ASPETTI CULTURALI, TECNICI E ISTITUZIONALI
AG RIM EN SURA E PRODUZIONE CARTOGRAFICA NEL REGNO DI NAPOLI IN ETÀ MODERNA
I
I
I
1. Una cartografia a grande e m edia scala del territorio riappa
re nel Mezzogiorno continentale — dopo una lunga eclissi durata per tutto il Medioevo — nel corso del X V I secolo.
L ’assenza di documentazione non dimostra che non vi sia stata produzione di carte geom etriche in epoca anteriore. È certo che abbia
no continuato ad esistere collegi pubblici di agrim ensori, come quello dei tavolari eletti dalla città di Napoli È tuttavia significativo che ancora in età aragonese non compaia la figura d ell’agrimensore nei pro
cessi di confinazione tra università, che vengono definiti sul campo dal giudice e dalle parti con il concorso di esperti e anziani; la pram m a
tica di Ferdinando d ’Aragona del 19 novembre 1467 non prevede la partecipazione d ell’agrimensore alla redazione dei catasti delle universi
tà 2. Neppure in contratti, concessioni di terre, inventari è documen
tato l ’intervento di tecnici delle misurazioni. Non potendo essere del tutto scomparsa la funzione, si deve pensare che essa si fosse ridotta a mera pratica senza un preciso riconoscimento di professione autono
ma o, più probabilm ente, che il giudice e il notaio esercitassero com
p iti che una specializzazione successiva avrebbe attribuito a ll’agrim enso
re giudiziario.
Anche nel pieno della sua fioritura l ’agrim ensura meridionale è solo m arginalm ente interessata dal progresso dei metodi e delle tecno
logie indotto dagli studi di astronomia, geodesia e ottica del X V I e X V II secolo; le applicazioni specifiche alle m isurazioni geom etriche, dal
1 L antichissimo privilegio” della città di Napoli è richiamato dal viceré mar
chese di M ondejar nella prammatica data a Napoli il 3 1 dicembre 15 76: cfr. Nuova collezione delle prammatiche del Regno di Napoli, ed. Ludovico Giustiniani, Napo
li, Simoniana, 18 05, tomo X I V , pramm. II, pp. 218-219.
2 De appretio seu bonorum aestimatione, pramm. I: cfr. Nuova Collezione cit., tomo II, pp. 269-270.
metodo delle triangolazioni a ll’uso della tavoletta di Praetorius, al per
fezionamento del cannocchiale distanziometro vengono adottate solo mol
to più tardi e per rilievi di particolare importanza. L ’uso di tali stru tecnologica del Mezzogiorno rispetto ad altre aree: nei lavori idraulici, nella topografia m ilitare, nella progettazione è ampiamente documenta
to l ’uso coevo delle più aggiornate tecniche di rilevam ento; ci pare in vece che metodi e strum enti di lavoro (e l ’espressione grafica che ne risulta) siano rapportati ad una specificità d ell’agrim ensura m eridionale, chiamata generalm ente a rilevare grandi estensioni di terra a basso ren
dimento unitario (boschi, pascoli, sem inativi) per le quali sarebbe stato eccessivamente dispendioso adottare tecniche di misurazione raffinate.
Basti pensare alle divisioni annuali dei pascoli am m inistrati dalla Dogana delle Pecore, che interessavano quasi 500.000 ettari di terra in Puglia e B asilicata, o il rilevamento dei trattu ri la cui lunghezza complessiva era n ell’ordine delle m igliaia di chilom etri. Nonostante ciò non manca
no nel Settecento esempi cartografici di considerevole qualità e preci
sione, sia alla scala del territorio comunale che a quella delle singole proprietà, agevolmente sovrapponibili alla cartografia ufficiale attuale.
