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Che serve d'intermezzo esplicativo

Nel documento Antonio Beltramelli. Gli uomini rossi. (pagine 43-49)

Monsignor Rutilante, nel breve tempo che trascorse fra l'arresto di Gargiuvîn e la ricerca de' suoi complici, pose in opera tutta la sua attività per evitare lo scandalo.

Egli spinse la polizia su le orme degli anarchici, giac-chè sapeva che, per dirigere la pubblica opinione in certi casi, basta muovere abilmente la prima pedina. Se da uno stormo, una pispola si getta nella pania, tutte la se-guono di un grido.

Così avvenne alla popolazione ciarliera la quale si impigliò nelle reti de l'uccellatore mattiniero.

Ebbe il pasto per la sua fantasia, e, in buona fede, aiu-tò chi non era nelle sue grazie.

Monsignor Rutilante non avea proseliti [52] fra gli uo-mini rossi; la sua cura era quasi esclusivamente di ani-me femminili, de l'alta aristocrazia e del popolo. Le donne accorrevano in massa alla parola del sacerdote fa-scinatore, dalla figura maschia e maestosa, dagli occhi neri e penetranti per assidua forza interiore, dalle folte sopracciglia, dalla sottile bocca piegata sempre in sorri-so ambiguo, fra lo scherno e la benevolenza, e, di questo suo dominio, il benigno padre era soddisfatto.

CAPITOLO VI.

Che serve d'intermezzo esplicativo.

Monsignor Rutilante, nel breve tempo che trascorse fra l'arresto di Gargiuvîn e la ricerca de' suoi complici, pose in opera tutta la sua attività per evitare lo scandalo.

Egli spinse la polizia su le orme degli anarchici, giac-chè sapeva che, per dirigere la pubblica opinione in certi casi, basta muovere abilmente la prima pedina. Se da uno stormo, una pispola si getta nella pania, tutte la se-guono di un grido.

Così avvenne alla popolazione ciarliera la quale si impigliò nelle reti de l'uccellatore mattiniero.

Ebbe il pasto per la sua fantasia, e, in buona fede, aiu-tò chi non era nelle sue grazie.

Monsignor Rutilante non avea proseliti [52] fra gli uo-mini rossi; la sua cura era quasi esclusivamente di ani-me femminili, de l'alta aristocrazia e del popolo. Le donne accorrevano in massa alla parola del sacerdote fa-scinatore, dalla figura maschia e maestosa, dagli occhi neri e penetranti per assidua forza interiore, dalle folte sopracciglia, dalla sottile bocca piegata sempre in sorri-so ambiguo, fra lo scherno e la benevolenza, e, di questo suo dominio, il benigno padre era soddisfatto.

A volte aveva destato una vera frenesia fra le sue am-miratrici, perchè rappresentava il Signore! La sua voce calda, dalle cadenze lente, avvinceva le donne che han seguito l'amore; poi era bello! Bello come una palma ie-ratica!

Il sacerdote solenne ebbe così in suo potere, nella pic-cola società in cui il suo dominio si esplicava, la donna, la quale, anche fra gli uomini rudi e battaglieri, rappre-senta la brezza soave e Borea che scompiglia, scenden-do con sibili dalle nubi tumultuose.

Alle sue parole di incitamento, le regine del fuoco rosseggiante fra gli alari, si votarono [53] alla giustizia, con l'entusiasmo degli sfaccendati, per i quali la benchè minima causa è ragione di gran fiamma.

Inoltre la giustizia è donna: si trovò in famiglia così e sussurrò con le gravi-osannanti sorelle i proprii sospetti e le formidabili realtà.

Monsignor Rutilante circuì i liberi pensatori, nelle in-visibili trame del suo esercito innumerevole che com-batte a guerriglie e non ha temibili nemici.

D'altra parte Gian Battifiore aveva chinato il capo al destino e si era rassegnato a pagare il riscatto che gli anarchici avrebbero chiesto, forse, per rendergli la bella creatura scomparsa.

Europa era la sua intelligenza viva; era il ramo più forte della sua prolifica pianta, colei che si era adorna di ogni più squisita bellezza del sapere e poteva sostenerlo nelle sue difficili vie, ed essergli di consiglio e di aiuto.

