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Enunceremo brevissimamente alcuni disturbi passibili di esser curati con specifiche istruzioni mentali,.

Abitudine di fumare.

E’ possibile tramite coll'uso regolare di istruzioni mentali di superare il vizio del fumo. Il risultato è più alto se si incrementa la coscienza di sé del paziente.

Insonnia.

Contro l'insonnia nervosa, cioè non causata da dolori fisici o da eccezionali perturbamenti psichici, si sono consigliati mille rimedi farmaceutici e mille trucchi mentali : contare da cento a uno a rovescio, recitare poesie noiose, immaginare paesaggi calmi, seguire il fumo immaginario che esce dalla propria bocca col respiro, disegnare mentalmente e senza tregua il segno dell'infinito (un 8 coricato), ecc. ecc..

Ma il sistema migliore è ancora quello di coricarsi col proposito fermo e calmo di dormire. Un mantra continuo, ripetuto con l’intenzione di calmare la mente ed indurre il sonno, può portare in molti casi risultati notevoli. E’

possibile che in certi casi abbia anche luogo un

“sovraccarico della parte conscia”. E’ quindi importante la ripetizione, la perseveranza, il contentarsi di un guadagno sia pur minimo, il non scoraggiarsi per un insuccesso iniziale. Se riuscite cercate di isolare il pensiero, di raccogliervi.

Stanchezza fisica.

In molti casi possibile operare positivamente utilizzando il dialogo con l’inconscio. Uno tra i modelli più potenti è QUANDO… ALLORA… Con questo modello diciamo al nostro inconscio che il verificarsi si un dato evento porterà ad un determinato risultato. Esempio:

Dopo una notte cattiva e una giornata faticosa, verso le 5 di sera provo una grande stanchezza, accompagnata da mal di cuore, impulsi a vomitare, stanchezza nelle gambe. Mi creo un'idea di arrivo che faccio mia ordinando al mio inconscio di fissare una meta alla mia passeggiata quotidiana e proponendomi di esser ristabilito arrivandovi. Infatti così accade.

Crampi.

Si può anche parlare con l’inconscio in maniera libera: esempio — Soffrendo di crampi nei polpacci, mi do delle istruzioni mentali una prima volta raccogliendomi del mio meglio e facendo nel tempo stesso delle frizioni leggere ai polpacci colla mano destra. Il dolore diminuisce, ma dopo mezz'ora ricompare. Obbligato a uscire, parlo con il mio inconscio cammin facendo, dicendomi che il dolore va via, non sento nulla. Infatti poco dopo mi sento meglio. Il mattino dopo tutto è scomparso.

Mal di capo.

La cefalea neurastenica, che moltissimi conoscono, si dissipa spesso con un dialogo con l'inconscio aiutata da un lieve rilassamento. Tuttavia non è sempre facile e anche qui occorrono tentativi ripetuti. Scegliamo un'osservazione personale che mostra bene i vari tentativi.

“Essendomi alzato questa mattina più stanco del solito, verso le undici mi sento sfinito, colla testa calda e pesante, lo spirito come vuoto, dolori nella schiena e nelle spalle. A mezzogiorno mangio senza appetito. Il mio malessere si accentua ancora dopo pranzo. Per conseguenza non provo fatica a mettermi in stato di sonno abbastanza pronunziato, ma senza poter concentrare la mia attenzione.

Mi dedico semplicemente a riposarmi, ad allontanare ogni pensiero, a rilassare a poco a poco tutte le membra, il corpo, la testa. Dopo venticinque minuti circa, sentendomi più riposato, incomincio a darmi istruzioni mentali, dapprima nello stesso stato, poi movendo qualche passo e facendo forza a me stesso per rinfrancarmi. Finalmente mi metto al lavoro, tentando di concentrarmi tutto in lui. Alcuni momenti dopo, constato che il mio mal di capo e la stanchezza sono scomparsi. Provo solo ancora un dolore nella schiena, ma assai più leggero”.

