• Non ci sono risultati.

Shade R5/E Professional

Nel documento Windows Server First Looks (pagine 194-197)

Il primo colpo d’occhio mette in lu-ce un interfaccia grafica lineare, tanto che sembra di trovarsi di fron-te a uno dei primi applicativi tridi-mensionali prodotti nella storia del-le applicazioni Cad.

In realtà i comandi sono facilmente accessibili tramite i classici menù a tendina. L’area di lavoro è divisa in quattro viste e presenta una toolbar principale dalla quale si raggiungo-no i comandi per eseguire le opera-zioni di base.

Per attivare le finestre di dialogo che controllano le altre funzioni ba-sterà scorrere il menù view e deci-dere quale visualizzare.

Sicuramente chi si aspetterà di tro-vare un’interfaccia in stile MAX/Viz o similari rimarrà deluso.

Le barre degli strumenti non posso-no essere vincolate all’area di lavo-ro e hanno una grafica decisamente essenziale.

È necessario prendere un po’ di confidenza con l’ambiente di lavoro di Shade R5/E, ma una volta supe-rato il primo impatto ci si muove agevolmente tra le varie funzioni.

Shade R5/E PRO, il Cad dall’oriente

Interfaccia molto lineare ed essenziale per un programma dal buon motore di rendering e dal prezzo interessante per la versione Personal

Di

Bruno Severino

Shade R5/E Professional

Dollari

1499

Shade R5/E Personal 499 Dollari.

Produttore/distributore: ExpressionTools, 3-9-9 Aka-saka, Chuo-ku, Fukuoka-shi, Fukuoka, 810-0042 Japan TEL: 81-92-722-4540 FAX: 81-92-722-4574 sito Inter-net: www.expressiontools.com

In breve: un applicativo di modellazione e rendering ca-ratterizzato da un’interfaccia essenziale e in grado di produrre ren-dering di qualità. Rispetto ai prodotti occidentali più noti si sente la mancanza di una GUI più strutturata che faciliterebbe l’apprendi-stato iniziale. Le funzioni di modellazione sono potenti e semplici da utilizzare.

Viste le numerose funzioni di modellazione e il valido motore di rendering, il software giapponese esprime le sue potenzialità in tutti i campi.

Navigando all’interno dei siti degli utilizzatori è immediato constatare che il software è impiegato soprattutto nella resa di modelli architettonici e di design. (Hajime Asaoka)

Cad

Certo un’organizzazione più effi-ciente delle finestre di dialogo gio-verebbe a un’interfaccia che rischia di sommergere l’area di lavoro ogni qual volta sia necessario impiegare più funzionalità contemporanea-mente.

Chissà, forse nelle prossime release la casa madre fornirà il programma di un’interfaccia a icone di cui è sempre più difficile fare a meno.

Una parte fondamentale della GUI di Shade R5/E è costituita dal brow-ser. Si tratta di una finestra di con-trollo all’interno della quale è mo-strata la gerarchia degli oggetti presenti nella scena. Si possono raggruppare in sezioni i vari ele-menti, ma la struttura che ne deriva non sempre è chiara, soprattutto con l’aumentare della complessità.

Gli strumenti di modellazione di Shade R5/E sono completi. Oltre al-le classiche geometrie primitive, si dispone di curve e superfici di Be-zier e funzioni per la modellazione di Polygon Mesh e Meta Mesh. Non manca la possibilità di realizzare superfici mediante operazioni d’e-strusione e rivoluzione, così come quella di creare solidi tramite mo-dellazione booleana; gli strumenti

di editing permettono di realizzare qualsiasi forma. Per ciò che riguar-da le fonti luminose, il software supporta luci puntiformi, spot non-ché le ormai onnipresenti area li-ght, utili per ottenere effetti di tipo radiosity anche in assenza dell’al-goritmo di calcolo specifico.

Il controllo della visualizzazione e le opzioni di zoom sono estrema-mente basilari e potrebbero essere migliorate.

Per contro il posizionamento delle telecamere è intuitivo, all’interno della finestra dedicata potrete sce-gliere punto di vista e target indivi-duandone la posizione direttamen-te cliccando sullo schermo. Succes-sivamente si possono definire gli al-tri parameal-tri quali distanza focale, profondità di campo, caratteristiche della lente e impostare numerose opzioni che gestiscono il controllo della deformazione della “pellicola virtuale”.

