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riducta] A: ruducta 47, 8 piacque] B: piaqque

FINITO TERCIO CANTARE INCIPIT QUARTO

7. riducta] A: ruducta 47, 8 piacque] B: piaqque

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Onde che per quel nobil cavaliero la nobile città canpò il furore: fu di gran senno e pregiato gueriero, et in batagla fu buon feritore;

di sua città fu zelator per vero, fu ghibellino, chome conta l’altore, questo messer Farinata pregiato fu delli Uberti, e fu molto onorato. 49

L’anno del mille dugientosesantuno, il conte Guido Novello valoroso, in Firense vicario, com’ sa ognuno, per lo buon re Manfredi gratioso de’ ghibellini fe’ radunar ognuno dalla Toscana, e poi sensa riposo, radunato su’ oste sensa incianpo, sopra luchesi fe’ muover il canpo. 50

Santa Maria a Monte sì prendea, Monte Calvoli e Posso a tal mercato: per li luchesi prima si tenea;

poi a Fucechio ànno canpo fermato, e ’n breve tenpo star nom vi potea pe’ ll’aquassion che v’à tutto allaghato, onde fu forssa lor di dipartire,

come conta la storia, allo ver dire.

48, 3. fu di gran senno] A: fu gram senno 48, 4. d] canc.; batagla] B: battagla 48, 6. chome] B: come 48, 8 onorato] B:

honorato 49, 1. dugientosesantuno] B: dugien sesantuno 49, 2. Novello] B: novel 49, 3. Firense] B: firensse 49, 6. sensa] B: sanssa 49, 7. incianpo] B: incciampo 50, 1. Monte] B: montte 50, 6. v’a] A: nam 50, 7. di dipartire] B: di lì partire

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E siate certi che a Fucecchio v’era molti nobili guelfi, venuti ivi

con gran richessa, per cotal maniera, che ’l castello era buon per star quivi, e lluogo grasso con bella riviera; ma que’ soldati, assai vili e cchattivi, non sepper ben uzare lor ferramenti, e però del castel non fur’ vincenti. 52

E fuvi la masnata de’ tedeschi, e ’l conte Guido capitan Novello, de’ ghibelim la forssa, e tutti freschi di guerra, e non ottener’ il castello: bem si portar’ allor que’ da Fucecchi defendendosi lor molto ben e bello; partisi l’oste e a Firense tornoe e pocho onor per lor si conquistoe. 53

L’anno seguente del sesantadue, li usciti guelfi, ongnun prode e valente, in Luca radunato ciaschum fue,

ed un trattato avean segretamente dentro da Singna, onde sensa star piue si furom mossi, e giunsem di prezente, dentro da Singna e lla terra piglarom, ma molto poco lì vi dimorarom,

51, 1. siate] A: siamo; certi] B: certti; Fucecchio] B: fucechio 51, 1. molti] B: moltti; guelfi] B: guelffi 51, 3. gran] B:

tal 51, 5. lluogo] B: lluogho; grasso] B: graso 51, 6. soldati] B: solddati; assai] B: asai; cchattivi] B: cattivii 51, 7. sepper] B: seppor; ferramenti] B: feramenti 52, 1. masnata] B: masnada; tedeschi] B: todeschi 52, 3. tutti] B: tucti 52,

5. Fucecchi] B: fucechi 52, 6. defendendosi lor] B: difendendosi 52, 7. partisi] B: partissi; Firense] B: firensse 52, 8

pocho] B: poco 53, 2. guelfi] B: guelffi; ongnun] B: ognun 53, 3. Luca] B: lucha 53, 4. trattato] B: tractato; segretamente] B: secretamente 53, 5. dentro] B: drento; Singna] B: signa; sensa] B: senssa 53, 6. mossi] B: mosi; giunsem] B: giunsson 53, 7. dentro] B: drento; Singna] B: signa

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perché sentim della gram radunata che ghibellina legha allor facea, di Siena e Pisa e Volterra pregiata, Arresso e tutta Toscana intendea a parte ghibellina prenomata: salvo che Lucha, la qual ritenea i fiorentini; e lli altri guelfi usciti di tucti le altre terre lì son giti. 55

