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S M Corbesero, The Anniversaries of the October Revolution, 1918-1927: Politics and

Nel documento L'Ottobre delle arti (pagine 155-158)

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quando «Il popolo esce in strada» portando alla caduta dell’autocrazia zarista. Numerose sono le riprese di Ke- renskij: è anche grazie al film di Vertov che si consolida l’immagine negativa del leader socialrivoluzionario im- borghesitosi e traditore degli ideali rivoluzionari per la smania di potere e di protagonismo. Kerenskij sarebbe diventato il bersaglio preferito del cinema sovietico suc- cessivo come icona di un regime da rovesciare al pari di quello zarista. Da non trascurare nemmeno la ripresa di altre personalità politiche, espressioni del governo prov- visorio come il capo del Comitato provvisorio della Duma Michail Rodzjanko e il ministro della guerra Gučkov. La volontà documentaristica di Vertov offre una certa visibili- tà ai protagonisti della rivoluzione democratico-borghese. Questo tipo di rappresentazione lascerà successivamente il passo alla concentrazione verso le masse o, successiva- mente, i protagonisti bolscevichi, eclissando in gran parte il ruolo dei fautori della rivoluzione di febbraio, e facendo di questa una tappa inevitabile ma secondaria nel cam- mino verso l’Ottobre. Il montaggio passa a un’altra data importante – quella del 4 marzo – quando si tennero i fu- nerali dei «combattenti per la libertà», che costituirono un altro momento chiave nella costruzione della narrazione rivoluzionaria: mostrando le vittime e la partecipazione popolare al rito funebre, si sarebbe potuto creare un culto dei martiri capace di rivestire il processo rivoluzionario di una aura laicamente sacra e di legittimarlo ulteriormente. Questo interesse per filmare, documentare, e “vendere” la rivoluzione è certificato anche da un interessante par- ticolare. Siamo davanti al Palazzo di Tauride, sede della Duma e del Soviet dei soldati e degli operai, l’ingresso si è riempito di soldati che vogliono sapere cosa fare e si nota una cinepresa, filmata naturalmente da un’altra cinepresa.

Nonostante la produzioni di alcuni cinegiornali, docu- mentari e film di agitazione a fini celebrativi, la proposta cinematografica che il pubblico urbano si trovava davanti in occasioni dei momenti festivi del nuovo calendario civile bolscevico includeva più film commerciali rispetto ad altri capaci di offrire una narrativa storica ufficiale della rivo- luzione. Nel 1921 i film storici di agitazioni storica come I capi rossi dell’Ottobre e I giorni neri di Kronštadt si trovava-

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delle arti no in concorrenza con film americani, come Intolerance di Griffith14.

1927: inquadrare la rivoluzione

Una tappa intermedia prima della produzione di film in occasione del decennale della rivoluzione nel 1927, ma pro- mossa sempre in occasioni giubilari, fu quella del 1925 con la realizzazione di film dedicati alla rivoluzione del 1905, fra cui film diventati dei monumenti della cinematografia mon- diale come Stačka (Sciopero, 1925) e soprattutto Bronenosec Potemkin (La corazzata Potemkin, 1925) di Sergej Ejzenštein, e Mat’ (La madre, 1925) di Vsevolod Pudovkin. È con questi film che si affermò in URSS un peculiare genere rimasto poi nella storia della cinematografia sovietica: si tratta del cosiddetto film “storico-rivoluzionario” (Istoriko-revoljucion- nyj fil’m), ovvero un genere la cui tematica doveva essere o la rivoluzione in sé del 1917 oppure la rappresentazione di momenti storici inseriti a diverso titolo nel processo storico (secondo i canoni marxisti inevitabile) di affermazione dello

Stato socialista15.

Non è un caso quindi che ai summenzionati due regi- sti fu affidato l’incarico di realizzare delle opere anche in occasione del primo decennale della rivoluzione nel 1927. Ad assegnarlo fu la Commissione presso il Presidium del Comitato centrale esecutivo dell’URSS per l’organizzazio- ne e lo svolgimento dei festeggiamenti del decennale della rivoluzione d’ottobre. L’istituzione di un organismo creato ad hoc di è per sé indice tangibile dell’importanza attribuita dal Partito alla commemorazione del momento fondatore e testimonia una modifica dell’atteggiamento: non più delega completa al Narkompros nell’organizzare le attività comme- morative, ma accentramento al principale organo statale del Paese. La commissione del 1927 fu il primo ente preposto a regolare le festività e le celebrazioni per tutta l’URSS. Il suo presidente fu Nikolaj Podvoiskij, vicepresidente del Comi- tato militare rivoluzionario, primo commissario del popolo alla Difesa, e grande sostenitore delle feste di massa nelle

14. Ivi, p. 111.

15. Sull’«istoriko-revoljucionnyj fil’m» come genere peculiare dell’industria cinemato-

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occasioni commemorative16. La Commissione forniva delle

istruzioni generali e i preparativi dovevano essere solo su- pervisionati dagli organi locali del Partito e dagli ispettorati operaio-contadini. Le iniziative locali e la partecipazione popolare vennero bloccate e gli spettatori furono tenuti lon- tani dalle celebrazioni centrali. Se nel 1920 a Leningrado la rivoluzione era stata il culmine dello spettacolo con una grande partecipazione di massa, nel 1927 la sua commemo- razione era solo l’inizio e il nuovo programma di industria- lizzazione costituiva l’apice dell’evento. Vennero centinaia di migliaia di spettatori ma lo spettacolo si svolse sulla Neva tra il ponte Kirov e quello del Luogotenente Schmidt, che rendevano la vista difficoltosa e la partecipazione di massa impossibile. A Mosca la celebrazione si focalizzò sulla piazza Rossa, il cui accesso però fu però rigidamente ristretto e i manifestanti passavano davanti alla tribuna come aveva-

no sempre fatto17. D’altra parte occorre considerare che il

giubileo giungeva in un momento di alta tensione politica: la lotta fra Trockij e Stalin giunse allora alla risoluzione finale con l’espulsione dal Partito e l’esilio in Kazakhstan del primo, che aveva organizzato una manifestazione con

l’opposizione unificata proprio per il 7 novembre18. Che

lo scontro decisivo fra la fazione staliniana e quella trocki- sta si sia tenuto proprio il giorno dell’anniversario della rivoluzione conferma l’importanza della celebrazione non solo come momento di commemorazione della rivoluzione passata, ma anche, e soprattutto, come affermazione della

leadership presente e del programma futuro19

La Commissione incentivò la realizzazione di opere ca- paci di rappresentare le vicende rivoluzionarie anche nel campo cinematografico. In questo senso il 1927 fu un anno di prova per il cinema sovietico poiché questa fondamen- tale commemorazione costituiva una grande opportunità per i cineasti di mostrare la forza politica e sociale del film,

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