• Non ci sono risultati.

Risommazioni parziali e Self-Energia

Nel documento Meccanica statistica e fenomeni critici (pagine 74-78)

3.3 Modello di Landau-Ginzburg

3.3.5 Risommazioni parziali e Self-Energia

e compresa tra i due.

Esistono molti trucchi noti che permettono di trattare serie che non conver-gono con gli approssimanti di Pad´e. In genere si usano tanti differenti metodi di approssimazione, e poi si stima quello corretto facendo una media, e si calcola l’errore compiuto con la deviazione standard.

Un modo alternativo consiste nell’usare la somma di Borel: Se valgono le ipotesi del teorema di Borel (3.3.1), allora la serie `e sommabile alla Borel:

F (g) =

X

k=0

(−g)kfk

Si pu`o definire una funzione di Borel unica. B(z) = X k=0 (−z)kfk k!

La funzione B(z) converge pi`u facilmente di F (g) del suo sviluppo in Tay-lor (grazie alla presenza del k!). B(z) `e analitica in una regione pi`u grande della F (z), per cui il raggio di convergenza del suo sviluppo `e maggiore (Figu-ra 3.22). Ma nota la B(z) si pu`o ricalcolare la F (g) attraverso un operazione di trasformata (detta trasformata di Borel):

F (g) = Z

0

dzB(zg)e−z

Sebbene B `e analitica non `e detto che la F lo sia, perch´e `e integrata. Una delle tecniche pi`u diffuse per ricostruire la funzione originale `e quella di usare la trasformata di Borel, approssimandola con gli approssimanti di Pat´e; sostanzialmente otteniamo un prolungamento analitico sulla serie di Borel (che `

e converge in una regione pi`u grande di F ) in modo da poter ottenere uno sviluppo di F che converga oltre il raggio di convergenza della serie di Taylor6.

3.3.5 Risommazioni parziali e Self-Energia

Applichiamo queste tecniche per capire cosa avviene nel punto critico. Mettia-moci in dimensione D = 2. La funzione di correlazione all’ordine zero, nello

6Il successo di questo metodo non `e mai assicurato, e dipende dalla regolarit`a della funzione F (g)

Figura 3.22: Schema dell’analiticit`a della trasformata di Borel della funzione F (g).

spazio di Fourier `e:

˜

G(k) = 1 k2

Guardando il diagramma al primo ordine (Figura 3.23) possiamo scrivere l’integrale.

Figura 3.23: Diagramma al primo ordine nello spazio di Fourier.

G2(p) Z dDk k2 D = 2 Concentriamoci sull’integrale. Z 0 d2k k2

Gi`a in dimensione due questo termine diverge intorno a zero. Si pu`o verificare facilmente che in qualunque dimensione c’`e questo stesso problema (andando all’ordine opportuno).

Il diagramma mostrato in Figura 3.24 diverger`a in qualunque dimensione (aumentando opportunamente il numero di cappi).

Il suo integrale viene:

Z dk (p − k)2 Z dq k 2− q2 1 k 2+ q2 !N

Figura 3.24: Diagramma divergente.

Con N numero di cappi al numeratore. Possiamo fare il caso con due cappi espli-citamente per tovarlo. Questi sono diagrammi a salciccia. La cosa interessante `

e come l’integrale I(k) per k → 0, con I(k) definito: I(k) = Z dDq k 2− q2 1 k 2 + q2

Possiamo trovare la dipendenza da k della primitiva attraverso l’analisi di-mensionale; nella regione convergente questo diagramma deve comportarsi nel seguente modo:

I(k) ∼ 1 k4−D

Per D < 4 l’integrale `e convergente a grandi q, ma diverge se k → 0. In tre dimensioni otteinamo un comportamento

I(k) = 1 k

Se prendiamo il diagramma al 4 ritroviamo tre volte questo integrale (tre cappi), per cui sull’integrale finale apparir`a un termine:

I3(k) ∼ 1 |k|3

Da cui il diagramma completo al quarto ordine sar`a: Z d3k

|k|3

1 (k − p)2

Che diverge senz’altro per k = 0. Se ammettessimo anche dimensioni non intere per D < 4 esiste sempre un ordine a cui appare un diagramma divergente.