Non parve loro in Singna star sighuri, onde per questo se n’uscino fuora, e tanto cavalcar’, che presso a’ muri di Lucha fu la giente in poca d’ora; e più non v’è nesum che s’asighuri, ma drento dalla terra, fermi ongnora, tutto quel verno i ghibelim valenti fer’ gram raum, quanto poter’, di gienti. 56

La state poi, come giente di vagla, radunar’ tutte quante lor brighate: de’ ghibellim vi fu tutta la tagla delle città di Toscana giurate,

e poi che insieme fu quest’asenbragla, sopra il terem di Lucha sono andate, e presom Castiglon; e fu sconfitto i’ lucham popul, chom’io trovo scritto.

54, 3. Volterra] B: volttera 54, 4. Arresso] B: aresso; tutta] B: tucta 54, 5. parte] B: partte 54, 7. guelfi] B: guelffi 54, 8.

tucti] B: tucte 55, 1. Singna] B: signa; sighuri] B: sicuri 55, 2. uscino] B: uscinno 55, 3. cavalcar’] B: cavalccar; presso]

B: preso 55, 5. asighuri] B: asicuri 55, 7. tutto] B: tucto 56, 2. tutte] B: tucte; brighate] B: brigate 56, 3. tutta] B: tucta 56, 7. sconfitto] B: sconfictto 56, 8. lucham] B: lucan; chom’] B: com; scritto] B: schricto

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E gran batagla prima, allo ver dire, fe’ il popul luchese pro’ e arditi, sopra dei ghibellim fen gran ferire: non valse loro i be’ brandi puliti, ma molti morti fur’, senza mentire, da l’una parte all’altra, e anche feriti; e messer Cere, chom’io aggio inteso, da Buondalmonti allotta vi fu preso. 58

E ’l buon messer Farinata pregiato se ’l misse in groppa sol per scamparllo; ma ’l suo fratello, con um baston ferato, a messer Ciere die’, sichom’io parllo, in sulla testa, onde il barom pregiato in terra cadde morto sensa fallo;

e, ’n groppa del fratello con gran furore, uccise il cavalieri dengno d’onore. 59

E’ duo fratelli molto ne fum biasmati di far tal fallo, e fu lor poco onore. A questa volta i luchesi pregiati furom pur rocti, secondo l’altore, e molti ve ne fur’ morti e taglati; e ghibelini aquistar’ molto onore: Castiglon preseno e ancho Nossano, il ponte a Serchio, Rotaio e Sarezano.

57, 1. batagla] B: battagla 57, 4. valse] B: valsse 57, 5. molti morti] B: moltti mortti 58, 2. misse] B: mise; groppa] B:

gropa 58, 4. Ciere] B: cere 59, 3. volta] B: voltta 59, 5. molti] B: moltti; morti] B: mortti 59, 6. ghibelini] B: ghibellini

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Vedendosi i luchesi consumare, e perder tucte lor terre e persone per voler parte guelfa rifrancare, e aiuto da loro d’un sol bottone non n’ebor mai, e volendosi aiutare, in segreto fermar’ concluzione col conte Guido, achumiatar volendo di Luca i guelfi, se il ver ben comprendo. 61

De’ guelfi fiorentini or imtendiate, non punto de’ luchesi in verum modo: e vo’, cari singnor, che voi sappiate, che quando tale affar fu posto in sodo niente ne sentim quelle brighate

ch’erano in Luca; e poi, fermato il nodo, i fiorentini fum tutti achumiatati

dalla città di Luca, e via mandati. 62

Non potendo altro, fer’ tal convenente i buon luchesi, e perché eram dizerti, che d’egli aveam perduto primamente cinquemilia luchesi a Monteaperti: di Luccha fur’ costor la miglor giente, cavalieri e baron in arme sperti; poi du’ schonfitte aute e più castella perduto aveam, come libro favella.

