• Non ci sono risultati.

Sicurezza, libertà e etica nel primo liberalismo

Parte Terza

3.3. Per una genealogia del welfare

3.3.1. Sicurezza, libertà e etica nel primo liberalismo

Ripercorrendo velocemente la linea analitica del processo di trasformazione storico-politico che dal sistema feudale conduce alla governamentalizzazione dello Stato, se ne possono ricordare i punti centrali della separazione tra sovranità e governo, dell‟elaborazione del governo come razionalità e complesso di tecniche produttive, della trasformazione dell‟esercizio della sovranità - all‟interno del governo - della ragion di Stato e della istituzione di uno spazio separato - esterno al governo - non politico, vale a dire lo spazio dei meccanismi quasi-naturali della società e dell‟economia. Il governo liberale è l‟esito di questa trasformazione e acquisisce, come osservato, la propria qualificazione in virtù del riconoscimento dell‟esistenza di un ambiente dotato di principi interni di funzionamento, che a questa forma di governo risulta costituzionalmente necessario, perché, a differenza del regime disciplinare, non intende intervenire a orientare il corso delle dinamiche di popolazione e mercato, ma si appresta a governare la società attraverso i princìpi dell‟economia. In questo senso, la nascita di una scienza propriamente economica, per cui possa essere accreditata la definizione di bio-economia, quale ambito di un governo a-politico, se è associata da Foucault al lavoro di Smith, La ricchezza delle nazioni, è invece posta da Dean in relazione ai Principles of political economy and taxation di Ricardo. Questo perché, mentre il primo concettualizza l‟economia come di fatto imprescindibile da una qualche azione politica e legislativa, il secondo, avendo sullo sfondo il principio di squilibrio malthusiano tra la crescita geometrica della popolazione e quella aritmetica delle risorse, teorizza il raggiungimento di uno stato stazionario in cui, avvicinandosi il livello dei salari al ritorno totale del capitale, cessa l‟accumulazione, si bloccano le nuove assunzioni, non cresce la messa a coltura di nuovi terreni e la popolazione diventa stagnante. Questa

raffigurazione di un quasi-naturale meccanismo socio-economico, disegna un soggetto etico e politico responsabile, capace cioè di auto-governo, un attore prudente che deve tendere a provvedere a sé e alla propria famiglia, e nel caso astenersi dal matrimonio se calcola di non averne le risorse necessarie e sufficienti; un lavoratore maschio indipendente, che non ricerchi sussidi istituzionali o occasionali. Tuttavia, una tale elaborazione teorica dell‟economia politica classica, nell‟asserire la realtà ontologica della scarsità, pone al liberalismo un problema di sicurezza peculiare e differente da come questo si fosse posto in passato: la biopolitica non può darsi come obiettivo la crescita indefinita della popolazione, perché non è da questo che deriverà la prosperità dello Stato e dei suoi cittadini, anzi, il governo liberale dovrà considerare nella propria amministrazione i mezzi di produzione per consentire la sussistenza della vita.

Bentham, nella declinazione prudenzialista del liberalismo, mostra la specificità di una razionalità governamentale che opera mediante l‟estensione del panottismo quale ri-definizione di fisica politica. Egli individua nell‟azione legislativa lo strumento per garantire la sicurezza, è la legge infatti che difendendo l‟integrità fisica e la proprietà pone le condizioni a sostegno della vita. Sotto questo aspetto la sussistenza non è un problema di governo, in quanto viene adottata una pratica sovrana. Tuttavia, nei casi in cui persistano condizioni di estrema indigenza, per evitare i pericoli rappresentati, per lo Stato e la proprietà, da componenti sociali in condizioni di profondo disagio, si pone la necessità sia di azioni propriamente disciplinari, che di pratiche di governo. Pertanto, l‟assistenza pubblica immaginata da questi per i poveri prevede una regolamentazione estremamente dettagliata e la creazione di apparati amministrativi ad hoc, i quali nondimeno forniscano assistenza seguendo il criterio della minore eleggibilità215.

