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Scuola e vita nella teoria e nella pratica educativa di Jean-Ovide Decroly p

Ovide Decroly, medico, pedagogista e psicologo belga vissuto tra il 1871 e il 1932, è noto per aver lavorato a una riforma dell'insegnamento basata sul metodo globale d'apprendimento della lettura e della scrittura. Il suo impegno si può inquadrare nell'area del più ampio movimento innovatore dell'attivismo e dell'éducation

nouvelle alla cui lega internazionale egli aderisce formalmente. Nato da una famiglia franco-belga, compie i

suoi studi di medicina a Gand, a Berlino e a Parigi, dove si specializza in neurologia, patologie della mente e neuropsichiatria. Inizia a confrontarsi con le problematiche educative nel momento in cui, come medico, si trova a dover trattare casi di bambini affetti da malettie mentali. Nella sua vita professionale, la pratica e la teoria procedono sempre di pari passo, la pratica costituisce il banco di prova di ogni nuova teoria. Il principio pedagogico cui si ispira il suo agire è che l'educazione deve costruirsi intorno agli interessi degli alunni, per questo la sua teoria è conosciuta anche come pedagogia dei centri di interesse. Lo sviluppo del bambino è l'esito della sua crescita biologica e del suo sperimentarsi nell'ambiente in cui vive, dunque deve essere scuola la natura, come devono esserlo il lavoro e la vita quotidiana. Il suo pensiero pedagogico si fonda su quattro presupposti: gli interessi del bambino come linee-guida del processo educativo; l'approccio globale con cui egli apprende senza preordinare gli elementi del tutto all'esperienza diretta del fenomeno con cui si confronta; la classe in cui si trova che è un po' il tutto della vita in cui normalmente l'individuo si immerge; il luogo in cui il bambino compie le sue scoperte.

Si tratta di un'impostazione che richiama la responsabilità individuale e collettiva, il rispetto della singolarità della persona, la solidarietà, la valorizzazione dei rapporti sociali, la tolleranza, il rispetto della differenza, la priorità allo sviluppo dell'individuo, alla creatività e alla gradevolezza dell'imparare. Questa visione positiva del bambino prescinde da ogni considerazione socio-economica e fa leva sul sentimento morale, sul bene e sul male, e sulla guida dell'insegnante attraverso letture ad hoc. Inserirsi bene nella società non significa accettare passivamente il proprio destino, perché l'individuo evolve a prescindere da un certo determinismo sociale. Quella di Decroly è una vocazione tarda e fuori programma, nessuna delle sue attività, infatti, lo avvicina all'insegnamento durante gli studi e la prima pratica medica. Più che altro, essendo il più dotato tra i suoi fratelli, ha subito le scelte comuni delle famiglie concentrate sul pensiero del successo scolastico dei figli. Amante delle arti visive, della musica e delle scienze naturali più che della classicità greco-latina, durante gli studi universitari a Gand, si orienta verso l'approfondimento dell'anatomia patologica, prima di scoprire la patologia mentale e di convincersi definitivamente della correlazione tra stato fisico e stato mentale. Ogni comportamento ha basi biopsichiche, come insegnano la neuropsichiatria e la psicologia freudiana in voga negli stessi luoghi già nei vent'anni precedenti. Torna a Bruxelles nel 1898, nonostante continui a Gand le sue ricerche sulle malattie mentali e sull'anatomia patologica del cervello. La pratica clinica in ospedale lo attira più dell'attività libero- professionale e così fa il suo ingresso alla Policlinique de Bruxelles presso il servizio di neurologia, dove riceve l'incarico di occuparsi dei bambini anormali con disturbi del linguaggio. Di fronte a un'esperienza così forte, che gli rivela lo stato d'abbandono in cui versano i suoi giovanissimi pazienti condannati all'esclusione e alla marginalità dalla scuola popolare giunge a formulare un'opinione molto severo della scuola:

J’affirme qu’elle a une influence nuisible, une action antisociale incontestable; non seulement elle ne nous prépare pas à la vie, mais elle fait de beaucoup de nous des épaves de la vie, des déclassés, ou du moins elle ne fait rien pour nous éviter de le devenir — ce qui est tout comme» (1904b.) Pourtant,

l’école pourrait être « le moyen le plus puissant peut-être [d’assurer] la prophylaxie de la paresse, de la misère et du crime [...], non pas comme elle est organisée actuellement, puisqu’elle-même est, en grande partie, cause directe ou indirecte de ces maux, mais comme elle devrait être organisée, comme elle l’est déjà dans certains endroits heureux où l’on a compris ce qu’elle fait de mal et ce qu’elle peut faire de bien118.