La rinascita d ell’agrim ensura è conseguente, in u n ’epoca di riorga
nizzazione dei poteri, alla grave incertezza dei d iritti ereditata dai secoli precedenti e ad una pressoché totale mancanza di conoscenza del terri
torio che non fosse quella, assai dubbia, affidata alle scritture m edieva
li, alla memoria degli anziani o al mero stato di possesso. Concorrono ad increm entare la committenza di operazioni geometriche sia fattori economici (dissodamenti, nuovi insediam enti, aumento del valore della terra) sia fattori giuridici (m aggiore m obilità dei feudi in condizioni di mercato, non determ inate cioè da rappresaglie o da altri fatti traum atici, che rendono necessarie continue stim e; riordinamento degli apparati sta
tu ali; riorganizzazione del patrim onio ecclesiastico n ell’ambito della
ri-forma tridentina che determ ina la canonizzazione di nuove forme docu
m entarie affidate a ll’agrim ensore/cartografo).
L a crescita del contenzioso giurisdizionale comporta la necessità per le m agistrature di dotarsi di propri corpi tecnici. Viene così riordina
to un collegio preesistente, quello dei tavolari del Sacro Regio Consi
glio; viene istituito l ’ufficio dei compassatori della Dogana. Più in ge
nerale si assiste al differenziarsi nella società urbana della figura del regio agrimensore che esercita la propria attiv ità liberam ente in forza di un riconoscimento pubblico. Il mestiere si definisce come professione in tel
lettuale (comincia ad essergli connesso il titolo di "m agnifico") e a volte coincide con altre professioni contigue, quella del notaio in par
ticolare; si hanno così notai - agrim ensori, quasi sempre provenienti dai ranghi ecclesiastici3. Nasce una tradizione fam iliare, per cui l ’esercizio della professione si tram anda di padre in f ig lio 4.
La com plessità della figura professionale d ell’agrimensore è data dalla fusione di due am biti di conoscenza, quello giudirico — del di
ritto civile e soprattutto del diritto feudale e consuetudinario — e quello tecnico; entram bi si confrontano con i problemi pratici della con
duzione agraria nella pratica d ell’estimo dei beni. L ’agrimensore non è quindi solo un esperto di cui si avvalgano i com m ittenti, ma concorre alla definizione dei problem i con un proprio autonomo potere ricono
sciuto n ell’ordinam ento giu rid ico 5.
3 Per la Basilicata citiamo i casi di due canonici della chiesa di Ferrandina:
Angelo Grammatico, molto attivo intorno alla metà del X V I I secolo, che nel 16 67 sottoscrive la platea della certosa di S. Lorenzo di Padula come geometra e notaio e il regio compassatore G erardo Zambrella, autore nel 1737 della platea d ell’uni
versità di Ferrandina. La coincidenza lascerebbe pensare ad una specializzazione tra
smessa n ell’ambito del collegio dei canonici. Una più approfondita ricerca potrebbe essere condotta negli atti relativi al rilascio delle patenti di compassatore nel fondo Dogana delle Pecore conservato n ell’A rchivio di Stato di Foggia e nei registri della bussola dei tavolari del Sacro Regio Consiglio n ell’Archivio di Stato di Napoli.
4 I casi noti sono m olto numerosi; per i compassatori della Dogana si veda il saggio introduttivo di Pasquale di Cicco in A . e N. Michele, A tlante delle loca
zioni della Dogana delle pecore dì Foggia, Lecce, Capone, s.d. [ 1 9 8 5 ] , s.p.
5 Ciò si verifica in particolare nelle controversie giudiziarie, in cui solo la richiesta di una seconda revisione della perizia consente che la causa torni al ma
gistrato cui è affidata: cfr. pramm. 3 1 dicembre 15 76, cit.
