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Il ruolo dell'Unione Europea nell'elaborazione della Convenzione

PARTE III STRUMENTI NAZIONAL

CAPITOLO 2 – La Convenzione UNESCO 2005 e la sua

1.2. Il ruolo dell'Unione Europea nell'elaborazione della Convenzione

L'Unione Europea attraverso la Decisione 2006/515/CE del 18 maggio 2006193 è divenuta a

pieno titolo Parte della Convenzione UNESCO del 2005, divenendo la prima organizzazione regionale di integrazione economica a essere legata e vincolata sul piano internazionale a uno strumento UNESCO194.

A testimonianza del ruolo attivo dell'UE nell'elaborazione della Convenzione internazionale vi sono diversi documenti tra cui l'atto comunitario (P6_TA[2005]0135)195 elaborato poco

189Le varie parti della prima sessione sono reperibili al sito:

http://www.unesco.org/new/en/culture/themes/cultural-diversity/diversity-of-cultural-expressions/the- convention/historical-background/intergovernmental-meetings-of-experts/first-session-of-the- intergovernmental-meeting-of-experts-20-24-september-2004/.

190In questa circostanza vennero appuntate delle alternative terminologiche alla prima struttura testuale discussa a settembre, relative in modo particolare a: il titolo, alcuni paragrafi del Preambolo, i vari commi degli articoli dall'1 all'11.

191In particolare venne inserito il concetto riguardante la stretta correlazione tra cultura e sviluppo (ora par. f dell'articolo 1); vennero inseriti i riferimenti alla Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo nell'art. 2 par. 1; vennero completate le definizioni facenti parte dell'art. 4 aggiungendo alla lista concettuale la definizione di "contenuto culturale".

192All'art. 6, par. 2 riguardante le diverse misure che le Parti Contraenti possono attuare a livello nazionale furono inseriti due punti importanti l'uno sulla promozione e il sostegno degli artisti e dei professionisti impegnati nel mondo della cultura, l'altro sulla promozione della diversità dei media compreso il servizio di radiodiffusione.

193Rintracciabile in GUUE L 201 del 25 luglio 2006, p. 15 e ss.

194Sugli aspetti tecnici della partecipazione dell'UE al negozioato si veda Mucci F., La diversità del patrimonio e delle espressioni culturali..., cit., pp. 325-329.

prima dell'approvazione del testo definitivo. In tale documento emergono diversi punti esplicativi dell'apporto dell'Unione al nuovo strumento UNESCO: primo fra tutti la volontà di riporre in capo agli Stati il diritto a mantenere e attuare politiche e leggi intese a promuovere e proteggere la diversità culturale; secondariamente l'importanza del pluralismo dei mezzi di informazione oltre che dei loro contenuti e delle modalità di distribuzione dei prodotti culturali. In terzo luogo veniva fatto cenno alla duplice natura economico-culturale dei beni e dei servizi culturali per la quale l'assimilazione a semplici merci commercializzabili era definita del tutto inappropriata. Già però nel 2003 l'UE e i suoi Stati membri esprimevano il loro appoggio ad uno strumento normativo sulla diversità culturale attraverso la [COM 2003 (520)]196. Più precisamente nell'allegato accluso alla Comunicazione veniva manifestata la

volontà di costituire una nuova tappa in linea con la Dichiarazione universale sulla diversità culturale [...] tramite il consolidamento di determinati diritti culturali; l'impegno delle Parti alla cooperazione internazionale; la creazione di un foro di discussione sulle politiche culturali e l'istituzione di un sistema di vigilanza globale della situazione della diversità culturale nel mondo. Si concludeva la breve disamina dichiarando quanto fosse importante

ritenere la salvaguardia e la promozione della diversità culturale quali principi fondamentali

a cui dovrebbero ispirarsi il diritto e le politiche a livello internazionale197.

La Convenzione UNESCO del 2005 rappresenta per l'UE certamente sia un punto di partenza per sviluppare politiche culturali atte a tutelare efficacemente la diversità culturale198, ma

altresì una conferma rispetto agli assunti generali su cui si basano le principali fonti europee. In particolare gli articoli 3 par. 3 e il 6 del TUE, gli articoli 10-19-165-167 del TFUE, oltre che i vari articoli costituenti la Carta dei diritti fondamentali dell'UE – tra tutti l'articolo 22199

-, sono chiari esempi di come i concetti presenti nella Convenzione in analisi siano parte integrante delle fonti dell'Unione Europea200. A sostegno di tale tesi si può richiamare il

pubRef=-//EP//TEXT+TA+P6-TA-2005-0135+0+DOC+XML+V0//EN. 196Vedi cap. 1 par. B.2.1., p. 50.

