4.3 I FILM DI S HURAYUKI HIME
4.3.1 Shurayuki hime
Il film si apre con il pianto di una neonata in una prigione femminile; fuori nevica e Sayo (Azaka Miyoko), la madre, ormai in fin di vita pronuncia in lacrime queste parole: «Yuki, sei nata portando con te il rancore, povera piccola...sei la figlia di uno shura».233
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Yuki (Kaji Meiko), questo è il nome della protagonista del film, è nata proprio dal rancore per portare a termine la vendetta alla quale è destinata. Attraverso una serie di flashback e continui rimandi, durante la
narrazione verranno svelati a poco a poco i motivi che hanno portato alla nascita di Yuki, chiarendo i confini del suo personaggio.
Tutto comincia pochi anni prima, nel 1873, quando un gruppo di quattro criminali, tre uomini e una donna, arriva nella città di Koichi per vendere false lettere di esonero dalla legge di leva obbligatoria, convalidata poco tempo prima dal governo per potenziare le sue forze armate. L'approvazione della legge creò sin da subito un clima di malcontento e allarmismo e cominciarono a diffondersi strane voci in merito a coloro che venivano chiamati "uomini in bianco", agenti del governo accusati di perseguire ogni sorta di strano progetto criminale, come quello di vendere il sangue dei nuovi reclutati. Quel giorno, chi ebbe la sfortuna di indossare un abito bianco per il suo nuovo lavoro da insegnante, fu proprio il marito di Sayo; i due coniugi, insieme al figlio, durante il ritorno a casa si imbattono nei quattro, che si avventano sul marito e sul bambino uccidendoli senza pietà. Sayo sopravvive, ma viene brutalmente violentata dai tre uomini del gruppo e portata a Tokyo da uno di essi, Shōkei Tokuichi (Chii Takeo), il quale si era invaghito di lei. Quando finalmente riesce ad ucciderlo, viene fermata dalla autorità e condannata all'ergastolo. In prigione, Sayo seduce ogni guardia carceraria, prete e avvocato per poter concepire un bambino (la sua segreta speranza, per ovvi motivi, era quella di avere un
maschio) che potesse
compimento la sua vendetta. La donna, affida Yuki alle compagne di cella Tora (Kusuda Kaoru) e Kiku (Negishi Akemi) che, una volta uscite di prigione, si prendono cura di lei; Yuki viene istruita anche dal severo maestro Dōkai (Nishimura Kō) il quale, attraverso duri allenamenti, la trasforma in un perfetto congegno infernale.
Vent'anni dopo la nostra eroina è diventata un letale sicario alla ricerca degli assassini della sua famiglia, sempre accompagnata dalla sua federe arma, una lama occultata nel manico di un ombrello.
Aiutata dalla fitta rete di informatori posseduta da Matsuemon (Takagi Hitoshi), un uomo a capo di un villaggio di canaglie e mendicanti, Yuki riesce finalmente a trovare il primo dei suoi nemici,
Takemura Banzō (Nayaka Noboru). L'uomo, ormai povero e malato, sperpera tutti i suoi averi nel gioco e nell'alcool e vive con la figlia, la quale è costretta a prostituirsi per mantenere entrambi. Yuki, nonostante provi pietà per la povera ragazza, non si fa
intenerire dalla situazione e uccide Banzō in un epica scena in riva al mare.
Dopo aver ucciso il primo nemico, Yuki apprende che il leader del gruppo, Tsukamoto Gishirō (Okada Eiji), è morto e per accertarsene si reca al cimitero a far vista alla sua tomba; lì si imbatte nello scrittore Ryūrei Aishi (Kurosawa Toshio), sempre a caccia di scandali e di racconti interessanti, il quale decide di pubblicare la storia della ragazza sotto forma di romanzo. Non è un incontro fortuito; in seguito, si verrà a scoprire, infatti, che è stata un'idea di Dōkai per far uscire allo scoperto l'unica nemica rimasta, Kitahama Okono (Nakahara Sanae). Il piano ottiene il suo effetto, ma gli scagnozzi di Okono prendono Ryūrei in ostaggio. Yuki corre in suo aiuto e uno dopo l'altro uccide tutti i componenti della banda di Okono lasciando una scia di sangue dietro di sé. Tuttavia, nonostante la sua abilità, non riesce a dare il colpo di
grazia alla donna la quale, approfittando della confusione della lotta, si apparta in un'altra stanza e si suicida impiccandosi. Yuki è pervasa dalla rabbia per non essere riuscita, come nel caso di Gishirō, ad uccidere il nemico con le sue stesse mani e taglia in due il corpo di Okono...il sipario si chiude.
Tutto sembra ormai finito, ma in realtà Ryūrei è interessato alla storia di Yuki per un
preciso motivo: egli è in realtà il figlio di Gishirō, il quale è ancora vivo e, tenendo il figlio all'oscuro, ha finto la sua morte anni prima perché ricercato con l'accusa di traffico d'oppio. Adesso è coinvolto nel traffico di armi e munizioni che importa illegalmente per il Giappone, ormai prossimo alla guerra. Gishirō esce allo scoperto facendo visita al figlio, vietandogli di portare a termine il romanzo e cercando di convincerlo ad unirsi finalmente a lui, a lasciare la via, assai poco redditizia, della giustizia e della corretta morale e ad adattarsi ai tempi che ormai stavano cambiando. Gli dà appuntamento nel luogo in cui conduce i suoi affari, il Rokumeikan, palazzo simbolo del bunmei kaika, ma in realtà luogo di corruzione e di perdizione per l'élite della società. Ryūrei intima al padre di lasciare la sua abitazione non avendone mai accettato la natura subdola e criminale. Lo scrittore, quindi, confessa tutto a Yuki promettendole di aiutarla nel suo scopo. In seguito i due si recano al Rokumeikan, all'interno del quale è in corso un fastoso ballo in maschera per un incontro tra l'elite giapponese e quella americana. In realtà l'appuntamento dato a Ryūrei si rivelerà essere una trappola architettata per uccidere Yuki, la quale viene attirata nelle stanze segrete del palazzo tra falsi specchi e sosia di Gishirō. Il duello fiale si svolge sulla balconata mentre Ryūrei cerca di fermare Gishirō, col suo stesso corpo, il tempo necessario per consentire a Yuki di ucciderlo. Il padre non esita a scaricare la sua pistola sul figlio e Yuki ha pochi secondi per prendere l'estrema decisione di
trafiggerli entrambi e gettare dalla balconata Gishirō il quale, nella caduta tra la folla inorridita, trascina con sé la bandiera del Giappone macchiata del suo sangue.
Yuki esce dallo scontro gravemente ferita e all'aperto tra la neve viene raggiunta da Kobue, la figlia di Banzō, che le infligge un'altra ferita all'addome per vendicare la morte del padre. Stremata, Yuki si accascia al suolo e si lascia andare in un grido liberatorio ma, giusto o sbagliato che sia, rifiuta di morire e nell'ultima inquadratura alza il viso dalla neve e guarda il sole sorgere all'orizzonte.