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La SAM può considerarsi un'estensione del tradizionale schema delle interdipendenze settoriali. Essa aggiunge quelle matrici che consentono di chiudere il modello di Leontief tenendo conto delle relazioni, tradizionalmente assenti nell'input-output, tra distribuzione fattoriale, distribuzione personale del reddito e composizione della spesa per consumo. La distribuzione primaria del reddito alle famiglie è intesa come strettamente connessa con la fase di produzione del valore aggiunto, nell'ambito d'una specifica struttura del sistema economico articolato in diversi settori di produzione. La distribuzione secondaria invece, e cioè quella del reddito disponibile, risulta determinata in un momento logicamente successivo, una volta che si tenga conto degli effetti delle politiche dello Stato, che attua un'azione redistributiva mediante trasferimenti positivi e negativi, diretti ed indiretti alle diverse categorie di percettori.

L'introduzione di conti intestati alle istituzioni (famiglie, imprese, Stato, Resto del Mondo) consente di cogliere il passaggio dalla distribuzione fattoriale alla distribuzione personale del reddito. Il reddito disponibile delle istituzioni, ed in particolare dei gruppi di famiglie variamente specificati dal punto di vista socio- economico, costituisce la base per alimentare le diverse componenti della domanda, ed in particolare quella per consumi delle famiglie. Il reddito che non viene immediatamente speso viene risparmiato e va ad alimentare il conto di formazione del capitale.

Per poter rispettare l'impostazione generale della SAM la rappresentazione matriciale dei flussi deve avvenire in conformità ad alcuni principi. Innanzitutto deve essere rispettato il principio base della contabilità nazionale e cioè quello secondo cui ad ogni entrata corrisponde una spesa. L'intersezione tra un conto situato sulla riga j e quello situato sulla colonna k rappresenta il valore delle transazioni monetarie che intercorrono tra di essi e, per definizione, ogni transazione è vista sotto il duplice aspetto di uscita (costo), per il conto di colonna, e di entrata, per il conto di riga.

In secondo luogo la specificazione dei settori istituzionali in cui sono raggruppati i diversi soggetti economici deve rispondere ad alcuni criteri di omogeneità in relazione alla natura del soggetto ed a quella delle transazioni. Per questo i conti di riga e di colonna vanno intestati ai settori d'attività, ai fattori di produzione (lavoro, capitale, risorse naturali), ed ai diversi settori istituzionali (famiglie, società e Stato), nonché al conto della formazione del capitale ed al Resto del Mondo. Il passaggio dai conti per settore produttivo ai conti per settore istituzionale costituisce l'elemento caratterizzante ed innovativo della SAM sia rispetto alla contabilità nazionale sia rispetto alle tavole input-output. Questa classificazione consente anche di tener conto delle tre funzioni essenziali d'ogni sistema economico e cioè quello della produzione dei beni, del consumo degli stessi e dell'accumulazione del capitale.

Dal punto di vista formale, la SAM si presenta come una matrice quadrata.

T=[tjk]

Poiché ogni coppia riga-colonna riproduce la contabilità dell'operatore intestatario del conto, essa risulta bilanciata così che il totale di riga è uguale al totale della corrispondente colonna. Questa seconda restrizione può essere scritta come:

Te=y=T'e (1)

dove e è un vettore unità così che l'elemento j-esimo del vettore y rappresenta sia il reddito totale sia la spesa totale del conto j.

L’estensione della contabilità nazionale per includere gli aspetti sociali ed ambientali 5

Figure 1: Schema di una SAM semplificata Spese Attività Fatto

ri

Istituzioni Risp/ Impo ste Resto Tota le Entrate Fami glie Socie Stato Invest. Indi rette Mon do Attività T1,1 0 T1,3 T1,4 T1,5 T1,6 0 T1,8 y1 Fattori T2,1 0 0 0 0 0 0 T2,8 y2 I S Famigli e 0 T3,2 T3,3 T3,4 T3,5 0 0 T3,8 y3 T I Società 0 T4,2 T4,3 T4,4 T4,5 0 0 T4,8 y4 T U Stato 0 T5,2 T5,3 T5,4 T5,5 0 T5,7 T5,8 y5 Z I Risp/Inv 0 0 T6,3 T6,4 T6,5 0 0 T6,8 y6 O N Imposte Indir. T7,1 0 T7,3 T7,4 T7,5 0 0 0 y7 I Resto Mondo T8,1 T8,2 T8,3 T8,4 T8,5 T8,6 0 0 y8

