertanto, tutti coloro che ne prendono conoscenza sono soggetti all’obbligo, sanzionato anche penalmente dagli articoli 325 e 623 del codice penale, di non divulgare ed utilizzare le informazioni acquisite. È necessario che le persone che prendono visione di questa tesi vengano annotate nell’ultima pagina di questo documento.

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INDICE:

RIASSUNTO pag. 7 PARTE INTRODUTTIVA

1. Aspetti anatomo-funzionali dell’unghia umana 1.1 Struttura e anatomia pag.9-14

1.2 Funzione dell’unghia pag. 14

1.3 Crescita della lamina ungueale pag. 15 1.4 Tipi di cheratinizzazione pag. 15

1.5 Composizione chimica dell’unghia umana pag. 15-17 1.6 Proprietà fisiche delle unghie pag. 17-19

2. Anomalie e patologie dell'unghia 2.1 Anomalie di forma

2.1.1 iperonichia pag.20-23 2.1.2 unghie a "pinza" pag. 23 2.1.3 coilonichia pag.24

2.1.4 Ippocratismo ungueale pag.24 2.1.5 Brachionichia pag. 25

2.1.6 Onicoatrofia pag.25-26 2.1.7 Onicolisi pag.26

2.1.8 Onicomadesi pag.26 2.1.9 Anonichia pag.27

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2.2 Anomalie di superficie 2.2.1 Unghie fragili pag.28-30 2.2.2 Solchi trasversali pag.31 2.2.3 Erosioni puntiformi pag. 32 2.3 Anomalie di colore

2.3.1 Leuconichia pag 32-34 2.3.2 Melanonichia pag. 34

2.3.3 Unghia ingiallita o xantonichia pag. 34-35 2.3.4 Unghia a metà pag. 35

2.3.5 Unghie blu e unghie verdi pag. 35

3. Principali trattamenti estetici e prodotti cosmetici impiegati nelle onicopatie più comuni pag. 37-41

4. La ricostruzione ungueale

4.1 Promotori di adesione pag. 45-47

4.2 Danni e rischi della ricostruzione ungueale 4.2.1 Reazioni allergiche pag.47-48

4.2.2 irritazioni pag.48-49 4.2.3 Infezioni pag. 49-50

4.2.4 danni derivanti dall’esposizione ai raggi UV pag. 50-51 PARTE SPERIMENTALE

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2. MATERIALI E METODI 2.1 METODI

2.1.1 Primer e gel per ricostruzione ungueale pag.56 2.1.2. Tocoferolo acetato pag.56-58

2.1.3 Lipohyal pag.58-61

2.1.4 Syntran® PC5620 pag. 62 2.1.5 Syntran® KL219-CG pag.62 2.1.6 Benzoflex 9-88 pag.62

2.1.7 DowanolPnB pag. 62

2.2 STUDI DI PERMEAZIONE IN VITRO pag.63 2.3 METODI ANALITICI

2.3.1 Determinazione quantitativa del tocoferolo acetato pag.63-64 2.3.2 Determinazione quantitativa del blu di metilene pag. 64-65

3. VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ SCHERMANTE DEL PRIMER pag. 65 4. PROVE EFFETTUATE PER ARRICCHIRE IL PRIMER CON PRINCIPI ATTIVI CON ATTIVITA’NUTRIENTE E PROTETTIVA pag. 66-68

5. IDROGEL A BASE DI LIPOHYAL

5.1 idrogeli e processo di reticolazione mediante radiazioni UV pag. 69-70 5.2 Messa a punto di formulazioni a base di Lipohyal® pag.70-72

5.3 Studio di rilascio del tocoferolo acetato dall’idrogel pag 72-73

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5.5 Prove di reticolazione dell’idrogel su lamine ungueali bovine pag.74-75 5.6 Strategie formulative per evitare la disidratazione dell’idrogel pag.75-76 6. STUDIO FORMULATIVO DI UNO SMALTO ACRILICO A BASE ACQUOSA 6.1 Introduzione della Vitamina E acetato nella formulazione e studio di permeazione del principio attivo pag.78-79

6.2 Modifiche formulative e studio di accumulo della vitamina E acetato su lamina ungueale bovina pag.79

7.RISULTATI pag. 80-87

8.GRAFICI E TABELLE pag.88-92 9.BIBLIOGRAFIA pag. 93-97

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RIASSUNTO

Le alterazioni delle unghie o onicopatie possono essere in molti casi un importante ausilio diagnostico sia nel riconoscimento di affezioni dermatologiche che nell' individuazione di malattie sistemiche. Tali variazioni, spesso legate a traumatismi meccanici o abitudini scorrette come l’onicofagia, possono colpire tutta l'unghia o parte di essa e generare inestetismi che ne compromettono l'esteticità. Oltre ad un approccio farmacologico, le manifestazioni patologiche che riguardano le unghie possono essere attenuate da trattamenti estetici di vario tipo. Tra questi, la ricostruzione ungueale è una tecnica che ha avuto un enorme successo negli ultimi anni, rappresentando sia un trattamento puramente estetico sia una tecnica di rimodellamento di alterazioni morfologiche della lamina che offre la possibilità di ottenere rapidamente unghie dall’aspetto sano e curato. Tale processo non è però esente da rischi, i più comuni dei quali sono rappresentati da irritazioni, infezioni e allergie a livello locale, ma non è completamente da escludere anche una possibile insorgenza di neoplasie legate all’esposizione della zona a radiazioni UV, necessarie per la polimerizzazione dei geli impiegati.

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1. Aspetti anatomo-funzionali dell’unghia umana

1.1 Struttura e anatomia

L’unghia si può definire una lamina cornea, di derivazione epidermica, semitrasparente, sottile ed elastica, che ha sede sul dorso di ogni falange terminale delle dita di mani e piedi. L’unghia è un’unità complessa dove è possibile distinguere:

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0. Radice

1. Lunula

2. Corpo della lamina

3. Margine libero

4. Solco ungueale

5. Solco ungueale distale

6. Matrice

7. Letto ungueale

8. Iponichio

9. Eponichio o cuticola

10. Falange

Figura 1 - Aspetti anatomici dell’unghia

La sede di formazione dell’unghia è la matrice ungueale. La zona della matrice va dal solco ungueale fino alla lunula. La matrice è costituita da uno strato germinativo di cellule, i cheratinociti, che produce cheratina, una proteina molto resistente. E’ posizionata dietro al letto ungueale e grazie al processo di cheratinizzazione porta alla formazione dell’unghia propriamente detta. A causa della scissione cellulare che avviene

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all’interno della matrice, le cellule cheratinizzate vengono spinte dalla zona posteriore (prossimale) alla zona anteriore (distale). Da questo processo, secondo un criterio topografico, molti autori distinguono una matrice prossimale ed una matrice distale. Al contrario sulla base di un criterio embriologico si distingue un livello inferiore ed uno superiore, chiamati anche labbro inferiore e superiore. La parte più giovane della lamina ungueale, prossimale, incuneata profondamente nella tasca ungueale viene detta radice dell’unghia. La matrice determina spessore e dimensione della lamina ungueale. Se la matrice viene danneggiata o traumatizzata può succedere che l’unghia non nasca o che non cresca come di norma. La matrice ha la stessa struttura istologica dell’epitelio superficiale cutaneo e comprende: strato basale, strato intermedio e strato corneo. Essa contiene inoltre melanociti, cellule di Langerhans e cellule di Merkel.

•  Lo strato basale è costituito da cellule cilindriche ben aderenti le une alle altre e caratterizzate da intensa attività mitotica. Tali cellule presentano micro fibrille intercitoplasmatiche disposte in modo disordinato. La membrana citoplasmatica è molto frastagliata e forma villosità che si intrecciano con quelle delle vicine cellule basali. Attraverso villosità simili, le cellule dello strato basale interagiscono con il derma sottostante formando delle papille di ancoraggio che determinano la formazione di una vera e propria giunzione. Quest’ultima è responsabile della direzione della crescita delle cellule della matrice.