Al punto critico i termini dello sviluppo perturbativo divergono, e la serie non `e convergente.

Esistono varie teniche che si possono utilizzare per risolvere questo problema, una delle tecniche pi`u di moda `e la risommazione parziale dei diagrammi. Invece di prendere tutti i diagrammi ai vari oridini possiamo risommare tutti i diagram-mi di una data classe. In questo modo possiamo sommare un sottoinsieme di diagrammi ad ogni ordine.

La scelta dei diagrammi da risommare `e arbitraria. Il modo semplice `e quello di fare i diagrammi facili. I diagrammi pi`u semplici in assoluto sono quelli ottenuti mettendo in fila dei cappi; il termine al primo ordine diventa:

Σ = gC Z

˜

G0(p)dDp

Un diagramma con pi`u cappi in fila `e molto semplice perch´e fattorizzabile nel prodotto di tanti daigrammi al primo ordine un unico cappio.

Ad esempio un diagramma del quarto ordine con 4 cappi `e semplicemente: G0(p)5Σ4

Una volta che sappiamo calcolare il diagramma al primo ordine sappiamo il riusltato di tutti i diagrammi ad ogni ordine.

Possiamo sommarli tutti per ottenere il risultato finale:

X k=0 ˜ G0(p)k+1Σk = 1 G−10 (p) − Σ

La prima risommazione generale che possiamo fare `e questa. Basta calcolare un unico diagramma e poi si risomma il diagramma portandono al denominatore. Questo tipo di risommazione `e del tutto generale. Possiamo infatti immaginare di includere nella Σ anche diagrammi ad ordini superiori. Ad esempio se pren-diamo i diagrammi del secondo ordine mostrati in Figura 3.25 otteniamo un altra espressione per Σ.

Figura 3.25: Diagrammi irriducibili al secondo ordine.

Questi diagrammi sono detti irriducibili, perch´e non possono essere fattoriz-zati nel prodotto di due diagrammi di ordine pi`u basso. Se adesso chiamiamo Σ(p, g) la somma tutti i diagrammi irriducibili ad una linea (o ad una particella), possiamo risommare tutti i possibili diagrammi usando la serie geometrica:

1

G−10 (p) − Σ(p, g)

Questo corrisponde a prendere tutti i diagrammi irriducibili, e comporre tutti gli altri diagrammi possibili combinando linee G0(p) con tutti i possibili diagrammi

in Σ. Per ragioni legate alla teoria dei campi per le particelle Σ `e detta self-energia.

Se confrontiamo la funzione di correlazione risommata, e la confrontiamo con quella di campo medio otteniamo uno shift del punto critico.

G0(p) = 1

p2+ µ G(p) = 1 p2+ µ − Σ La self energia ha spostato il punto critico a:

µ − Σ = 0

Se volessimo essere pi`u raffinati potremo arrivare a considerare anche i diagrammi irriducibili al terzo ordine (Figura 3.26).

Figura 3.26: Diagrammi irriducibili al terzo ordine.

Possiamo decidere di includere nella self-energia solo diagrammi pi`u semplici (come il topolino). Possiamo risommare tuta una classe di diagrammi facili da calcolare. Per fortuna esiste una giustificazione formale a questa operazione di “scegliere” arbitrariamente quali sono i diagrammi facili da risommare.

Se calcoliamo questa risommazione il risultato converge al punto critico, con esponenti diversi da quelli di campo medio (anche se il risultato non `e ancora quello corretto). In questo modo siamo riusciti, partendo da una serie non convergente, ad ottenere un espressione convergente con un risultato interessante (se pur non esatto).

Nel documento Meccanica statistica e fenomeni critici (pagine 74-78)