Totale y'1 y'2 y'3 y'4 y'5 y'6 y'7 y'8

Scegliere quali conti rappresentare in una SAM e quale grado di disaggregazione adottare dipende sia dall'obiettivo dello studio sia dalla disponibilità di informazioni statistiche. Si tenga presente comunque che mentre in una SAM devono sempre essere rappresentati con il maggior grado di dettaglio possibile il reddito e la spesa delle istituzioni e la struttura delle attività produttive (Tavola I-O), il grado di dettaglio delle restanti informazioni dipende dalle caratteristiche socioeconomiche del sistema, dalle implicazioni di politica economica e, naturalmente, dalla disponibilità delle informazioni. La flessibilità della matrice non riguarda tanto la scelta dei conti, e quindi delle fasi del processo economico che si vogliono evidenziare, quanto piuttosto la

6 Marisa Civardi e Cesare Costantino possibilità di disaggregare gli intestatari dei conti ricorrendo di volta in volta al criterio

di classificazione più opportuno1.

Lo schema di figura 1 pur rappresentando una SAM molto semplificata, evidenzia le principali relazioni che intercorrono tra i diversi conti in esso rappresentati. Innanzitutto, come si vede, per i conti intestati alle Istituzioni la distinzione adottata è di carattere molto generale. Nello schema infatti le istituzioni nazionali sono distinte in famiglie, società e Stato (Pubblica Amministrazione) e sono separate da quelle intestate ai soggetti economici non residenti, raggruppati tutti in un unico conto intestato al Resto del Mondo. Inoltre, i tre conti intestati alle istituzioni interne registrano i soli flussi di parte corrente mentre i corrispondenti flussi in conto capitale sono condensati in un unico conto; nessuna distinzione invece viene introdotta per i flussi che fanno capo al settore estero.

In ogni cella che, è forse opportuno ricordarlo, non si configura necessariamente come uno scalare ma che, come conseguenza di ulteriori disaggregazioni non illustrate nello schema, assume generalmente la forma di un vettore o di una matrice, è riportato il valore monetario delle transazioni che intercorrono tra il conto di riga e quello di colonna; quando tra due conti non sussistono transazioni in essa appare uno 0.

La natura di quadro contabile della SAM di fig. 1 risulta immediatamente evidente se ci si sofferma sul significato economico di ogni riga e colonna. Iniziando dalla lettura della matrice per righe, si osserva che la prima, che impone l’uguaglianza tra produzione totale delle attività produttive e domanda totale, rappresenta il conto di equilibrio tra beni e servizi. In particolare, nella prima cella trova collocazione la domanda intermedia, cioè matrice delle transazioni interindustriali così come compare nella tavola I-O. La seconda cella è vuota, in quanto i fattori non rivolgono al sistema produttivo alcuna domanda di beni.

Particolarmente interessante è il blocco di matrici formato all’incrocio della prima riga con le colonne dei conti di parte corrente delle istituzioni. La cella all’incrocio della prima riga e della terza colonna rappresenta la domanda di beni finali rivolta ai settori produttivi da ciascuno dei gruppi in cui si considerano distinte le famiglie. I due blocchi successivi, se non sono previste disaggregazioni ulteriori, si configurano entrambi come vettori e rappresentano il consumo finale rispettivamente delle imprese e del settore pubblico.

La sesta cella della prima riga esprime la domanda totale di beni di investimento rivolta ai settori e che viene finanziata con i risparmi accumulati nei periodi precedenti. Se si considera un unico conto capitale comune a tutte le istituzioni, questa cella assume la forma di un vettore. Infine la settima cella indica la domanda di esportazioni sia di beni di consumo che di investimenti.