In questa osservazione bisogna notare:

1.° L'utilizzazione per il raccoglimento della tendenza al sonno consecutiva al pasto.

2.° La successione dei diversi tempi del procedimento: raccoglimento puro e semplice, inserimento dell’idea nell’atto, percezione positiva.

Non ci stancheremo mai di ripetere che dare istruzioni al proprio inconscio è una tecnica come un'altra e che solo esercitandosi si riesce a farlo perfettamente e presto. La mente riceve (si direbbe) l'impronta dei successi precedenti, e come a poco a poco la mano del violinista diventa più agile, la mente del calcolatore più pronta, l'ugola del cantante più flessibile, cosi le idee, susseguendosi, cadono su un terreno più fertile, e i frutti riescono più abbondanti.

Chi dice: — Ho provato a dare delle istruzioni al mio inconscio una volta ma non sono riuscito a nulla, — somiglia a chi ignaro di note dicesse: — Ho provato a leggere una pagina di musica, ma non ci ho capito niente.

Mal di denti.

“Tutti sanno che la paura e l'immaginazione fanno sparire in modo temporaneo un male comunissimo e assai doloroso: il mal di denti. Quest'influenza è ben nota non solo al dentista, ma anche a coloro che hanno bisogno di andare da questo temuto personaggio. Ci si compiace a credere che l'operazione non è necessaria ; ci si mette a dubitare che il dolore dopo tutto sia cosi penoso, e in fin dei conti, quando si arriva alla porta del dentista, ci si convince di essere completamente liberi. E infatti cosi è, almeno per qualche tempo”.

Nessuna meraviglia quindi che parlare con l'inconscio riesca bene proprio in questo frangente. Qui potrà riuscire utile senz'altro il metodo della formula unica, cioè la ripetizione accelerata della frase: “Mi passa... mi passa...”.

Sternuto - Tosse - Singhiozzo.

Questi. movimenti involontari possono esser trattenuti mediante un energico sforzo mentale. Nei penosi accessi di tosse notturna il tentativo ripetuto di rattenersi riesce infine a dare la calma. Tuttavia, più che di azione inconscia, ci sembra si debba parlare di uno sforzo volitivo, perfettamente cosciente. Nulla vieta però di combinare insieme lo sforzo di volontà coll'affermazione ed istruzione mentale “passa... passa...”.

Inappetenza.

La vista di una tavola ben apprestata, la comparsa in tavola di una vivanda preferita, la lieta compagnia possono vincere l'inappetenza. Nello stesso modo un'istruzione mentale opportuna può riuscire a risvegliare la motivazione.

Debolezza genitale.

Perchè un metodo mentale riesca, deve naturalmente trattarsi di impotenza psichica. L'impotenza fisiologica è invece irrimediabile.

In caso di impotenza psichica l'ammalato si prepara all'atto sessuale con un senso di angoscia fondato sul ricordo delle sue precedenti disavventure, e quest'ansia gli toglie precisamente i mezzi di cui avrebbe bisogno.

Il nostro fine deve quindi esser rivolto a ottenere uno stato di calma, quasi diremmo di indifferenza su quel che sarà per accadere, e al momento opportuno non dovrà dominare che un senso di piena fiducia nel risultato. Del resto è noto che i numerosi e vantati afrodisiaci non agiscono in buona parte che per virtù dell'aspettativa che funzionino. L'impotente crede allora di potere e può.

Equilibrio Psicosomatico.

1. Osservazioni generali.

«La nostra personalità è ciò che vi e di più ignoto a noi stessi». Questa sentenza di un moderno psicologo, ripete a distanza di secoli l'ammonimento scolpito sul frontone del tempio di Delfo: “Conosci te stesso”.

