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faceva riferimento all’istituzione della tregua da parte di Licurgo, ma, in Lyc 1, sembra che egli partecipi insieme ad Ifito all’impresa ( , mentre

il testo del Lessico di Arpocrazione Il lessicografo parla della

2) faceva riferimento all’istituzione della tregua da parte di Licurgo, ma, in Lyc 1, sembra che egli partecipi insieme ad Ifito all’impresa ( , mentre

nell’estratto eraclideo questa sembra essere attribuita al solo

legislatore spartano ( Tale discrepanza potrebbe spiegarsi con il

175JACOBY 1902, pp. 116 ss. 176CHRIMES 1949, pp. 326 ss. 177MORETTI 1957, pp. 41 ss. 178GUARDUCCI 1967, p. 489. 179 PICCIRILLI 1980, p. 217. 180MADDOLI-SALADINO 1995, pp. 199 ss. 181NAFISSI 2003, p. 33; 2010, p. 92. 182TIGERSTEDT 1965, p. 281. 183 FERNANDEZ NIETO 1975. pp. 155-160. 184BULTRIGHINI 1990, pp. 215-223. 185FGrHist 241 F 2. 186FGrHist 244 F 64.

processo di “taglio” operato dall’excerptor che potrebbe aver conservato, nella sezione relativa alla restaurazione della tregua, solo il nome di Licurgo, eliminando la sezione in cui si menzionava, accanto a quest’ultimo, anche Ifito.

Bisogna evidenziare come lo stesso Plutarco più avanti, al cap. 23, ritorni sulla questione della tregua olimpica, facendo riferimento questa volta ad una fonte diversa da Aristotele, cioè Ermippo di Smirne.

Plut. Lyc. 23, 1-4

Riguardo lo stesso Licurgo, il sofista Ippia afferma che era molto bellicoso e che prese parte a diverse spedizioni e Filostefano attribuisce a Licurgo la disposizione dei cavalieri in battaglioni: il battaglione era, come quello lo aveva organizzato, di cinquanta cavalieri, disposti in ordine quadrangolare. Demetrio di Falero afferma invece che non partecipò ad alcuna attività bellica e che organizzò la costituzione in pace. E anche l’idea della tregua olimpica sembra essere propria di un uomo mite ed incline alla pace. Nonostante ciò, come ricorda Ermippo, alcuni affermano che

Licurgo non avesse preso parte né collaborato fin dall’inizio all’iniziativa di quelli del seguito di Ifito ma che si sia trovato lì, essendo in viaggio per altre ragioni e abbia fatto da spettatore; avrebbe percepito una voce come di un uomo che lo rimbrottasse ed esprimesse il suo stupore per il fatto che non convinceva i concittadini a prendere parte alla celebrazione; quando si voltò e non gli apparve alcuno che parlasse, ritendendolo un segno divino si rivolse ad Ifito e regolamentando con questo la festa, la rese più celebre e sicura.

In questa sezione della biografia, Plutarco sta affrontando la questione delle opinioni divergenti che gli antichi avevano sul carattere bellicoso o meno di Licurgo: all’opinione del sofista Ippia187 e di Filostefano 188, secondo i quali Licurgo sarebbe stato molto incline alle attività guerriere (

Plutarco contrappone la versione di Demetrio Falereo189, secondo il quale il legislatore spartano non avrebbe intrapreso alcuna attività che riguardasse la guerra (

Per avvalorare tale caratterizzazione di Licurgo, il Cheronese fa riferimento di nuovo, dopo la menzione fatta nel capitolo 1, all’istituzione della tregua olimpica che sarebbe, nell’ottica del Cheronese, proprio la prova della mitezza di Licurgo

(

Tale opinione, però - nota Plutarco - contrasta

con la tradizione, attestata tra gli altri da Ermippo190, secondo la quale Licurgo avrebbe partecipato solo in un secondo momento ed in maniera del tutto casuale (dunque non da attore principale) all’instaurazione della tregua, ma non alla restaurazione dei giochi (

; nell’ottica di Ermippo, tuttavia, la sua azione si sarebbe rivelata fondamentale in quanto la collaborazione di Licurgo avrebbe assicurato alla rinnovata istituzione una maggiore stabilità di cui avrebbero potuto beneficiare tutti i Greci (

J. Bollansée191 evidenzia come, nel rendere Licurgo contemporaneo di Ifito, Ermippo segua chiaramente Aristotele; lo scrittore di Smirne non accetterebbe però la versione aristotelica della collaborazione tra i due anche nella restaurazione degli agoni olimpici. La lettura di Bollansée si basa

187 FGrHist 6 F7. 188 FHG III, p. 33 fr 30. 189FGrHist 228 F21 = fr 89 Wehrli. 190FGrHist 1026 F 8a.

191Sul rapporto Ermippo-Aristotele cfr. BOLLANSÉE 1999a, pp. 155-162; 1999b, pp. 563- 567.