Un giudizio fortemente negativo, dunque, è quello che fa pesare sulla scuola belga del tempo, ma che spiega la motivazione che lo spinge a ritarare il suo percorso sulle necessità che appaiono nuove al suo sguardo.

Secondo lui, il compito principale della scuola è quello di prevenire il disagio e sostenere le famiglie o addirittura di sostituirle nel caso in cui siano inadeguate. È necessario intervenire sulla scuola, perché, come luogo, è migliore di ospizi e ospedali: alla luce di questo, anche il problema dell'obbligo scolastico assume un altro carattere dalla sua prospettiva di medico, poiché, dal tempo previsto per l'assolvimento, dipende il grado di inclusione degli alunni diversi nel gruppo dei normali. In Belgio la legge sull'obbligo sarà emanata nel 1914 per trovare applicazione nel 1920, ma la funzione dell'educazione nella modernità non deve restare questa, piuttosto deve servire ai giovani per affrontare consapevolmente la loro vita di cittadini adulti e di lavoratori.

Lo sviluppo della scienza e delle conoscenze favorisce l'emergere di comportamenti intellettuali nuovi, quindi è una priorità, per Decroly, adeguare l'offerta educativa ai bisogni della società moderna. Come il suo contemporaneo Léon Brunschwig, Decroly denuncia i limiti del monopolio della cultura umanistica imperniata su un razionalismo cartesiano circoscritto al suo dettato filosofico. È necessario, a suo avviso, aprire l'insegnamento alle conoscenze acquisite tre secoli prima sul metodo scientifico e sull'osservazione della natura e dell'interazione uomo-ambiente. In questo modo, l'umanesimo classico si integra alle scienze umane e diviene oggetto di indagine e di riflessione, in quanto nei fenomeni che riguardano l'uomo e le sue relazioni questi due aspetti si presentano sempre insieme. Modernizzare i contenuti dell'apprendimento in tal senso significa adeguare la scuola all'evoluzione della cultura contemporanea a partire dalle realtà dell'ambiente nel quale vive il bambino e, per farlo in concreto, bisogna distruggere i fondamenti stessi della scuola classica, metodi, programmi, classificazioni e sostituirli con strumenti del tutto diversi. Come molti altri prima di lui, Decroly potrebbe limitarsi a una denuncia teorica delle falle dell'istruzione, ma, in quanto uomo d'azione, vuole assicurare nell'immediato un futuro all'istruzione popolare, perciò elabora le sue teorie e le mette subito alla prova dei fatti nelle sue scuole-laboratorio. Il suo orientamento professionale contempla una svolta definitiva poi quando la Société de pédiatrie gli propone di diventare responsabile di una piccola clinica di nuova apertura destinata a trasformarsi in un centro di osservazione e trattamento di bambini cosidetti anormali. Avendo già frequentato il Laboratorio di psicologia sperimentale di Wundt, a Berlino, il Laboratorio di Schuyten a Anversa e conoscendo i lavori degli studiosi francesi Binet et Simon, egli tuttavia diffida delle condizioni artificiose dell'esame in consulto esterno, quindi accetta l'incarico offerto a una condizione: di poter accogliere all'interno della struttura i bambini da trattare, alloggiandoli in una sorta di casa-famiglia. Grazie alla loro presenza costante può così incrementare la ricchezza dell'osservazione psicologica in rapporto di stretta dipendenza con quella dell'ambiente dove vivevano i bambini. Nel 1901 viene poi inaugurata la clinica denominata Institut

d’enseignement spécial — Laboratoire psychologique du Dr Decroly e tra le sue mura si sviluppata per i trentun

