Coordinatore:
Giorgio Alleva
Università di Roma La Sapienza
Relatori:
Achille Chiappetti
Commissione per la garanzia dell’informazione statistica Fabio Morchio
Conferenza delle regioni e delle province autonome Gaetano Palombelli
Unione province italiane Giancarlo Boselli
Associazione nazionale comuni italiani
Giorgio Alleva
Introduzione
Buongiorno, diamo inizio a quest’ultima sessione.
La Conferenza nazionale di statistica è stata spesso l’occasione per una riflessione sullo stato del Sistan e sull’opportunità di introdurre modifiche alla normativa vigente. D’al-tra parte, la modifica del titolo V della Costituzione, l’elaborazione di disegni di legge hanno provocato in più occasioni un dibattito, degli incontri fra gli addetti ai lavori. E, devo dire, ho anche riletto con interesse gli interventi nelle ultime Conferenze nazio-nali di statistica da parte dei presidenti dell’Istituto, del presidente della Commissione di garanzia e l’approfondimento che svolse il professor Chiti nella Settima Conferenza nazionale sulla istituzione e sulle regole della statistica ufficiale.
Prima di dare la parola ai relatori, vorrei presentarveli: oggi la Conferenza ci chiama a riflettere sui possibili scenari futuri del Sistan con Achille Chiappetti, presidente della Commissione di garanzia, Fabio Morchio per la Conferenza delle regioni e delle province autonome, Gaetano Palombelli come rappresentante dell’Unione pro-vince italiane e Giancarlo Boselli, in rappresentanza dell’Associazione nazionale dei comuni.
Prima di dare loro la parola, permettetemi qualche osservazione, di porre alcune domande.
Credo che occorra innanzitutto distinguere tra la discussione sull’opportunità o meno di una revisione del 322, e quindi sugli aspetti di architettura di sistema, e quella invece sulle azioni, sugli strumenti, sulle priorità che il Sistema si deve dare per rispondere anche prospetticamente alla domanda di informazioni statistiche per il Paese. E certamente, da un’attenta valutazione dei risultati del Sistan in que-sti anni, delle sue debolezze, dei suoi successi e insuccessi, possono trarsi indicazioni senz’altro utili sulla questione di un’eventuale revisione del 322 – su cui certa-mente ci presenterà le sue considerazioni il professor Chiappetti.
Io credo che oggi, ancor più di quando fu introdotto il Sistan, occorra riconoscere che solamente una risposta di sistema può corrispondere in modo adeguato alla domanda di informazione statistica. E questo sia per l’evoluzione della dimensione e della natura della domanda – sempre più frastagliata, con necessità di risposta in tempi sempre più stretti, in collegamento con processi valutativi, decisionali – sia per il sempre maggior numero di produttori pubblici e privati, sistematici o episo-dici, di informazioni statistiche di interesse collettivo. Domanda spesso espressa anche in modo confuso cui i produttori di statistica debbono comunque dare ri-sposta, specificandone le modalità e anticipandone quanto più possibile la manife-stazione formale. E maggiore complessità implica quindi, a mio avviso, una necessità di governo di sistema, sia per coordinare la produzione, sia per garantire una diffusione più orientata verso gli utenti. È quindi a livello di Sistema che oc-corre riflettere su come rispondere alla domanda, è a livello di Sistema che ococ-corre verificare e programmare la qualità dell’informazione statistica ufficiale.
Interve-Sessione plenaria
Scenari futuri per il Sistema
statistico nazionale
nire solamente sull’Istat o su singoli soggetti non è più sufficiente: occorre raffor-zare il governo del Sistema e predisporre gli strumenti per una sua effettiva pro-grammazione e produzione.