fondamentalmente sull’ipotesi che tregua olimpica ed agoni non possano essere stati istituiti contemporaneamente «…an international truce

presupposes the international recognition of the organization and supra- regional participation in the games, and this is a process of long duration. Therefore, the sacred peace cannot have been as old as the Olympic Festival itself» 192. In relazione all’ipotesi di Bollansée, si nota come Plutarco, quando fa riferimento all’azione di Licurgo, in Lyc. 1, non faccia menzione degli agoni ma solo della tregua (

Secondo Bollansée, l’uso da parte di Plutarco degli aggettivi

in 23,1 si spiegherebbe proprio alla luce dell’azione successiva di Licurgo che, collaborando alla restaurazione della tregua (dunque non anche degli agoni!), avrebbe reso più stabile e sicura questa istituzione194. A parere dello studioso, una conferma del fatto che già gli antichi fossero restii a riconoscere la paternità anche della restaurazione degli agoni a Licurgo è data dalla lista dei vincitori olimpici compilata intorno al 400 a. C. dal sofista Ippia195. In essa nomi di atleti spartani non compaiono fino al 720 a.C196: tale assenza indicherebbe, secondo lo studioso, che già gli antichi sapessero che Sparta non avesse partecipato agli agoni per alcuni anni dopo la loro restaurazione197. Aristotele, a suo parere, essendo a conoscenza di questa tradizione, avrebbe considerato Licurgo co-autore, insieme ad Ifito, solo della tregua, ma non degli agoni198. La lettura data da Bollansée ha

192Ibidem p. 564.

193Per di più, Eforo (FGrHist 70 F 115 = Strab. VIII, 3, 33) e Pausania (V, 4-5) attribuiscono al solo Ifito la restaurazione degli agoni olimpici.

194Ibidem, p. 158.

195

FGrHist 6 F2 = 416 T3. 196

Sulla partecipazione degli Spartani ai giochi olimpici cfr., tra gli altri, HODKINSON 1999, p.153; 2000, p. 308; HORNBLOWER 2000, pp. 212-225; SCANLON 2002, pp. 78-81; CHRISTESEN 2007. Bibliografia raccolta in CHRISTESEN 2012.

197

Ibidem p. 564.

198Ibidem. Tale visione sarebbe confermata, secondo Bollansée, da un altro frammento di Ermippo, conservato sempre da Plutarco. In Lyc. 5, 4-9 (FGrHist 1026 F 7 = F 86 Wehrli SdA Suppl. I) il biografo narra della necessità di spaventare il re Carilao che aveva gettato Sparta nell’anomia attraverso un tentativo di colpo di stato, condotto radunando nell’agora i trenta uomini più fidati. Questo gesto sarebbe stato, secondo lo studioso (Ibidem, p. 565), “il preludio

sicuramente il merito di operare una distinzione importante tra un momento originario di organizzazione della dinamica interstatale prodotta da quelle comunità che si organizzarono intorno al santuario olimpico, riconoscendolo come luogo di culto e presumibilmente di azione politica comune, ed una seconda fase, nella quale, una volta definitasi questa organizzazione interstatale, si siano originate pratiche come la tregua olimpica, che necessitavano di un riconoscimento il più ampio possibile da parte delle comunità inglobate nella sfera d’azione dell’organismo olimpico.

Il problema della datazione della tregua olimpica risulta intimamente

connesso ad un’altra questione, oggetto di acceso dibattito già nell’antichità: la datazione di Licurgo e delle sue riforme. Come nota Plutarco, si era prodotta un’ampia gamma di ipotesi sul periodo in cui il legislatore fosse vissuto (

. Collegato a questo problema, secondo Bollansée, è lo sviluppo, accanto alla vulgata sulla restaurazione degli agoni, di una variante in base alla quale, dopo la reintroduzione ad opera di Ifito, ci sarebbe stato un intervallo di ventisette Olimpiadi durante le quali i nomi dei vincitori non sarebbero stati trascritti e solo all’Olimpiade 28, cioè 108 anni dopo la restaurazione, avrebbe avuto inizio la tradizione di trascrivere i nomi degli atleti vincitori. In tal modo, secondo Bollansée, considerando quella del 776 a.C. come la prima Olimpiade di cui si erano conservati i nomi dei vincitori e risalendo appunto di ventisette Olimpiadi, si sarebbe collocato Ifito nella prima metà del IX secolo, rendendolo così contemporaneo di Licurgo199. Questa tradizione sarebbe confluita, così, anche in Aristotele e, successivamente, nello stesso Ermippo. Del legislatore spartano era predominante, a partire dal IV secolo, la datazione intorno all’anno 870 a.C. Essa si basava sulla lista dei re, compilata da Eforo (Strab. X, 4, 18 = FGrHist

rivoluzionario” alla successiva attività riformatrice di Licurgo «…subsequently he implemented his reforms, making Spartan society stable again; and then, only then, could Lykurgos turn his attention towards peace-enhancing measures».

199 Riportano questa tradizione autori di età ellenistica e storiografi locali. Cfr. Callimaco (fr

70 F 149) e ripresa sostanzialmente dalle cronologie di Eratostene ed Apollodoro che collocavano il legislatore nell’885/884 a.C.

Per quanto concerne specificamente i problemi di delimitazione del frammento aristotelico conservato da Plut. Lyc. 1, si possono fare le seguenti osservazioni: