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Introduzione

Come abbiamo visto, la cooperazione sanitaria è nata alla metà del XIX secolo dall’esigenza di controllare la crescente diffusione224 delle epidemie, soprattutto nel bacino del Mediterraneo. Nel corso degli anni, ai rudimentali metodi di controllo si sono affiancate tecniche di sorveglianza e raccolta dei dati225 sempre più avanzate, che hanno portato al rafforzamento dei legami tra gli Stati226, tanto che alcuni autori hanno persino sostenuto che la cooperazione sanitaria abbia dato un forte impulso alle relazioni internazionali227 nel loro complesso, proprio per la crescente necessità di coordinare le iniziative per tenere sotto controllo la diffusione delle epidemie228. In queste pagine approfondiremo la relazione tra gli interventi di cooperazione sanitaria internazionale realizzati dalla Costituzione dell’OMS sino ai nostri giorni, e l’evoluzione del rapporto tra salute e sviluppo.

La Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi del 1850-1851, le ulteriori Convenzioni Sanitarie Internazionali, ed infine l’Organizzazione Sanitaria della Lega delle Nazioni nel 1920, secondo cui i membri dovevano intraprendere “tutte le azioni necessarie in materia di cooperazione internazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive”229, hanno dato alla cooperazione l’investitura ufficiale in quanto strumento per la gestione della salute pubblica internazionale. Come ricordato, si è però dovuto attendere sino alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e all’entrata in vigore della Costituzione dell’OMS, per considerare la salute non soltanto come un bene pubblico ma come un diritto di cui dovevano godere tutti gli esseri umani, e definire la cooperazione sanitaria come lo strumento di tutela di quel diritto. In seguito, la Dichiarazione Universale del 1948 e soprattutto la Costituzione dell’OMS hanno

224 Plaut, M., Hughes, J., Berkelman, R., A global theme issues on emerging and re-emerging global

microbial threats, in Journal of the American Medical Associations”, n. 27, p. 217.

225 Vacalis, T., Barlett, C., Shapiro, C., Electronic communication and the future of international public

health surveillance, in “Emerging Infectious disease”, 1995, vo. 1, n. 1, pp. 34.

226 McKeen, M., Stott, R., Garner, P., Introduction, in McKeen, M., Stott, R., Garner, P., (a cura di),

International cooperation in health, Oxford University Press Inc., New York, 2001.

227 Trindade Lima, N., O Brasil e a Organização Pan Americana da Saúde: uma historia em três

dimensões, in Finkleman, J., Caminhos da saúde pública no Brasil, Editora Fiocruz, Rio de Janeiro, 2002; Santos, W. G., Razões da desordem, Editora Rocco, Rio de Janeiro, 1993.

228 Weinberg, J., Responding to the global challenge of infectious disease, in International cooperation in

health, in McKee, M., Garner, P., Stott, R. (a cura di), op. cit., p. 50.

229 “State parties will endeavour to take steps in matters of international concern or the prevention and

control of disease”. Art. XXIII della Convenzione della Lega delle Nazioni Unite, 1919, Ginevra, disponibile sul sito: http://avalon.law.yale.edu/20th_century/leagcov.asp, ultimo accesso 3 gennaio 2009.

aperto il cammino all’idea di autodeterminazione della propria salute e della propria vita da parte di ciascun individuo230, ed in questo senso hanno rappresentato un punto di rottura con la tradizione ed hanno permesso di compiere un importante passo per il superamento dell’approccio pubblicistico in direzione di un’idea soggettiva di salute. La salute è stata quindi definita come espressione della libera determinazione di ogni individuo in quanto “ciascuno è unico, con la propria visione della vita e del suo significato”231, ed è stata inserita nel quadro dei diritti fondamentali della persona umana. L’autodeterminazione, a sua volta, è stata presentata come “libertà di decidere in relazione a scelte che coinvolgono la persona anche nella sua dimensione fisica. La tutela integrale della persona umana implica la sua inviolabilità fisica e, ad un tempo, la sua libertà nelle scelte personali.”232 In questo nuovo quadro di riferimento, la cooperazione sanitaria non doveva più essere intesa soltanto come strumento di controllo delle epidemie bensì come uno degli strumenti principali per la tutela del diritto alla salute inteso come diritto fondamentale di ogni individuo. Tuttavia, come detto, quei documenti contengono elementi di ambiguità rispetto tanto al ruolo della cooperazione quanto alla definizione stessa di salute: in essi, infatti, si trovano tracce di un’idea di salute legata alla capacità degli individui di essere ‘socialmente ed economicamente produttivi’233 che rimandano, seppure in misura minore rispetto a tutte

le formulazioni precedenti, al legame tra salute e sviluppo234.

Tali ambiguità della Dichiarazione Universale del 1948 e della Costituzione dell’OMS hanno fatto sì che la cooperazione sanitaria internazionale avesse da un lato il compito di promuovere e proteggere il diritto fondamentale alla salute, inclusa la sua dimensione soggettiva, e dall’altro quello di promuovere la crescita e lo sviluppo delle popolazioni attraverso il miglioramento degli standard sanitari. Tale ambivalenza appare in maniera particolarmente evidente passando in rassegna i programmi delle principali organizzazioni internazionali multilaterali attive nel settore della salute: l’OMS, l’Unicef e la Banca Mondiale, e ripercorrendo la storia di alcuni momenti fondamentali della cooperazione sanitaria internazionale, come la Conferenza Internazionale di Alma Ata del 1978, la pubblicazione del Rapporto Investing in Health della Banca Mondiale

230 Rapporto del Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, OR 229, p. 7.

231 Ferrando, G., Diritto di rifiutare le cure, amministrazione di sostegno e direttive anticipate, in

Bioetica, 2008, II, p. 926.

232 Idem, p. 925.

233Beauchamp, T. L., Childress, J. F., Principles of Biomedical Ethics, Oxford, Oxford University Press,

2001.

del 1993, la costituzione della Commissione Macroeconomia e Salute da parte dell’OMS nel 2000 ed infine l’elaborazione della strategia degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio235 da parte delle Nazioni Unite, durante la Conferenza del Millennio realizzata a New York nel settembre del 2000.