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I SINKHOLES ANTROPOGENICI E LE CAVITÀ SOTTERRANEE NELLA CITTÀ DI NAPOLI

Nel documento 2 SUOLO E TERRITORIO (pagine 103-108)

Figura 2.10.3 – Sinkhole antropogenico a Napoli; Pianura 3 marzo 2018, trecento ottanta persone evacuate

Fonte: ISPRA

Grafico 2.10.2 – Distribuzione dei sinkholes antropogenici nel centro urbano di Napoli

DISCUSSIONE

Vuoti di grandi dimensioni, di cui non si aveva informazione, vengono continuamente rilevati nel sottosuolo delle grandi città italiane.

L’origine di tali cavità, al di sotto del tessuto urbano, risale ad epoche passate, quando si scavava il substrato roccioso nelle aree periferiche al nucleo abitato, principalmente per ricavare materiali da costruzione. I metodi utilizzati erano principalmente lo scavo mediante gallerie, introdotto già in epoca romana, che partivano alla base del versante e procedevano con il sistema di camere e pilastri.

Altre intricate reti di gallerie sono state realizzate per cisterne, serbatoi, cunicoli idraulici o per cimiteri e luoghi di culto sotterranei, rifugi di pastori e di bestiame, ecc..

Tali reti caveali, che costituiscono un intricato reticolo di gallerie, a volte vere e proprie città sotterranee sotto la città, sono scomparse, in parte bonificate; tuttavia, esse, a luoghi, sono ancora presenti sotto le abitazioni.

I terreni maggiormente coltivati nei capoluoghi italiani sono stati: rocce piroclastiche, arenarie, rocce calcaree, sabbie e conglomerati.

Alle cavità antropogeniche si aggiungono, in rari casi, vuoti connessi a fenomeni naturali di dissoluzione carsica particolarmente spinti in rocce evaporitiche o carbonatiche (particolarmente diffuse in Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Puglia), nonché vuoti di genesi recente connessi alle perdite e malfunzionamenti della rete dei sottoservizi massicciamente presente nelle grandi città.

La presenza di questi vuoti nel sottosuolo facilita l’innesco di sprofondamenti (voragini/sinkholes antropogenici) di superficie che si perpetua in molti centri urbani da anni.

I sinkholes antropogenici provocano e hanno da sempre provocato danni alle infrastrutture, al patrimonio edilizio delle città italiane, con perdita talvolta di vite umane. Negli ultimi dieci anni si è assistito ad un aumento della frequenza dei casi di sprofondamento nei grandi centri urbani, ne sono esempio i casi di Roma, Napoli, Cagliari e Palermo. Il 2018 (dati registrati sino ad ottobre) ha già stabilito il picco di massimo per il numero di sinkholes che si sono aperti a Roma.

Le città del Centro-Sud Italia sono maggiormente interessate dal fenomeno che risulta contenuto, invece, nel nord Italia anche se si registra un aumento dei casi.

Non è nota la risposta di un evento sismico in aree urbane interessate da gallerie sotterranee comunicanti. I primi studi sono stati condotti dopo l’evento sismico de L’Aquila nel 2009; alcuni Autori sono del parere che le cavità potrebbero amplificare gli effetti di un sisma.

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Riassunto

Il progetto CARG (Cartografia Geologica) cura la realizzazione della cartografia geologica ufficiale dello Stato attraverso la redazione, la revisione e la pubblicazione dei fogli geologici a scala 1:50.000, che sintetizzano i dati del rilevamento geologico effettuato a scala 1:10.000. Per ogni foglio viene realizzata una banca dati informatizzata a scala 1:25.000 che lo rende aggiornabile e fruibile anche attraverso tecnologie informatiche. In questa edizione sono state esaminate le aree urbane di Caltanissetta, Carbonia, Enna, Fano, Oristano, Pesaro e Quartu Sant’Elena. È possibile visualizzare lo stato di attuazione del progetto CARG e consultare i fogli geologici ad oggi realizzati e delle città analizzate in questo Rapporto, nel Portale del Servizio Geologico d’Italia all’indirizzo http://portalesgi.isprambiente.it/it. La realizzazione di una carta geologica comporta la ricostruzione dell’assetto stratigrafico-strutturale del territorio, quindi l’identificazione dei corpi rocciosi in base alla composizione litologica, della loro disposizione geometrica e delle coperture superficiali. La conoscenza di queste caratteristiche risulta fondamentale per quanto riguarda gli aspetti legati alle pericolosità ambientali di carattere geologico, come per esempio dimostrano le attività di microzonazione seguite agli eventi sismici de L’Aquila (2009) e Amatrice-Norcia (2016/17), volte ad identificare quelle porzioni di aree urbane suscettibili di maggiori amplificazioni. La rappresentazione cartografica della geologia permette anche di individuare e interpretare i processi geologici e geomorfologici superficiali, in atto o potenziali, e la loro estensione areale, consentendo le analisi inerenti le pericolosità geologiche (geomorfologica, idraulica, subsidenza, cavità sotterranee), inclusi i fenomeni legati alla pericolosità vulcanica che interessano aree urbane densamente abitate. I dati contenuti in una carta geologica sono necessari per la ricerca di acque sotterranee per usi idropotabili o industriali, lo smaltimento rifiuti, il recupero di aree compromesse dall’inquinamento; tali aspetti, intimamente connessi alle attività antropiche, evidenziano come il dato geologico interagisca con piani e/o progetti di sviluppo dell’ambiente urbano.

