Parte Seconda
IL RITORNO DEL PADRE
4. Ripensare i sentimenti
A tutto questo ci pare che richiami il romanzo di Zecchi, il quale in tal modo è riuscito a portare l’attenzione su una questione oggi disputata, quella della paternità, e a farlo con mano leggera e in ter-mini squisitamente narrativi. Perciò ci sembra legittimo affermare che Quando ci batteva forte il cuore (a parte il titolo che non ci entusiasma) è un romanzo importante, e non solo dal punto di vista letterario.
Tanto più che nel romanzo di Zecchi il sentimento di paternità s’intreccia con un altro sentimento, quello di patria, che nel libro è incarnato dalla madre, quasi a dire che bisogna prendere atto che le carte si sono sparigliate, e nel nuovo contesto sono da ripensare i tradizionali sentimenti, a cominciare da quello del padre e verso il padre. La riproposta dell’idea di patria e quella di padre (sembra dire Zecchi) non deve cedere al nazionalismo e al sentimentalismo, ma l’una e l’altra idea sono da riscoprire, restituendo loro il senso più vero: quello disideologizzato, che allora aiuta a crescere e libera energie.
In particolare, nel rapporto che c’è tra il padre Flavio e il figlio Sergio, e che s’intreccia con il rapporto con la madre Nives, due caratteristiche colpiscono.
Per un verso, la insistente reiterazione della parola “papà” con cui il figlio accompagna quasi ogni frase che rivolge al padre: rappre-senta una cantilenante quanto affettuosa dichiarazione di amore, la scoperta di un legame vitale che in quella sola parola sembra trovare giusta espressione.
Per altro verso, questo padre si presenta come una figura priva di certi caratteri tradizionalmente attribuiti ai padri e che nel romanzo si rinvengono piuttosto nella madre. Infatti, Flavio è caratterizzato dalla mitezza e dal primato degli affetti che, però, sa coniugare con l’autorevolezza, mostrando un esercizio della paternità in termini di costante presenza ma mai di invadenza. Anche la sua “filosofia”
(sintetizzata nella frase ricorrente “Poi vedremo”) è nello stesso tempo rassicurante e liberante. Scevro da vecchie e nuove forme di “paternalismo” e di “amicalismo”, il rapporto tra il padre reduce dalla guerra e il figlio di sei anni è paritetico e, insieme, asimmetrico.
E Zecchi lo sa raccontare con misura ed efficacia, inserendolo nel contesto storico della tragedia degli italiani che, nell’Istria alla fine della seconda guerra mondiale, si trovarono tra due fuochi: quello dei nazisti e quello dei comunisti. Anche questo è raccontato da Zecchi in modo pulito e coinvolgente.
Per tutto ciò non esitiamo ad affermare che si tratta di un bel romanzo, e di un romanzo che dà da pensare: com’è giusto che sia per ogni opera letteraria valida, in particolare se il suo autore è un filosofo. C’è solo da augurarsi - e con questo auspicio concludiamo - che anche il filosofo Zecchi voglia prestare attenzione in termini propriamente speculativi al problema del padre nella società di oggi e di domani.
Bibliografia
a) Opere di Stefano Zecchi
Nato a Venezia nel 1945, è ordinario di Estetica all’Università Sta-tale di Milano. È stato direttore dell’Accademia di Brera, e assessore alla cultura del Comune di Milano. Ha diretto la rivista “Estetica”.
È editorialista del quotidiano “Il giornale”.
Ha curato l’antologia Storia dell’estetica (1995).
Tra i suoi volumi di estetica citiamo: L’artista armato: Contro i crimini della modernità (1998) e Capire l’arte (2000), pubblicati da Mondadori di Milano. Specificamente dedicate alla bellezza sono le seguenti opere: La bellezza (1990), Il brutto e il bello (1996) e Le promesse della bellezza (2007), pubblicati da Mondadori di Milano.