60, 1. consumare] B: conssumare 60, 2. persone] B: perssone 60, 3. rifrancare] B: rinfranccare 60, 4. bottone] B:

boctone 60, 5. ebor] B: ebbor; aiutare] B: aitare 60, 6. concluzione] B: conchluzione 60, 7. Guido] B: ghuido; achumiatar] B: accumiatar 60, 8. Luca] B: lucha; guelfi] B: guelffi 61, 1. guelfi] B: ghuelffi 61, 3. singnor] B: signor

61, 4. affar] B: afar 61, 5. brighate] B: brigate 61, 6. Luca] B: lucha 61, 7. fum] B: fur; tutti achumiatati] B: tucti

accumiatati 61, 8. Luca] B: lucha 62, 1. fer’] B: fer far 62, 2. dizerti] B: dizertti 62, 4. milia] B: migla; Monteaperti] B: montepertti 62, 6. sperti] B: spertti 62, 7. schonfitte] B: scconfitte 62, 8. libro] B: libbro

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Per detto acordio sì fu restituto

a’ buon luchesi ciaschum lor prigione, ed ongni loro fortessa lor renduto, romanendo con pacce e unione; ma ben fu il popul luchese tenuto a tagla ghibellina, con ragione,

sicome gli altri di tucta Toschana, così fermossi la città lucana. 64

In del mille dugiento e poi sesanta agiunto quatro, i luchesi fer’ mossa adosso de’ pisam, come si canta: cavalier e pedon, tutta lor possa, ver’ Pisa va la giente tutta quanta; in val di Serchio giunse l’oste grossa e poi perfine al bel muro pisano, e per forssa piglar il castel d’Asciano. 65

Per ricordansa ancora, fece i’ luchese batter moneta presso alla cittade di Pisa, e cotal tal cosa è bem paleze per tutto: e conmendando la bontade de’ buon luchesi, e molte giente prese fur de’ pisani, e con umanitade

tractati fur’, ma di vergogna di morte fu il bater la moneta in sulle porte.

63, 1. Per] B: pel; acordio] B: accordio 63, 2. ciaschum] B: ciascun 63, 3. ongni] B: ogni; fortessa] B: forttessa 63, 4.

pacce] B: pace 63, 6. con] A e B: che 63, 7. Toschana] B: toscana 64, 2. quatro] B: quatro; mossa] B: mosa 64, 3. adosso] B: adoso 64, 4. possa] B: posa 64, 5. tutta] B: tucta 64, 6. grossa] B: grosa 65, 1. ancora] B: anchor 65, 2. presso alla] B: apreso la 65, 3. cotal] A: però tal; paleze] B: palese 65, 4. tutto] B: tucto; conmendando] B: comendando C: comandando 65, 5. giente] B: gienti 65, 6. umanitade] B: humanitade 65, 6. tractati fur, ma] A: ma trattati e 65, 8. bater] B: bacter

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E poi mille dugiento anni pasato, e con settantacinque al mio parere, conte Ughulino de’ Ghilardeschi, nato di Pisa, come potete vedere,

con alcun altro buon guelfo pregiato, di Pisa fur’ chaccati a tal mestiere: in questo tenpo i’ luchese tenea di parte guelfa e quella mantenea. 67

E fer’ tagla di guelfi per Toschana fiorentini e luchesi; e guelfi assai, di tutte altre città giente sovrana a Lucha si raunar’, come udito ài; e poi di luglo, come ’l dire spiana, fenno oste a Pisa e dienli molti guai: Vico Pisano e molte altre castella preseno i guelfi, la brigata bella. 68

Dal Santo Padre fu schomunicata ditt’oste, perché contra voluntade di lui aveam Pisa asediata;

e intradicte fur’ dette cittade

che funno a tagla, e lle forte brighate non si partì, ma venne novitade in Pisa, siché fu abassamento del popul pisam, come ’l ver sento.

