7. Port d’Antibes, di Claude Joseph Vernet, 1756, conservato al Musée National de la Marine, Parig
4.2 Rimini e il modello romagnolo: origini e sviluppo della riviera
Nel XIX secolo Rimini, come molte altre città, faceva parte di una vasta area agricola, settore per il quale si contava la maggioranza degli occupati. Il primo stabilimento balneare venne aperto a Rimini nel 1843, sull’esempio di Viareggio (1828), da parte dei conti Baldini, con l’appoggio della classe agraria riminese e delle istituzioni ed il finanziamento della Cassa dei risparmi di Faenza. L’avventura però non ebbe un buon seguito in quanto i servizi erano di qualità ed indirizzati ad una classe medio-alta, bacino di domanda peraltro ristretto in quest’area. Nel 1869 il Comune di Rimini prese il posto dei privati nel finanziare la realizzazione delle strutture balneari, al quale si affiancò la Cassa di Risparmio di Rimini che fin da subito si era dimostrata interessata alle novità e potenzialità del nascente settore turistico164, specialmente quelle offerte dall’edilizia. L’acquisto di territori demaniali sulla fascia costiera e la loro lottizzazione portò alla realizzazione di ville e villini. La presenza degli alberghi al 1902 era ancora molto limitata – se ne contavano infatti solo tre – e la maggioranza delle strutture ricettive era collocata verso il centro cittadino.
Cresceva però anche la consapevolezza della necessità di creare occasioni di intrattenimento e divertimento che furono da subito connotati da un carattere borghese piuttosto che aristocratico165: nel 1885 venne creata la “Società riminese per i divertimenti” e di lì a seguire ne nacquero numerose altre, le quali iniziarono ad organizzare balli, concerti, manifestazioni ippiche, spettacoli teatrali, fuochi d’artificio e più tardi raduni automobilistici e lancio di palloni
164 V. Zamagni, La cassa di risparmio di Rimini fra passato e futuro, in A. Varni, V. Zamagni (a cura di),
Economia e società a Rimini tra ‘800 e ‘900, Cassa di Risparmio di Rimini, Cinisello Balsamo, Arti Grafiche
Amilcare Pizzi, 1992
78 aerostatici. L’offerta turistica riminese divenne più ampia, ma ciò iniziò a destare anche preoccupazione. Numerosi giornali locali, specialmente di corrente cattolica, denunciavano l’invasione da parte di personaggi come giocolieri ed ambulanti, sottolineando le situazioni di degrado che venivano a crearsi. Gli impatti sociali negativi derivati dallo sviluppo del turismo iniziavano già a farsi sentire in quegli anni.
La presenza di strutture di lusso come il Grand Hotel, sebbene in perdita, servì da richiamo crescente per la piccola e media borghesia e svolsero una funzione promozionale. Nel corso di tutto il Novecento, la vocazione di meta popolare e di massa di Rimini divenne sempre più preminente: crebbe la presenza di ville e villini affittati solitamente da professionisti e commercianti, vennero a diffondersi le colonie estive che arrivarono ad ospitare fino a 40.000 bambini166 e si consolidò sempre più l’industria del divertimento. La seconda guerra mondiale interruppe temporaneamente lo sviluppo di questa località, che in seguito riprese proseguendo il cammino intrapreso prima degli eventi bellici. La presenza di un sistema di piccole e medie imprese fece da traino, negli anni Cinquanta, con la costruzione incontrollata di villini e pensioni e l’elezione dell’edilizia alberghiera a cardine di quell’economia che si avviava a dipendere dalla monocoltura turistica. A fine degli anni ‘60 questo modello turistico iniziò a vacillare, a causa della concorrenza di altre località più recenti sviluppatesi in Spagna e Jugoslavia, tuttavia sul finire degli anni ’70 vi fu un primo riorientamento: la nascita del cosiddetto “divertimentificio”167 e del prodotto discoteca portò ad una crescita delle presenze