• Lo strato intermedio, o spinoso, è costituito da 6-10 strati di cellule più voluminose e paragonabili ai cheratinociti dell’epidermide. Il loro nucleo è picnotico, il citoplasma è fortemente eosinofilo e contiene numerosi granuli di misura variabile adiacenti alle pareti cellulari. Le cellule che caratterizzano questo strato sono rotonde o poligonali: sono orientate in direzione della loro migrazione e differiscono dalle cellule epidermiche in quanto sono più ricche di ribosomi, polisomi e vacuoli contenenti lipidi e prodotti di degradazione della citolisi.

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• Lo strato superficiale è costituito da diversi strati di cellule appiattite che non possiedono granuli di cheratoialina. Queste cellule cornee presentano talvolta tracce di nucleo (Proserpio et al., 1991).

Nella lamina ungueale, la parte superficiale e più visibile dell’unghia, riconosciamo: un’estremità libera, divisa dal polpastrello attraverso il solco sottoungueale; un corpo che rappresenta all’incirca i ¾ dell’unghia ed è compreso nel solco periungueale; una radice che va ad inserirsi nella pelle parallelamente e che è ricoperta dalla piega ungueale, ad eccezione di un piccolo tratto arciforme (la lunula), corrispondente alla porzione anteriore della matrice. La lamina ungueale è costituita da cheratina fortemente indurita e compatta, non contiene nervi né vasi sanguigni e, pertanto si può considerare come un tessuto privo di vita. La lamina ungueale, nell’adulto, ha una lunghezza media di 14.5 mm; lo spessore varia da 0,5 a 0,7 mm ed è formata da numerosi strati cellulari sovrapposti. In dettaglio si distinguono tre strati di cheratociti addensati:

• l’unghia dorsale, lo strato superiore e più duro della lamina, è composto da piccole cellule piatte cheratinizzate saldamente legate fra loro attraverso giunzioni strette o tight-junction, regioni specializzate di contatto intercellulare dove i foglietti esterni delle membrane di cellule adiacenti si fondono. La stabilità della giunzione sembra mantenuta da proteine intrinseche di membrana capaci di interagire con il citoscheletro (Molinaro et al., 1992).

•  l’unghia intermedia, lo strato interno e spesso, è composto da fibre di cheratina molli, disposte parallelamente alla radice dell’unghia. Non contiene giunzioni occludenti, ma desmosomi puntiformi i quali rappresentano zone isolate di contatto in grado di mantenere le membrane cellulari adiacenti parallele e separate da uno spazio di circa 12-25 nm;

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uno o due strati di cellule disposte in modo irregolare che si sviluppano dalla cheratinizzazione delle cellule epidermiche del letto ungueale e dell’iponichio. Questo strato non è caratterizzato nell’ultrastruttura, se non da una vacuolizzazione estensiva delle cellule epiteliali (Proserpio et al., 1991).

La lamina ungueale è saldamente unita nel suo lato inferiore al letto ungueale, distaccandosi solo in prossimità del margine distale cha ha poi termine nel margine ungueale libero. In questa sede lo strato corneo è fuso con la membrana fibro-elastica che avvolge la falange: l’epidermide consiste in uno strato basale e in uno strato spinoso, mentre l’unghia sostituisce lo strato corneo. Il letto ungueale è un tessuto ricchissimo di vasi sanguigni e nervi. I vasi sanguigni, nascosti solo dalla lamina ungueale trasparente, conferiscono al letto ungueale la tipica colorazione rosa pallido. Un colore più chiaro, opaco e semitrasparente caratterizza invece il margine ungueale libero e la lunula. La lunula è la zona biancastra a forma di mezzaluna che ritroviamo alla base dell’unghia e rappresenta la parte visibile della matrice, ossia quell’insieme di cellule epiteliali da cui ha origine la lamina ungueale. E’ solitamente più accentuata nel pollice, mentre sulle altre unghie la lunula può essere ricoperta dalla cute e quindi invisibile. L’eponichio o cuticola, volgarmente chiamato “pellicina”, è un epitelio che ricopre la radice dell’unghia e che sporge per un tratto nel vallo ungueale. In senso più ampio, esso indica l’intera area in prossimità della matrice. L’eponichio ha una consistenza molto resistente e aderisce perfettamente alla lamina ungueale, tanto che questa ne trascina un sottile tratto con sé durante la crescita. Esso, insieme al solco periungueale e al vallo ungueale, svolge una funzione protettiva, rappresentando una sorta di “ barriera impermeabile” nei confronti di agenti irritanti esterni, allergeni e patogeni. L’unghia differisce dai capelli o dalla pelle perché i cheratinociti non desquamano, se non in particolari stati patologici. La sua durezza dipende dallo scarso contenuto in acqua e dall’alto contenuto di solfuri rispetto alla pelle.

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1.2 Funzione dell’unghia

Le unghie non sono altro che un particolare tipo di annessi cutanei; la loro principale funzione è la protezione delle falangi distali. In particolare l’unghia umana svolge la funzione di protezione verso l'epitelio delle falangi distali delle dita di mani e piedi delle terminazioni nervose digitali. Essa contribuisce a dare forza alle dita ed agevola la sensibilità tattile superficiale concorrendo alla stabilità della presa e alla motilità fine.

1.3 Crescita della lamina ungueale

L’accrescimento dell’unghia prosegue per tutta la vita ad un ritmo che raggiunge la massima intensità durante la prima infanzia e diminuisce gradualmente con l’età, ma che è, comunque, aumentato o diminuito da alcune condizioni patologiche. Lo sviluppo normale dell’unghia dipende da un’adeguata irrorazione sanguigna ed innervazione della matrice e del letto ungueale; qualunque interferenza con queste due funzioni incide negativamente sulla crescita regolare. Le fasi della crescita sono molto variabili fra gli individui: in media si valutano in 3 mm mensili nelle unghie delle mani e 1 mm in quelle dei piedi. Mentre la normale crescita delle unghie delle mani si completa in circa 6 mesi, quella dei piedi ha una durata di circa 18 mesi. E’ stato inoltre osservato che le unghie crescono più velocemente quando si rigenerano dopo avulsione: questo perché la lamina distaccata porta con sé la zona cheratogena della matrice e l’epitelio del letto ungueale lasciando esposti la matrice basale ed il mesenchima del letto. Immediatamente le superfici libere sono ricoperte da una formazione crostosa e l’epidermide sottostante assicura la riparazione a partire dalle pliche laterali e dall’iponichio; questo tipo di epidermide è iperplasica ed ipercheratosica e contiene uno strato granuloso di cheratoialina. Non appena la nuova lamina si forma e procede in avanti, un epitelio più sottile e privo di strato granuloso avanza in modo graduale e sostituisce l’epitelio

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riparato (Murdan, 2002).

1.4 Tipi di cheratinizzazione

La lamina ungueale si forma attraverso il processo di “ cheratinizzazione” della matrice ungueale, fenomeno per cui si deposita una notevole quantità di cheratina nella matrice stessa. L’epitelio produce tipi specifici ed istologicamente distinti di cheratina:

1. Onicocheratinizzazione: avviene nell’epitelio della matrice con formazione di cheratina dura della lamina;

2. Cheratinizzazione onicolemmica: si osserva nell’epitelio della porzione ventrale della plica prossimale e del letto, dà origine a stati sottili di cheratine semidure presenti nella cuticola vera o nello strato corneo del letto;

3. Cheratinizzazione epidermoide: avviene nell’epitelio della porzione dorsale dell’iponichio e della plica prossimale e laterale, dà origine alle cheratine molli della cuticola visibile, della parte cornea iponichiale e dello strato corneo della cute.

I filamenti proteici di cheratina sono fondamentali per impedire fratture verticali sulla superficie della lamina.