197COM 2003 (520) pp. 9-10.

198Ferri D., La Convenzione UNESCO sulla diversità culturale: sviluppi e prospettive della sua attuazione nell'Unione Europea, in Baruffi M. C., (a cura di), Cittadinanza e diversità culturale nello spazio giuridico europeo, CEDAM, Assago, 2010, p. 173.

199La diversità culturale venne fatta oggetto di tutela effettiva per la prima volta nell'articolo 22 della Carta di Nizza, sulla scorta di quanto venne evidenziato dal Parlamento Europeo nella risoluzione adottata il 16 marzo 2000. Non solo, anche alcune ONG come l'European Broadcasting Union e l'European Forum for the Arts and Heritage in alcuni contributi nello stesso anno ebbero modo di sottolineare l'importanza di porre l'attenzione sulla tematica della diversità culturale. Si veda Ferri D., La Costituzione..., cit., p. 99.

Preambolo della già citata Decisione 2006/515/CE, in cui si afferma che la Convenzione UNESCO «costituisce un pilastro pertinente ed efficace della promozione della diversità culturale e degli scambi culturali, cui tanto la Comunità, come enunciato nell'articolo 151, par. 4 del Trattato, che i suoi Stati membri, attribuiscono la massima importanza»201. Un'ulteriore

occasione, anche se più recente, in cui emerse la stretta vicinanza di intenti tra l'UE e l'UNESCO per la tutela della diversità culturale fu la Comunicazione su un'agenda europea

per la cultura in un mondo in via di globalizzazione della Commissione al Parlamento

europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale europeo e al Comitato della Regioni202. La parte introduttiva del Documento è emblematica, poichè oltre a definire la

Convenzione UNESCO del 2005 "come tappa fondamentale cui l'UE ha fornito un notevole contributo"203, enuncia in maniera incisiva quanto la diversità culturale, in questo caso

europea, sia una ricchezza e una risorsa importante per conseguire gli obiettivi strategici di un territorio in materia di prosperità, solidarietà, sicurezza. La portata degli assunti alla base dell'agenda europea della cultura fu così importante a livello internazionale che l'allora Direttore Generale UNESCO Koïchiro Matsuura, citò il Documento nel discorso di apertura della prima Conferenza delle Parti della Convenzione del 2005 il 18 giugno 2007. Egli lo definì esempio concreto di impegno da parte della Commissione Europea a promozione e sostegno della Convenzione204, intravvedendo così nell'operato e nelle idee insite nei

programmi europei un modus operandi esemplare per l'attuazione delle "politiche culturali" citate nel testo della Convenzione.

Lo stretto rapporto che ha legato l'UE e l'UNESCO nella fase iniziale della Convenzione del 2005 perdura tutt'oggi attraverso collaborazioni e incontri finalizzati a implementare e rendere attivi gli obiettivi del Testo internazionale. Tra gli sforzi comuni di maggiore portata vi è il

degli articoli citati.

201Come sottoliea Ferri, secondo questo enunciato la Convenzione del 2005 rappresenta per l'UE una vera e propria "trasposizione a livello internazionale dei principi comunitari dell'art. 167, par. 4, in cui si stabilisce che la Comunità tenga conto degli aspetti culturali a titolo di altre disposizioni del trattato". Ferri D., La Convenzione UNESCO sulla diversità culturale: sviluppi e prospettive della sua attuazione nell'Unione Europea, in Baruffi M. C., (a cura di), Cittadinanza e diversità culturale..., cit., p. 179.

202COM (2007) 570. 203Ivi, p. 3.

204Il discorso di apertura della prima Conferenza delle Parti della Convenzione UNESCO del 2005 è

rintracciabile al

sito:http://www.unesco.org/fileadmin/MULTIMEDIA/HQ/CLT/diversity/pdf/convention_2005/CoP/discours _dg_en_20070618.pdf.

progetto “Expert Facility Project to Strengthen the System of Governance for Culture in Developing Countries”, un programma di lavoro preliminare finalizzato a rendere disponibili assistenze tecniche di vario genere a 13 PVS (Argentina, Barbados, Burkina Faso, Cambogia, Repubblica Democratica del Congo, Haiti, Honduras, Kenya, Malawi, Mauritius, Niger, Seychelles, e Vietnam). Il sostegno che viene dato loro è focalizzato a consolidare capacità umane/professionali e istituzionali per sviluppare politiche volte a sostenere l'emergere di industrie culturali dinamiche (dalla crezione, all'accesso al mercato, alla distribuzione dei prodotti). I primi risultati di questo progetto si potranno consultare a conclusione del programma stesso, previsto per febbraio 2013.