Gli doleva ch'ella fosse stata vittima di occulte ven-A volte aveva destato una vera frenesia fra le sue am-miratrici, perchè rappresentava il Signore! La sua voce calda, dalle cadenze lente, avvinceva le donne che han seguito l'amore; poi era bello! Bello come una palma ie-ratica!

Il sacerdote solenne ebbe così in suo potere, nella pic-cola società in cui il suo dominio si esplicava, la donna, la quale, anche fra gli uomini rudi e battaglieri, rappre-senta la brezza soave e Borea che scompiglia, scenden-do con sibili dalle nubi tumultuose.

Alle sue parole di incitamento, le regine del fuoco rosseggiante fra gli alari, si votarono [53] alla giustizia, con l'entusiasmo degli sfaccendati, per i quali la benchè minima causa è ragione di gran fiamma.

Inoltre la giustizia è donna: si trovò in famiglia così e sussurrò con le gravi-osannanti sorelle i proprii sospetti e le formidabili realtà.

Monsignor Rutilante circuì i liberi pensatori, nelle in-visibili trame del suo esercito innumerevole che com-batte a guerriglie e non ha temibili nemici.

D'altra parte Gian Battifiore aveva chinato il capo al destino e si era rassegnato a pagare il riscatto che gli anarchici avrebbero chiesto, forse, per rendergli la bella creatura scomparsa.

Europa era la sua intelligenza viva; era il ramo più forte della sua prolifica pianta, colei che si era adorna di ogni più squisita bellezza del sapere e poteva sostenerlo nelle sue difficili vie, ed essergli di consiglio e di aiuto.

Gli doleva ch'ella fosse stata vittima di occulte

ven-dette; ma intimamente pensava alla grande dignità di dolore e alla nuova [54] forza di potere che gli avean dato gli anarchici, vendicandosi in tal guisa della superiorità sua e del suo partito.

Dunque avevano necessità di colpirlo negli affetti, non riuscendo loro possibile altra via di vendetta?

Forte come uomo, più forte come capo di una falange ardita e battagliera, i dinamitardi non potevano aver l'ardire di prenderlo di fronte, e gridargli:

- Ora si veda fra noi, Gian Battifiore, chi vale più!

Ma oscuramente, eludendo la vigilanza, lo colpivano nel suo nido; nella persona più cara ch'egli avesse su la terra.

Tristi e dolorose necessità queste, nella vita; il desti-no, per esaltare una creatura, vuole sempre le sue vitti-me.

Così l'uomo calvo, che aveva nel sangue una terribile capacità vulcanica; il violento oratore dei comizi, assu-meva di fronte agli estranei che si dolevano per la sua disgrazia, un contegno enigmatico, tanto che alcuni an-davan sussurrando:

- Ma Gian Battifiore impazzisce!

[55]

Mentre in cuor suo, il libero pensatore, sentiva che la gloria lo trascinava su cime luminose; lo poneva nel suo nido di falco, fra le asprezze adamantine delle rupi; gli donava un trono, alto su la folla plaudente alla vittima delle segrete mene politiche, dei terribili odii di parte, delle oscure vendette settarie.

dette; ma intimamente pensava alla grande dignità di dolore e alla nuova [54] forza di potere che gli avean dato gli anarchici, vendicandosi in tal guisa della superiorità sua e del suo partito.

Dunque avevano necessità di colpirlo negli affetti, non riuscendo loro possibile altra via di vendetta?

Forte come uomo, più forte come capo di una falange ardita e battagliera, i dinamitardi non potevano aver l'ardire di prenderlo di fronte, e gridargli:

- Ora si veda fra noi, Gian Battifiore, chi vale più!

Ma oscuramente, eludendo la vigilanza, lo colpivano nel suo nido; nella persona più cara ch'egli avesse su la terra.

Tristi e dolorose necessità queste, nella vita; il desti-no, per esaltare una creatura, vuole sempre le sue vitti-me.

Così l'uomo calvo, che aveva nel sangue una terribile capacità vulcanica; il violento oratore dei comizi, assu-meva di fronte agli estranei che si dolevano per la sua disgrazia, un contegno enigmatico, tanto che alcuni an-davan sussurrando:

- Ma Gian Battifiore impazzisce!