1.5 Composizione chimica dell’unghia umana

La composizione chimica dell’unghia umana differisce significativamente dagli altri corpi membranosi. Il costituente principale è rappresentato dalla cheratina, una scleroproteina contenente alte percentuali di solfuri. L’intera porzione cheratinica può essere distinta in una frazione “povera di solfuri” e una frazione amorfa, “ricca di solfuri”. La prima è costituita da proteine fibrose in cui tutta la catena polipeptidica presenta un tipo di struttura secondaria ad alfa-elica destrogira nella quale compaiono

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spesso sequenze periodiche di aminoacidi. Più catene polipeptidiche si uniscono a formare una struttura più complessa, una superelica levogira detta “protofibrilla” che è stabilizzata dalla presenza di ponti disolfuro tra le catene. La porzione ad alfa-elica costituisce circa il 33-55% dell’intera cheratina. Ogni filamento ha un diametro compreso tra 7 e 10 nm e diversi µm di lunghezza. Le protofibrille sono associate ad una matrice amorfa costituita da proteine aventi una struttura globulare ricca di legami a idrogeno; questi legami catalizzano il legame delle proteine globulari tra loro e con le protofibrille. Le analisi biochimiche hanno dimostrato che le unghie ed i capelli dell’uomo contengono gli stessi tipi di filamenti di cheratina, che non sono però presenti nell’epidermide cutanea (Marshall, 1983; Baden, 1973) perciò l’unghia viene generalmente considerata più simile ai capelli che alla cute. Tuttavia Lynch et al. (1986) ed Heid et al. (1988) hanno scoperto all’interno delle cellule ungueali l’esistenza di una percentuale pari al 10% di cheratina tipica delle cellule dell’epidermide. Studi seguiti da Kitarahara et al.,(1993) hanno permesso di accertare che nella matrice ungueale si sviluppano cheratinociti analoghi a quelli della pelle e dei capelli: i cheratinociti analoghi a quelli della pelle sono stati localizzati principalmente nella matrice dorsale e intermedia, mentre quelli analoghi a quelli dei capelli prevalentemente in quelli del letto. Nella matrice ungueale sono inoltre presenti delle cellule non ancora differenziate che esprimono entrambi i tipi di cheratina. Le unghie umane contengono inoltre una discreta quantità di aminoacidi: ritroviamo una grossa quantità di acido glutammico, glicina, cisteina, arginina acido aspartico, serina e leucina. La presenza di ponti disolfuro, dovuti all’alto contenuto di cisteina, conferisce alla struttura cheratinica un eccezionale stabilità chimica e fisica. Ai ponti disolfuro si aggiungono legami secondari che includono forze di Van der Waals, legami a idrogeno e forze di Coulomb; queste ultime si generano a causa della presenza di gruppi amminici carichi positivamente e gruppi carbossilici caricati negativamente. Per quanto riguarda la componente lipidica, essa rappresenta meno del 5% del contenuto totale ed esiste sottoforma di fosfolipidi, di colesterolo (per

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la maggior parte) , di acidi grassi saturi, di acidi grassi insaturi e di idrocarburi. La componente lipidica è importante per l’elasticità della lamina e per la coesione intercellulare.

Le unghie umane contengono inoltre grandi quantità di oligoelementi soprattutto S e N, mentre ridotta è la quantità di Ca, Mg, Na, K, Fe, Cu e Zn (Vellar, 1970) e di vitamine, in particolare vitamina A, C, E, H e vitamine del gruppo B. Inizialmente il calcio era ritenuto responsabile della durezza della lamina dorsale dell’unghia (Jarret, 1966). Attualmente si ritiene che questa caratteristica sia dovuta alla presenza dei legami disolfuro. Nell’unghia del pollice sono state ritrovate tracce di Cr, Se, Au, Hg, Ag e Co (Kanabrocki et al., 1979). Gli oligoelementi e le vitamine costituiscono le sostanze più importanti per una corretta crescita ungueale.

1.6 Proprietà fisiche delle unghie

Le proprietà fisiche delle unghie umane sono comunemente descritte in termini di “fragilità”, “durezza” o “debolezza”. Finlay et al., (1980) hanno messo a punto uno strumento ( flessometro) in grado di misurare la flessibilità delle unghie e determinare i diversi fattori che possono influenzarla. Il flessometro è un apparecchio meccanico che provoca flessioni ripetute, in avanti e indietro, di 90 gradi su una sezione longitudinale di una lamina ungueale, finché l’unghia va incontro a rottura. Il numero di flessioni necessarie per provocare la rottura del frammento ungueale (FN) viene indicato da un contatore. E’ stato dimostrato, mediante diffrazione ai raggi X, che le catene di cheratina ad alfa-elica sono orientate perpendicolarmente alla direzione di crescita delle unghie (Baden, 1970). Quando vengono esaminate al flessometro le unghie subiscono una frattura in direzione parallela agli assi dei filamenti di cheratina ad alfa-elica. Le prove sperimentali sono state effettuate con unghie della mano provenienti da cadaveri; da ogni unghia sono state ricavate due sezioni longitudinali uguali in modo da poter

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effettuare il test di controllo per ogni prova. Le sezioni ungueali sono state trattate con le seguenti sostanze: acqua distillata, oli minerali, una dispersione di fosfolipidi al 22% in acqua-etanolo (preparazione PLW) e una preparazione commerciale di “indurente per unghie”. Per ogni sostanza sono state utilizzate venti sezioni di unghia; tutti gli esperimenti sono stati condotti a temperatura ambiente (20°C). Gli effetti del contatto con l’acqua sulla flessibilità delle unghie sono stati esaminati immergendo in acqua sezioni delle unghie per intervalli di tempo. In seguito, le unghie sono state asciugate ed analizzate al flessometro. L’immersione in acqua produce un significativo aumento del numero di flessioni necessarie alla rottura. Dopo 1 e 21 ore la flessione era rispettivamente ben 3.5 e 8.8 volte maggiore rispetto al controllo. Dopo l’immersione in acqua per un’ora il peso delle unghie incrementava del 21%, raggiungeva il massimo valore (22.3%) in due ore, per poi diminuire leggermente ed attestarsi al 21.8 dopo 24 ore. Il parallelo incremento di peso e della flessibilità nella prima ora di immersione, indica che il grado di idratazione delle unghie sembra essere il fattore determinante della flessibilità delle unghie. Gli autori mettono in relazione questa caratteristica comportamentale dell’unghia con il modulo di elasticità dello strato corneo che è definito essere in funzione del contenuto in acqua di questo tessuto (Van Duzee, 1978). Un dato anomalo e senza una spiegazione scientifica è stato il seguente: la flessibilità delle unghie aumentava progressivamente dopo due ore di immersione, mentre il loro peso diminuiva leggermente con il passare del tempo. L’effetto dell’immersione delle unghie in oli minerali o nel veicolo fosfolipidico (PLW) sulla flessibilità è stato studiato determinando l’FN a 1,6 e 24 ore. Il trattamento con oli minerali ha mostrato di non influenzare in maniera rilevante la flessibilità delle unghie; i valori di FN, infatti, rimanevano bassi anche per le unghie trattate per 24 ore. Il valore di FN delle unghie rimaste immerse per un’ora in PLW è risultato più grande di quello rilevato dalle unghie trattate per lo stesso tempo con gli oli minerali. Si verifica poi un rilevante incremento del valore di FN a 6 ore, che rimaneva costante anche a 24 ore. Per studiare gli effetti dei

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preparati topici nel prolungare la flessibilità delle unghie idratate, sezioni di unghie sono state immerse in acqua per due ore e quindi immerse negli oli minerali o nel veicolo fosfolipidico. Gli oli minerali hanno dimostrato di mantenere la flessibilità delle unghie dilatate per 18 ore probabilmente a causa dell’effetto occlusivo esercitato dagli stessi. Per quanto riguarda l’effetto dei fosfolipidi è noto che le membrane fosfilipidiche sono in grado di legare fortemente l’acqua e quindi potrebbero contribuire in maniera positiva alla flessibilità dell’unghia (Keith, Snipes e Chapman, 1977) impedendo all’acqua di evaporare velocemente. L’aumento della flessibilità delle unghie, trattate con PWL, sembra dovuto sia alla presenza dell’acqua nella formulazione, sia alla capacità della porzione lipidica di legare molecole acquosa e di impedire la rapida evaporazione. Sezioni di unghie sono state trattate con una soluzione di acetone (90%), acqua (9%) e acido acetico (1%) per un’ora per estrarre lipidi (Fleischer, 1967). Questa procedura permetteva di estrarre i lipidi senza modificare la struttura proteica dell’unghia. In seguito le unghie sono state lasciate all’aria per 18 ore a 20°C e immerse per un’ora in acqua, oli minerali o PLW prima di analizzarne la flessibilità. Si è verificato un incremento dell’FN, solo per le unghie immerse in acqua e in PLW; si è inoltre notato che dopo tre ore di trattamento le unghie che erano state immerse nel veicolo fosfolipidico mantenevano una maggiore flessibilità rispetto a quelle in acqua. Le unghie trattate col preparato commerciale “indurente” non sono risultate più flessibili.