118 Francine Dubreucq, in Perspectives: revue trimestrielle d’éducation comparée, vol. XXIII, n° 1-2, 1993, p. 251-276, Paris, Unesco: Bureau international d’éducation. N.d.A.: Io dico che ha una influenza nociva, un'azione antisociale innegabile, non solo non ci prepara alla vita, ma rende molti di noi veri e propri scarti della vita, dei declassati o per lo meno non fa nulla per impedirci di diventarlo" (1904b). Tuttavia, la scuola potrebbe essere" il mezzo più potente per garantire la profilassi della pigrizia, la miseria e la criminalità [...], non come è organizzato ora, dal momento che essa è, in gran parte, causa diretta o indiretta di questi mali, ma dovrebbe essere organizzato, e come lo è già in alcuni felici indirizzi dove si è capito ciò che danneggia e ciò che può favorire.

anni successivi la carriera del medico belga.

Nata dalle premesse descritte, questa realtà viene immediatamente trasformata in una vera e propria scuola- laboratorio, dove i bambini con difficoltà mentali vivono una quotidianità piuttosto naturale, fatta della cura che lo Stato negava loro nella realtà della scuola popolare e completa di un'educazione la più ampia possibile. Vedendoli alle prese con la vita di tutti i giorni, il medico sfuma la definizione psicometrica dell'irregolarità mentale: tutti gli ospiti, infatti, progrediscono in misura tale da dimostrare l'efficacia e l'utilità dell'intervento educativo su di loro e, in accordo anche con quanto già esplicitato da Claude Bernard, persino di un intervento educativo uguale a quello proposto ad allievi in salute. La dimostrazione ha luogo proprio sul campo pochi anni dopo, quando, nel 1907, alcuni genitori attenti alle sue ricerche gli chiedono di accogliere i loro sette figli sani in una delle sue scuole: nasce così l'Ermitage, un istituto nel cuore della città trasferito vent'anni dopo in un quartiere semiperiferico di Bruxelles, a Uccle. Da allora, pur senza perdere lo status originario di scuola sperimentale voluta e fondata dalle famiglie, l'istituto è andato incontro a una crescita esponenziale, al punto di comprendere classi dall'asilo di infanzia al diploma.

All'Istituto dell'Ermitage, dove gli alunni seguono un percorso scandito in tappe regolari, vengono poste in essere le stesse tecniche attuate in clinica. Sono entrambe scuole sperimentali, in realtà, dove viene messa sistematicamente alla prova la capacità di riformare e di migliorare il sistema scolastico suscitando, peraltro, nel corso di molti anni, le reazioni scandalizzate degli ambienti conservatori. L'applicazione degli stessi metodi educativi agli alunni sani e a quelli affetti da patologie mentali, la loro coeducazione – che precede di quasi trent'anni la coeducazione di genere in Belgio – disturba la tradizione di un paese dove si accusa lo psicologo di trasformare in cavie i suoi alunni e persino i suoi figli. D'altro canto, l'obiettivo principale con cui sono nate queste due scuole è sempre lo stesso: studiare modi per generalizzare le nuove metodologie nel sistema scolastico ordinario.

Les observations que l'un de nous a poursuivies depuis bientot vingt ans des milieux divers (institut pour anormaux, classes pour enfants arriérés, écoles pour enfants réguliers) nous permettent d'affirmer que déjà, dès maintenant, est en dehors de mésures radicales inapplicables en ce moment d'une façon générale, il y a lieu de rendre le séjour obligatoire de l'école plus fructueux à un plus grand nombre d'écoliers. Dans ce but, nous proposons une série de mésures dont l'application systématique donnera des résultats appréciables et préparera l'avenement de l'évolution plus radicale que tous nous souhaitons. Ces mesures consistent notamment: à soumettre les enfants à un triage préalable basé sur la confrontation des donnés recueillies par les autorités scolaires et du résultat de l'examen phisique et psychique (ceci en attendant l'établissement des critères uniformes pour l'estimation d'un rendement des élèves, des classes et des écoles); à homogeineser les groupements existents et à créer dans la suite: des sections parallèles pour enfants faiblement doués où arriérés, là où le nombre des écoliers le permet, mais en y groupant des enfants pouvant etre soumis au meme régime; des classes spéciales pour enfants anormaux; a ne pas dépasser le nombre de 30 pour les classes ordinaires, de 20 pour les classes parallèles et de s'en tenir à 12 pour les classes d'anormaux vrais. Examiner sérieusement et sans parti pris: en quelle langue doit se faire la prémière éducation scolaire; si l'enseignement d'une seconde langue doit etre imposé à tous les enfants et à partir du meme age (ceci s'applique surtout à la partie bilingue de la Belgique); à modifier les programmes de manière à tenir compte de l'évolution des intérets du méchanisme de la pensée chez l'enfant, des conditions locales, des capacités de la majorité par l'adoption d'un programme d'idées associées; à modifier les procédés d'enseignement dès le prémier degré (six ans), en y appliquant la méthode des centre d'intéret; à donner la préférence aux exercises et à la discipline qui favorise l'individualisation et l'activité personnelle119.

Nel 1902, la città di Bruxelles per prima adotta nelle classi ordinarie il metodo Decroly. Collaboratore all'Istituto di Sociologia, professore presso gli Hautes-Études e le Écoles normales, all’Université Libre de

Bruxelles, egli si mobilita in ogni circostanza e in ogni contesto di sofferenza dell'infanzia che lo richieda, infatti

fonda e anima anche le attività del Foyer des orphelins, l’Office d’orientation professionnelle, la Ferme-école

du Brabant, i Fonds delle classi d'eccellenza nelle scuole popolari, nonché l’Inspection médicale de l’enfance délinquante, assumendosi responsabilità che oltrepassano largamente gli angusti confini delle aule di scuola. La

medico-pedagogia, infatti, richiede l'azione congiunta di medici, psicologi, insegnanti, assistenti sociali impegnati in un piano di orientamento efficace che tocchi gli aspetti della salute fisica e mentale, psico-sociale e scolastica secondo un vero e proprio approccio olistico all'educazione.

Tutte queste attività sono oggetto di una riflessione teorica dall'esito scientifico particolarmente intenso e significativo. La bibliografia delle opere di Decroly e dei suoi collaboratori contempla oltre quattrocento titoli. Se si aggiungono a questi contributi le varie missioni effettuate in Inghilterra, in Spagna, negli Stati Uniti, in America Latina, si comprende come di lui allievi e collaboratori abbiano conservato l'immagine di un uomo straordinariamente dinamico, ma anche precocemente provato dai suoi impegni. La sua scomparsa avviene all'età di 61 anni nei giardini del suo istituto, tra gli allievi.

b. Le programme d'une école dans la vie

La caratteristica di tutti i suoi lavori è il legame stretto e profondo fra la teoria e la pratica dettato dalla riflessione sui fatti che hanno luogo davanti ai suoi occhi nel vivere la quotidianità dell'educazione e nella ricerca rigorosa e reiterata di ulteriori conferme alle teorie che man mano emergono dall'osservazione. Dalla profusione di tante energie per l'infanzia restano, tra i più rilevanti, quattro capitoli fondamentali per la comprensione della psicologia infantile: il metodo psicogenetico, la funzione della globalizzazione, degli interessi e dell'espressione dei soggetti in apprendimento. La sua scelta di osservare le reazioni spontanee dei bambini senza ricorrere alla strumentazione psicometrica è tra la maggiori scomodità dell'iter di ricerca individuato come il più produttivo da Decroly. Benché, infatti, accetti di introdurre in Belgio il metodo dei test di Binet e Simon allora all'avanguardia, egli rifiuta tuttavia di accordare ai nuovi mezzi un ruolo determinante. Si legge in una nota manoscritta priva di datazione riportata nell'articolo di Francine Dubreucq che

Le test est une forme, et non la seule, de l’examen de l’individu. Il ne supprime pas la nécessité de l’observation, il la complète et en est complété ; il est éclairé par elle et, dans beaucoup de cas, doit lui céder le pas. L’examen par test est le minimum psychographique, […] utile en première