66, 1. pasato] A: passati 66, 3. Ughulino] B: ugolino; Ghilardeschi] B: gherardeschi 66, 5. guelfo] B: ghuelffo 66, 6.

chaccati] A: cacciati 66, 8. parte] B: partte 67, 1. guelfi] B: guelffi; Toschana] B: tosccana 67, 2. guelfi] B: guelffi; assai] B: asai 67, 3. tutte] B: tucte 67, 5. poi] B: po 67, 6. dienli] B: dielli 67, 8. guelfi] B: ghuelffi 68, 1. schomunicata]

B: scomunicata 68, 2. voluntade] B: voluntade 68, 3. aveam] B: avevon 68, 4. intradicte] A: ditraditte; dette] B: dicte 68, 5. brighate] B: brigate 68, 6. partì] B: parttì 68, 7. abbassamento] B: abasamento

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Il giudici Giovanni di Ghallura, grande e posente cittadim di Pisa con seghuito di guelfi in grande altura penssò montar, ma la via fu reciza che a’ suoi facti il popul si procura, che di Pisa il cacciaron per tal guiza et e’ con guelffi di Luca e Firense sì s’accordò con certe convenense. 70

E ferllo capitano a tal mercato, e con su’ oste fu tosto partito: a Monte Topol sì fu cavalcato,

a patti ebbe il castel, sicome ò sentito, e ’l maggio poi vengnente, a sam Minato, moritte il ditto giudici sì ardito;

pure nel settantacinque, com’io spiano, i fuoriusciti assedioron Asciano. 71

Conte Ughulino con tutti gli altri usciti, e con luchesi e con altri soldati,

e di Firense i guelfi forti ed arditi, col vicario del re Carlo a tal mercati, che è vicario in Toschana a tal partiti, ed esendo chostoro così ingrossati, alla città di Pisa puosono oste e ruppeno i pisani per quelle choste.

69, 3. guelfi] B: guelffi 69, 4. reciza] B: recisa 69, 6. guiza] B: ghuisa 69, 7. Luca] B: lucha; Firense] B: firensse 69, 8.

certe] B: ciertte; convenense] B: convenensse 70, 1. mercato] B: merccato 70, 2. partito] B: parttito 70, 4. patti] B: pacti 70, 5. Minato] A: mignato 70, 6. ditto] B: dicto; ardito] B: arddito 70, 8. assedioron] B: asedionno 71, 1. Ughulino] B: ugolino 71, 2. soldati] B: solddati 71, 2. Firense] B: firensse; guelfi] B: guelffi; forti] B: fortti; arditi] B: ardditi 71, 4. Carlo] B: carllo; mercati] B: merccati 71, 5. Toschana] B: toscana; partiti] B: parttiti 71, 6. chostoro] B: costoro; ingrossati] B: ingrosati 71, 7. puosono] B: puose 71, 8. ruppeno] B: ruppono; per] A: in

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Ed Ascian presom per tal convenenti, onde che fu di botto stabilito

che fusse de’ luchesi pro’ e valenti; e così fu tra lor vinto il partito, onde i pisani molto ne fur’ dolenti, così i luchesi Asciano ebbon fornito: poi asediar’ Pisa in verso il Pontedera, la sopradetta giente franca e fiera. 73

Tucto fu avizo del conte Ugolino; e’ pisan fenno un foso a maravigla: el ssi stendea per diricto camino al Pontedera, e lungho cinque migla, e aforssalo bene a llor dimino: con beltresche e stechati s’asottigla. Quella pisana giente farssi fortti per battaglar sicome savy e accortti. 74

E ’l saggio conte Ugolino avizato delle suoi armi fu tosto guarnnito, e ’n poca d’octa il canpo ttucto armato: luchesi e fiorentini, a ttal parttito, con brigate todesche, ognun solddato, asaltonno i pisan’ sans’altro invito, alle beltresche in sul foso a battagla, e’ pisan si difendon con gran vagla.

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E moltti ne moriron de’ miglori, di que’ pisan che al difender si sforssa, e facean ben come buon feritori; conte Ugolino mostrava ben sua forssa sopra i pisani, e mortte con dolore lor dava, e non valea arme sua scorssa a’ suoi gran colpi, e ben lo seghuitava sua fiera giente, onde per forssa entrava

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drento al seraglo del foso e stechato: o quanti ne moriron in quel punto, dall’una partte e ll’altra a ttal mercato! Intanto de’ todeschi vi fu giunto la loro schiera, ognun franco e pregiato, a chui colpivan sì chiamava il giunto, in fugha gli pisan sì si voltaron le spalle dando e ’l foso abandonaron.