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2. Anomalie e patologie dell'unghia

Esistono numerosi disturbi che possono interessare le unghie, da anomalie di lieve entità a vere e proprie patologie. Le onicopatie possono rivelarsi spie e sintomi di altre malattie, organiche, ereditarie o acquisite; pur non riguardando quindi strettamente l’unghia nella loro origine, è comunque possibile che evolvano in complicazioni anche gravi a carico della lamina, fino a comportarne l’alterazione e addirittura il distacco. Tali variazioni possono colpire tutta l'unghia o parte di essa e generare inestetismi che compromettono l'esteticità della stessa. Le anomalie che interessano le unghie possono essere suddivise in tre principali categorie: anomalie di forma, di superficie e di colore. E’ possibile che più di una di queste anomalie si presentino contemporaneamente in quanto spesso correlate o dipendenti l’una dall’altra.

2.1 Anomalie di forma

Il profilo estetico delle unghie, per quanto concerne la forma, dipende dal rapporto tra lunghezza e larghezza della lamina e dall' integrità del suo contorno. Nelle mani il rapporto tra lunghezza e larghezza dell'unghia dovrebbe essere uguale in quella del primo dito (pollice), mentre nelle altre la lunghezza dovrebbe essere prevalente; al contrario nelle unghie dei piedi dovrebbe prevalere la larghezza. Molto spesso questi rapporti sono compromessi da una consistente variazione dello spessore della lamina ungueale che, in condizioni di normalità, è inferiore al millimetro in corrispondenza delle mani e di circa un millimetro nei piedi.

2.1.1 iperonichia

L'iperonichia è l'ispessimento delle lamine ungueali. L'aumento di spessore delle unghie comporta grandi variazioni dell'aspetto anatomico delle stesse, soprattutto per quanto riguarda la loro forma. Le cause scatenanti il fenomeno sono molteplici e nella maggior

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parte dei casi riconducibili a traumi meccanici o all'uso di calzature strette; le unghie dei piedi sono di fatti più frequentemente colpite da tale anomalia rispetto a quelle delle mani. Anche l'invecchiamento gioca un ruolo chiave nell' iperonichia. Nei soggetti anziani infatti il disturbo risulta molto frequente a causa di un deterioramento del compartimento vascolare delle unghie che provoca un rallentamento della crescita della lamina e di conseguenza un progressivo ispessimento della stessa. Infine l'ispessimento ungueale può essere indice di patologie come l'onicomicosi, in cui l'unghia appare più spessa del normale, friabile ed opaca oppure la psoriasi, dove l'unghia risulta parzialmente o totalmente ispessita e di un tipico colore giallo-biancastro . L'eccessivo spessore dell'unghia può inoltre favorire l'insorgenza di altre problematiche come, ad esempio, l'onicocriptosi o unghia incarnita. In questo caso infatti, il letto ungueale sembra essere troppo piccolo per sostenere la lamina, che si spinge sempre più in profondità creando infiammazione e dolore. Oltre all'approccio farmacologico, opportunamente scelto in seguito alla valutazione della causa scatenante il fenomeno, l'unghia viene trattata con sostanze cheratolitiche, come urea e acido salicilico in elevata concentrazione, o con frese e levigatori per unghie, al fine di ridurne lo spessore e ridimensionarne la forma. In certi casi è necessario indurre il distacco della lamina dal letto ungueale (onicolisi) per favorirne il rinnovo totale. Si può ricorrere a trattamenti come la ricostruzione ungueale per migliorare il profilo estetico dell'unghia, tranne nei casi in cui l'ispessimento è legato ad onicomicosi o si hanno lesioni ed infiammazioni a carico della zona interessata. Classicamente si distinguono tre aspetti clinici dell' iperonichia:

• onicauxi

• pachionichia

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L'onicauxi è una semplice iperplasia della lamina, che si ispessisce progressivamente in tutte le sue dimensioni. Con il termine pachionichia ci si riferisce invece alle onicopatie congenite in cui all'ispessimento della lamina si associa l'iperplasia del letto ungueale. In questa affezione, la matrice germinativa tende ad essere iperproliferante provocando un ispessimento eccessivo della lamina. E' un disturbo generalmente legato alla senescenza. L'onicogrifosi, infine, è un ispessimento cospicuo ed irregolare della lamina e del letto ungueale: si verifica un accrescimento asimmetrico dell'unghia in quanto una metà della matrice cresce più rapidamente di quella controlaterale, pertanto l'unghia diventa durissima e si incurva lateralmente ad artiglio nella direzione di minore crescita. L'affezione interessa elettivamente le unghie degli alluci e si manifesta soprattutto nei soggetti anziani in quanto correlata a difetti circolatori o a deformità ossee dovute ad esempio ad artrosi o alluce valgo. Più raramente si può riscontrare in soggetti giovani, per i quali l'ipertrofia insorge di solito dopo traumatismi cronici oppure a causa di infezioni da parte di germi o funghi che si localizzano nell'unghia. Oltre al disturbo puramente estetico, queste unghie risultano molto dolorose ed il loro eccessivo spessore può provocare l'insorgenza di callosità subungueali che incrementano ulteriormente il dolore, causando problemi di deambulazione. Per ridurre lo spessore e modellare l'unghia con lo scopo di riportarla ad uno stato più fisiologico si ricorre al trattamento podologico. In molti casi è necessario eseguire l'asportazione dell'unghia e della matrice per impedirne la ricrescita (Yesil Y. et al.,2012).

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Figura 2. Onicogrifosi

2.1.2 unghie a "pinza"

Questo tipo di anomalia è caratterizzata da una consistente accentuazione della curvatura trasversale della lamina tale da far sì che i margini della stessa si spingano verso il basso costringendo a "pinza" il letto ungueale. Tale alterazione interessa soprattutto le unghie degli alluci ed è legata generalmente all'uso di calzature improprie, più raramente ad alterazioni ossee delle dita. Il trattamento prevede essenzialmente l’uso di calzature più idonee, se ciò non dovesse bastare è possibile ricorrere ad interventi chirurgici specifici. Nei casi meno gravi, l'inestetismo può essere migliorato da trattamenti estetici come, ad esempio, la ricostruzione ungueale. E' opportuno affidarsi ad uno specialista prima di procedere con qualsiasi tecnica di rimodellamento dell' unghia per stabilire l' entità e la gravità del disturbo poiché spesso molti trattamenti risultano dannosi e possono addirittura favorire o aggravare il fenomeno (Stenn K. et al, 2000).

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2.1.3 coilonichia

Nella coilonichia la lamina ungueale perde la sua normale convessità apparendo piatta con delle concavità o interamente concava, in quanto i margini laterali ed il margine libero si sollevano a cucchiaio. Tale alterazione risulta essere fisiologica nel bambino e regredisce spontaneamente con la crescita. Nel soggetto adulto la coilonichia può essere sintomo di anemia da carenza di ferro nel caso in cui il disturbo interessi tutte le lamine ungueali, se invece il difetto si manifesta solo in alcune unghie ed in particolare in quelle della mano dominante, la causa è probabilmente riconducibile ad un trauma meccanico (Stenn K.,2000).

2.1.4 Ippocratismo ungueale

L'ippocratismo ungueale è caratterizzato da un'eccessiva convessità di tutte le lamine ungueali, con un'espressione morfologica che può essere prevalentemente longitudinale ( unghie a "becco di uccello"), trasversale (unghie a "bilanciere di orologio") o mista (unghie a "vetrino di orologio"). La lamina, che si presenta cianotica, risulta talmente incurvata da ricoprire quasi completamente la punta dei polpastrelli. Questo tipo di alterazione può avere un valore diagnostico in quanto sintomo di patologie gravi come affezioni bronco-polmonari croniche o neoplasie dell'apparato respiratorio ed è generalmente associata all'ipertrofia delle estremità delle dita (Holzberg M., 2000).

