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5. LA TIPOLOGIA E IL COMPLESSO DEGLI IMPIANTI E DELLE ATTIVITA’ DI RECUPERO E

5.4 G ESTIONE DI ALTRE PARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTI

5.4.3 I rifiuti contenenti amianto

Sulla base di uno studio CNR, non disponendo al momento di elementi utili a eseguire inferenze sugli scarsi dati disponibili, si propone un semplice rapporto popolazione toscana/popolazione italiana e moltiplicando per la quantità stimata di MCA (30 milioni di tonnellate) presenti in Italia, si ottiene una quantità di amianto in Toscana uguale a circa 2 milioni di tonnellate.

Di questi circa 1,5 milioni di tonnellate (75%) sono rappresentati dal cemento-amianto.

Proponendo una densità media di questi materiali pari a 1,5 g/cm3 si ottiene 1,5 t/m3. Pertanto 1,5 milioni di tonnellate corrispondono a circa 1 milione di m3.

L’amianto friabile dopo la bonifica presenta una densità molto inferiore a quella del cemento-amianto, pari a circa 0,3 g/cm3, per cui 200.000 tonnellate (10% del totale) corrispondono a circa 660.000 m3.

Complessivamente il fabbisogno di smaltimento per la Toscana ammonta a più di 1,6 milioni di metri cubi. Ovviamente tale fabbisogno complessivo è da distribuire su un arco temporale di molti anni, sicuramente più di 20: tale necessità rappresenta comunque un notevole impegno di programmazione per la sua realizzazione.

Trend di produzione rifiuti di amianto in Toscana

I dati che seguono sono desunti dall’analisi della documentazione presentata dalle ditte di smaltimento operanti in Toscana, secondo quanto indicato dall’art. 9 della L. 257/92.

Risultano rimossi nel:

1995 1.372 t di cemento-amianto 78 t di amianto friabile 1996 11.707 t di cemento-amianto 910 t di amianto friabile

Questi dati si riferiscono a materiali rimossi in Toscana, ma non necessariamente smaltiti in regione; anzi i rifiuti friabili sicuramente sono stati verso destinazioni extra regione, dato che in Toscana non esistono impianti di discarica di tipo 2C abilitate a ricevere tali rifiuti.

Probabilmente anche quote di rifiuti in cemento-amianto sono stati avviati a smaltimento fuori regione, anche considerata l’offerta regionale di discariche di seconda categoria di tipo A e B abilitate a ricevere questo materiale.

Come si vede nel 1996 si è avuto un notevole incremento rispetto all’anno precedente;

questo fatto si spiega con le numerose attività di bonifica dei rotabili ferroviari, ecc.

Se si considera che già alcuni comuni (il loro numero è auspicabile che aumenti nel prossimo futuro) hanno attivato un servizio di smaltimento del cemento-amianto proveniente da utenze civili (in pratica i singoli cittadini provvedono in proprio alla rimozione di piccole quantità di materiale e poi ne affidano lo smaltimento al comune), è ragionevole attendersi per i prossimi anni (1999-2002) una “domanda di corretto smaltimento” valutabile intorno alle 15.000 t/a.

Le principali attività che costituiscono fonti significative per la produzione di rifiuti contenenti amianto sono:

 messa in sicurezza e bonifica dei rotabili di proprietà delle FS S.p.A. coibentati con amianto e presenti sul territorio regionale

Nella costruzione dei rotabili l’amianto è stato utilizzato sotto 3 forme:

 materiale coibente spruzzato in matrice friabile sulle superfici interne dei rotabili

 nella forma di pannelli isolanti per gli scambiatori di calore dell’impianto di riscaldamento.

Delle 3 forme l’amianto spruzzato è sicuramente la più abbondante in quanto può arrivare fino a quantità di 1000 kg per rotabile;

Un censimento a suo tempo effettuato dai Servizi di Prevenzione zonali e multizonali delle ASL aveva evidenziato la presenza di rotabili coibentati con amianto in 14 ASL.