L’applicazione dei materiali è simile a quella già vista su prodotti con-correnti. Per attribuire colore e tex-ture a una superficie basta selezio-narla con il puntatore e accedere al pannello di controllo “Surface”, at-tivabile come gli altri dal menù view. In questo modo si controllano dieci canali che definiscono l’aspet-to delle superfici (colore di base, due livelli per la riflessione e il co-lore speculare, trasparenza, rifra-zione, effetti metallici, glow e così via), in questa versione sono dispo-nibili anche opzioni di texturing

procedurale. Le modalità di mappa-tura supportate sono parallel projection mapping, spherical projection mapping, cylindrical projection mapping, wrap e UV mapping per gli oggetti poligonali.

All’interno della versione 5 è inclu-so il plug-in Magical Sketch, una toolbar di modellazione ispirato al-l’applicazione scritta da Takeo Iga-rashi e chiamata simpaticamente

“Teddy”. Questa permette di mo-dellare disegnando come si fareb-be a mano lifareb-bera su di un foglio di carta. Il software interpreta il tratto convertendolo in geometrie tridi-mensionali. Le funzionalità, per ora, danno il meglio di sé quando si disegnano geometrie curve, ma opportunamente sviluppata que-st’opzione può diventare un nuovo metodo di modellazione tridimen-sionale.

Analizziamo ora il punto di forza di Shade: il modulo di rendering. Si possono scegliere differenti moda-lità di calcolo, e ovviamente per ot-tenere i risultati migliori dovrete pagare lo scotto di un tempo di ren-dering superiore.

L’attesa è però giustificata da un’e-levatissima resa del motore radio-sity che permette una simulazione realistica delle condizioni d’illumi-nazione. Probabilmente è proprio in virtù di questa qualità che l’appli-cativo in Giappone ha trovato tanto impiego nell’ambito della progetta-zione architettonica. Le funzioni di rendering sono accessibili all’inter-Ecco un esempio di cosa

sia possibile fare con Shadeuna volta che si è familiarizzato con il suo particolare metodo di lavoro. (Masanori Kasahara)

Il motore di rendering del programma permette una gestione semplice del calcolo Radiosity, potrete inoltre controllare il grado di esposizione delle vostre immagini (aRt woRk CUBE & Blue Moon Studio)

Cad

no di unica finestra di dialogo dalla quale è possibile scegliere l’algorit-mo di calcolo, risoluzioni l’algorit- moda-lità di definizione delle ombre e se utilizzare o meno il radiosity.

Come in altri applicativi (vedi Lightscape) il calcolo della di-stribuzione della luce è effet-tuato prima del rendering effetti-vo e, pertanto, è controllato da una finestra separata. Da menzionare la possibilità di impostare non solo l’accuratezza ma anche l’esposizio-ne della scena.

La velocità del calcolo radiosity non è delle più entusiasmanti, ma la re-sa finale è davvero notevole, ricor-diamo che il software è in grado di sfruttare sistemi multiprocessore.

Particolare importante risiede nella presenza di una cache destinata al rendering delle immagini ad alta ri-soluzione che richiedono una me-moria superiore rispetto a quella fi-sicamente disponibile sul sistema.

I formati immagini che possono es-sere importati o salvati nell’applica-tivo sono praticamente tutti i mag-giormente utilizzati (Pict, Targa, Bmp, QuickTime Movie e Avi).

Per quanto concerne le geometrie, invece, potrete importare file Dxf, Epsf, Xvl, Text, Magical Sketch (Ted), Lwo e 3DS; Shade può espor-tare in tutti i formati appena elen-cati, con l’aggiunta dei file Rib, Gdl, AnimationMaster, Iges 5.3, Pov-Ray 3.0 e Vrml 2.0. Il prodotto è in grado

di caricare file di tipo Bvh Motion e che il modulo dedicato all’anima-zione, basato sul metodo keyframe, permette l’animazione di tutti gli oggetti, incluse luci e telecamere. A questo proposito segnaliamo che il programma include un modulo per la gestione degli elementi “bone”

