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Il sistema finanziario nell’Europa continentale: il modello «bank oriented» »

Nel documento Il finanziamento delle imprese (pagine 143-149)

Il sistema finanziario europeo è particolarmente complesso. In Europa, infatti, coesistono da sempre il modello «bank oriented», diffuso nell’Europa continentale, e il modello «market

oriented», diffuso nel Regno Unito; inoltre, le esperienze dei Paesi dell’Europa continentale

non possono essere descritte con immediatezza in quanto presentano differenze significative. L’unico elemento accomunante è rappresentato dal fatto che in tutti i Paesi dell’Europa continentale le banche occupano un ruolo centrale nel finanziamento delle imprese; si parla, infatti, di sistema finanziario banco-centrico.

Nei Paesi in cui prevale il modello «bank oriented», in pratica, le banche vendono i propri titoli ai soggetti che presentano un surplus di risorse finanziarie per poi acquistare con il ricavato i titoli emessi dai soggetti che invece hanno bisogno di ottenere finanziamenti304.

Tuttavia, si osserva che nella realtà accade spesso che le strutture finanziarie risultino da una combinazione delle caratteristiche dei due sistemi. Inoltre, la prevalenza delle peculiarità dell’uno o dell’altro sistema varia da Paese a Paese in relazione al contesto normativo, alle politiche fiscali e monetarie, ai sistemi contabili, al livello di innovazione tecnologica e in relazione agli aspetti qualificanti del singolo Paese acquisiti a seguito dell’evoluzione storica che lo ha contraddistinto.

Con l’avvio del mercato unico europeo, al fine di agevolare l’integrazione dei mercati finanziari dei Paesi, si è assistito al passaggio dai rapporti finanziari domestici segnati dalle specificità nazionali ai rapporti anonimi di mercato a carattere sovranazionale. Inoltre,

303 Cfr. NARDOZZI G – BALESTRIERI A., Finanza europea e americana nella competizione tra banche, Saggio pubblicato in Quaderni di Ricerche n. 48, realizzato nell’ambito della ricerca «Verso un sistema bancario

nonostante si sia avvertita la necessità di tendere al modello orientato al mercato, la centralità delle banche nei sistemi finanziari in oggetto non è mai stata messa seriamente in discussione e tra le strutture finanziarie dei Paesi dell’Europa continentale esistono notevoli differenze imputabili alle specificità nazionali degli assetti giuridici e istituzionali. Diversità significative permangono anche con riferimento al ruolo delle banche. Si osserva, prima di descrivere brevemente le caratteristiche del sistema finanziario in alcuni Paesi dell’Europa continentale, che l’integrazione tra le diverse strutture finanziarie è stata frenata dalle barriere culturali, da quelle linguistiche nonché dall’attaccamento dei singoli Paesi alle specificità nazionali. Nell’Europa continentale, inoltre, sono particolarmente diffuse, anche nei grandi gruppi, le imprese familiari, le quali ottengono benefici per quanto riguarda opportunità e condizioni di finanziamento, grazie all’onore e al prestigio del nome. Questa rappresenta una delle motivazioni per cui i grandi imperi industriali dell’Europa continentale sono posseduti e controllati da vere e proprie dinastie305.

Tuttavia, a seguito dell’importazione di tecniche e strumenti di finanziamento provenienti dagli Stati Uniti, le singole imprese europee hanno iniziato a modificare la logica della gestione finanziaria. L’introduzione di tali elementi nei mercati finanziari europei ha svolto un ruolo decisivo nell’apertura dei mercati al capitale internazionale. Nei mercati nazionali dei capitali, quindi, subentrano i grandi investitori istituzionali, soprattutto americani, e i sistemi finanziari europei hanno conseguentemente iniziato a mutuare strutture tipiche dei sistemi anglosassoni.

Nonostante la spinta al cambiamento, tra i Paesi dell’Europa continentale permangono comunque spiccate differenze306.

Queste differenze sono sintetizzate nei seguenti paragrafi con riferimento ai Paesi che, a parere di chi scrive, risultano più significativi.

5.2.1 Il sistema finanziario in Germania

Il sistema tedesco viene spesso indicato come riferimento per l’Europa continentale; esso rappresenta la «migliore» espressione del modello «bank oriented» e in quanto tale, si contrappone nettamente al modello «market oriented» di matrice anglosassone. Anche in

Germania, infatti, le banche svolgono un ruolo centrale nei confronti del sistema industriale tanto da considerare il rapporto fra banca e impresa come il principale fattore che ha determinato il successo del processo di industrializzazione del Paese contribuendo alla nascita e alla crescita di una solida base industriale. È importante mettere in risalto, inoltre, che il settore della piccola e media impresa rappresenta anche in Germania la spina dorsale dell’economia del Paese.

In particolare, tra l’impresa tedesca e la sua banca di riferimento si instaura «una relazione fortemente fiduciaria e di lunga durata»307 che permette agli istituti creditizi di intervenire su questioni particolarmente delicate, quali la valutazione e la verifica della validità delle scelte strategiche aziendali (cosiddetto ruolo della Hausbank).

