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Gli arresti della Cour de Cassation, sin qui tratteggiati, sono stati in gran parte accolti dalle disposizioni di cui all’Ordonnance del 10 febbraio 2016, recante la Riforma del diritto dei contratti e del regime generale e della prova delle obbligazioni.

In particolare, il testo dell’art. 1226 del code civil prevede, al 1° comma, che «Le créancier peut, à ses risques et périls, résoudre le contrat par voie de notification. Sauf urgence, il doit préalablement mettre en demeure le débiteur défaillant de satisfaire à son engagement dans un délai raisonnable».

La disposizione contempla la possibilità, per il creditore, di risolvere il contratto «per voie de notification», riprendendo l’espressione, coniata dalla giurisprudenza, «à risques et perils du créancier». Tale formulazione indica la possibilità che il debitore introduca un giudizio a posteriori nel quale contestare la sussistenza dei presupposti per procedere allo scioglimento unilaterale del contratto; essi, come si è visto, non sono limitati al fatto dell’inadempimento, ma anche alla gravità del comportamento del debitore203.

199 Cass. com., 4 févr. 2004, n. 99-21.480.

200 Cass., 1re civ., 24 sept. 2009, n. 08-14.524, in R. des contrats, 2010, n. 2, 690 ss., con nota di PELLETTIER, Rôle de la mise en demeure dans le mécanisme de la resolution unilateral aux risqué et périls du créancier.

201 Cass., 1re civ., 20 mars 2014, n. 12-27943.

202 V. le considerazioni di JAMIN, nota a CA Nancy, 20 nov. 2000, cit.: « […] si nous ne sommes plus dans un système de résolution judiciaire, il n’y a pas de raison de se dispenser de cette exigence protectrice des intérêts du débiteur, sauf dans les cas où l'on est vraiment sûr que ce dernier ne fera rien de l'octroi d’un délai (ce qui advient, par exemple, quand le débiteur a disparu ou qu’il déclare ne pas vouloir exécuter)».

203 V. M. STORCK, Jurisclasseur Civil Code, 2015, art. 1184, n. 70: «L’auteur de la rupture unilateral agit ainsi à ses risques et périls: en cas de contestation par la partie adverse, son acte sera soumis à un contrôle judiciaire a posteriori. Le role du juge consiste alors non à pronuncer la résolution du contrat,

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A tal riguardo, le disposizioni di cui alla Réforme chiariscono che i presupposti della risoluzione per atto unilaterale sono i medesimi della risoluzione per via giudiziale204, superando il risalente orientamento della Cour de Cassation che richiedeva, nella prima ipotesi, un carattere di particolare gravità dell’inadempimento205. Sul punto, l’art. 1224 del code scioglie ogni dubbio, stabilendo che «La résolution résulte soit de l’application d’une clause résolutoire soit, en cas d’inexécution suffisamment grave, d’une notification du créancier au débiteur ou d’une décision de justice».

In base a tale disposizione, i presupposti della résolution pour inexécution sarebbero dunque i medesimi sia per la risoluzione per effetto di una decisione del giudice, sia per la risoluzione per atto di parte. Entrambe le forme risolutive si fondano ora sul medesimo fatto generatore, vale a dire una inexécution suffisamment grave, senza che la seconda richieda una maggiore gravità dell’inadempimento o un diverso atteggiamento psicologico del debitore206.

Stringenti sono le formalità che presidiano tale modo di risoluzione207: il legislatore richiede la costituzione in mora del debitore, al quale deve essere assegnato un termine ragionevole; nel caso in cui l’inadempimento persista il contratto potrà essere sciolto unilateralmente per il tramite di una dichiarazione di volontà del creditore, accompagnata dall’indicazione dei motivi che giustificano la risoluzione208.

mais à vérifier la régularité de la mesure prise par le créancier. Le contrôle est alors double: il faut non seulement vérifier que le débiteur n’a pas exécuté une obligation du contrat, manquement qui aurait entraîné en cas de saisine du juge le prononcé de la résolution, mais aussi constater la gravité de ce manquement, justifiant de ne pas attendre la prononcé de la résolution par le juge». Nel quadro post-Réforme, con riguardo al controllo giudiziale ex post sullo scioglimento del contratto per effetto di una risoluzione unilaterale, v. CHANTEPIE-LATINA, La réforme du droit des obligations, Paris, 2016, 568 s.;

DESHAYES-GENICON-LAITHIER, Réforme du droit des contrats, du régime général et de la preuve des obligations. Commentaire article par article, 504 s.

204 Nel contesto pre-Réforme, la questione era stata posta da FAGES, En quoi peut consister le comportement grave de nature à justifier la rupture unilatérale du contrat à durée déterminée?, in R. tr.

dr. civ., 2009, 320 ss. Nella dottrina italiana CERCHIA, Quando il vincolo contrattuale si scioglie, cit., 65 ss.

205 In senso contrario parrebbe porsi la giurisprudenza più recente: v. Cass., 1re civ., 13 mars 2007, n°06-10229; Cass. com., 15 sept. 2009, n° 08-15872, cit.

206 Lo osservano già i primi commentatori del Projet d’Ordonnance: v. PELLETIER, Article 1226: les conditions d’exercise de la résolution unilatérale aux risques et périls du créancier, cit.: «[…] le créancier peut soit résoudre unilatéralement le contrat, soit agir en résolution judiciaire, cette précision consacre clairement que résolution unilatérale et résolution judiciaire reposent toutes deux sur un même fait générateur, à savoir une inexécution suffisamment grave imputable au débiteur, sans que la première nécessite une faute plus caractérisée que la seconde».