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Furno i lucchesi il dì tanto possenti, che ’l populo pisan voltar’ per forsa col conte e con todeschi e con lor gienti; e non restavon, ma ciaschun si sforsa di seguir sempre i miseri fuggienti, e come draghi sopra loro ammorsa, dando lor colpi di punta e di taglio, mettendoli fuggiendo allo sbaraglio.

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Infine a Pisa uccidendo e tagliando, e molti morti fu, s’Iddio mi vaglia, e preson de’ prigioni a llor comando; veggiendosi i pisani a ttal travaglia, sì s’acchordaro, pochi giorni stando, promettendo ubbidire, ogni taglia pagare, e fare ogni comandamento de’ fiorentini e lucchesi, com’io sento.

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E rimisson con pace in Pisa anchora conte Ugolino de’ Gherardeschi nato con tutti i guelfi, sensa altra dimora, che avean di Pisa davanti schacciato; nel dugientootantuno e mille anchora i luchani, populo valente e pregiato, corsono a Pescia e, per abbreviare, preserla e fecenla ardere e brugiare.

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Del mese di settembre, com’io sento, pure nel mille dugientoottantuno, i lucchesi fermar’ proponimento d’assediar Pisa, e richiesono ognuno che di lor voluntà fosse, o ttalento: fiorentini e senesi e ciascheduno, san Gimignano, volterani e pratesi, e simil pistoresi e gienovesi.

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Giurar’ l’assedio a Pisa in tal maniera le dette signorie, ch’io v’ò contate, con l’altre giente d’arme e llor bandiera: ponevon campo le gentile brigate, e gienovesi, come giente fiera, aver dovean settanta galee armate, e combatter dovean porto pisano, per mare, il popul valente e sovrano.

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Lucchesi e fiorentini ognun dovea, con volterani insieme e pistoresi, san Gimignano e pratesi v’avea, con le lor gienti, tutti d’ira accesi, combatter Pisa; e così si prendea questo partito, onde i buon gienovesi, al tempo dato, con lor gienti armati, con settanta galee funno arrivati:

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porto pisano guastarono a quel tratto; dall’altra parte i valenti lucchesi molte chastella conquistar’ di fatto: se ’l fiorentino i patti avesse attesi, Pisa era presa per contal baratto. Ma i fiorentini segreti funno intesi con que’ pisani e con il conte Ugolino, tocchando in fiaschi duchati e non vino.

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E non guardando a niun sagramento che avesson fatto col populo luchano, né al gienovese pien di valimento, ma drento in Pisa, sicom’io vi spiano, mandar’ lor giente: onde il tradimento per questo si schoperse a mmano a mmano, perché il conte Ugolino si fe’ signore con ghuelfi suoi, com’ huom pien di valore.

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E molti ghibellini funno cacciati, e, schoperto il trattato, i gienovesi con lor naviglio indrieto son tornati; a Llucha ritornaro gli lucchesi, dai fiorentini vedendosi ingannati e ancho duramente essere offesi, e di stare a veder di liberarsi, e lor città e tenute guardarsi.

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Mille dugientoottantotto passato, in del mese di luglio a ttal mestieri, in Pisa fu schoperto un gran trattato. Conte Ugolino e ’l veschovo Ruggieri insieme s’acchordaro, com’i’ ò trovato: tradir’ giudice Nino per tal mestieri, ch’era nipote del conte Ugolino, e volserlo pigliar per tal latino.

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Di Pisa si fuggì co’ suoi baroni, e partigian con seco d’un talento: a Cchalci suo castel co’ suoi campioni, giudice Nino sen gì, pien d’ardimento; lodando Cristo con grandi sermoni ch’era schampato dal gran tradimento che ’l issio conte Ugolino li volse fare: non si potran di pigliarlo vantare.

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Perché la penna è stancha finiroe questo sesto chantare, a ttal mestieri; al settimo, signor, m’ingiegneroe dir del giudice Nino, pro’ chavalieri, e del conte Ugolino vi canteroe: come con suoi figliuoli morì il guerrieri, e canteroe de’ valenti luchani

che assediar’ Pistoia, Pisa e’ pisani.