166 Ibidem, p. 301.
Per maggiori approfondimenti su storia e architettura delle colonie marine si veda: C. Boniotti, F. Gut,
L’architettura del mare. Storia, catalogazione, recupero e valorizzazione delle Colonie Marine dell’Emilia Romagna come patrimonio culturale e progettuale, Tesi di Laurea Magistrale in Architettura, Politecnico di
Milano, A. A. 2012/2013; V. Balducci, L’identità molteplice delle colonie di vacanza, in V. Balducci,
Architetture per le colonie di vacanza: esperienze europee, Firenze, Alinea, 2005; A. Ilvento, Colonie e ospizi marini, in AA. VV., Lo stato attuale della lotta antitubercolare in Italia, a cura della Federazione Nazionale
Italiana per la lotta contro la tubercolosi, Roma, Ed. Salute e Igiene, 1925
167 Questo processo ha interessato un’area geografica precisa, che Aldo Bonomi definì il “distretto del piacere” nel libro omonimo (A. Bonomi, Il distretto del piacere, Torino, Bollati Boringhieri, 2000): questo distretto è un quadrilatero che si estende da Gardaland, in provincia di Verona, fino a Rimini, comprendendo città come Venezia e Bologna. In quest’area si concentrano numerosi alberghi,
discoteche e parchi a tema che offrono lavoro a centinaia di migliaia di individui: da qui la considerazione di un vero e proprio ‘distretto’. “Una filiera delle emozioni e del desiderio, ma anche un laboratorio delle
79 soprattutto giovanili ed italiane. Il 1988 fu l’anno record delle presenze nel riminese con 17,7 milioni168.
A metà degli anni ’90 Rimini risentì ancora una volta di una crisi e fu costretta ripensare l’offerta, questa volta virando verso un tipo di turismo fieristico e congressuale, ma anche culturale con una riscoperta e valorizzazione del patrimonio cittadino. Nel 1999 viene posata la prima pietra dei lavori per il nuovo polo fieristico di Rimini, a nord della città, lavori terminati nel 2001. I quattro temi gestiti dall’ente fiera sono strettamente legati al settore turismo (Travel & Tourism, Technology & Enviroment, Entertainment & Leisure e Hotel & Food Industry) e le manifestazioni oggi ospitate sono 35, 11 delle quali internazionali (tra le più conosciute il Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianali [Sigep], il
Rimini Wellness e il Meeting per l’amicizia fra i popoli169). Un altro evento che ha preso molto piede negli ultimi anni, non solo a Rimini ma in tutta la riviera, è la Notte Rosa del 1 luglio con spettacoli, concerti, negozi e locali aperti per l’occasione. Da non dimenticare, inoltre, la presenza dei parchi divertimenti e a tema, tra i quali i più famosi sono certamente Mirabilandia in provincia di Ravenna (inaugurato il 4 luglio 1992) ed Italia in Miniatura in provincia di Rimini (inaugurato il 4 luglio 1970).
Attiva ormai da un po’ di anni è anche la Romagna Visit Card170, una carta concentrata sull’offerta turistica della Romagna e che invita alla scoperta di un circuito, composto da musei, monumenti, attrazioni, parchi ma anche dai tesori dell’entroterra, nelle province di Forlì- Cesena, Ravenna e Rimini. La card è valida un anno e permette di accedere gratuitamente o con sconto ai siti selezionati. Oltre che nei principali IAT delle province, la card è attivabile anche online dal sito ufficiale, e se acquistata in loco permette di ottenere in omaggio un kit di
nuove forme di produzione immateriale, di un genere di consumo che ha per oggetto l’immaginario” http://archivio.rassegna.it/2001/attualita/gennaio-giugno/piacere.htm - consultato il 15/09/2016 168 P. Battilani, Vacanze di pochi, vacanze di tutti, cit., p. 302
169 http://www.riminifiera.it/calendario_manifestazioni - consultato il 30/06/2016 170 http://www.romagnavisitcard.it - consultato il 15/08/2016
80 mappe “Da rifugio a rifugio”, per la visita dei parchi dell’entroterra come il Parco delle Foreste Casentinesi. Recentemente è stata avviata una collaborazione con il GAL ‘Altra Romagna’171 che ha lo scopo di concentrarsi sulle potenzialità dell’entroterra e sulle possibilità offerte dal turismo slow: dall’ospitalità ai prodotti agroalimentari ed artigianali, fino alla natura e alle attività sportive ed outdoor. Il circuito “Altra Romagna” comprende numerosi comuni dell’entroterra romagnolo, compreso Brisighella, ove si può acquistare la card ed accedere gratuitamente nei principali siti d’interesse.
Al mare e al sole si dovette quindi affiancare tutto un insieme di possibilità di intrattenimento che esulavano anche dal contesto della spiaggia, le quali, tuttavia non arrestarono la decrescita della presenza di turisti stranieri, passata dal 50-60% degli anni Sessanta al 31% del 2005172.
171 http://www.altraromagna.net - consultato il 15/08/2016
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