2. La più antica istituzione pubblica di agrimensori nel Regno è
pianto urbanistico, la condizione delle abitazioni, degli edifici pubblici e di culto, l ’assetto colturale e produttivo del territorio. L ’ apprezzo diviene quindi una descri
zione, se pur sommaria, degli aspetti salienti della vita urbana, apparentemente estra
nei alla stima in senso stretto, in realtà componenti di una valutazione del presti le perizie da assegnare, procedendo per estrazione successiva agli abbinamenti e ri
portandoli su appositi registri (registri della bussola), conservati presso il segretario del Sacro Regio Consiglio e distinti per materia: uno per gli apprezzi dei feudi, uno per quelli dei territori (confinazioni), uno per i beni siti in Napoli. I tavolari avevano tuttavia facoltà di accettare commissioni dalle parti per proprio conto qua
lora non fosse in corso un giudizio (absquc figura iudicii): cfr. Nuova collezione cit., tomo X I V , pramm. V I, pp. 233-235. I l sistema della bussola dette luogo ad abusi e contrasti: nel 1633 otto dei nove tavolari in servizio ne chiesero l ’aboli
zione, ma negli anni successivi (1642, 1664, 1672) alcuni di essi presentarono pe
Nel X V II secolo si assistè ad una rapida erosione del privilegio sotto gli attacchi degli architetti addetti al servizio della Corte e de
gli ingegneri della Camera della Sommaria, cui fu riconosciuto nel 1633 il diritto di eseguire perizie g iu d iz iarie 11. Nel 1783 fu infine consenti
to, per lim itare il costo dei giudizi, che gli apprezzi dei feudi di valo
re inferiore a 6.000 ducati potessero essere assegnati a semplici agri
mensori 12.
La cartografia prodotta dai tavolari aderisce strettam ente alle esi
genze dei giudizi, in particolare alla definizione delle controversie di con
fine. Nelle mappe, che spesso riguardano interi territori comunali, ven
gono adottate quasi sempre grandi scale per consentirne l ’intellegibilità.
O rdinariam ente il tavolario traspone sulla carta gli elem enti di ricono- scibilita formale del territorio incontrati in un percorso che segna il confine tra i litigan ti, riportando le osservazioni prodotte dalle parti e i riferim enti docum entari ammessi in giudizio. Il disegno non corrispon
de generalm ente a criteri di omogeneità, diventando minuzioso nei pun
ti controversi, fino ad indicare elem enti m inim i di riconoscimento (un particolare albero, una grotta, una specchia) per m antenersi vago e som
mario nelle parti che non interessano il giudizio.
La P ia n ta d e l u o g h i c o n t r o v e r t i t i tra il s i g n o r p r i n c i p e d i T o r e lla e d il s i g n o r p r i n c i p e d i M e lf i n e l l e l o r o r i s p e t t i v e t e r r e d i A tella e S.
F e l e in p r o v i n c i a d i B a silicata (Fig. 1), redatta dagli ingegneri G abriele Preziosi e Tommaso Pinto per incarico del Sacro Regio Consiglio nel 1750 e espressione di buon livello di questo modello documentario. Il rilievo, alla scala 1 : 23000 circa, è eccezionalmente ricco di elem enti to
pografici (idrografia, viabilità, insediam enti abitativi e fortificazioniV e toponomatisici. L ’intelligenza della carta è facilitata da una legenda in ben sessanta punti e, m o r e s o li t o , da una analitica relazione (S p i e g a d e l la pianta) sull itinerario percorso, divisa in giornate di cammino. Insoli
tizioni chiedendo il rispetto del sorteggio, fino a minacciare la denuncia degli inos
servanti. Nel 17 3 8 infine, per far cessare i disordini, Carlo di Borbone dispose con la prammatica De ordine et form a iudicìorum che la bussola si tenesse in casa e alla presenza del presidente del Sacro Regio Consiglio: cfr. Nuova collezione cit., tomo X IV , p. 252 e sgg.
11 Nuova collezione cit., tomo X IV , pp. 247-252, 12 Pramm. De ordine et forma iudiciorum cit., p. 252.
tamente (è l ’unico caso riscontrato negli archivi pugliesi e lucani) la mappa venne riprodotta a stampa con la tecnica della xilografia 13.