Ricordiamo inoltre i volumi: La magia dei saggi (Jaca Book, Milano1984), Sillabario del nuovo millennio (Mondadori, Milano1993), L’uomo è ciò che guarda. Televisione e popolo (Mon-dadori, Milano 2005).
È anche autore di alcuni romanzi di successo: Estasi (1994, Sen-sualità (1995 premio Bancarella), L’incantesimo (1997), Fedeltà (2001, premio Grinzane Hanbury),), Amata per caso (2005), Il figlio giusto (2007) e Quando ci batteva forte il cuore, tutti pubblicati da Mondadori di Milano.
b) Opere sulla paternità
Georges Mauco, La paternità, Cittadella, Assisi 1972
Gerard Mendel, La rivolta contro il padre, Vallecchi, Firenze 1972 Alexander Mitscherlich, Verso una società senza padre, Feltri-nelli, Milano 1973
Bernard Muldworf, Il mestiere di padre, Editori Riuniti, Roma 1973 Francesco Cacciaguerra e Fulvio Cascini, La figura e la funzione paterna, Angeli, Milano 1974
Martin Juritsch, Il ruolo paterno nell’educazione, La Scuola,
Egeria Di Nallo e Maria Montanini Manfredi, Immagini del padre, Cappelli, Bologna 1977
Henry Biller, La deprivazione paterna, Il Pensiero Scientifico, Roma 1978, pp. 269
Aa. Vv., Riscoperta della maternità/paternità, a cura di Dora Ciotta, Borla, Roma 1979
Andrea Smorti, Ruolo del padre e sviluppo psicologico del bam-bino, La Nuova Italia, Firenze 1980
Luigi Pati, La funzione educativa del padre, Vita e Pensiero, Milano 1981
Aa. Vv., La paternità. Le funzioni, i miti e l’esperienza dell’es-sere padre, a cura di Giovanni Storace, Franco Angeli, Milano 1983 Carlo Cipolli e Alessanfro Bencivenni, Il padre dimenticato, Cappelli, Bologna 1978
Aa. Vv., L’immagine paterna nelle nuove dinamiche familiari, a cura di Pier Paolo Donati e Eugenia Scabini, Vita e Pensiero, Milano 1985Albertina Del Lungo e Corrado Pontati, Riscoprire il padre. Spunti di riflessione per una teoria e una prassi, Borla, Roma 1986
Norberto Galli, L’educazione dei coniugi alla famiglia, Vita e Pensiero, Milano 1986
Maurizio Quilici, Il padre ombra, Giardini, Pisa 1988
Aa. Vv., Madri e padri, a cura di F. Bimbi e G. Castellano, Angeli, Milano 1990
Aa. Vv., Maschio - femmina: nuovi padri e nuove madri, a cura di Virgilio Melchiorre, Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1992
Gabriella Badolato, Identità paterna e relazione di coppia, Giuf-fré, Milano 1993
Aa. Vv., Al crepuscolo del padre, a cura di G. Martignoni, Alice, Comano 1994
Secunda Victoria, Voglia di padre, Frassinelli, Milano 1994 Carmine Ventimiglia, Di padre in padre. Essere, sentirsi,
diven-tare padri, Angeli, Milano 1994
Aa. Vv., La funzione paterna, Borla, Roma 1995
Aa. Vv., Un nuovo padre, a cura di Gustavo Charmet Pietropolli, Mondadori, Milano 1995
Marco Cavina, Il potere del padre, Giuffré, Milano 1995, 2 voll.
Giuditta Lo Russo, Uomini e padri, Borla, Roma 1995
Piera Brusita Rutto, Genitori. Una nascita psicologica, Bollati Boringhieri, Torino 1996
Simona Argentieri, Il padre materno: da san Giuseppe ai nuovi mammi, Meltemi, Roma 1999
Aa. Vv., Padri dei nostri tempi. Ruoli, identità, esperienze, a cura di Guido Maggioni, Donzelli, Roma 2000
Corinna Cristiani, Vita da padri, Mondadori, Milano 2000 Dieter Lenzen, Alla ricerca del padre, Red, Milano 2000
Mario Spataro, Quando il padre non c’è, Settimo Sigillo, Roma 2000Aa. Vv., Le figure del padre, Armando, Roma 2001
Aa. Vv., Il padre ritrovato, a cura di Maurizio Andolfi, Angeli, Milano 2001
Aa. Vv., Il “valore” del padre, UTET, Torino 2001.