[55]

Mentre in cuor suo, il libero pensatore, sentiva che la gloria lo trascinava su cime luminose; lo poneva nel suo nido di falco, fra le asprezze adamantine delle rupi; gli donava un trono, alto su la folla plaudente alla vittima delle segrete mene politiche, dei terribili odii di parte, delle oscure vendette settarie.

Europa, la gaia Europa, l'ultima nata fra le cinque parti del mondo, era stata sempre la sua dolcezza. Sboc-ciata di maggio, portava con sè la fortuna che rinnova, povera santa anima sua!

Prima, amore e dolce luce della triste casa; ora, vitti-ma della grandezza di suo padre!

Bortolo Sangiovese, Bartolomeo Campana e Ardito Popolini non avevano abbandonato un istante il loro capo, dal giorno della disgrazia. Alla mattina erano ad attenderlo e lo riaccompagnavano la sera, camminando in silenzio, le mani dietro le reni e il capo chino.

Sui tre seguaci, si rifletteva un po' la gloria del dolo-roso.

[56]

E, al loro passare, tutti si facevan su le porte e sussur-ravano:

- Guardali, guardali!

Gian Battifiore era al centro, la corte si distribuiva ai lati. Solo Bortolo Sangiovese, ch'era piccolo e rotondo ed aveva le gambe cortissime, rimaneva un poco addie-tro e seguiva agitando le braccia, tutto acceso nel volto, ma felice di quel suo affrettarsi.

- Com'è pallido! - dicevano i curiosi segnando Gian Battifiore. - Pare abbia vissuto mill'anni!

E ancora:

- È una tempra d'acciaio. La sventura non lo vince!

Una domenica, giorno in cui gli uomini si guardano le vesti nuove e si aggreggiano abitualmente per le vie, in nome del Signore che si riposò, Gian Battifiore e i tre Europa, la gaia Europa, l'ultima nata fra le cinque parti del mondo, era stata sempre la sua dolcezza. Sboc-ciata di maggio, portava con sè la fortuna che rinnova, povera santa anima sua!

Prima, amore e dolce luce della triste casa; ora, vitti-ma della grandezza di suo padre!

Bortolo Sangiovese, Bartolomeo Campana e Ardito Popolini non avevano abbandonato un istante il loro capo, dal giorno della disgrazia. Alla mattina erano ad attenderlo e lo riaccompagnavano la sera, camminando in silenzio, le mani dietro le reni e il capo chino.

Sui tre seguaci, si rifletteva un po' la gloria del dolo-roso.

[56]

E, al loro passare, tutti si facevan su le porte e sussur-ravano:

- Guardali, guardali!

Gian Battifiore era al centro, la corte si distribuiva ai lati. Solo Bortolo Sangiovese, ch'era piccolo e rotondo ed aveva le gambe cortissime, rimaneva un poco addie-tro e seguiva agitando le braccia, tutto acceso nel volto, ma felice di quel suo affrettarsi.

- Com'è pallido! - dicevano i curiosi segnando Gian Battifiore. - Pare abbia vissuto mill'anni!

E ancora:

- È una tempra d'acciaio. La sventura non lo vince!

Una domenica, giorno in cui gli uomini si guardano le vesti nuove e si aggreggiano abitualmente per le vie, in nome del Signore che si riposò, Gian Battifiore e i tre

devoti al suo cammino, avendo occasione di traversar un quartiere popolare, si ebbero dimostrazioni di simpa-tia, prima da un gruppo di pochi operai, poi da una vera folla.

Fu allora che Gian Battifiore pronunziò il suo primo discorso dopo la triste sventura. [57] Tanto commosse i fieri-urlanti ascoltatori suoi, che, quand'ebbe finito, Al-bena, una bella del luogo, si inoltrò recando un boccale azzurro, decorato di rossi festoni, e offrì al sindaco rilut-tante, col suo più bel sorriso, un bicchiere ricolmo del sanguigno vino che Bertinoro dalle vigne opime, pro-fonde agli uomini che scalerebbero il cielo.

Gian Battifiore bevve al bicchiere di Albena e il po-polo, a l'atto di fiera democrazia, plaudì frenetico; poi accompagnò, inneggiando alla rivoluzione ed alla scom-parsa di tutte le monarchie, il sindaco fino alla sua abita-zione e rimase sotto le finestre ad urlar canzoni ed evvi-va, finchè la notte non fu nei cieli.