Nel sistema tedesco, pertanto, i mercati finanziari rivestono di fatto un ruolo marginale nel finanziamento e nel governo delle imprese, mentre gli istituti creditizi riescono addirittura ad esercitare, per conto degli azionisti che hanno azioni depositate presso di loro, diritti di voto (i cosiddetti Depotstimmrechte)308.

Il modello tedesco, quindi, si caratterizza principalmente per la presenza di una fitta rete di legami solidi, sia di natura patrimoniale che personale, tra imprese industriali e finanziarie che condividono le strategie e instaurano relazioni stabili nel tempo grazie ad un sistema di partecipazioni incrociate che crea «curiosi» intrecci tra gli organi amministrativi delle banche e delle imprese (tale fenomeno è definito Interlocking Directorate)309.

Si sottolinea che è solito riferirsi alle banche tedesche con l’espressione «banche

universali» dato che, accanto all’attività bancaria propriamente detta, esse sono in grado di

offrire anche una vasta gamma di vere e proprie operazioni finanziarie.

In Germania, inoltre, accade spesso che nel consiglio di sorveglianza di un’impresa siano presenti membri nominati da società, specialmente banche, che non partecipano direttamente al capitale ma che di conseguenza hanno la possibilità di esercitare la propria influenza sull’impresa stessa310. Tale meccanismo ha garantito alle imprese una forte stabilità nel controllo, al management la continuità di governo e infine, ha permesso agli istituti finanziari

307 Si veda ONETTI A.– PISONI A., Le relazioni tra industria e finanza in Germania: specificità ed evoluzione

nel tempo, Atti del Convegno AIDEA 2006, Finanza e industria in Italia, Roma, Università La Sapienza, 28-29

settembre 2006, pag. 1.

308 Cfr. IANNOTTA G., Investiment banking e corporate governance, in FORESTIERI G. (a cura di),

Management, Impresa, banche e mercati finanziari, vol. 8, Egea – Università Bocconi Editore, Milano, 2005,

pag. 99 e ss..

309 Cfr. GROS-PIETRO G.M.– REVIGLIO E.– TORRISI A., Assetti proprietari, op. cit., pag. 12.

310 Tale fenomeno trova in letteratura diverse definizioni; tra le più significative si segnala che nel 1965 Shonfield usava l’espressione gestione economica collettiva, nel 1991 Albert parlava di dialogue social e nel

di esercitare un rilevante potere di influenza sulle imprese. Tuttavia, è opportuno sottolineare che una siffatta situazione ha ostacolato lo sviluppo del ruolo dei mercati finanziari limitando allo stesso tempo la contendibilità delle imprese.

Considerando, quindi, che i rapporti tra banca e impresa in Germania non si fondano esclusivamente su rapporti di natura economica, alcuni studiosi hanno cercato di descrivere i rapporti tra le banche tedesche e le imprese dello stesso Paese attraverso l’analisi della composizione degli organi di governo ritenendo la composizione dei consigli di sorveglianza un valido indicatore dell’entità delle relazioni esistenti fra imprese finanziarie e non311.

È doveroso comunque sottolineare che le imprese tedesche definiscono autonomamente le scelte strategiche e gestionali anche se, come si è già detto, il sistema bancario rappresenta, coerentemente all’impostazione culturale del Paese in esame, uno stakeholder molto importante.

Tuttavia, anche il contesto tedesco sta evolvendosi per fronteggiare situazioni complesse conseguenti alla crescente internazionalizzazione delle imprese tedesche, all’aumento degli investimenti esteri in società tedesche, alla crescente attenzione da parte delle banche ai risultati aziendali, all’aumento dei fallimenti di imprese tedesche (fenomeno che tra l’altro è identificato come un fallimento del modello stesso), alla progressiva riduzione della proprietà bancaria nelle imprese, al graduale rilievo dei mercati finanziari, nonché alle recenti evoluzioni normative in Germania e nel contesto europeo.

Tali problematiche richiedono necessariamente l’apertura del sistema finanziario tedesco ai modelli di mercato, il che può comportare l’acquisizione di elementi nuovi caratterizzanti altri modelli, come quello anglosassone, con probabile lenimento delle qualità che da sempre caratterizzano il modello tedesco. In particolare, si sta assistendo ad una possibile evoluzione delle principali funzioni esercitate dalla banche nel governo delle imprese. Le strategie adottate dalle banche tedesche per fronteggiare la competizione globale, infatti, inducono le stesse a dismettere le partecipazioni nel sistema industriale le quali rappresentano il principale strumento di controllo a loro disposizione. Tale tendenza, tuttavia, in virtù della natura non esclusivamente economica dei rapporti tra banche e imprese, non comporta necessariamente un ridimensionamento del controllo delle prime sulle seconde. I cambiamenti in atto, quindi, pur essendo significativi potrebbero, almeno nel breve termine, lasciare invariata la natura dei rapporti tra istituzioni finanziare e sistema industriale e commerciale312.