Complessivamente 308 rotabili si trovavano dismessi in stato di conservazione più o meno buono.

Secondo il “Programma di emergenza per la messa in sicurezza e la bonifica dei rotabili di proprietà delle FF.SS. S.p.A coibentati con amianto” ed il collegato Protocollo d’Intesa con la Regione Toscana, le Ferrovie dello Stato si impegnavano a procedere alla bonifica dei rotabili dismessi entro il ’98 e quelli circolanti entro il ’99.

All’atto della predisposizione del presente Piano le informazioni disponibili confermano che l’obiettivo intermedio previsto per il 1998 della scoibentazione di tutti i rotabili ferroviari dismessi è stato perseguito secondo le finalità ed i programmi del Protocollo.

Le operazioni di bonifica dell’amianto contenuto nei rotabili ferroviari sono state effettuate presso l’impianto, realizzato con parziale intervento di finanziamento su Fondi strutturali U.E., localizzato in Darsena Toscana nell’area portuale di Livorno, autorizzato allo stoccaggio e trattamento-inertizzazione di rifiuti speciali e speciali pericolosi.

 prevenzione del rischio amianto nei traghetti

Da un censimento effettuato dalla Regione Toscana sui traghetti circolanti nel ‘94/95, in collaborazione con il R.I.NA (Registro Navale Italiano), risultano attraccare ai porti toscani 36 traghetti. Nel periodo del censimento su 13 di 14 navi ispezionate sono state trovate tracce di amianto;

 intervento di bonifica e/o manutenzione in presenza di materiali contenenti amianto nell’area geotermica

Le aree toscane interessate dallo sfruttamento della geotermia sono l’Amiata e, principalmente, l’area boracifera di Larderello. Nell’isolamento termico delle lunghe tubazioni, dei vapordotti e delle turbine è stato utilizzato, fino a circa la metà degli anni settanta, amianto tal quale o inglobato in malte cementizie.

L’attuazione del Progetto 2.000 dell’ENEL ha portato alla costruzione di nuove centrali nell’area geotermica con dismissione e futura demolizione delle preesistenti centrali ormai vetuste. Ciò comporterà una domanda di smaltimento nel caso della demolizione totale;

altro intervento possibile potrà essere la bonifica con messa in sicurezza (senza smaltimento finale).

Infine, il DPR del 8/8/94 (attuazione dell’art.10 della Legge 257/92) prevede il censimento obbligatorio e vincolante per gli edifici pubblici, per i locali aperti al pubblico e di utilizzazione collettiva e per i blocchi di appartamenti. A tutto oggi il censimento non è stato completato.

Prospettive

La prima considerazione riguarda il fatto che in Toscana non è disponibile una adeguata offerta quali-quantitativa d’impianti di smaltimento sufficienti a far fronte ai bisogni attuali e a quelli previsti per il futuro.

Secondo il DECRETO i RCA sono divisi in due tipologie: non pericolosi e pericolosi.

Allo stato del presente Piano II stralcio, è in elaborazione un apposito Decreto ministeriale che dovrà individuare ulteriormente le caratteristiche degli RCA ai fini di una più adeguata forma di smaltimento.

In attesa di tale Decreto ministeriale appare opportuno indicare quale forma di smaltimento cautelativa, l’utilizzo di settori e/o trincee appositamente dedicati ed autorizzati allo stoccaggio di questo tipo di rifiuti, nel rispetto di quanto disposto dal DM n. 141/98 art. 4 e ferma rimanendo la scelta obbligata del trattamento-inertizzazione di tutte le tipologie di RCA, non inerti, a partire dal 1.1.2000.

Come per le altre tipologie, a maggior ragione per i RCA ,si indica la necessità di provvedere prima e organizzare poi, una sufficiente offerta impiantistica di trattamento/smaltimento corrispondente alla domanda esistente all’interno di ogni singolo ATO.