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Figura 3 Coilonichia Figura 4

Clubbing: dita a bacchetta di tamburo in un paziente affetto da neoplasia toracica. 2.1.5 Brachionichia

La brachionichia è una alterazione della forma delle lamine ungueali che, diminuite in lunghezza, si presentano più larghe che lunghe. Quando a questa anomalia si associa l'accorciamento della falange distale del primo dito della mano si parla di "pollice a racchetta". Spesso la brachionichia è legata all'onicofagia ossia al vizio di "mangiarsi" le unghie, ma si può manifestare anche in concomitanza di patologie sistemiche.

2.1.6 Onicoatrofia

L'onicoatrofia, congenita o acquisita, è una diminuzione delle dimensioni e dello spessore della lamina ungueale. E' una malattia che interessa soprattutto l'unghia del pollice delle mani e dei piedi. La riduzione dello spessore e delle dimensioni della lamina fa sì che le unghie tendano a rompersi e scheggiarsi, generando delle fessure

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trasversali che possono diramarsi in ondulazioni diagonali. Tale condizione è principalmente correlata a disturbi cardiovascolari per i quali si verifica uno scarso afflusso ematico alla matrice ungueale, oppure può essere dovuta ad una carenza nutrizionale. Si manifesta con maggiore incidenza nei soggetti anziani.

2.1.7 Onicolisi

L'onicolisi è il distacco della lamina dal letto ungueale. Il processo inizia nei pressi del bordo libero dell'unghia e, procedendo in senso prossimale, finisce per raggiungere la matrice. L'affezione può essere idiopatica ma, più spesso, ha un'origine sistemica (turbe circolatorie, malattie tiroidee, anemie), quando non dipende da processi dermatologici (eczema, psoriasi, onicolisi congenita). Ancora, l'onicolisi può conseguire all'azione di fattori chimici, come l'impiego frequente di detergenti aggressivi, cosmetici e solventi. Anche una manicure eccessiva del solco sub-ungueale può essere alla base di questa problematica. Dal punto di vista estetico, non è possibile beneficiare della ricostruzione ungueale per correggere l'inestetismo a causa della fragilità dell'unghia, la quale non offre un supporto idoneo a tale procedura. L'utilizzo di prodotti con proprietà indurenti e rinforzanti delle unghie possono portare a notevoli miglioramenti del disturbo (Myron A. et al,2004).

2.1.8 Onicomadesi

Per onicomadesi si intende la separazione della lamina dalla matrice e successiva sua eliminazione. Alla caduta dell'unghia può conseguire uno stato di atrofia cicatriziale del letto ungueale con formazione o meno di pterigio (fusione della cuticola al letto ungueale). Spesso è una condizione post-traumatica o legata ad infezioni.

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2.1.9 Anonichia

L'anonichia è una patologia ungueale caratterizzata dall'assenza, più o meno completa, della lamina. Può essere congenita (più rara, correlata a disturbi della crescita) o acquisita, ad esempio connessa a patologie come la psoriasi. Questa manifestazione può essere accompagnata da cromonichia, cioè da una variazione del colore naturale dell'unghia.

Infine, una variazione morfologica delle unghie può essere riconducibile ad abitudini sbagliate o tic nervosi come l'onicofagia che è il vizio di rosicchiare il bordo libero dell'unghia sino a ridurre le lamine, nei casi estremi, a monconi. Altro tic da citare in questo senso è l'onicotillomania, a causa del quale frammenti di unghia e di tessuti periungueali vengono progressivamente divelti. Ai due tic, spesso associati, conseguono facilmente erosioni traumatiche dolorose spesso preda di infezioni microbiche. In commercio sono disponibili numerosi prodotti cosmetici in grado di correggere tali abitudini (Stenn K. et al,2000).

2.2 Anomalie di superficie

In condizioni di normalità, la lamina ungueale presenta una superficie lucida, liscia, uniforme e di consistenza dura. Caratteristiche come durezza, resistenza ed elasticità dell'unghia sono dovute principalmente alla presenza di cheratina, di oligoelementi come zinco, ferro e rame e di vitamine, in particolare vitamina A, vitamina B6, vitamina H, vitamina C e vitamina E. La carenza di uno o più di questi componenti fondamentali si traduce in un progressivo indebolimento delle unghie provocando alterazioni, più o meno marcate, del loro aspetto anatomico (Scheinfeld N. et al,2007). Altro elemento fondamentale della lamina ungueale è l'acqua alla quale sono strettamente correlate le proprietà meccaniche delle unghie. Variazioni della percentuale di acqua nella lamina, che in condizioni di normalità è intorno al 18%, comportano modifiche della sua

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consistenza: un contenuto di acqua superiore al 25% rende l’unghia tenera e flessibile; al contrario, quando il contenuto in acqua scende al di sotto del 16%, l’unghia diventa friabile. L’unghia contiene inoltre tracce di lipidi, presenti sotto forma di colesterolo, di acidi grassi saturi, di acidi grassi insaturi e di idrocarburi, importanti per l’elasticità della lamina e per la coesione intercellulare.

Di seguito si considerano nello specifico le principali anomalie che si possono osservare sulla superficie della lamina ungueale ponendo attenzione alle alterazioni strutturali che l'unghia subisce nel corso dell’onicopatia e alle cause ad esse associate.

2.2.1 Unghie fragili

La fragilità ungueale può essere una condizione apparentemente idiopatica, un sintomo di numerose affezioni dermatologiche che colpiscono le unghie, o può accompagnare affezioni sistemiche. La fragilità ungueale si presenta con unghie friabili che si spezzano, si sfaldano e risultano prive di elasticità. E' un fenomeno molto diffuso, interessa infatti circa il 20% della popolazione e risulta più frequente nelle donne. La predisposizione del sesso femminile allo sviluppo di questo problema non è solo dovuta a fattori ambientali (ripetuto contatto con acqua e detergenti) o di costume (le unghie lunghe), ma anche a fattori ormonali che condizionano il contenuto in lipidi delle unghie e quindi, la loro suscettibilità alla disidratazione. L'avanzare dell'età può incrementare il problema, dopo la menopausa infatti il contenuto lipidico della lamina diminuisce e le unghie divengono più fragili, secche e suscettibili a fratture. Una delle cause più comuni della fragilità ungueale è rappresentata da uno scarso apporto di nutrienti, in particolare vitamine ed oligoelementi, fondamentali per la salute delle unghie. Si verifica, in questo caso, un marcato assottigliamento della lamina che appare fessurata, striata in senso longitudinale e con la tendenza a sfaldarsi. Quando questa anomalia è legata ad uno stato di malnutrizione può essere trattata adottando un regime alimentare più completo ed

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adeguato, arricchito, se necessario, dall'assunzione di specifici integratori a base di proteine, vitamine ed oligoelementi. Nello specifico la vitamina A è fondamentale per aiutare l'organismo ad assimilare le proteine ed insieme al calcio aumenta l'elasticità delle unghie, la vitamina D e la biotina ne favoriscono l'accrescimento, ferro, zolfo, silicio e vitamine del gruppo B le irrobustiscono (Scheinfeld N. et al,2007). Altre cause del fenomeno possono essere imputabili ad abitudini scorrette che conducono alla disidratazione dell'unghia, come lavaggi frequenti, soprattutto in acqua calda, contatto prolungato con agenti alcalini, solventi, acidi, soluzioni zuccherine, detergenti. Le unghie affette sono assottigliate, si sfaldano nella loro porzione distale, si spezzano, perdono elasticità e possono presentare fissurazioni. Talvolta la fragilità interessa solo la superficie dell'unghia, che si degranula e presenta piccole macchie biancastre. Tra i prodotti presenti in commercio maggiormente implicati nel fenomeno si possono citare i disinfettanti per mani senz'acqua costituiti da un agente antibatterico, in genere triclosan, in un veicolo a rapida evaporazione che rimuove una quantità di acqua dall'unghia maggiore rispetto al tradizionale lavaggio acqua e sapone, oppure prodotti di pulizia fluidi che contengono ammoniaca, candeggina e detergenti aggressivi. Il trattamento della fragilità idiopatica prevede misure preventive (limitare contatto con acqua e detergenti) e l’applicazione di prodotti topici ad azione idratante ( Barba C. et al, 2009). Infine, la fragilità ungueale può essere dovuta anche a trattamenti estetici di vario tipo, come una limatura scorretta che può danneggiare la lamina, uso di prodotti di qualità scadente, impiego eccessivo di smalti e solventi, ricostruzione ungueale frequente o può essere associata a malattie dermatologiche (psoriasi, eczema, lichen planus) o sistemiche ( arteriopatie periferiche, anemia da carenza di ferro, malattie neurologiche). I principali quadri di presentazione della fragilità ungueale sono:

• onicoressi

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Nel caso dell' onicoressi la lamina ungueale, nettamente assottigliata, appare percorsa da sottili solchi longitudinali e micro taglietti verticali. Il margine libero può presentare un aspetto dentellato a causa di fissurazioni multiple dalle quali si distaccano frammenti di cheratina. Generalmente l'onicoressi è dovuta a disturbi di carattere metabolico, in particolare a deficit di ferro e calcio nel sangue e si manifesta con maggiore frequenza negli anziani. Nell' onicoschizia lamellina si verifica lo sfaldamento degli strati superficiali della lamina ungueale con sdoppiamento della stessa. Questa frammentazione, generalmente indice di disidratazione della lamina, interessa principalmente le estremità distali ed il margine libero che appare microfratturato. Si manifesta soprattutto nelle donne e colpisce esclusivamente le unghie delle mani (Colombo VE et al.,1990).

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2.2.2 Solchi trasversali

I solchi trasversali delle unghie sono depressioni lineari dovute principalmente ad un danno a carico della matrice che può provocare un temporaneo arresto dell'attività mitotica dei cheratinociti della stessa. La profondità della depressione indica l'entità del danno mentre la sua lunghezza indica la durata dell' insulto. Nel caso in cui l'intera attività della matrice venga inibita per 2 o 3 settimane il solco raggiunge la sua massima profondità provocando una divisione totale della lamina. Quando vari solchi percorrono allo stesso livello numerose lamine ungueali, sia delle mani che dei piedi, si parla di solchi o linee di Beau. Questa affezione è spesso fortemente connessa a disordini nutrizionali che comportano una riduzione dei livelli di minerali nel sangue, ed in particolare di calcio e zinco. Le linee di Beau sono anche uno degli effetti collaterali più comuni dei farmaci chemioterapici a causa della loro tossicità su tessuti con intensa attività mitotica, quali la matrice ungueale, la matrice dei follicoli piliferi e le mucose. Non richiedono alcun trattamento, poiché riflettono un danno già avvenuto al livello della matrice. Si muovono distalmente con la crescita dell'unghia e vengono quindi eliminate (Weismann K, 1997).

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2.2.3 Erosioni puntiformi

Le erosioni puntiformi sono piccole depressioni superficiali a carattere puntiforme che interessano la superficie dorsale della lamina e che, quando il loro numero è cospicuo, conferiscono all’unghia un aspetto cribrato a "ditale da sarta". Tale manifestazione è generalmente associata alla psoriasi.

2.3 Anomalie di colore

Le cromonichie sono delle anomalie nelle quali si verificano variazioni del colore naturale dell’unghia. Il colore delle unghie è determinato dal grado di trasparenza della lamina, dalla sua aderenza con le strutture sottostanti e dalla vascolarizzazione del letto ungueale. In condizioni di normalità la lamina è trasparente in quanto costituita da cellule completamente cheratinizzate e prive di nucleo e la sua classica colorazione rosata è legata alla ricca vascolarizzazione del letto ungueale.

2.3.1 Leuconichia

La leuconichia è la forma di cromonichia più comune. Si presenta come delle macchie bianche, di forma variabile e più o meno estese, che compaiono sull’unghia, manifestandosi in tutte le lamine o solo in alcune ed interessando con maggiore frequenza quelle delle mani. E’ generalmente espressione di una lesione di natura traumatica a carico dell’unghia ma può anche corrispondere a fenomeni di demineralizzazione (in particolare carenza di calcio e ferro), o a patologie sistemiche. Anche l’assunzione di farmaci antineoplastici può essere la causa di questa manifestazione. Si possono distinguere tre tipi di leuconichia:

•  leuconichia vera

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•  pseudo-leuconichia

Nella leuconichia vera la lamina perde la sua normale trasparenza a causa di un danno ai cheratinociti della matrice distale con conseguente alterazione della loro cheratinizzazione e persistenza dei nuclei all'interno della lamina ungueale: questa porzione di lamina non sarà quindi traslucida ma apparirà bianca ed opaca in quanto riflette la luce. Nella leuconichia apparente la pigmentazione bianca dell'unghia è dovuta ad un' alterazione della circolazione ematica del letto ungueale. Questa condizione, generalmente associata a patologie sistemiche o ad effetti collaterali di alcuni farmaci antineoplastici si traduce con uno sbiancamento della lamina che può presentarsi con due diversi quadri clinici: le cosiddette "half-and-half nails" e la leuconichia striata. Nelle "half-and-half nails" la parte prossimale dell'unghia mostra un anormale colorito bianco, che oscura la lunula, mentre la metà distale dell'unghia è di colore rosa, rossastro o marrone. Nella leuconichia striata, invece, la lamina appare attraversata da bande trasversali multiple biancastre ed opache, parallele alla lunula, separate l'una dall'altra da bande di normale colore rosa, assumendo appunto un aspetto striato. Si parla infine di pseudo leuconichia quando il colore bianco della lamina è la conseguenza di un’infezione micotica dell’unghia ed in particolare di onicomicosi bianca superficiale (OSB) quasi sempre causata da Trycophyton mentagrophytes che parassita lo strato dorsale della lamina ungueale.

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Figura 8 Leuconichia striata

2.3.2 Melanonichia

E’ una colorazione nera, blu o marrone dell’unghia solitamente localizzata e spesso longitudinale. Tale colorazione può, talvolta, invadere il polpastrello. E’ dovuta ad un’eccessiva produzione di melanina nei tessuti subungueali e nell’unghia. La melanonichia è abbastanza frequente nei soggetti di colore nei quali è legata ad un’attivazione benigna dei melanociti della matrice. Nei caucasici invece la comparsa di tale anomalia deve indurci ad effettuare accertamenti volti ad escludere un possibile melanoma al livello dalla matrice ungueale. Le cause scatenanti il fenomeno possono essere farmaci, traumi che formano ematoma, melanoma o infezioni da parte di lieviti o muffe (Avner Shemer, C. Ralph Daniel III,2013).

2.3.3 Unghia ingiallita o xantonichia

Si tratta di una sindrome in cui le unghie crescono, con lentezza, in altezza e con strie longitudinali. Tutte le unghie acquisiscono un colorito giallo-verdastro. Essa può dipendere da infarto del miocardio, diabete mellito, artrite reumatoide e morbo di Hodgkin. L’ingiallimento delle unghie può anche essere dovuto all’uso di prodotti cosmetici di qualità scadente o all’applicazione frequente di smalti colorati: si può avere infatti l’assorbimento del pigmento da parte della lamina.

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Figura 9 Sindrome delle unghie gialle

2.3.4 Unghia a metà

Si tratta di una discromia bifasica dell’unghia, in cui la parte distale è marrone, rossa o rosa mentre quella prossimale mantiene un aspetto abbastanza normale. Questo tipo di disturbo è riconducibile alle patologie croniche di fegato e reni.

2.3.5 Unghie blu e unghie verdi

Le unghie blu dipendono generalmente da problemi della circolazione del sangue ma possono anche essere conseguenza dell’assunzione di alcuni farmaci come tetracicline e clorochine. Le unghie verdi indicano invece un’infezione da Pseudomonas.

Infine, un’onicopatia da citare che comprende tutte e tre le categorie di anomalie è l’onicomicosi. L’onicomicosi rappresenta un disordine comune delle unghie causato da una grande varietà di funghi che vanno dai dermatofiti ai non- dermatofiti, muffe e lieviti. L’affezione aggredisce le unghie sia delle mani che dei piedi con una percentuale di popolazione coinvolta che si aggira attorno al 19%, dove per l’80% coinvolge il piede. E’ rara in età pediatrica mentre è più frequente in età senile; colpisce

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indifferentemente entrambi i sessi. Nella maggior parte dei casi le onicomicosi sono causate da funghi dermatofiti ossia un gruppo di funghi definiti “cheratinofili” in grado cioè di parassitare i tessuti cheratinizzati: lo strato corneo dell’epidermide e gli annessi cutanei (capelli, peli e unghie nel caso dell’uomo). L’unghia affetta da onicomicosi si presenta ispessita, spesso deformata ed è caratterizzata da una grande fragilità della lamina che appare spaccata, ricca di fissurazioni e con la forte tendenza a sfaldarsi. La lamina è opaca e con evidenti chiazze gialle più o meno estese. Spesso questa condizione è accompagnata da dolore e talvolta da cattivo odore (Avner Shemer, C. Ralph Daniel III,2013).

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3. Principali trattamenti estetici e prodotti cosmetici impiegati

nelle onicopatie più comuni

Ad oggi è possibile beneficiare di molti trattamenti estetici utili a ripristinare il normale aspetto dell’unghia o comunque a migliorare il difetto, spesso motivo di disagio. Non tutti gli inestetismi possono essere sottoposti a questi trattamenti, pertanto è necessario rivolgersi ad uno specialista per conoscere la natura del disturbo e scegliere eventualmente la procedura più adeguata. In commercio sono presenti inoltre numerosi prodotti cosmetici specifici per il trattamento di vari inestetismi a carico delle unghie e che da soli o, se necessario associati ad una specifica terapia farmacologica, possono determinare la completa risoluzione del problema. In generale i prodotti cosmetici dedicati al trattamento delle unghie si pongono l’obiettivo di proteggerle, nutrirle e favorirne l’idratazione. Le principali affezioni a cui sono rivolti la maggior parte dei trattamenti estetici sono:

1) Fragilità ungueale: questa onicopatia viene innanzitutto trattata con sostanze volte a contrastare la disidratazione dell’unghia, spesso causa del fenomeno. Esistono numerosi prodotti idratanti, dotati di proprietà umettanti ed emollienti, formulati principalmente sotto forma di creme ( a base di vaselina, lanolina, urea, fosfolipidi, collagene, acido ialuronico, colesterolo -idrossiacidi, ac.lattico) e oli (olio di semi di arachide, di oliva, di mais o cocco). Possono essere inoltre prescritti integratori alimentari contenenti oligoelementi (ferro, zinco, selenio), vitamine (B6, C, E, biotina) e aminoacidi (cistina, arginina, ac. glutammico) necessari per la corretta crescita dell'unghia (Antonella Tosti et al,2000). Al fine di evitare la disidratazione della lamina è opportuno anche utilizzare detergenti a base di estratti vegetali eventualmente arricchiti con oli essenziali ad azione antibatterica. Per quanto riguarda i prodotti dedicati alla rimozione dello smalto sono da prediligere solventi lipofili che, per affinità chimico-fisica, sciolgono gli smalti e ne

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permettono la rimozione. In particolare è opportuno utilizzare solventi privi di acetone e metanolo largamente impiegati in questo senso ma che, se usati frequentemente, possono seccare la lamina. Per il trattamento delle unghie fragili esistono inoltre gli smalti rinforzanti, a base di ingredienti come cellulosa, bentonite e dimeticone, che contribuiscono a rendere le unghie più forti e resistenti. In realtà questi prodotti non modificano la struttura dell’unghia, ma la rivestono con una strato resistente che protegge la cheratina da stress meccanici e dall’azione di detergenti. Oltre agli ingredienti rinforzanti, questi prodotti possono essere impreziositi da sostanze dotate di proprietà idratanti ed emollienti (pantenolo, olio di jojoba o proteine idrolizzate del grano) e da nutrienti come metionina (aminoacido che favorisce la formazione di cheratina), vitamine e minerali che promuovono il corretto accrescimento dell’unghia, soprattutto se associati ad integratori a base di tali elementi. La fragilità ungueale può anche derivare dall’onicofagia, la quale può essere trattata utilizzando specifici smalti dal sapore amaro, dovuto normalmente alla presenza di un composto chimico denominato denatonio benzoato, che scoraggiano l’abitudine di mangiarsi le unghie. La fragilità ungueale è il motivo più frequente per il quale si ricorre alla ricostruzione ungueale in quanto questa tecnica ha la capacità di rendere immediatamente l’unghia apparentemente sana e bella in modo duraturo. Tuttavia questo trattamento può, alla lunga, debilitare l’unghia e causare dunque un peggioramento della situazione.

2) Iperonichia: l’ispessimento ungueale può essere dovuto a numerosi fattori e comporta normalmente una deformazione più o meno marcata della lamina. Questo tipo di inestetismo può essere efficacemente trattato con prodotti a base di sostanze cheratolitiche come urea o acido salicilico ad elevata concentrazione (30-40%) particolarmente indicati per contrastare l’ipercheratosi ungueale. Nello specifico, l’urea ha un effetto cheratomodulante in quanto induce la differenziazione dei cheratinociti e ne riduce la loro proliferazione mentre l’acido salicilico esercita un effetto caustico comportando una progressiva esfoliazione della lamina. Questi prodotti possono essere

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arricchiti da agenti idratanti che ammorbidiscono la lamina facilitando l’azione del principio attivo, come alfa e poli-idrossi acidi o lattato di sodio e glucono d-lattone che inoltre operano in sinergia con l’urea per contrastare l’eccessiva proliferazione dei cheratinociti. Oltre a questi prodotti si può ricorrere a trattamenti specifici come l’ortonixia. L’ortonixia o rieducazione ungueale permette di correggere, modificare e ridurre l’eccessiva curvatura trasversale e l’eccessivo spessore della lamina ungueale applicando delle forze tangenziali alla lamina stessa. Questa tecnica è in grado di determinare una correzione lenta e graduale della morfologia dell’unghia nei soggetti che presentano un’involuzione della stessa, di natura congenita o traumatica. Previene l’onicofosi (callosità periungueali) e l’onicocriptosi, in quanto risolve il conflitto tra i bordi della lamina e i solchi ungueali (Cashman MW et al, 2010).

3) Cromonichie : Tutte le anomalie di colore possono essere camuffate da trattamenti estetici, a partire dalla semplice applicazione dello smalto fino alla ricostruzione ungueale, salvo i casi in cui alla variazione cromatica si associano altri disturbi che impediscono il trattamento. Il metodo più semplice per camuffare le variazioni cromatiche delle unghie è quello di applicare uno smalto colorato. Gli smalti sono i prodotti cosmetici più utilizzati nel trattamento delle unghie; il loro obiettivo principale è quello di ricoprire la lamina ungueale con una patina di consistenza e colore variabile. Uno smalto ideale deve essere brillante, facile da distribuire, di lunga durata, resistente ai microtraumi meccanici, di rapida asciugatura e non tossico. Si tratta di lacche sintetiche contenenti miscele inorganiche che, a seconda delle percentuali utilizzate, consentono di ottenere le tonalità più svariate. In particolare, per quanto riguarda la composizione, uno smalto è costituito da una base, in genere nitrocellulosa, disciolta in un solvente (butil acetato o etil acetato). La base di nitrocellulosa può essere lasciata come tale (smalto trasparente) oppure addizionata di pigmenti. I pigmenti sono sostanze inorganiche colorate, stabili a luce e calore ed insolubili nel mezzo, che agiscono modificando i processi di riflessione della luce, facendo apparire colorate le superfici