Parole chiave

Cartografia geologica, Geologia urbana, Litologia, Pericolosità geologica, Banca dati Abstract – Geological maps of large urban areas

The CARG Project aims at the realization of the official geological mapping of Italy through the realization, scientific revision and publication of geological sheets in scale 1:50.000, which summarize data of geological survey carried out on a scale of 1:10.000. For each geological sheet, a 1:25,000 scale database is realized making it updatable and usable also through information technologies. In this Report the urban areas of Caltanissetta, Carbonia, Enna, Fano, Oristano, Pesaro and Quartu Sant’Elena have been examined. It is possible to visualize the state of implementation of the CARG Project and to consult the available geological sheets, including those of the cities analyzed in this Report, in the Portal of Italian Geological Survey at http://portalesgi.isprambiente.it/. The creation of a geological map involves the reconstruction of the stratigraphic-structural setting of the territory, therefore the identification of the lithological composition of the rocky bodies, the definition of their geometric relationships and the surface deposits. The knowledge of these characteristics is essential with regards to aspects related to geological hazards, as for example demonstrated by the seismic microzonation activities following the seismic events of L’Aquila (2009) and Amatrice-Norcia (2016/17), aimed at identifying those portions of urban areas susceptible to major amplifications. The cartographic representation of geology also allows to identification and interpretation of geological and geomorphological surface processes, either in progress or potential, and their areal extension, allowing analyses of geological hazards (geomorphological ,hydraulic, subsidence, volcanic, sinkholes hazard). In addition, the data contained in a geological map are fundamental for the groundwater research for hydro-potable or industrial uses, the waste disposal, the soil consumption, the recovery of areas compromised by pollution; these aspects are intimately connected to the anthropic activities,

Domenico Berti, Roberto Bonomo, Maurizio Marino, Cristina Muraro, Paolo Perini, Maria Grazia Rossi, Stefania Silvestri

L’area urbana di Caltanissetta è situata lungo la porzione meridionale dei Monti Erei. L’abitato comprendente il centro storico (568 m s.l.m.) occupa i rilievi collinari con quote da 450 m fino a 700 m circa. Verso sud est e nord est, tali rilievi sono delimitati dalle porzioni pianeggianti delle fasce alluvionali del fiume Salso e dei suoi tributari minori (Valloni Trenella e Anghillà). Questo territorio è compreso nel Foglio Geologico 631 “Caltanissetta-Enna”21 della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000 (Figura 2.11.1).

Dal punto di vista geologico, il territorio appartiene al Bacino di Caltanissetta, una vasta area subsidente sviluppatasi dal Miocene superiore in poi al fronte della catena siculo-maghrebide in sollevamento, insieme ad altri bacini sedimentari sintettonici contigui. Questi si sono sviluppati contemporaneamente alle unità di catena, che si estendono in profondità, strutturate in ampie pieghe anticlinali e sinclinali con asse mediamente orientato sud ovest-nord est e sviluppo chilometrico, sepolte dai depositi di tre cicli sedimentari sintettonici (Miocene superiore-Pliocene), ben affioranti sulle colline nissene. La sinclinale di Caltanissetta, con al nucleo depositi del Pliocene superiore, si allunga con asse sud ovest-nord est per circa 13 km e viene deformata lungo il fianco settentrionale dal sovrascorrimento di una analoga struttura minore (Figura 2.11.1). Le unità e le relative litologie caratteristiche affioranti nella sinclinale di Caltanissetta, sono descritte in Figura 2.11.1.

Figura 2.11.1 – Stralcio del Foglio 631 “Caltanissetta - Enna” alla scala 1:50.000 relativo all’area urbana di

Caltanissetta e principali litologie delle unità stratigrafiche

Nel documento 2 SUOLO E TERRITORIO (pagine 103-108)