Sotto il profilo tecnico il tavolario solo sporadicamente si avvale di procedure di rilievo topografico complesse. Il tipo più comune è la p ia n ta o s t e n s i v a che mostra sem plicem ente la successione dei punti esa
minati e accenna ad orografia ed idrografia; spesso non è esplicitata la scala delle raffigurazioni in modo da consentire un rilievo in i t i n e r e lungo le linee perim etrali lim itato alla misurazione delle distanze tra i punti successivamente esam inati senza far ricorso a triangolazioni.
Dal punto di vista delle ricerche di topografia storica tu ttavia que
ste carte assumono un’importanza facilm ente intuibile, in particolare per l ’indicazione della rete viaria, di luoghi fortificati, edifici rurali, cap
pelle, toponimi, assetto colturale. N elle carte e nelle relazioni che le accompagnano viene riassunta o riportata testualm ente una grande quan
tità di documenti di carattere diplomatico, fiscale, am m inistrativo, giu
diziario, che costituiscono un sistem atico repertorio di fonti. La carto
grafia consiste quindi in vere e proprie carte storiche della formazione del territorio comunale in età feudale.
3. L ’altra grande esperienza di studio del territorio in età moder
na si svolge n ell’ambito della Dogana della M ena delle Pecore di P u
glia, la m agistratura ordinata, nella forma che sostanzialm ente permane fino al periodo napoleonico, da Alfonso I d ’Aragona con il privilegio d ell’ 1 agosto 1447. Il suo archivio, conservato n ell’A rchivio di Stato di Foggia, costituisce la fonte più interessante e organica per la storia d ell’agrim ensura m eridionale. Cartografia doganale, acquisita successiva
mente, è presente negli archivi pugliesi, abruzzesi, lucani.
I compassatori della Dogana non fanno parte del personale della m agistratura ma sono agrim ensori autorizzati con patente del doganiero e posti al suo serv iz io 14; di norma l ’autorizzazione viene rilasciata in seguito ad esame, ma in diversi casi viene preso in considerazione il semplice esercizio della professione svolto per lungo te m p o 15.
13 A rchivio di Stato di Potenza, Intendenza di Basilicata, b. 5 6 1, fase. 121.
14 C fr. P. Di Cicco in A . e N. Michele, A tlante delle locazioni cit., s.p.
15 È il caso, ad esempio, degli agrimensori V ito Montesano e Giuseppe Pinto
Il reclutam ento del personale avviene soprattutto nelle aree inte
La produzione cartografica è connessa a tre compiti istituzionali:
a conservazione delle vie arm entizie (il sistem a di tratturi, tratturelli, bracci e riposi); la soluzione di controversie di confine e di giurisdizio
ne connesse a ll’ in d u s t r ia d e l l e p e c o r e ; la suddivisione del Tavoliere tra le locazioni e l ’attribuzione dei pascoli ai proprietari di greggi (locati).
Alcune carte riguardano m isurazioni di proprietà ecclesiastiche anche fuo
ri dalla competenza della Dogana 17.
ginale da conservarsi agli atti infatti non si adottavano né particolari accorgimenti
La peculiarità d ell’istituzione doganale determ ina la formazione di una originale scuola di agrim ensura con una identità culturale ben ri- conoscibile 18; del resto la Dogana crea anche un proprio glossario lega
to al regim e della transum anza e adotta un proprio sistem a metrico.
L ’espressione cartografica del lavoro degli agrimensori doganali, pa
ragonati nella letteratura settecentesca agli agrim ensori egiziani per la cadenza annuale delle m isurazioni e ridivisioni delle terre 19, tende a con
servare le proprie forme e a canonizzarle: le verifiche e reintegre dei trattu ri danno luogo a carte e ad atlan ti che, dal 1574 al 1875 (settan
ta anni dopo la soppressione d ell’istituto) riflettono un medesimo modello.