noi ha raccolto in quasi due decenni in ambienti di varia estrazione (Istituto per anormali, classi per bambini ritardati, scuole per alunni regolari) ci permettono di affermare che sin da ora, è al di fuori di misure radicali inapplicabili in questo momento in una modalità generale, è necessario rendere la permanenza obbligatoria a scuola più fruttuosa a un più ampio numero di studenti. A tal fine, proponiamo una serie di misure la cui applicazione sistematica darà risultati pregevoli e preparerà l'avvento dei cambiamenti radicali che tutti noi ci auguriamo. Tali misure comprendono: a sottoporre i bambini a uno smistamento degli elementi basato sulla comparazione dei dati raccolti dalle autorità scolastiche e dall'esito dell'esame fisico e psichico (questo aspettando che si fissino criteri uniformi per la stima di un rendimento degli allievi, delle classi e delle scuole); a uniformare i gruppi esistenti e a creare in seguito: delle sezioni parallele per bambini debolmente dotati o ritardati, là dove il numero degli alunni lo permette, ma raggruppandovi dei bambini che possano essere sottoposti allo stesso regime; delle classi speciali per bambini anormali; a non superare il numero di 30 per le classi ordinarie, di 20 per le classi parallele e di attenersi a 12 per le classi di anormali veri. Esaminare seriamente e senza partito preso: in quale lingua debba essere impartita l'educazione scolastica iniziale; se l'insegnamento di una seconda lingua debba essere imposto a tutti gli alunni e a partire dalla stessa età (questo si applica soprattutto alla parte bilingue del Belgio); a modificare i programmi in modo da tener conto dell'evoluzione degli interessi del meccanismo del pensiero nei bambini, delle condizioni locali, delle capacità della maggioranza di fronte all'adozione di un programma di idee associate; a cambiare i processi di insegnamento dal primo grado (sei anni), applicando il metodo dei centri di interesse; a dare la preferenza agli esercizi e alla disciplina che favorisce l'individualizzazione e l'attività personale.

approximation120.

I test gli risultano, infatti, troppo anonimi e precisi, spesso generalizzati all'eccesso, realizzati in condizioni di tale artificialità da risultare poco credibili al banco dell'esperienza empirica e, in definitiva, forniscono indicazioni troppo parziali. Sono preferibili allora le biografie individuali a lungo termine, capaci di ritrarre passo passo l'evoluzione psicogenetica della persona, come aveva già sperimentato da Darwin, il primo a ricorrere allo strumento biografico nel suo Biographical sketch of an infant del 1877.

Ovide Decroly inizia i suoi studi di psicogenetica osservando la sua prima figlia della quale, una delle sue collaboratrici ha il compito sistematico di osservare le reazioni dalla culla fino al compimento dei sei anni, dunque tra il 1905 e il 1911. A tal fine, Decroly predispone una triplice tecnica di controllo: un diario giornaliero, numerosissime fotografie e molti video, di cui il più antico risale al 1906 ed è annoverato tutt'ora tra i primi documenti audiovisivi di indagine psicologica. La sua filmografia conta una cinquantina di titoli e risponde a un imperativo categorico della metodologia sperimentale: assicura la riproducibilità dell'osservazione o dell'esperienza eliminando la partecipazione personale dell'osservatore. Questa osservazione longitudinale continua a lungo termine e rispetta l'ambiente, la dinamica e lo sviluppo naturale del bambino, liberando le diverse componenti della sua personalità globale anche se, naturalmente, contempla numerose sovrapposizioni. Questo filone di ricerca si estende in un lasso di tempo di circa venticinque anni nella vicenda umana e professionale dello studioso e si concentra sull'analisi dello sviluppo nei bambini delle nozioni di colore, quantità, tempo, età, origine della vita, valore, competizione, disegno. L'ostacolo maggiore della psicogenetica consiste nel passaggio dal particolare al generale, dalla singolarità alla normalità. Le osservazioni vengono regolarmente messe a confronto con quelle di altri ricercatori come Stern, Dearborn, Preyer, Shinn, Baldwin: la successiva verifica della convergenza tra tutte le informazioni raccolte consente di fissare delle costanti nel processo di sviluppo e rivela, al tempo stesso, la specificità di ogni personalità che si presenta come una globalità inscindibile in cui corpo e anima, sensi e percezioni, affettività e razionalità sono legati in modo irriducibile e rappresentano la totalité de l’individu qui perçoit, pense et agit ensemble121 come egli stesso

afferma nel 1927.

La complessità della vita psichica non fa che orientare ulteriormente Decroly verso la psicologia speciale, convinto com'è che la combinazione degli effetti psichici generi una tale quantità di tipologie intermedie che tutti gli ambiti disciplinari possono concorrere a disvelare. È precisamente su questa considerazione del 1922

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