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sulle quali vengono applicate. L’uso eccessivo degli smalti colorati può tuttavia determinare l’assorbimento dei pigmenti da parte della lamina provocando una variazione della normale colorazione dell’unghia ed in particolare il suo ingiallimento (xantonichia). Questa complicazione può essere prevenuta semplicemente applicando uno smalto trasparente prima di utilizzare lo smalto colorato. Per ridurre l’ingiallimento della lamina è possibile utilizzare smalti sbiancanti a base di ingredienti che agiscono per effetto ottico. Per la completa risoluzione del problema sarà necessario attendere il rinnovo totale dell’unghia. Oltre a questa problematica, gli smalti possono rappresentare un rischio per la salute in quanto spesso costituiti da ingredienti dannosi inseriti nella formulazione per migliorare alcune caratteristiche del cosmetico. Le sostanze dannose che si possono riscontrare negli smalti e nei prodotti per le unghie sono sostanzialmente quattro: Formaldeide, Toluene, Canfora e Dibutil Ftatalato (DBP). La Formaldeide è un composto organico, appartenente alla famiglia delle aldeidi, fortemente reattivo e dannoso (Baran R, 2002). Le informazioni tossicologiche reperibili nella scheda di sicurezza della sostanza testimoniano importanti conseguenze derivanti dall’esposizione massiccia ad essa, quali corrosività per la pelle, per gli occhi e per le mucose, potenziale sensibilizzazione cutanea e capacità d’indurre cancro. L’AIRC, Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro, ha inserito da alcuni anni la formaldeide tra le sostanze considerate cancerogene per la specie umana, evidenziando la sua capacità d’interferire con il DNA. Attualmente moltissime case cosmetiche stanno escludendo dalle loro formulazioni di smalti e trattamenti per unghie formaldeide e donatori della stessa (Sodium hydroxymethyl glycinate, Benzylhemiformal, Imidazolidinyl urea diazolidinyl urea), proponendo alternative sempre più valide ed economiche. Il Toluene è un solvente facilmente impiegato negli smalti in quanto favorisce una buona stesura e una rapida asciugatura. Il solvente risulta pericoloso sia per inalazione che per assorbimento. A livello locale il toluene può causare irritazione cutanea, dermatite, infezioni secondarie causate dall’eccessivo effetto “sgrassante” che esplica a livello cutaneo, irritazione alle

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mucose. La Canfora è una sostanza sintetica velenosa per la fauna e già da trent’anni sottoposta a rigide limitazioni d’impiego dalla Food and Drug Administration (FDA) che ne fissa il quantitativo massimo nei prodotti da consumo non superiore all’11% La scheda di sicurezza della Canfora riporta possibili effetti tossici quali irritazione per le mucose, difficoltà respiratorie e tosse se inalata, irritazioni da contatto con la pelle, irritazioni per le mucose e gli occhi. Il cosiddetto DBP, o Dibutil Ftatalato, è una sostanza il cui uso è proibito dalla Direttiva sui Prodotti Cosmetici francese che ne ha evidenziato in più occasioni le dannose conseguenze a carico dello sviluppo degli organi riproduttivi maschili e femminili. Esso è potenziale causa di danni al feto nelle donne in gravidanza e può indurre aborti e malformazioni congenite. Studi recenti ne hanno evidenziato l’elevata penetrazione nella pelle ed hanno classificato la sostanza come nociva e pericolosa per l’ambiente (www.fda.gov).

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4. La ricostruzione ungueale

La ricostruzione ungueale è un trattamento estetico che ha avuto negli ultimi tempi un enorme successo in quanto permette di ottenere rapidamente unghie ben curate e apparentemente sane. Lo scopo del trattamento è quello di ricoprire l’unghia naturale con unghie artificiali in modo da proteggerla e conferirle un risultato estetico di allungamento e decoro mantenendo le stesse caratteristiche funzionali dell’unghia naturale e viene utilizzato sia per ovviare alla presenza di unghie rovinate o deboli sia in rapporto ad esigenze puramente estetiche. La ricostruzione ungueale non è dunque soltanto un capriccio estetico ma è diventato un valido rimedio per donne affette da onicofagia o da distrofie antiestetiche di varia natura. Per l’impianto dell’unghia permanente invece, c’è bisogno di un intervento di chirurgia plastica, che solo medici specialisti possono legalmente effettuare. Con il termine ricostruzione si intende il rifacimento di un’unghia con un aspetto molto simile a quella naturale. E’ necessario che l’unghia ricostruita sia resistente ma non flessibile, dura ma non fragile, modellabile e biocompatibile. Le tecniche di ricostruzione possono essere distinte in tre tipologie:

1. Nail wraps: questa tecnica consiste nell’applicare sopra l’unghia naturale, con un particolare adesivo acrilico, delle lamine di seta, fibra di vetro o lino che possono essere decorate. Questa procedura, insieme a quella delle unghie adesive, è stata scalzata da tecniche in grado di garantire risultati più naturali e duraturi.

2. Sculptured nails: questa tecnica, nota anche con il nome di unghie acriliche, è una procedura lunga e complessa che richiede professionalità ma che garantisce un risultato naturale e molto duraturo. Si basa su un sistema liquido- solido in cui i due componenti vengono miscelate appena prima dell’applicazione così da formare una resina malleabile che può essere applicata sull’unghia e che polimerizzando si indurisce formando una lamina simile a quella naturale. In

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particolare la fase liquida è una miscela di: monomeri acrilici, cross-linker (trietilene glicole dimetacrilato o TEDGMA), stabilizzatori e starter (www.nsinails.com). La polvere invece è formata da: polimeri e copolimeri già parzialmente formati (etilmetacrilato o EMA, idrossi etil metacrilato o HEMA e metil metacrilato o MMA), catalizzatore (benzoil perossido o BPO), coloranti e opacizzanti come il titanio diossido. Non appena le due fasi vengono a contatto, il BPO, grazie al calore che si sviluppa dalla reazione con lo starter, forma un radicale che attiva i monomeri della fase liquida a reagire con i polimeri della polvere formando catene lineari tramite legami testa-coda connesse tra loro da cross-link. La velocità di polimerizzazione e quindi l’indurimento della resina dipendono dal rapporto tra i vari componenti che deve garantire un buon compromesso tra lavorabilità e tempo di indurimento. L'acrilico può essere intero o parziale e può essere posizionato sopra tutta la lamina o solo sulla punta, in questo senso l'unghia in acrilico è usata come estensione dell'unghia propria. E’ possibile applicare una tip (una piccola "protesi") che viene appoggiata sulla superficie dell’unghia e fissata grazie alla resina acrilica, costituendo così la struttura interna dell’unghia ricostruita, più solida e resistente rispetto a quella naturale. La resina acrilica si indurisce rapidamente e senza l’ausilio di strumenti. Le polveri acriliche sono disponibili in una serie di colori base come bianco o rosa, ma possono essere miscelate sul momento con polveri colorate per creare la nuance che si desidera ottenere. Le unghie in acrilico possono essere rimosse utilizzando solventi molto forti, in genere acetone.

3. UV-gel nails o unghie in gel: rappresenta la tecnica di ricostruzione attualmente più utilizzata. Si utilizzano geli contenenti polimeri sensibili alle radiazioni UVA. I motivi del grande successo sono la maggiore rapidità della procedura ed il risultato naturale che è possibile raggiungere. La ricostruzione con gel consente di ottenere una superficie liscia e regolare sulla quale vengono applicati smalti

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colorati. Il processo di ricostruzione si articola in 3 momenti: preparazione dell’unghia, stesura del gel e asciugatura sotto la lampada UV per la solidificazione del gel. Inizia con la pulizia dell’unghia, la rimozione delle cuticole e la disidratazione della superficie per renderla più adesiva. Viene quindi applicato un primer o un binder che migliora l’adesione del gel all’unghia naturale. Successivamente si passa uno strato di gel che è composto da monomeri e oligomeri uretano acrilati (75-95%), cross-linker (TEDGMA, tripropilene glicole di acrilato o TPGDA), un fotoionizzatore (es. benzofenone e 1-idrossicicloesil-fenil-chetone) (1-4%) e un catalizzatore (es. dimetil toliamina) (0,75-1,25%) (www.wisegeek.com/what-is-nail-primer). A differenza delle sculptured nails, la polimerizzazione è attivata dai raggi UVA. In particolare il fotoionizzatore, assorbendo la radiazione, forma un radicale in grado di eccitare i vari monomeri che potranno polimerizzare e formare catene mediante legami testa-coda connesse tra di loro da legami cross-link.

Figura 10 Reazione di polimerizzazione di un gel per la ricostruzione ungueale mediante trattamento UV.

In questo modo si viene a creare una struttura tridimensionale resistente e flessibile dall’aspetto lattiginoso tipico del gel (www.hooked-on-nails.com/chemistry). La presenza di oligomeri piuttosto che di singoli monomeri accelera la polimerizzazione e diminuisce a pochi minuti il tempo di esposizione ai raggi UVA. Generalmente sono necessari tre strati di gel per ottenere la durezza e la curvatura volute, pertanto

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