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Significato del dato statistico nella medicina legale

1.3 La prova scientifica e ―the beyond any

1.3.2 Significato del dato statistico nella medicina legale

La statistica è legata strettamente ai censimenti e più in generale alla ricerca e descrizione quantitativa di dati, nata come mera raccolta con accezione numerica di dati provenienti da osservazioni e sviluppata con significati concettuali fondamenti razionali solo durante il secolo XVII, quando, in Inghilterra, John Gaunt e sir William Petty crearono la “political arithmetic” come criterio per trasporre dottrine scientifiche tangibili in ambiti differenti, dall'economia alla politica, alla demografia. Da questa genesi la statistica è progredita da disciplina semplicistica, pragmatica e puramente descrittiva, a dottrina matematica logico-conoscitiva associata a linguaggi formali basati primariamente sull'analisi funzionale la teoria della probabilità,

interagendo altresì con settori svariati del sapere20. In

tale maniera è utile anzitutto per lo studio e la sintesi quantitativa di fenomeni aleatori e di dinamiche di

20

G. RADAELLI, Significato del dato statistico in medicina, in M. CUCCI-G.GENNARI- A.GENTILOMO, L’uso della prova scientifica nel processo penale, pagg 107-111

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sistemi macroscopici aperti; la determinazione della plausibilità probabilistica di eventi e ipotesi, oltre a descrivere le proprietà sintetiche del fenomeno, da canoni per inferire conclusioni probabilistiche del presunto o dell'osservato.

L'applicazione del dato statistico in medicina si ha a partire dal dibattito sviluppatosi durante il secondo Settecento e il primo Ottocento in Francia tra Pierre

Jean-Georges Cabanis21, che non riteneva possibile

tale applicazione in virtù del fatto che il compito primo della professione medica è individuare diagnosi o terapie integrando caratteristiche individuali del paziente con l'esperienza propria e la conoscenza

acquisita operando nell'agire, e Philippe Pinel22, che

all'opposto era convinto si potesse valutare l'efficacia di alcuni trattamenti calcolando il rapporto tra successi e insuccessi terapeutici entro gruppi di pazienti, e sosteneva che la terapia medica avrebbe potuto divenire scienza vera attraverso il calcolo delle

21

CABANIS, Pierre Jean Georges. Du degré de certitude de la médecine. Crapelet, 1803. 22

PINEL, Philippe. La médecine clinique rendue plus précise et plus exacte par l'application de l'analyse: ou, Recueil et résultat d'observations sur les maladies aiguës, faites à la Salpêtrière. chez JA Brosson, 1815.

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probabilità. Anni dopo, Pierre Charles Alexandre Louis23

(il maggior pensatore medico del tempo) identificò il

ragionamento scientifico in medicina con

l'enumerazione, e sostenne il metodo, derivabile dalla teoria delle probabilità, essere d'aiuto per arrivare a un buon giudizio ed eliminare confusioni e illusioni; nel suo pensiero, l'impiego della statistica nella prassi diagnostica e terapeutica avrebbe consentito ai medici di trarre risultati identici (questo metodo fu utilizzato,

seppur con approccio empirico, per valutare

trattamenti per la febbre tifoidea, la polmonite e l'angina tonsillaris; Louis fu inoltre uno dei primi a comporre la ricerca medica sull'efficacia di interventi terapeutici entro il concetto di studio clinico controllato, oggi comunemente definito clinical trial). Il dibattito sulla funzione della teoria della probabilità nella conoscenza proseguì nel secondo Ottocento, fin

quando sir Francis Galton24 e Karl Pearson25

contribuirono a trasformare, in ambito medico, la

23

P.C.A. LOUIS, Recerches anatomico-patologiques sur la phtisie (1825) 24

GALTON, Francis. Probability: The Foundation of Eugenics. Clarendon Press, 1907.

25

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statistica da empirico-descrittiva a metodo basato su relazioni logiche e matematiche rigorose (golden rule), dando al dato ottenuto significato di evidenza scientifica.

Oggi, in ogni settore della medicina, dalla ricerca clinica alla ricerca epidemiologica, e nelle aree ad essa

direttamente o indirettamente connesse, dalla

batteriologia alla scienza forense, l'esercizio del dato

statistico appare potenzialmente il suggeritore

interpretativo di verità scientifica, utile nel descrivere, nell’inferire e nel prevedere; i metodi statistici in medicina, sempre più dipendenti dalla teoria della probabilità, sono progrediti verso modelli matematici e avanzate tecniche di analisi raffinate, teoricamente in grado di affrontare problematiche ampie e generali ma, nel contempo, proprio la complessità matematica crea difficoltà di trasferimento corrette dal piano teorico a quello concreto e viceversa, accrescendo il rischio d'uso erroneo o improprio del dato e di contraffazione, a tale proposito si può portare ad esempio il caso di Sally Clark. Sally Clark fu accusata nel 1999 di

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infanticidio dei suoi figli Christopher (morto all'età di 8 settimane) e Harry (morto all'età di 11 settimane); entrambe le morti, succedutesi rispettivamente nel dicembre 1996 e nel gennaio 1998, furono inizialmente attribuite a cause naturali, cioè alla sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), poi giudicate sospette. Nel corso del processo il professor sir Samuel Roy Meadow, pediatra chiamato come expert witness, stimò uguale a 1\8543 le probabilità di morte naturale per bambino nato da madre con caratteristiche socio- demografiche simili a quelle della signora, per calcolare le probabilità di morte naturale di due bambini nati dalla stessa madre nelle stesse condizioni non fece altro che elevare al quadrato le singole probabilità di morte arrivando a 1 su 73 milioni. Questo portò alla condanna della signora Clark, ma, durante il secondo processo d'appello emersero elementi clinici relativi a esami batteriologici post mortem, sino ad allora non notificati, evidenziandoti presenza di Staphylococcus aureus del tessuto gastrico, nella gola, nei bronchi, nei polmoni e nel

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liquido prelevato da Harry; ciò indebolì la teoria posta da sir Meadow portando poi all’assoluzione di Sally Clark (che non si riprese e morì nel 2007 per intossicazione alcolica). Meadow ha in questo caso abusato della statistica perché la sua teoria presentava errori concettuali e di calcolo, avendo analizzato il fenomeno non legando fra loro i casi di SIDS avvenuti nell'arco di tempo di analisi e medesima probabilità di accadimento per ogni caso singolo; ma anche il giudice della prima corte ha abusato ugualmente del dato statistico perché le condizioni dettate dall'esperto sono state assunte acriticamente (basandosi solo su un mero ipso dixit), senza porsi il quesito sulla loro validità effettiva ma basandosi solamente sulle referenze dell'esperto.

L'esempio sottolinea quanto, anzitutto in contesti interagenti con il quotidiano, quali la medicina e la scienza forense, sia fondamentale, prima ancora di ricercare risposte nel dato statistico e nell'individuarne il significato, meditare sul quesito, enunciarlo con domanda univoca, compiuta e accurata, dotata di

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consistenza e sensatezza, comunque libera da

ortodossie, pregiudizi e deficienze logiche o

matematiche, con ciò si vuol dire che il dato statistico, chiamato senza cognizione scientifica e senza metodi rigorosi e retti, non può portare alla verità probabilistica e meno che mai alla verità in campo medico e processuale.

1.3.3 Trial by probabilities: profili giuridici ed