Ecco, a fronte di questa necessità, è ancora sufficiente un sistema leggero, poco re-golato, basato su Circoli di qualità sempre più aperti, con produttori ma anche uti-lizzatori, ma privi di rapporti funzionali con i centri decisionali della produzione? Il Comstat deve essere ancora rappresentativo solamente delle tipologie e dei soggetti del Sistema? Solo dei produttori, o anche degli utilizzatori? Sono sufficienti racco-mandazioni e tavoli interistituzionali per realizzare significativi miglioramenti nella disponibilità di informazioni statistiche sui principali aspetti di interesse? Per rea-lizzare moderni sistemi informativi statistici e il pieno sfruttamento degli archivi nei processi di produzione, sono sufficienti processi dal basso tra i soli soggetti del Si-stema o non occorre prevedere anche una selezione di progetti strategici e una forte azione condotta anche in altre sedi istituzionali? Il riferimento esclusivo agli uffici di statistica come soggetti del Sistema consente di svolgere un’azione piena sulla pro-grammazione e sulla validazione dei flussi di informazioni statistiche più rilevanti? Se puntiamo sulla produzione di statistiche per decidere ai vari livelli di governo, come garantire che sistemi informativi, osservatori e altre iniziative che non pas-sano dagli uffici di statistica pospas-sano costituire parte integrante della produzione e diffusione del Sistema, con le implicazioni di programmazione e validazione che comportano? Ecco, anziché discutere tra i soggetti del Sistema delle titolarità delle in-dagini o delle elaborazioni, non è più utile riuscire a essere inclusivi anche di que-sti altri flussi informativi? Ha ancora senso puntare all’obiettivo di un Sistema di circa 9 mila soggetti paritetici, oggi costituito da 3.600 soggetti di cui 70 partecipano al Psn: si può governare il Sistema con 3.600 soggetti? La crescita del numero dei la-vori e dei soggetti nel Psn è certamente positiva, ma è sufficiente ad assicurarci una risposta efficace alla domanda?
Ecco, io credo che oggi occorra un disegno, occorra una selezione di progetti stra-tegici e la conseguente individuazione dei soggetti necessari a realizzarli, stabilen-done i rispettivi ruoli e funzioni, individuando più efficaci strumenti di attuazione. Lavorare per priorità e strategie: non in sostituzione naturalmente di un Sistema a rete con una molteplicità di soggetti, ma come modalità di governo più incisiva che rimetta al centro i processi produttivi e, accanto allo sviluppo delle tante iniziative dei singoli soggetti, individui e persegua processi produttivi congiunti rilevanti. Quindi il Psn non più solamente come risultato di nuovi prodotti realizzati da sem-pre più numerosi soggetti del Sistema, ma soprattutto come il risultato di un dise-gno finalizzato al raggiungimento di progetti strategici che consentano significativi miglioramenti della statistica ufficiale. Il disegno dovrà essere definito in piena au-tonomia dai soggetti del Sistema congiuntamente, ma dovrà avere un forte
commitment da parte del Paese, se necessario risorse specifiche aggiuntive.
Ho citato come esempi di progetti rilevanti i sistemi informativi e gli archivi, perché certamente questi continuano ad essere, anche a distanza di molti anni, due sfide an-cora rilevanti. Naturalmente le questioni strategiche sono anche altre, oggi ne sono state presentate diverse nelle varie sessioni: c’è un’esigenza di elaborazione di nuovi schemi concettuali, di definizione di progetti strategici di tipo metodologico; ci sono alcune questioni cui la metodologia deve dare risposte, ad esempio la maggiore tem-pestività nella diffusione dei dati, la domanda di conoscenza di fenomeni rari; penso al-l’importanza che rivestono gli sviluppi di metodo nelle stime anticipate, nelle stime per piccole aree e altri ancora.
sessione
plenaria
In generale occorre, quindi, uno sforzo per dare nuove risposte a una domanda sem-pre più difficile da soddisfare.
Ecco, questi credo siano argomenti di cui valga la pena discutere accanto a quelli di carattere più istituzionale.
Allora, do la parola a Achille Chiappetti, presidente della Commissione di garanzia.