5.2.2 Il sistema finanziario in Francia

Le imprese francesi, sia di grandi dimensioni che di più piccola entità, evidenziano invece una minore dipendenza dal credito bancario rispetto al contesto europeo.

Tale situazione è da attribuire alla rilevanza assunta dal credito commerciale e al più sostenuto ricorso, da parte delle grandi imprese, al mercato obbligazionario313.

Il mercato bancario francese si caratterizza, inoltre, per la presenza di grandi gruppi polifunzionali in cui coesistono soggetti di natura diversa, quali banche commerciali, banche cooperative e società finanziarie che si propongono di offrire alla clientela tutte le tipologie esistenti di prodotti bancari, finanziari e assicurativi314.

La Francia, in realtà, sembra occupare una posizione intermedia tra sistemi orientati alle banche e sistemi orientati al mercato.

A partire dalla seconda metà degli anni novanta, infatti, in Francia si è assistito all’adozione di importanti aspetti del modello anglosassone. In questi anni, in particolare, si registra un elevato grado di penetrazione nel capitale azionario delle grandi imprese francesi da parte di investitori istituzionali nordamericani e inglesi, i quali importarono anche la logica gestionale che privilegia l’ottica finanziaria rivolta alla ricerca di una redditività immediata dell’investimento, rispetto a quella strategica315.

In Francia, tuttavia, si è affermata una situazione alquanto particolare. Gli investitori istituzionali, infatti, a dispetto di quanto avviene nel modello anglosassone, sono stati coinvolti nelle più importanti decisioni gestionali; le partecipazioni degli investitori anglosassoni nelle imprese francesi assunsero, pertanto, una veste strategica.

Si è assistito, inoltre, ad un’evoluzione nel comportamento di coloro che detenevano partecipazioni rilevanti. In altri termini, nella gestione della partecipazione si è seguita la filosofia anglosassone rivolta alla massimizzazione della redditività del breve periodo.

In Francia si assiste, quindi, ad un processo di convergenza fra i due modelli che ha conferito maggiore stabilità agli assetti proprietari e di conseguenza, ha generato innegabili benefici in termini di efficienza dei mercati finanziari316.

313 Cfr. FUSCO G.– PASCA P., Verso un sistema bancario e finanziario europeo? Il sistema creditizio francese, in Quaderni di Ricerche, n. 41, Ente per gli studi monetari, bancari e finanziari Luigi Einaudi, pag. 3 e ss. 314 Cfr. ivi pag. 18.

5.2.3 Il sistema finanziario in Belgio

Il sistema banco-centrico prevale anche in Belgio, Paese in cui tra l’altro il sistema industriale è caratterizzato dalla predominanza di imprese di piccola e media dimensione.

Negli ultimi anni, in particolare, si sta assistendo ad un processo di ristrutturazione del sistema bancario, nel senso che si sta affermando una tendenza verso il consolidamento e la concentrazione delle banche grazie ad operazioni di fusione e di acquisizione. Per tale ragione, le banche belghe presentano una dimensione elevata pari a quasi il doppio di quella delle principali banche del Giappone e degli Stati Uniti.

Le istituzioni creditizie belghe possono, inoltre, concorrere al finanziamento delle imprese anche con il capitale di rischio grazie alla possibilità di acquisire partecipazioni in aziende non bancarie e non finanziarie317.

Lo sviluppo del sistema bancario in Belgio si contraddistingue anche per l’intensificarsi dei legami tra banche e società di assicurazione. Gli istituti di credito belgi, infatti, oltre a svolgere la «normale» attività di intermediazione creditizia, integrano le diverse funzioni della finanza tradizionale con quelle delle attività assicurative. A differenza degli altri Paesi europei in cui esistono barriere tra le banche e le assicurazioni, quindi, in Belgio si sta sviluppando il fenomeno della cosiddetta «Bancassurance»318.

Data la numerosità delle imprese di piccola e media dimensione, inoltre, si evidenzia che il settore bancario in Belgio primeggia nel finanziamento delle PMI le quali sono supportate soprattutto nelle procedure di entrata in Borsa.

Il sistema belga si caratterizza, inoltre, per la prevalenza di istituti di credito stranieri, i quali superano per numero quelli di diritto belga319. Il Belgio si presenta, pertanto, con riferimento al settore finanziario, un Paese molto aperto.

La presenza di un numero elevato di istituti di credito stranieri rappresenta un rilevante fattore di successo per il Paese. Tale situazione, infatti, comporta un incremento considerevole della concorrenza e di conseguenza, una serie di benefici non solo a vantaggio della clientela ma anche a favore delle banche stesse, le quali sono spronate a rispondere in maniera dinamica e creativa alle stimolazioni provenienti dal sistema.

317 Cfr. ANDERLONI L., Tendenze evolutive del sistema creditizio belga, in Banche e Banchieri, n. 5, 1994, pag. 386-388.

318 Cfr. ivi pag. 388.

319 In Belgio sono presenti circa 104 banche di cui il 25% è rappresentato da imprese di diritto belga, il 27% da imprese di diritto belga a maggioranza straniera e il 48% da banche straniere. Si osserva a tal proposito che la

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