Se Bentham fa della sicurezza condizione di libertà, Foucault, invertendo i

215

È proprio la disposizione ad approntare tecniche e pratiche politiche rispondenti a una specifica strategia nel conseguire un fine che permette di riconoscere l‟esistenza di una razionalità governamentale: nel caso specifico fondato sul principio di minore eleggibilità, disegnato da Bentham, il governo dirige le cose in modo che un individuo, naturalmente responsabile, possa esercitare la propria libertà di partecipare al mercato del lavoro, piuttosto che ricorrere alla carità pubblica. Ciò consente altresì di rinvenire il carattere al contempo transitivo e riflessivo del condurre, che fa del governare la capacità di orientare il modo in cui gli individui guidano se stessi.

termini, mostra che l‟esercizio della libertà assicura il pieno svolgimento dei funzionamenti naturali degli ambienti non-politici di popolazione e economia. Esiste allora una circolarità per la quale se la sicurezza implica una regolazione perché gli individui possano esercitare la propria libertà responsabilmente, questa è necessaria alla sicurezza dei processi naturali per produrre il benessere dello Stato. È sostanziale allora portare in evidenza la costituzione di una tale relazione circolare, poiché a partire dal prudenzialismo classico essa giunge fino alle contemporanee statuizioni di stili neo- prudenzialisti, entrando, come sarà osservato in seguito, nelle analisi degli studi di governamentalità sul governo riflessivo.

Esiste poi un‟altra questione, portata in luce dagli studi di governamentalità, che vede costituirsi in un modo specifico il problema della sicurezza all‟interno del liberalismo, vale a dire come il governo giusto per il benessere dello Stato, possa essere assicurato nei confronti delle pressioni che gruppi politici potrebbero esercitare sul governo, sia dall‟interno delle sue istituzioni, sia in modo sedizioso e violento, contro di esse. Anche in questo caso, il governo liberale, attraverso il proprio disegno istituzionale, come nel caso delle libertà economiche, deve costruire le condizioni ottimali perché anche quelle politiche possano essere esercitate in modo altrettanto responsabile. Una strategia con cui i regimi liberali sembrano avere risposto a questo particolare problema di sicurezza, risiede nell‟avere dato allo Stato la forma di governo della democrazia rappresentativa. Questa infatti, nel separare governati e governanti con una delega di sovranità, consente di delimitare l‟area di rischio di pressione politica da parte di particolari fazioni o partiti a svantaggio del benessere collettivo, entro i confini dei rappresentanti eletti e degli impiegati delle amministrazioni pubbliche: il disegno istituzionale che prevede la separazione dei poteri e il carattere universale e generale della legge sono in questo senso strumento di governo.

Il sentimento generale di pericolo sembra in ogni modo essere endemico al liberalismo, poiché questi è chiamato a governare un‟entità opaca al suo sguardo. La popolazione, divenuta società quale totalità di traiettorie irriducibili ai suoi elementi, realtà quasi-naturale, che precede il governo e il diritto, è materia vivente, dinamica, polimorfa, luogo del conflitto, oltre che dell‟ordine assicurato dalla spinta solidaristica,

poiché a fronte di poche identificazioni veramente collettive, è abitata da gruppi eterogenei e fluidi, a loro volta costituiti da soggetti con fini egoistici. La società non è una semplice appendice dello Stato, essa lo precede ed è ciò che questi deve governare. “Liberalism, then, already contains the possibility of a social government that is anchored in the contending forces of modern society”216

.

Il liberalismo dunque, governo biopolitico di una realtà sfuggente, contiene in sé i presupposti perché emerga, nel corso del XIX secolo, un complesso di temi e programmi, con i correlati di istituzioni, conoscenze e professionalità, che possono essere complessivamente collocati nella sfera semantica di questione sociale.