L ’agrim ensura doganale, nel suo complesso, produce carte tem ati
che dei vincoli giuridici; da essa emerge quindi l ’immagine più im m e
diata d ell’antico regime del territorio. Esemplare la pergam ena di gran
de formato in cui è raffigurato il territorio di Corato, in Terra di Bari, disegnata dai compassatori Giuseppe Cuoci, Francesco Antonio Zizzi e Ignazio Romito nel 1753 (Tavv. I - I I ) . Il territorio comunale è diffe
renziato secondo la natura giuridica delle sue parti: intorno a ll’abitato il r i s t r e t t o r i s e r b a t o (colture legnose) e il r i s t r e t t o e r b o s o che rappre
sentano le proprietà libere, le v i g n e in d e m a n i o (terre dissodate da co
loni), alcuni piccoli d e m a n i a p e r t i ’, quindi la linea del f r a t t u r o r e g i o al di là del quale si estendono i vasti dem ani m urgiani, divisi in d e m a n i a p e r t i (su cui si esercitano i d iritti della Dogana e in cui la produzio
ne è organizzata sulla base di m asserie arm entizie); p a r a te f e u d a li (re
cintate nel periodo della f i d a per l ’affitto del pascolo delle ghiande), demani d ell’università (b o s c o e d i f e s a ) 20.
grafici (coloritura, cura della scrittura e della simbologia, ornamenti) né supporti nobili come la pergamena, a differenza delle copie rilasciate agli interessati e di alcune carte di particolare rilievo o per le quali era necessario confermare il valore giuridico. Tale procedura sembra rientrare in una consuetudine di cancelleria.
18 Usiamo il termine "scuola” non in relazione a forme organizzate di trasmis
sione delle conoscenze teoriche e tecniche, ma piuttosto ad una consuetudine pra
tica che porta a ll’affermarsi di m odelli peculiari di studio del territorio e alla con
seguente elaborazione di form e documentarie.
19 C fr. G . Rosati, G li elementi d ell’agrimensura teoretica e pratica, Napoli, fr. Raimondi, 17 87, pp. I - II.
20 A rchivio di Stato di Bari, A tti demaniali, b. 36. La carta di Corato è
pub-Al di là della ricchezza di indicazioni topografiche questo model
lo cartografico sembra anticipare per alcuni aspetti una cartografia cata
stale che il regno di Napoli non ebbe m ai, almeno in forma omogenea e organica, nell individuazione del territorio comunale come sede in cui si configurano i d iritti sulla terra (Tav. II I).
4. A l di fuori delle m agistrature dello Stato principali committen
ti di operazioni geom etriche sono gli ordini privilegiati, chiesa e baro
ni. Negli archivi feudali e delle università erano comunemente conser
vate le mappe dei^ fondi burgensatici e dem aniali pertinenti alla signo
ria o alla comunità, sovente raccolte in atlanti denominati p la te e. Tale forma docum entaria viene m utuata da quella in uso presso gli enti ec
clesiastici 21, La consuetudine di tenere inventari legali dei beni, delle giurisdizioni e dei crediti è antichissima, ma la forma in cui è redatta la quasi to talità delle platee ecclesiastiche pervenute fino a noi è quel
la fissata nel X V I secolo n ell’ambito del riordinamento delle strutture e della conduzione del patrim onio della Chiesa (Tav. IV ), La validità e r g a omnes^ della platea costituisce la garanzia giuridica contro le usurpazio
ni e il rifiuto di pagare le prestazioni, fenomeni che nel X V III secolo assumono la dimensione di una erosione capillare e generalizzata.
N ell’inventariazione l ’agrimensore, che è sempre un libero profes
sionista o un ecclesiastico autorizzato a ll’esercizio, ha una posizione subor
dinata poiché è l ’intervento di un notaio che conferisce al documento valore giuridico; tuttavia le operazioni geometriche ne costituiscono la sostanza e a volte non sono lim itate alle sem plici m isurazioni e riduzio
ni m scala, ma contengono anche ipotesi per una più razionale condu
zione delle terre: im pianto di masserie, ridefinizione dei contratti, de
falcata da P M acry in Storia d’Italia, Torino 1976, V I, pp. 617-620, nonché nel ca
talogo dell A rchivio di Stato di Bari La cartografia storica nelle fon ti documentane, a cura di G . Angelini e G . Carlone, M olfetta 19 8 1.