207 V. anche il Rapport au Président de la République, che con riguardo alla disposizione parla di

«formalisme protecteur».

208 Cfr. i commi 2° e 3° dell’art. 1226 del code: «La mise en demeure mentionne expressément qu’à défaut pour le débiteur de satisfaire à son obligation, le créancier sera en droit de résoudre le contrat.

Lorsque l’inexécution persiste, le créancier notifie au débiteur la résolution du contrate t les raisons qui la motivent».

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La risoluzione ex art. 1226 del code si realizza così attraverso un procedimento ben più gravoso rispetto a quello disciplinato dall’art. 1454 del codice civile ed anche rispetto a quanto previsto dalla giurisprudenza francese formatasi nel solco dell’Arrêt Tocqueville209, dimostrando un atteggiamento di prudenza nei confronti dell’ammissione in via generalizzata della résolution par voie de notification.

In tale prospettiva, particolarmente rilevante è il dibattito che ha impegnato la dottrina francese in relazione al presupposto della necessaria intimazione di un termine al debitore. Con riguardo a tale profilo, pare necessario ripercorrere brevemente le tappe che hanno condotto alla definitiva versione dell’art. 1226 del code.

Il Projet d’Ordonnance de la Chancellerie210 prevedeva, quale presupposto della résolution par voie de notification, l’obbligo di concessione di un termine di grazia, senza introdurre alcuna eccezione alla regola generale.

Nell’ambito dell’originaria formulazione dell’art. 1226 non hanno dunque avuto alcuna influenza le richiamate pronunce della Cour de Cassation, le quali escludevano la costituzione in mora quantomeno nei casi di urgence.

Ed infatti, i primi commentatori211 alla disposizione hanno individuato l’inconveniente di non consentire la «fin immediate du contrat», rilevando che in questo modo la risoluzione unilaterale rischierebbe di venir privata di gran parte del suo interesse pratico, ossia rispondere a quelle esigenze di urgenza e celerità che non potrebbero essere garantite da un procedimento giudiziale e, talora, neppure dalla concessione di un termine di grazia.

In virtù di tali considerazioni, si è auspicato212 che la versione definitiva dell’Ordonnance conservasse il principio generale dell’intimazione di un termine aggiuntivo, introducendo però l’eccezione della risoluzione immediata nei casi in cui il

209 Il contrasto è evidente se si considerano alcune recenti pronunce (per tutte, Cass. com., 20 oct. 2015, n° 14-20416, https://www.legifrance.gouv.fr/affichJuriJudi.do?idTexte=JURITEXT000031378606), che hanno ritenuto «peu important les modalités formelles de résiliation contractuelle».

210 Il Projet d’Ordonnance è stato sottoposto a consultazione pubblica tra il 25 febbraio e il 30 aprile 2015 ed è poi confluito, con modifiche, nell’Ordonnance del 10 febbraio 2016. Si segnala, con riguardo alla formulazione dell’art. 1226 di cui al Projet d’Ordonnance, il commento di PELLETIER, Article 1226: les conditions d’exercise de la résolution unilatérale aux risques et périls du créancier, cit.

211 V.PELLETIER, Article 1226: les conditions d’exercise de la résolution unilatérale aux risques et périls du créancier, cit.

212 Ancora PELLETIER, Article 1226: les conditions d’exercise de la résolution unilatérale aux risques et périls du créancier, cit.: «Il ne serait donc pas inutile, tout en conservant le principe de la mise en demeure préalable du débiteur en cas de résolution unilatérale, de l’assortir d’une exception lorsque le créancier est confronté à l’impossibilité de poursuivre l’exécution du contrat et à l’urgence de mettre fin à celui-ci. Cette dispense de mise en demeure, qui n’interviendrait que dans des cas par définition limités, permettrait de préserver une des fonctions de la résolution unilatérale, qui ne peut être assurée ni par la clause résolutoire, ni par la résolution judiciaire».

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creditore si trovi nell’impossibilità di proseguire il rapporto contrattuale e nell’urgenza di porvi fine.

Della discussione qui solo accennata si è probabilmente tenuto conto nella fase di stesura del testo finale dell’Ordonnance.

L’art. 1226, nella sua definitiva formulazione, introduce infatti la possibilità di risolvere il contratto in via immediata, nei casi di urgence (v. art. 1226, 1° c.: «[…]. Sauf urgence, il doit préalablement mettre en demeure le débiteur défaillant de satisfaire à son engagement dans un délai raisonnable»)213. Si tratta di un’importante eccezione alla regola generale della mise en demeure, la quale rende lo strumento risolutivo più conforme rispetto soluzioni apprestate dai richiamati arresti della Cour de Cassation214. Giova sottolineare che anche nei confronti di tale formulazione finale sono stati sollevati alcuni rilievi critici: in particolare, ci si è chiesti215 se la superfluità del termine non potesse essere estesa anche a fattispecie diverse da quella dell’urgence, ad esempio laddove l’assegnazione della messa in mora risulti concretamente inutile a fronte dell’impossibilità di eseguire la prestazione. Inoltre, la mise en demeure sarebbe superflua quando l’inadempimento non sia rimediabile216.

Sarà dunque interessante osservare, nel prossimo futuro, le concrete applicazioni della clausola «sauf urgence» da parte della giurisprudenza: un’eventuale interpretazione estensiva della norma potrebbe potenziare l’efficacia della risoluzione unilaterale e scalfire, almeno in parte, la concezione tipica del sistema giuridico francese che assegna alla conservazione del vincolo contrattuale un valore intrinsecamente positivo217.

2.12 Conclusioni del cap. II: inconvenienti della risoluzione unilaterale ed incentivi