La seconda riga, intestata ai fattori di produzione, corrisponde al processo di formazione del valore aggiunto. La cella più significativa è quella all’incrocio con la colonna relativa alle attività produttive. La matrice in essa rappresentata mostra come il valore aggiunto formatosi nei singoli settori viene ripartito fra i fattori produttivi considerati. A seconda del criterio con cui sono disaggregati i fattori, essa coglierà quindi la formazione di diversi tipi di reddito, quali reddito da lavoro dipendente, da capitale, rendite, ecc. La cella all’incrocio con la colonna intestata al Resto del mondo, è rappresentata dal vettore del valore aggiunto trasferito all’estero sotto forma di rimesse degli immigrati.

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Questa possibilità corrisponde al principio del multiple actoring and multiple sectoring

L’estensione della contabilità nazionale per includere gli aspetti sociali ed ambientali 7

Ovviamente tutte le transazioni registrate in questa riga non corrispondono a flussi effettivi, in quanto l’introduzione di una riga intestata ai fattori produttivi è solo un artificio che permette di definire la distribuzione fattoriale del reddito, così come, l’introduzione della corrispondente colonna ha essenzialmente la funzione di consentire il passaggio dalla distribuzione fattoriale a quella settoriale senza dover associare in modo univoco ad un dato tipo di reddito un singolo conto (ad esempio il reddito da capitale e impresa non dovrà essere attribuito globalmente al conto intestato alle imprese, ma una parte potrà affluire anche al conto delle famiglie o dalla PA.

La terza riga registra la formazione del reddito disponibile per il settore delle famiglie. La distribuzione primaria è individuata dalla matrice all’incrocio con la seconda colonna, essa indica il modo secondo cui il valore aggiunto percepito dai fattori viene ridistribuito ai gruppi di famiglie. Per pervenire alla definizione del reddito disponibile, accanto alla distribuzione primaria dovranno essere considerati i trasferimenti che avvengono tra le istituzioni e con il resto del mondo. In dettaglio, questi trasferimenti sono rappresentati, nell’ordine, dalla matrice delle transazioni all’interno del settore famiglie e da tre vettori che indicano rispettivamente i trasferimenti dalle imprese, sotto forma di dividendi, i trasferimenti dalla PA e le rimesse degli emigrati ai singoli gruppi di famiglie.

In modo analoga, la quarta e la quinta riga mostrano il processo di formazione del reddito disponibile delle imprese e del settore pubblico che nello schema non risultano ulteriormente suddivisi. Con riferimento al conto delle imprese, la cella all’incrocio con la seconda colonna è il vettore dei redditi distribuiti dai fattori alle imprese (essenzialmente redditi da capitale e ammortamenti). La cella successiva è il vettore dei trasferimenti dai gruppi di famiglie alle imprese, mentre le celle seguenti sono rappresentate da scalari che indicano, nell’ordine, i trasferimenti all’interno del conto, le sovvenzioni ricevute dalla PA e i trasferimenti dall’estero.

Il settore pubblico (quinta riga) riceve reddito dai fattori, sotto forma di redditi da capitale e ammortamenti, rappresentato dal vettore situato nella seconda cella. Alla determinazione del suo reddito complessivo concorrono poi i trasferimenti effettuati dai diversi gruppi familiari e dalle imprese. Tali trasferimenti sono costituiti, essenzialmente, dal pagamento delle imposte sul reddito e sul consumo. Si incontrano poi i trasferimenti che avvengono all’interno del settore, le imposte sul patrimonio, registrate in corrispondenza del conto dei flussi di capitale e, infine, i trasferimenti dal resto del mondo.

