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Il secolo Biotech

IV. L’ART BIOTECH

4.2 Il secolo Biotech

Il XX secolo è stato caratterizzato dalla tecnologia inorganica, frutto della rivoluzione della fisica avvenuto nella prima metà del Novecento. Il XXI secolo si annuncia come l‟era del biotech, dove «le biotecnologie sembrano abbattere infatti le vecchie

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H.G. Gadamer, Verità e metodo, parte I, Il trascendimento della dimensione estetica, trad.it. a cura di G.Vattimo, Bompiani, Milano, 1983, p.128

322 I. Licata, Osservando la resistenza del mondo, in «Sci Art», Mat Edizioni, Milano, 2009, p.38 323 Ivi, p.42

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Cfr. I. Licata, La Logica Aperta della Mente, Codice Edizioni, Torino, 2008

dicotomie che separavano il biologico dal macchinico»,326 mentre «la vecchia distinzione tra invenzione (propria del regno dell‟inorganico) e scoperta (propria del regno della natura) viene così a decadere e l‟idea della brevettabilità non fa altro che sancire un passaggio epocale già avviato»,327 caratterizzato da una dimensione sempre più pervasiva dell‟ingegneria genetica (basti pensare al dibattito sugli OGM). È il passaggio dall‟eugenica all‟algenica328

che considera i confini di specie come etichette nominali e il mondo vivente si offre come una realtà in potenza. Lo scopo finale dell'algenista, taumaturgo del DNA, è quello di costruire l'organismo perfetto, lo “stato aureo” dell'efficienza artificiale quale strumento della società del divenire.

Questo processo è acutizzato dal matrimonio tra informatica e biologia che porta alla nascita dell‟ingegneria proteica, ovvero lo studio delle caratteristiche funzionali delle proteine con simulazione di possibili mutazioni che permettono di superare il semplice trasferimento “orizzontale” di proprietà tra i viventi, per progettare nuove caratteristiche biologiche mai apparse prima nella storia evolutiva, inaugurando una nuova era biotecnologica aperta alla programmazione eidomatica del vivente.

L'unione delle scienze dell'informazione con le scienze della vita - in altre parole dei computer con i geni - in una singolare rivoluzione tecnologico-commerciale, è per Jeremy Rifkin il vero inizio della nuova era biotech.329

D'altronde le strutture logiche di un computer, specialmente le reti complesse, rispecchiano i processi dei sistemi viventi, dove ognuna delle parti è un nodo di una rete dinamica di relazioni che continuamente perfeziona se stessa a ogni livello della sua esistenza, conservando una presenza vivente. Per un esperto di cibernetica, il feedback (cioè la retroazione) e l'elaborazione delle informazioni, servono da descrizione scientifica onnicomprensiva di come gli organismi anticipano e di come rispondono ai cambiamenti delle condizioni nel tempo. Un organismo vivente non è più considerato come una forma permanente, ma piuttosto come una rete di attività. La definizione della vita come il significato dell'esistenza ne escono radicalmente modificati. L‟“effetto Dolly”, seguito alla prima clonazione (dichiarata) di un essere vivente, nel 1997, crea non poco sconcerto nell‟opinione pubblica e un panico

326 R.Marchesini, op.cit., p.416 327 Ibidem

328

Cfr. J. Rifkin, trad.it. Dall‟alchimia all‟algenia, Macro edizioni, Cesena, 1994

irrazionale per ricerche in realtà già avviate da molti anni. Si schiudono territori senza mappe, i cui contorni vengono disegnati in migliaia di laboratori di bio-tecnologia sparsi per il mondo.

«I grandi cambiamenti economici nella storia avvengono quando forze sociali e tecnologiche si uniscono per creare una nuova “matrice operativa”, afferma Rifkin. Ci sono sette regole che compongono la matrice operativa del secolo della biotecnologia. Insieme esse creano la nuova struttura di una moderna era economica. Innanzitutto, l‟abilità di isolare, identificare e ricombinare i geni fa del pool genetico una nuova materia prima per l‟attività economica futura. Le tecniche del DNA ricombinante e altre biotecnologie consentono agli scienziati di individuare, manipolare e sfruttare le risorse genetiche per fini economici specifici. In secondo luogo, la concessione di brevetti sui geni, sulle linee cellulari, sui tessuti, sugli organi e sugli organismi manipolati geneticamente, nonché sui processi usati per alterarli, dà al mercato l‟incentivo commerciale per sfruttare nuove risorse. In terzo luogo, la globalizzazione dei commerci rende possibile una ricostruzione complessiva della biosfera mediante una seconda genesi concepita in laboratorio, la creazione di una natura bioindustriale prodotta artificialmente e costruita per rimpiazzare gli schemi propri dell‟evoluzione. [...] In quarto luogo, la mappatura dei circa 100.000 geni che fanno parte del genoma umano,330 le nuove scoperte nel campo dello screening genetico, i bio-chip, la terapia genica a livello delle cellule somatiche e l‟imminente prospettiva della manipolazione genetica degli ovuli, degli spermatozoi e delle cellule embrionali umane, stanno aprendo la strada alla totale alterazione della specie umana e alla nascita di una civiltà eugenetica pilotata dal commercio. In quinto luogo, una serie di nuovi studi scientifici sulle basi genetiche del comportamento umano e la nuova sociobiologia, che privilegia la natura rispetto all‟educazione, forniscono un contesto culturale per l‟estesa accettazione delle nuove biotecnologie. In sesto luogo, il computer fornisce il mezzo di comunicazione e di organizzazione per gestire le informazioni genetiche che costituiscono l‟economia della biotecnologia. In tutto il mondo, i ricercatori usano

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In realtà grande scalpore ha suscitato, una volta realizzata, la mappatura del genoma umano pubblicata, agli inizi del 2001, da due rispettabili riviste scientifiche: Nature e Science. Si scopre allora che il genoma umano è composto da un range dai 30.000 ai 40.000 geni e non dai 120.000 ai 140.000 come si era pensato fino ad allora.

Nature pubblicò il risultato delle ricerche finanziate pubblicamente ad un team di scienziati, raccolti nell‟

«International Human Genome Sequencing Consortium» anche detto «Human Genome Project»; Science pubblicò i risultati di un progetto biotecnologico privato: «Celera».

comunemente i computer per decifrare, scaricare, catalogare e organizzare le informazioni genetiche, e ciò permette loro di creare un nuovo magazzino di capitale genetico da usare nell‟era bioindustriale. Le tecnologie del calcolo e le tecnologie genetiche si stanno fondendo in una potente realtà tecnologica. In settimo luogo, un nuovo atteggiamento culturale nei confronti dell‟evoluzione sta cominciando a rimpiazzare l‟impostazione neo-darwiniana, con una visione della natura che è compatibile con gli assunti delle nuove tecnologie e della nuova economia globale».331 Queste nuove idee sulla natura permettono la legittimazione del Secolo Biotech con l'assunto che il metodo seguito per riorganizzare economia e società è semplicemente l'estensione dei principi stessi della natura e, in quanto tale, giustificabile.

Il Secolo Biotech porta con se una nuova base di risorse, una nuova serie di tecnologie di trasformazione, nuove forme di esclusive commerciali, un mercato di scambio globale per riseminare il pianeta con una seconda genesi artificiale; una nuova sociologia di supporto, un nuovo strumento di comunicazione per organizzare e gestire l'attività economica, dove il codice genetico è diventato il nuovo centro, l‟axis mundi, il tempio del mondo geno-centrico del determinismo genico.