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Segue: suggestione ed uso di bambole anatomiche

Un’ulteriore causa di suggestione consiste nell’uso delle cd. “bambole

anatomiche” durante l’intervista con la persona offesa minorenne, in procedimenti

per abusi. Si tratta di bambole provviste di dettagli anatomici corretti dal punto di

vista sessuale, introdotte, negli Stati Uniti, già dagli anni Venti del secolo scorso,

al fine di ovviare a problemi di comunicazione su argomenti di natura sessuale e

di ridurre l’imbarazzo derivante dal racconto di eventi che concernono tale

sfera

574

.

I problemi derivano dal fatto che non c’è nulla di scientificamente provato

che dimostri una qualche correlazione tra determinate modalità di gioco con tali

bambole e la presenza di abusi sessuali

575

. Anzi, sembra che, alla presenza di dette

bambole, i bambini – anche quelli che non hanno subìto alcun abuso –

incomincino normalmente a giocare adottando comportamenti sessualizzati. Il

gioco con le bambole anatomiche può essere altamente suggestivo, perché

aumenta il livello di informazioni sulla sfera sessuale in possesso del bambino

576

,

con il rischio di creare attività ricostruttive e falsi ricordi, soprattutto se incalzati

con domande, affermazioni e comportamenti suggestivi da parte di un maldestro

psicologo. Inoltre, non vi sono sistemi uniformi di utilizzo di questi strumenti, né

modalità omogenee di valutazione dei risultati ottenuti: si pensi che, solo negli

Stati Uniti, esistono circa venti procedure diverse

577

.

574 V., in argomento, A.MAAS, Attendibilità del bambino, cit., p. 462 e ss.; L. DE CATALDO

NEUBURGER, Esame e controesame, cit., p. 379 e ss.; G. BELLUSSI, L’intervista del minore, cit., p. 153-154; M.LIBERATORE,Metodologia dell’accertamento, in AA.VV., Linee Guida Nazionali, cit., p. 181-182.

575 Secondo le linee guida SINPIA (alle quali si accenna supra, cap. II, par. 13) «non vi sono

evidenze circa l’effettiva utilità dell’uso delle “bambole anatomiche”; esse possono risultare inducenti e suggestive, mentre non è provato che i bambini abusati producano sequenze simboliche sessualizzate con maggiore frequenza rispetto ai controlli» (raccomandazione 7.6.7).

576 V. L. DE CATALDO NEUBURGER, Esame e controesame, cit., p. 381. Secondo R. ASPERGES -G.

MAZZONI,Un confronto tra le linee guida estere per l’ascolto del minore in casi di presunto abuso

sessuale, in AA.VV., La testimonianza nei casi di abuso, cit.,p. 340, «tali materiali hanno il

potenziale di distrarre o fuorviare; perciò essi vanno usati con molta cautela».

577 V. A.MAAS, Attendibilità del bambino, cit., p. 463; G. BELLUSSI, L’intervista del minore, cit.,

p. 154, il quale riporta una procedura consigliata da White e collaboratori: la Sexually

Anatomically Correct Doll Interview. Essa prevede una prima fase di gioco libero, l’attribuzione di

un ruolo e di un nome alle bambole, l’identificazione delle varie parti del corpo ed il racconto dei sospetti eventi di abuso ad un intervistatore che non conosce la situazione, al fine di ridurre al

192

In bambini di quattro anni, l’uso di questi strumenti è spesso inutile per la

ricostruzione dei fatti, dato che essi faticano ad identificare i soggetti reali – loro

stessi e l’adulto accusato di abusi – nelle bambole che vengono loro

consegnate

578

.

Da questi dati si comprende come il loro impiego possa essere non solo

privo di utilità, ma anche fuorviante per l’intervistatore e suggestivo per

l’intervistato, con possibilità di danni irreversibili al ricordo di quest’ultimo

579

.

Tra gli studiosi, c’è chi propone di utilizzare simili strumenti soltanto

quando le prove di abuso raccolte sono già consistenti, al mero scopo di ottenere

ulteriori dati, registrando l’intervista e prestando attenzione a ciò che il bambino

dice mentre gioca, ferma restando la consapevolezza dei limiti di detta tecnica

580

.

Tuttavia, questa opinione non è condivisibile, a meno di non voler sentire per più

di una volta il dichiarante, cosa sconsigliabile sia per il rischio di una

vittimizzazione secondaria dello stesso, sia per questioni di genuinità della prova.

Altresì, se si considera che i casi di abusi sessuali su minorenni presentano di rado

una solida base probatoria, in grado di prescindere dalle dichiarazioni della

vittima, questa proposta si presenta anche di difficile attuazione: spesso il

pubblico ministero sente il minorenne in incidente probatorio per dare una

qualche consistenza alle accuse e molto più raramente per avallare un quadro

accusatorio già di per sé solido.

minimo i pregiudizi. L’ultima fase è quella di chiusura. Tuttavia, nulla si dice circa le modalità di valutazione dei risultati ottenuti mediante questa tecnica, che poi rappresenta lo scopo per cui viene effettuata l’intervista e per il quale sono utilizzate le bambole.

In argomento, v. anche L. DE CATALDO NEUBURGER, Esame e controesame, cit., p. 380-381.

L’Autrice riporta alcuni studi condotti su bambini di età compresa tra i due ed i cinque anni, i quali hanno rilevato che un’altissima percentuale di esaminati – nessuno di essi vittima di abusi sessuali – ha mostrato interesse nei confronti di questi giochi ed ha adottato comportamenti sessualizzati, come guardare, toccare ed esplorare i genitali delle bambole. In un primo esperimento, pubblicato nel 1989 e condotto su diciannove bambini – scelti tra soggetti sicuramente non abusati – solo tre di essi si sono mostrati disinteressati al test, mentre sedici hanno giocato, adottando comportamenti sessualizzati identici a quelli tenuti dalle vittime di abusi. In un secondo studio, pubblicato nel 1994, su 223 bambini circa la metà ha assunto detti comportamenti giocando con le bambole anatomiche. I risultati empirici mostrano che specialmente le femmine sono interessate all’esplorazione dei dettagli anatomici delle bambole.

578 V. A.MAAS, Attendibilità del bambino, cit., p. 463.

579 Non a caso, l’American Psychological Association Council of Representatives ha avvertito

circa i rischi derivanti dall’utilizzo delle bambole anatomiche già dal 1991: v. L. DE CATALDO NEUBURGER, Esame e controesame, cit., p. 380.

193

È preferibile, poi, prendere le distanze da chi – pur non considerandole uno

strumento diagnostico – ritiene che le bambole anatomiche possano essere utili

durante l’intervista al fine di identificare i termini idiosincratici utilizzati dal

bambino per indicare le parti intime ed i concetti sessuali, oppure per superare

l’imbarazzo, o ancora come supporto per una comunicazione non verbale

581

.

Questa posizione è rischiosa, in quanto, una volta utilizzate le bambole e (forse)

distorto in maniera irreversibile il ricordo del piccolo teste mediante suggestione,

dette conseguenze vanno a riflettersi inevitabilmente nella formazione ed, in

seguito, nella valutazione della testimonianza, che potrebbe divenire scarsamente

attendibile.

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