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ORGANIZZAZIONE DELLE CAMPAGNE DI MONITORAGGIO

4.1 C RITERI PER LA SCELTA DELLE AREE DA M ONITORARE

4.1.1 D ESCRIZIONE DELLE AREE MONITORATE

4.1.1.5 San Marco Argentano

Il territorio di San Marco Argentano comprende un tratto dell’horst sulla sinistra orografica del Fiume Crati. I sistemi di faglie ricorrenti hanno orientamenti disposti con direzioni N-S, NW-SE E NE-SW. Le dislocazioni più vistose sono quelle prodotte dalle faglie con direzione N-S. Queste hanno determinato il sollevamento della Catena Costiera, mettendo a contatto i sedimenti postorogenici con i termini cristallino-metamorfici del substrato. Gli

Torano Castello - Marano Marchesato [Lanzafame G. et al., 1976]. Esse determinano una fascia in cui affiorano, in modo predominante, i sedimenti postorogeni più antichi e limitate porzioni del substrato [Lanzafame G. et al., 1981]. La struttura tettonica S. Marco - S. Fili borda il versante orientale della Catena Costiera mantenendosi a monte degli abitati di Cerreto, Cavallerizzo, Mongrassano e San Marco Argentano (procedendo da sud verso nord). Tale dislocazione è resa evidente da tratti di versanti sub-rettilinei ma soprattutto da uno stacco litologico netto. Le faglie appartenenti al sistema NW-SE abbassano verso nord la Catena Costiera determinando un ampliamento verso est del bacino di sedimentazione. Nel settore settentrionale del territorio, dislocazioni appartenenti a tale sistema mettono in contatto il substrato cristallino con i termini più bassi dei depositi sedimentari. Tra gli elementi morfologici creati da queste strutture vanno ricordate in particolare due faccette triangolari che bordano, rispettivamente, il versante orientale di M. Bucita (nei pressi del centro abitato) e di M. Pizzo. I rigetti del sistema di faglie aumentano progressivamente da sud verso nord [Lanzafame G. et al., 1981]. L’ultimo sistema è quello orientato NE-SW, che anche se meno evidente è ritenuto il più importante, in quanto si identifica con la linea di Sangineto, gia descritta precedentemente. [Lanzafame G. et al., 1981].

Dallo studio della Carta Geologica (foglio 229 IV SE-D “San Marco Argentano”) (in Allegato A-5)il territorio di San Marco Argentano è costituito, dall’alto verso il basso, dalle seguenti litologie:

- detriti di frana, di falda e depositi alluvionali sabbiosi e ciottolosi dei letti fluviali; - sabbie e depositi conglomerati per lo più poco consolidati e facilmente disgregabili ad

alta permeabilità;

- conglomerati in genere ben cementati, composti da ciottoli di calcare, subordinatamente di granito, anfiboli e gneiss. Buona resistenza all’erosione e permeabilità da media ad elevata;

- argille siltose e marnose a bassa permeabilità, con scarsa resistenza all’erosione e tendenza a dar luogo a piccole frane rotazionali sui pendii più ripidi;

- calcari cristallini in strati sottili, calcari arenaci e conglomeratici, argille marnose fogliettatte; spesso intensamente fratturati e contorti con permeabilità moderata e buona resistenza all’erosione;.

- Gneiss e scisti biotitici-granatiferi; le rocce spesso profondamente degradate presentano una resistenza all’erosione da media ad elevata e permeabilità bassa, con aumento della stessa nelle zone degradate;

- Serpentine massicce ed orneblenditi, probabilmente derivate per metamorfismo da rocce ultrabasiche intrusive; spesso si presentano alterate e /o degradate con una moderata resistenza all’erosione e permeabilità da bassa a media.

4.1.1.6 Cosenza

Cosenza si colloca all’interno del bacino del Fiume Crati, fossa tettonica formatasi in seguito a sollevamenti differenziali tra il substrato cristallino ed è delimitato ad est dai rilievi metamorfici facenti parte del massiccio Silano e ad ovest dalla catena costiera (Figura 4.4).

E’ un’ importante struttura a graben propria della Calabria nord-orientale delimitata, come la maggior parte dei bacini sedimentari recenti dal Bacino Crotonese, la Stretta di Catanzaro, il Bacino di Reggio, caratterizzate da importanti faglie distensive probabilmente legate a strutture trascorrenti di grandi dimensioni.