Luigi Zoja, Il gesto di Ettore, Bollati Boringhieri, Torino 2001 Paul Joseph. Corde, L’eclissi del padre. Un grido, Marietti, Milano 2002
Francesco Belletti, Essere padri, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2003
Aa. Vv., Padri e figli, Paoline, Milano 2003
Marco Deriu, La fragilità dei padri, Unicopli, Milano 2004 Catherine Sellenet, Nuovi papà... bravi papà, Fabbri, Milano 2006 Claudio Risé, Il padre. L’assente inaccettabile, San Paolo, Cini-sello Balsamo (MI) 2007
Anna Oliviero Ferraris, Padri alla riscossa. Crescere un figlio oggi, Giunti, Firenze 2012
Massimo Recalcati, Che cosa resta del padre? La paternità nell’e-poca ipermoderna, R. Cortina, Milano 2011
Massimo Recalcati, Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre, Feltrinelli, Milano 2013
2 - Uno scrittore filosofo
A venticinque anni dalla morte di Italo Calvino e dalla compo-sizione delle sue Lezioni americane si è ritenuto utile operarne una rilettura, che è stata fatta nel 2010 al Centro Culturale “Pergoli”
di Falconara Marittima nell’ambito della rassegna “L’ora felice:
conversazioni tra letteratura e filosofia” in un incontro introdotto dall’assessore alla cultura Stefania Signorini, e tenuto dal prof.
Giancarlo Galeazzi.
Si è trattato di una rilettura filosofica, che ha richiamato l’atten-zione sul rapporto tra letteratura e filosofia e sulla portata anche filosofica delle proposte avanzate da Calvino per il nuovo millennio.
Si è così mostrato che le Lezioni calviniane possono aiutare a capire il “pensiero narrante” di Calvino che mostra originalmente la rela-zione tra letteratura, filosofia e scienza, e come esse possano essere dei luoghi privilegiati per la “liberazione” dell’uomo. Per questo è legittimo definire Calvino scrittore e filosofo. Il che trova riscontro non solo nella sua produzione creativa, ma anche in quella saggi-stica, specialmente le Lezioni americane (apparse originariamente da Garzanti e oggi negli Oscar Mondadori).
Non solo, c’è anche una portata filosofica delle cinque proposte calviniane, nel senso indicato nella relazione che alla leggerezza (che non è frivolezza ma pensosità), alla rapidità (che non è congestione ma concatenazione), alla esattezza (che non è misurabilità ma ica-sticità), alla visibilità (che non è fantasticheria ma immaginazione) e alla molteplicità (che non è frammentazione ma connessione) si possono avvicinare altrettante categorie filosofiche, rispettivamente:
l’alleggerimento metafisico, la duttilità logica, la congruità lingui-stica, la possibilità ontologica e la complessità epistemologica.
Appare pertanto legittimo affermare che queste Lezioni merite-rebbero rinnovata considerazione in riferimento sia alla definizione
di letteratura sia al rapporto letteratura - filosofia. Si tratta di una operazione necessaria, non solo perché certi pericoli paventati da Calvino si sono ingigantiti (si pensi soltanto a quella che egli denun-ciava come la “pestilenza del linguaggio”), ma anche perché si vanno superando certe ingenue contrapposizioni di genere: infatti i critici letterari sono sempre più attenti alle valenze riflessive della creatività artistica, e i filosofi sono sempre più attenti alla produzione lettera-ria tanto da sperimentarla in alcuni casi anche in prima persona.
PROPOSTE PER IL TERZO MILLENNIO