E' un fatto che noi ci vediamo non quali siamo, ma quali ci immaginiamo di essere. Chi può dire di conoscere il valore effettivo del proprio ingegno o della propria resistenza morale? Qualcuno conosce «scientificamente» le proprie forze fisiche, avendole provate in qualche gara; ma nessuno pensa all'infuori dell'attività professionale a allenare l'intelligenza, lo spirito, il carattere, la memoria, l'affettuosità, la volontà, il sentimento e insomma a giungere al massimo rendimento delle proprie forze intellettuali e morali.

E' da questa ignoranza della nostra personalità interiore che derivano la maggior parte delle difficoltà di cui soffriamo e che ci sembrano insormontabili non avendo mai pensato seriamente a sormontarle. Tutti vogliamo la salute, la pace, la felicità, la gioia della vita, ma molti restano persuasi che non la troveranno mai e si rassegnano prima di aver lottato, lamentandosi o indignandosi. E' anche vero che la scuola non insegna affatto a educare il carattere, la volontà, il sentimento, e che molti pur sentendo vivo il bisogno di questa educazione non sanno come regolarsi.

Perchè pochi tentano? Perchè credono che occorra possedere una forza smisurata. Questa forza occorre infatti e neppure basta quando manca il senso generale della direzione. Uno sforzo erculeo ma isolato, degli sforzi potenti ma non coordinati, non possono condurre alla meta.

Si immagina che solo i pazzi manchino di direttiva mentale e che perchè non commettiamo nessuna stramberia, siamo perfettamente equilibrati. Eppure l'equilibrio perfetto non esiste: non vi è un individuo in cui non predomini un vizio, una passione mentale o fisica.

Il dipsomane, il tossicomane, il ghiottone, il libidinoso sono degli squilibrati, anche quando la loro passione predominante non abbia conseguenze nefaste. La passione fisica inevitabilmente squilibra l'organismo mentale e morale: insomma li obbliga a subordinare certe attività al soddisfacimento della loro passione. L'alcoolista intelligente assisterà alla rovina del proprio ingegno ; il donnaiolo non si periterà di trascurare la famiglia, la politica, la professione, tutto preso dalla mania delle gonnelle ; il giocatore non sempre saprà arrestarsi davanti a un atto immorale, purché lo metta in grado di soddisfare la sua passione morbosa, Nel campo dello spirito questi sarà vittima incosciente di una sentimentalità disordinata ; l'altro essendo un contemplativo si foggerà un mondo immaginario, e dimenticherà di esser sulla terra per adempiere a una missione ; 11 terzo, impulsivo, diventerà un ingiusto e si lamenterà dell'ingratitudine e dell'inimicizia degli uomini.

Ma non solo il corpo e la parte inconscia della nostra mente possono andar soggetti alle imperfezioni: anche le facoltà superiori possono esser squilibrate. La mancanza di attenzione ci fa perdere ogni possibilità di proporzionare gli effetti alle cause ; l'attenzione esagerata produce al contrario l'ossessione, la mania. Gli individui senza volontà, non potendo conoscere il successo si ritengono vittime della cattiveria altrui; l'eccesso di volontà conduce alla tirannia e all'inimicizia verso tutti. Coloro che abusano del giudizio, a forza di reputarsi superiori finiscono per diventare insopportabili e offendere quelli che li amano: lo scetticismo uccide in essi l'affetto.

Occore dunque conoscere se stessi, e per riuscirvi bisogna imparare quell'arte ignota a quasi tutti che si chiama il raccoglimento. Con quest'arte riprendiamo contatto con dei ritmi naturali che ci appartengono. Su di esso rimandiamo il lettore al capitolo: L'Educazione allo stato alfa. Accanto a ciò è possibile anche dirigere la nostra mente.

2. Quale direttiva mentale?

Abbiamo visto che occorre allo spirito una direttiva, un'igiene, così come il corpo ha la sua.

Si tratta di sapere quale. Evidentemente, poiché vogliamo migliorare noi stessi, sarà una direttiva di ottimismo, di fede. Si tratterà insomma di impiantare bene nel nostro sub-cosciente l'idea che possiamo riuscire.