Le dislocazioni che interessano la Valle del Crati si identificano in due sistemi principali: faglie normali sia parallele (NNW-SE, NE-SSW) che perpendicolari (WNW-ESE, E-W) alla direzione generale dell’Arco Calabro Peloritano.

Dall’analisi del foglio 236 I-NO “Cosenza” (in Allegato A-6), il contesto geologico nel Figura 4.4 – Stralcio neotettonico del settore settentrionale Calabria [Tansi et

al., 2005]. In rosso sono segnate le aree indagate

Castrovillari Lungro

San Marco Argentano Cosenza

- Depositi alluvionali con prodotti di dilavamento;

- depositi conglomeratici, a matrice sabbiosa, localmente limosa, di età Plestocenica; - sabbie bruno-chiare Cenozoiche, generalmente a grana da fine a media. Tale

complesso in genere si presenta discretamente costipato, con moderata resistenza all’erosione, con elevata permeabilità;

- argille siltose grigio-chiare, con scarsa resistenza all’erosione e bassa permeabilità e argille marnose e silt grigi biancastri, localmente con intercalazioni di silt sabbiosi e marne violacei. Tale complesso presenta una scarsa resistenza all’erosione e una bassa permeabilità;

- Complesso igneo metamorfico costituito da paragneiss e scisti biotitici, spesso con grossi cristalli di granato, associati a gneiss granitoidi e vene o ammassi di rocce granitiche, privi di granati. Tali rocce, presentano generalmente una bassa permeabilità.

4.1.1.7 Rogliano

L’area di Rogliano rientra nella Sila piccola, che all’interno dell’Arco Calabro Peloritano, occupa la terminazione meridionale del settore settentrionale: a nord è delimitata dal parallelo passante per il lago Arvo, a sud dalla stretta di Catanzaro. Essa è costituita da un edificio a falde di ricoprimento, in cui è possibile riconoscere il complesso delle Unità Appenniniche, Liguride e Calabride [Amodio Morelli et al., 1976; Lorenzoni and Zanettin Lorenzoni, 1983]. Su tale edificio a falde trasgrediscono in discordanza sequenze sedimentarie Neogeniche-Quaternarie. Il complesso Calabride, in sila piccola, in accordo con lo schema strutturale proposto da Amodio Morelli e al. (1976), può essere suddiviso dal basso verso l’alto nelle seguenti Unità tettoniche principali: Unità di Bagni, Unità di Castagna, Unità di Monte Gariglione, Unità di Stilo. L’area di Rogliano rientra nell’Unità di Castagna, formata principalmente da gneiss di medio-alto grado metamorfico, gneiss occhiadini, anfiboliti e marmi. Dall’analisi del foglio 236 I–SO “Rogliano” (in Allegato A-7), il contesto geologico nel quale si colloca l’area che comprende l’ospedale di Cosenza risulta essere caratterizzato dall’alto verso il basso da:

- Depositi alluvionali con prodotti di dilavamento;

- conglomerati Pliocenici da bruno a bruno-rossastri e conglomerati Miocenici poligenici , con ciottoli ben arrotondati di rocce cristalline in una matrice sabbiosa grossolana, con locali intercalazioni o lenti sabbiose e ghiaiose. Tale complesso litologico, si presenta ben costipato e con buona resistenza all’erosione e con elevata permeabilità;

- scisti quarzosi, a scistosità laminare regolare, occasionalmente gneissici ed occhialini. Presentano una buona resistenza all’erosione, fatta eccezione per alcune zone più fratturate, e una bassa permeabilità. Il limite con gli scisti filladici quarzosi-

sericitici-cloritici localmente è graduale. Quest’ultimi presentano locali intercalazioni lenticolari di calcari cristallini;

- scisti quarzoso-feldspatici del Fiume Savuto, occasionalmente con biotite. Tali rocce, ben declassate e a scistosità regolare, tendono a fratturarsi secondo regolarin blocchi squadrati, con discreta resistenza all’erosione con permeabilità da bassa a media;

- complesso igneo-metamorfico costituto da para-gneiss e scisti biotitici, associati a gneiss granitoidi e vene, o ammassi di rocce granitiche senza granati. Sporadicamente si hanno zone di gneiss basici, anfibolitici. Presentano permeabilità bassa e resistenza all’erosione.