Allora Coriolano, il donzello del Municipio, disse a Gian Battifiore:

- Tutto il male non vien per nuocere!

E Bortolo Sangiovese, rispose:

- È vero!

Un'altra volta, quattro ciechi che andavan cantando per le terre di Romagna, su fisarmoniche e vecchi violi-ni sonori, le rapsodie di ignoti eroi, si fermarono sotto la casa [58] di Gian Battifiore. Avevano improvvisato la ne-nia de l'odio e del ratto, ed ora venivano a farne omag-gio al loro signore.

devoti al suo cammino, avendo occasione di traversar un quartiere popolare, si ebbero dimostrazioni di simpa-tia, prima da un gruppo di pochi operai, poi da una vera folla.

Fu allora che Gian Battifiore pronunziò il suo primo discorso dopo la triste sventura. [57] Tanto commosse i fieri-urlanti ascoltatori suoi, che, quand'ebbe finito, Al-bena, una bella del luogo, si inoltrò recando un boccale azzurro, decorato di rossi festoni, e offrì al sindaco rilut-tante, col suo più bel sorriso, un bicchiere ricolmo del sanguigno vino che Bertinoro dalle vigne opime, pro-fonde agli uomini che scalerebbero il cielo.

Gian Battifiore bevve al bicchiere di Albena e il po-polo, a l'atto di fiera democrazia, plaudì frenetico; poi accompagnò, inneggiando alla rivoluzione ed alla scom-parsa di tutte le monarchie, il sindaco fino alla sua abita-zione e rimase sotto le finestre ad urlar canzoni ed evvi-va, finchè la notte non fu nei cieli.

Allora Coriolano, il donzello del Municipio, disse a Gian Battifiore:

- Tutto il male non vien per nuocere!

E Bortolo Sangiovese, rispose:

- È vero!

Un'altra volta, quattro ciechi che andavan cantando per le terre di Romagna, su fisarmoniche e vecchi violi-ni sonori, le rapsodie di ignoti eroi, si fermarono sotto la casa [58] di Gian Battifiore. Avevano improvvisato la ne-nia de l'odio e del ratto, ed ora venivano a farne omag-gio al loro signore.

Così per molteplici esplicazioni, Gian Battifiore si vide accresciuto ne l'affetto e nella considerazione de' suoi simili e amministrati.

Egli non pensò di iniziar ricerche per rintracciare la figlia perduta. Di questo si occupava la polizia, sempre solerte e, per quanto i tentativi non avessero dato alcun risultato soddisfacente, nutriva fede nella buona riuscita delle cose.

Più lo preoccupava la sua fama. Al bene pubblico, un uomo superiore, deve talvolta sacrificare e i suoi parti-colari interessi e gli affetti famigliari ed ogni suo bene;

in tale sacrificio sta la sua superiorità, il coefficiente pri-mo che lo distanzia e lo diversifica dalla massa dei me-diocri e degli intelligenti.

E Gargiuvîn, frattanto, nelle lunghe notti di sua pri-gionia, contava dalle strette inferriate, le stelle, chieden-dosi serenamente se egli fosse per davvero l'uomo più folle fra la folle brigata rivoluzionaria.

[59]

Così per molteplici esplicazioni, Gian Battifiore si vide accresciuto ne l'affetto e nella considerazione de' suoi simili e amministrati.

Egli non pensò di iniziar ricerche per rintracciare la figlia perduta. Di questo si occupava la polizia, sempre solerte e, per quanto i tentativi non avessero dato alcun risultato soddisfacente, nutriva fede nella buona riuscita delle cose.

Più lo preoccupava la sua fama. Al bene pubblico, un uomo superiore, deve talvolta sacrificare e i suoi parti-colari interessi e gli affetti famigliari ed ogni suo bene;

in tale sacrificio sta la sua superiorità, il coefficiente pri-mo che lo distanzia e lo diversifica dalla massa dei me-diocri e degli intelligenti.

E Gargiuvîn, frattanto, nelle lunghe notti di sua pri-gionia, contava dalle strette inferriate, le stelle, chieden-dosi serenamente se egli fosse per davvero l'uomo più folle fra la folle brigata rivoluzionaria.

[59]

CAPITOLO VII.

Qui fa la sua prima comparsa il Cavalier

Nel documento Antonio Beltramelli. Gli uomini rossi. (pagine 43-49)