Dice un autore (Durville):

“... non contentatevi di credere nelle vostre forze.

Questo nuovo orientamento del vostro pensiero voi dovete portarlo manifestatamente, dovete esteriorizzarlo alla vista di tutti mediante l'espressione del vostro viso, l'intonazione della vostra voce, la franchezza del vostro incedere, la calma e la padronanza dei vostri gesti. Voi volete recitare una parte nella vita e reputate troppo angusto il vostro orizzonte. Ebbene: per allargarlo imitate quell'attore che voi ammirate a teatro. Questo artista crea un personaggio ; egli ha studiato la parte, ne ha penetrato ogni parola, ha cessato di esser lui stesso per divenire il tipo che incarna. La sua volontà e la sua arte l'hanno trasfigurato. Anche voi state per rappresentare un personaggio che non avete l'abitudine di incarnare ; ma questo personaggio sarà reale, ben superiore a tutte le finzioni teatrali.

Recitando questa parte, ogni giorno, voi riuscirete a dare al vostro spirito una nuova forma e delle nuove tendenze. Non ascoltate la voce del dubbio: essa non incita che alla pigrizia e allo scoramento. Voi avete fede in voi:

sapete che il pensiero è una potenza — una leva che può sollevare molti ostacoli e se saprete utilizzarla, aprirà tutte le strade davanti alla vostra giusta ambizione”.

3. Il compito dell'immaginazione creativa.

Ma queste esortazioni sono quelle che poco su poco giù si leggono in moltissime opere che credono di insegnare incoraggiando. Ciò che è da ritenere è questo, che il primo fattore di successo è l'immaginazione creativa, cioè il suggerimento, la visione data a noi stessi che noi siamo già

quali vorremmo essere.

La nostra mente tende a rendere reali le nostre immaginazioni.

A questo proposito, ecco ancora un consiglio :

“Un punto importantissimo da notare è che bisogna cercar di lasciare da parte le proprie imperfezioni.

Possiamo costruire solo nel futuro. Quel che occorre in ogni circostanza della vita è di vederci nell'avvenire. La personalità che voi abbandonate è come un abito usato di cui volete disfarvi : esso non vi interessa più che come ricordo di un passato deplorevole”.

L'immaginazione creativa deve servire precisamente a vederci essere quell'altro che vogliamo essere. In questo consiglio di dimenticare è forse compreso uno tra i più profondi insegnamenti della terapeutica basata sulla forza della mente. Se l'ubbriacone riuscisse a dimenticare la bottiglia, se il libertino riuscisse a dimenticare le sottane, l'avido, il denaro, ecc., le loro passioni sarebbero bell'e guarite.

A volte alcuni sbagliano, perchè attaccano l'idea nociva in sé, mentre al contrario bisogna ignorarla. La psicoterapia tradizionale suggerisce al timido di dirsi : “Non sono più timido”. Ma chi è timido sul serio non ci crede.

L'immaginazione creativa vi dice di affermare: “Sono coraggioso, sono ardito, sono audace”, vi consiglia di fare un fagotto della vostra timidezza e buttarla via, come si gettano delle immondizie, senza più pensarci, mentre voi incominciate la vostra nuova vita di audace, coraggioso, ecc.

Come sì vede, l'applicazione alla mente è ancora più semplice di quella per la cura del corpo.

Quando anche infatti vogliamo agire su di un particolare bisogno, la direttiva generale sarà quella di essere già quello che volete diventare conformemente a quanto spiega il Durville. Voi dovrete dirvi :

“Domani, grande rappresentazione ; serata d'onore del sottoscritto. Si rappresenterà l'audacia, o l'astinenza, o la prudenza, o altra commedia a scelta.

Quindi io devo:

1.o Studiare la parte analizzando bene il mio personaggio, sviscerandolo, come fa l'attore ;

2.o Affermare a me stesso che io sono quel personaggio”.