molto semplice, con il quale si pos-sono definire giunti e vincoli dei personaggi 3D in modo rapido e in-tuitivo. Il nuovo modulo Forced Bal-ls permette la gestione di simula-zioni fisiche ed elementi particella-ri. Il software è commercializzato in due differenti versioni. La più com-pleta denominata Professional ha un costo di poco inferiore ai 1.500 dollari, mentre la release Personal si attesta attorno ai 500 dollari. La versione Personal manca del calco-lo radiosity in modalità scanline, della possibilità di adoperare sha-dow map nel ray-tracing, manca il controllo dell’esposizione per il ra-diosity e il salvataggio della solu-zione. Inoltre la release minore pre-senta possibilità limitate per il cal-colo in rete, non include i filtri im-port/export per Max, Lightwave e BVH Motion Data Loading e, so-prattutto, permette il calcolo di ren-dering ad una risoluzione limitata di 4.000 x 4.000 pixel (contro i 32.767 x 32.767 della versione Pro-fessional). Sul sito della casa c’è una lista comparativa completa del-le funzioni presenti neldel-le due ver-sioni. Personalmente riteniamo che il costo dell’applicativo della relea-se maggiore sia oltre la media, so-prattutto se paragonato a soluzioni tridimensionali disponibili sul mer-cato europeo.

Tuttavia la versione Personal sem-bra essere più allettante soprattutto per l’impiego in realtà di progetta-zione di dimensioni medio piccole. I requisiti di sistema indicati dalla

casa madre sono a dir poco mo-desti: sistema operativo Win-dows 2000 o XP, processore Pentium, 30 MByte di RAM per l’esecuzione, 64 MByte per la realizzazione di

sce-ne semplici.

Se c’è ancora qualcuno che dispone di un sistema con que-sti requisiti sarà contento di sapere che potrà lanciare il software senza problemi.

A onor del vero va riconosciuto che la parsimonia di risorse che il software dichiara sulla carta l’ab-biamo constatata anche in fase di lavoro, tutto ciò è dovuto probabil-mente all’estrema semplicità del-l’interfaccia (le icone e gli elementi grafici sono decisamente pochi) e all’architettura molto leggera.

Abbiamo testato il prodotto su di un sistema equipaggiato con processo-re Pentium III a 3 GHz, 1 GByte di Ram, scheda video Nvidia Ti 4600 e disco fisso IBM 7200 giri da 60 Gby-te. Il software non ha evidenziato problemi e si è dimostrato stabile.

Ricordiamo che Shade è compatibi-le con compatibi-le librerie grafiche OpenGL, sul sito potrete trovare l’elenco del-le periferiche video testate con l’ap-plicativo. L’installazione standard occupa circa 60 Mbyte, mentre la documentazione, in inglese come il software, è presente sul cd-rom del-l’applicativo informato Adobe Acro-bat, ma se siete amanti dei manuali cartacei potrete acquistarne una co-pia presso il sito Internet della casa.

Sul sito potrete inoltre trovare nu-merosi link che vi permetteranno di farvi un’idea più precisa di quanto si possa fare con Shade R5/E.

Concludendo possiamo dire che il programma si fa apprezzare soprat-tutto per la sua leggerezza e per una facilità di utilizzo che si mani-festa dopo un breve periodo di ap-prendistato, necessario più che al-tro a dimenticarci delle comodità cui ci hanno abituato le moderne Gui. Le funzioni di modellazione e animazione sono semplici da usare e permettono con un po’ di pratica, e come dimostra l’ampia gallery di-sponibile sul sito, il raggiungimen-to di notevoli risultati. ■ L’interfaccia di Shade

R5/E è semplice. Le finestre di controllo degli strumenti possono essere attivate tramite il menù view, ma non possono essere vincolate all’interfaccia. il prodotto si fa apprezzare soprattutto per la sua leggerezza e per una facilità di utilizzo che si manifesta dopo un breve periodo di apprendistato.

Cad

AliasWavefront, società americana che da anni si occupa dello sviluppo di applicazioni dedicate alla proget-tazione e animazione tridimensiona-le, ha annunciato il rilascio Maya 5.

Per chi non conoscesse il software, ri-cordiamo che si tratta di un applicati-vo dedicato alla realizzazione di per-sonaggi tridimensionali ed effetti in computer grafica sfruttatoo nelle mi-gliori produzioni cinematografiche.

Rispettando la filosofia di sviluppo adottata già da tempo dalla casa americana, Maya 5 porta in dote nu-merose modifiche nate in concerto con i professionisti che impiegano l’applicativo ogni giorno.