,.21, A differenza della generalità degli inventari di enti ecclesiastici nelle pla
tee di feudi e università non abbiamo riscontrato l ’osservanza di particolari norme e procedure che conferiscano valore giuridico ai documenti; sembra quindi che essi esprimano più l ’interesse al buon ordine e alla cura deH’amministrazione che non 1 esigenza di conservare dei validi titoli di possesso.
stillazione co ltu ra le22. Sotto questo aspetto l ’agrimensore è chiamato a compiere uno sforzo progettuale che richiede la conoscenza e lo studio del territorio e di quelle che potremmo oggi definire le sue vocazioni.
Questi elem enti sono verificabili in particolare nei cabrei d ell’ Ordine G erosolim itano, conformi ad uno schema normativo più complesso fis
sato negli statuti a metà del X V I secolo dal gran maestro de la Sen- gle 23 e al particolare s ta tu s di cui l ’ordine godeva nel Regno di Napoli (Tav. V ).
5. La tradizione agrim ensoria di studio del territorio sedim enta
tasi nei tre secoli precedenti viene assim ilata e trasform ata n ell’Otto- cento in conseguenza delle riforme napoleoniche.
La legislazione di quel periodo, recepita a sua volta negli ordina
m enti della Restaurazione, porta alla ridefinizione delle funzioni e de
gli strum enti am m inistrativi e giudiziari dello Stato chiam ati ad essere soggetti della liquidazione delle persistenze del regim e feudale, della re
visione del regim e dei suoli, del censimento generale delle proprietà e della rendita. La cartografia prodotta dagli agrimensori, cui si affianca
no con una presenza sempre più sensibile nelle operazioni di maggior portata gli architetti, diviene uno strumento prevalentem ente progettua
le di governo del territorio, sintesi d ell’attuazione m ateriale delle nuo
ve leggi.
I due momenti più im portanti di intervento dello Stato ài verifi
cano con l ’abolizione della feudalità, strettam ente legata alla ripartizio
ne dei dem ani, e con rim pianto1 e le successive rettifiche del catasto prov
visorio.
La legislazione napoleonica, nel segnare la frattura col passato re
gime, deve recuperarne i liv elli di conoscenza e di studio del territorio.
Le nuove m agistrature, la Commissione feudale in primo luogo, oltre a definire il contenzioso che nasce dalla applicazione dei nuovi principi
22 Un caso esemplare è il cabreo del Baliaggio di Santo Stefano (Fasano) del- l ’O rdine Gerosolim itano, redatto nel 17 7 7 (Archivio di Stato di Bari, Intendenza di Terra di Bari, Demani dello Stato, b. 29, fase. 439).
23 Cfr. Codice del Sacro M ilitare O rdine Gerosolim itano, M alta, 1782, tito
lo X IV .
giuridici, ereditano anche quello preesistente, spesso secolare, tra le uni
versità e i tito lari dei d iritti fe u d a li24.
I l bisogno di conoscere la topografia giuridica del regno non può essere soddisfatto dalla pur pregevole cartografia m ilitare esistente. Non a caso nelle pieghe delle norm ative relative al catasto e soprattutto ai
feu-24 La complessità dei problemi giuridici che sorsero n ell’applicazione della leg
ge 2 agosto 18 06 è insita nei lim iti che la stessa norma pose alla eversione della feudalità, soprattutto su due questioni cruciali; la conservazione delle prestazioni ter
ritoriali (decime, terraggi, etc.) a favore degli ex baroni e l ’attribuzione alle comu
nità di una parte soltanto dei demani feudali, corrispondente al valore degli usi civici e delle promiscuità aboliti. L ’ambiguità della legge comportò tra l ’altro che nei giudizi le parti dovessero ricorrere, per dim ostrare la particolare natura dei diritti vantati, a documentazione d ell’epoca precedente. Ciò spiega perché negli ar
chivi demaniali si andassero a raccogliere documenti non solo cartografici, ma an
chivi demaniali si andassero a raccogliere documenti non solo cartografici, ma an