Come si vede, in tutto questo il nostro io attuale (timido, vizioso, avventato ecc.) deve completamente sparire.

4. Osservazioni importanti.

Quando si intraprende una cura per i disturbi mentali: tormenti, timori, paure, fobie, insonnia, timidezza, nervosità, malinconia, perdita di memoria oppure

mancanza di concentrazione, non bisogna mai dimenticare i rapporti che collegano lo stato mentale allo stato fisico.

“E' interessante notare come viene spesso perduta di vista la relazione intima che esiste tra il corpo e lo spirito.

Noi vediamo talvolta una persona perfettamente sana che soffre di un disturbo mentale, e può accadere che un malato soffra di disturbi fisici mentre il suo stato mentale sembra eccellente. Ma questi casi sono eccezionali e un'attenta analisi può dimostrare che sono più apparenti che reali sopratutto quando il disturbo mentale o fisico è diventato cronico.

Non vi è una persona su mille che comprenda la necessita di accordare un'attenzione giornaliera agli elementi essenziali della vita — aria, acqua, alimenti — e che riconosca che la sua salute dipende da questi elementi essenziali. Quindi allorché lo contrarietà o il dispiacere colpiscono una persona, essi la privano in generale del suo desiderio naturale di appropriarsi di questo elemento essenziale e la sua salute fisica si altera. Sa però continua a desolarsi e tormentarsi per molto tempo, gli organi principali della digestione saranno colpiti, e la circolazione del sangue, riuscendo impoverita, darà origine a numerosi sintomi sfavorevoli a causa della nutrizione difettosa dell'organismo, e il cervello colpito anch'esso da questa denutrizione, diventa spesso incapace di funzionare normalmente. In questo stato i dispiaceri e i tormenti aumentano a causa di una minore attività del nostro

“regolatore mentale” — lo spirito volontario o cosciente — poiché lo spirito involontario o subcosciente, privo del controllo dello spirito volontario che lo domina quando lo

stato di salute è normale, non conosce ben presto più regola e i segni del disordine mentale si aggravano.

Finché non si sono estirpate le cause della depressione fisica, i dolori, le contrarietà si radicano nello spirito del malato allo stato cronico, anche quando la causa prima dei suoi dolori e delle sue noie è scomparsa. Quando un individuo è giunto a un tale stato di depressione morale e fisica, ogni più piccolo fatto viene esagerato, sempre in peggio, e possono svilupparsi delle strane abitudini mentali e persino delle allucinazioni, delle manie, la demenza, senza parlare dei disturbi comuni, come l'insonnia, la malinconia e un nervosismo estremo.

D'altra parte, una persona in ottimo stato mentale può deperire fisicamente per insufficienza degli elementi essenziali alla vita, a causa di strapazzi, ambiente malsano, alcoolismo, tabagismo o altri eccessi. Allora alla depressione fisica segue una corrispondente depressione dello stato mentale.La ragione, la memoria, la concentrazione, che sono funzioni del cervello, vengono ad alterarsi, e dei sintomi come il nervosismo, l'insonnia, la malinconia, le allucinazioni, le manie, storture mentali, timidezza, paura, ecc., potranno svilupparsi correlativamente al declinare della salute generale.

Sia che il disturbo fisico preceda o segua quello mentale, le prime misure da prendere saranno sempre quelle destinate a modificare il proprio stato fisico. Col ristabilirsi della nutrizione del cervello, le funzioni cerebrali miglioreranno necessariamente ; lo spirito volontario eserciterà un controllo più perfetto sugli atti e i pensieri

involontari, e lentamente ma sicuramente il malato ricupererà la salute fisica e mentale.

Egli dovrà poi mantenere sempre viva nel suo spirito questa affermazione :

“A mano a mano il mio stato fisico migliora, anche lo stato mentale va migliorando”.

In generale l'associazione di questo pensiero col miglioramento fisico basta per ricondurre le condizioni spirituali desiderate a misura che la salute rinasce.

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