Il software è commercializzato in due versioni: Maya Complete e Maya Unlimited. Quest’ultimo, il più com-pleto, aggiunge alle funzioni di mo-dellazione e character animation di Complete i moduli Cloth, Fur, Live e Fluid Effects che insieme costituisco-no gli strumenti che rendocostituisco-no il software Alias uno delle soluzioni più complete e performanti disponibili oggi sul mercato.

Le migliorie della release 5

riguarda-no un po’ tutte le aree del software, dall’animazione di personaggi alla modellazione poligonale, dalla ge-stione della dinamica degli oggetti ai moduli dedicati alla realizzazione di effetti fluidi e capelli.

Nello specifico è stato fatto un gran lavoro per ridurre i tempi necessari alla creazione d’animazioni, miglio-rando gli “animation constraint” e permettendo un maggior controllo sulle opzioni.

Le nuove funzioni di modellazione poligonale permettono la creazione di geometrie complesse in modo più rapido. Maya 5, per esempio, consen-te l’estrusione di bordi o facce di poli-goni lungo un percorso, mentre la funzione “chamfer vertex” consente la rimozione di vertici sulle geometrie poligonali. È stata migliorata anche la funzione di riduzione di poligoni, che ora permette il calcolo d’approssima-zione delle superfici a partire dalla geometria, dalla mappatura, dai colo-ri dei vertici (prelighting) oppure me-diante una particolare interfaccia grafica che consente l’individuazione manuale tramite controllo visivo delle aree che necessitano di dettaglio mi-nore. Le funzioni di risoluzione delle equazioni dinamiche, che permetto-no la simulazione di eventi reali, è stata migliorata notevolmente tanto da spingere gli sviluppatori a comu-nicare un più che ottimistico 90%

d’incremento. La novità più notevole della release 5 è sicuramente il nuo-vo “hardware renderer”. Maya gra-zie a questa tecnologia permette la creazione rapida d’immagini sia per la visualizzazione d’anteprima sia per la produzione finale. La compatibilità con le schede video di ultima genera-zione permette al software lo sfrutta-mento delle istruzioni tridimensionali contenute nei chip grafici, portando un incremento di prestazioni nella generazione delle immagini che, in funzione della risoluzione, può

arri-vare anche a 20 volte quello che si ot-tiene via software. Sul sito della casa troverete le specifiche dettagliate delle periferiche video compatibili con Maya. Novità anche per quello che riguarda le funzionalità di rende-ring che ora sono state unificate al-l’interno di un’unica interfaccia grafi-ca. L’utente d’ora in poi, per impiega-re le funzioni di hardwaimpiega-re impiega-rendering piuttosto che quelle del nuovo Vector rendering o del motore di calcolo Mental Ray, dialogherà sempre me-diante la medesima interfaccia.

l’integrazione tra Mental Ray e Maya è stata migliorata, tanto che ora l’ap-plicativo supporta i sistemi particella-ri, le subdisvision sufaces e Maya Paint effects. Il nuovo Vector Rende-ring, cui accennavamo in preceden-za, permette la trasformazione dei contenuti tridimensionali della scena in oggetti di grafica bidimensionale facilmente trasferibili in applicazioni dedicate quali Flash MX, Go Live e Adobe Illustrator. Il software suppor-ta, oltre a quelli già nominati, anche il formato PostScript.

Per quanto concerne la comunicazio-ne con altre piattaforme tridimensio-nali, la release 5 supporta pienamen-te gli standard OpenDWG e Mi-croDXF, mentre i filtri dedicati ai for-mati Iges e Obj sono stati ulterior-mente migliorati.

naturalmente un applicativo del ge-nere non può tralasciare l’aggiorna-mento del materiale deputato all’ap-prendimento. Con Maya 5 assistiamo al miglioramento della guida in linea, che può contare anche su nuovi tuto-rial, ed alla comparsa del “learning DVD”, il nuovo strumento d’appren-dimento dedicato ai neofiti.

Ricordiamo che Maya 5 è disponibile per sistemi Sgi Irix, Red Hat Linux e Windows. Per conoscere nel dettaglio tutte le novità della nuova release dell’applicativo potete consultare il sito www.aliaswavefront.com. ■

Nel documento Windows Server First Looks (pagine 194-197)