La sesta riga riguarda la formazione del capitale ed il suo totale indica l’ammontare di capitale globale disponibile nel sistema. I blocchi più significativi si trovano all’incrocio con le colonne delle spese correnti delle istituzioni. In particolare, in corrispondenza della colonna intestate alle famiglie, troviamo il vettore del risparmio formatosi in ognuno dei gruppi familiari; in corrispondenza della colonna intestata alle imprese lo scalare che esprime i profitti non distribuiti; mentre l’incrocio con la colonna dei flussi di parte corrente del settore pubblico è costituito da uno scalare che indica il risparmio della PA. La settima cella di questa riga, all’incrocio con la colonna resto del mondo, è costituita dal capitale netto ricevuto dall’estero.

La settima riga è intestata al settore Resto del mondo. La prima cella è costituita dal vettore delle importazioni di materie prime effettuate da ciascun settore produttivo; la seconda dal vettore degli eventuali redditi che, percepiti da fattori esteri operanti all’interno del paese, vengono poi ridistribuiti a istituzioni straniere. Le celle seguenti, individuate dall’incrocio con le colonne intestate alle istituzioni, registrano i trasferimenti all’estero delle istituzioni nazionali, costituite da importazioni di beni di

8 Marisa Civardi e Cesare Costantino consumo o di investimento, profitti distribuiti ad operatori stranieri, imposte sulle importazioni, sovvenzioni a paesi stranieri, ecc. Il totale di questa riga indica le importazioni totali, comprensive non solo delle importazioni di beni intermedi o finali ma anche delle importazioni di servizi, come quelli forniti dai fattori produttivi.

La sintetica descrizione dei flussi rappresentati dalla SAM non solo indica come essa, mediante il passaggio dai conti per branca ai conti per settore istituzionale, trasformi l’impostazione della tavola I-O, intorno alla quale è costruita, ma evidenzia anche che essa è in grado di fornire, rispetto alla Contabilità Nazionale e alla tavola delle transazioni, ulteriori dettagli circa il funzionamento del sistema economico.

Infatti, se fissiamo l’attenzione sul settore istituzione Famiglie, vediamo come la SAM, fornendo un quadro della distribuzione fattoriale del reddito, consenta di cogliere in primo luogo come il valore aggiunto ottenuto dal processo produttivo viene distribuito ai singoli fattori sotto forma dei diversi tipi di remunerazione (salari per i diversi tipi di lavoro, rendite per la remunerazione della terra o di altre risorse naturali, profitti al capitale) e, in secondo luogo il passaggio dalla distribuzione fattoriale alla distribuzione del reddito tra le istituzioni, ed in particolare tra i diversi gruppi di famiglie. La diversa proprietà dei fattori e la distribuzione della ricchezza (che comprende anche le doti e le capacità personali) sono infatti alla base del passaggio dalla distribuzione fattoriale a quella familiare cosicché è possibile modificare la distribuzione personale del reddito sia modificando la distribuzione fattoriale, cioè intervenendo sulla tecnologia impiegata nel processo produttivo, sia modificando la distribuzione della ricchezza in termini di proprietà dei fattori, sia, modificando il modello di trasferimenti governativi.

Le famiglie utilizzano il loro reddito disponibile innanzitutto per finanziare i consumi e l’insieme di transazioni che ne deriva coinvolge le famiglie e i produttori sul mercato dei beni e servizi e mostra la composizione del consumo finale delle famiglie. La domanda di beni di consumo di ogni gruppo di famiglie (che presentano comportamenti di consumo diversi per ammontare e composizione) attiverà settori differenti del sistema produttivo. Dal momento che i settori utilizzano varie tecniche di produzione, ad ogni data composizione della domanda finale corrisponderà una diversa distribuzione fattoriale, e quindi personale, del reddito, che retroagirà sulla struttura della domanda per consumo.

Da quanto detto si evince che la SAM può essere impiegata non solo come modello contabile ma anche sia come complesso schema di analisi volto ad integrare le informazioni relative alla produzione ed alla domanda intermedia e finale con quelle relative alla distribuzione del reddito tra ed all’interno dei diversi settori istituzionali (SAM come schema di rappresentazione del circuito economico), sia come strumento di pianificazione economica, ovvero come modello atto a simulare e a quantificare gli effetti di politiche alternative sulla distribuzione dei redditi.

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Verso un sistema integrato di Contabilità sociale e