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CAPITOLO I I FONDI SOVRANI: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE PRINCIPALI

1.5 Il sistema di governance

Come per tutti gli investitori è fondamentale per le performance dei fondi sovrani che anche essi abbiano una governance chiara e professionale affinché possano raggiungere gli obiettivi prefissati e saper a chi condurre le responsabilità delle azioni compiute.

Nella maggior parte dei casi i fondi sovrani sono amministrati da un gestore che guida il fondo per conto del proprietario, in questo caso è il governo del paese, in altri casi è lo stesso fondo sovrano il proprietario della propria ricchezza.

Un’utile distinzione è quella tra gli organi del governo e gli organi di controllo del fondo sovrano. Solitamente vi è una delega da parte del governo verso gli organi direttivi del fondo i quali a loro volta creano delle unità subordinate e delle unità di controllo che verifichino l’operato dei vari reparti. Lo scopo delle unità di vigilanza deve essere quello di verificare che vengano rispettate le linee guida impartite dall’organo di governo. È importante distinguere gli organi interni alla società da quelli esterni.

La struttura di un fondo sovrano dovrebbe essere così composta:

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▪ Il proprietario, ovvero il governo dello stato che crea il fondo sovrano, la determinazione della struttura giuridica del fondo spetta solitamente al Parlamento.

▪ Il consiglio di amministrazione, il quale rappresenta l’organo principale dell’organigramma, propone le direttive da mettere in atto negli investimenti, il principale rappresentante è l’amministratore delegato.

▪ I singoli manager, i quali possono essere sia interni che esterni, operano seguendo gli indirizzi imposti dal consiglio di amministrazione.

Oltre agli organi di amministrazione, la maggior parte dei fondi sovrani ha degli organi di vigilanza: il revisore generale, ruolo solitamente svolto dal parlamento il cui compito è quello di controllare l’operato dell’organo amministrativo. Il revisore esterno, il cui dovere principale è quello di verificare i conti del SWF e il revisore interno il cui incarico è quello di supportare il cda nel verificare che le norme siano rispettate.17

Ovviamente questa è solo una struttura teorica, in quanto la governance dei fondi sovrani può variare significativamente da un fondo ad un altro, questo anche perché molti fondi sono di proprietà di stati non democratici. Un paese che segue abbastanza questa struttura è la Norvegia dove la politica di investimento del fondo sovrano è dettata da un insieme di esperti i quali si basano sulle linee guida indicate dal potere legislativo, mentre l’amministrazione del fondo è in mano alla banca centrale norvegese. Al contrario i fondi del Medio Oriente sembrano non avere una governance chiara, addirittura essi faticano a divulgare la struttura dei propri assetti societari. La situazione è ancor più complessa nei paesi governati da una politica non democratica, in questi casi gli organi che amministrano i fondi incontrano grandi difficoltà in quanto vengono colpiti da forti pressioni di carattere politico, ciò avviene soprattutto nei paesi arabi dove i fondi sovrani spesso vengono usati per mettere in atto le strategie delle case regnanti.

17 International Monetary Fund, Sovereign asset-liability management-Guidance for resource-Rich economies, 10 giugno 2014

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Dal punto di vista prettamente organizzativo, si osservava che i SWF nella maggior parte dei casi si dotano di un basso numero di dipendenti se rapportato alla mole di capitali che gestiscono. Per rendere un’idea, nel 2013 il fondo norvegese, quello cinese e quello di Abu Dhabi racchiudevano al loro interno circa 3000 persone, mentre i capitali gestiti all’epoca erano superiori al trilione di dollari. Questo scarso impiego di personale è dovuto principalmente a due fattori: il primo è il fatto che numerosi fondi sovrani esternalizzano gran parte della gestione del proprio patrimonio a società di investimento esterne, l’esempio più eclatante è rappresentato dal fondo di Abu Dhabi il quale affida a gestori esterni circa due terzi dei propri asset.

Il secondo fattore è dovuto al fatto che i fondi sovrani hanno investimenti molto frammentati, ovvero investono in una quantità di società molto elevata, ne è l’esempio principale il fondo sovrano norvegese il quale partecipa a più di 9000 società nel mondo. In questi casi diventa difficile assegnare dei propri uomini per ognuno dei consigli di amministrazione delle società in cui investono, delle eccezioni vengono fatte ovviamente per i cda di società molto grandi.18

L’outsourcing nella gestione del patrimonio che caratterizza la maggior parte dei fondi sovrani è dovuta a due considerazioni: la prima riguarda la capacità e l’età dei team di gestione, mentre la seconda ha a che fare con l’esperienza in determinate asset class da parte dei manager.

Il grado di outsourcing dipende dalla tipologia del fondo sovrano, per esempio un fondo che ricerca elevati rendimenti anche attraverso investimenti alternativi come avviene per gli hedge fund, potrebbe delegare una parte del proprio patrimonio a manager di hedge fund che conoscono meglio quella classe di attività. D’altro canto, un fondo di stabilizzazione abituato ad investire in titoli a reddito fisso e a breve termine è meno propenso all’esternalizzazione in quanto i gestori interni conosco già molto bene quel mercato.

18 Bortolotti F., Fotak V., Megginson W. L., The Rise of sovereign wealth funds: Definition, Organization and Governance

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Un obiettivo prossimo dei fondi sovrani è quello non solo di esternalizzare ad altri gestori parti della propria ricchezza, ma di creare delle relazioni strategiche con gestori esterni, in particolar modo con gli Hedge Fund che sono maggiormente preparati negli investimenti alternativi. Queste relazioni creerebbero potenziali maggiori rendimenti ed inoltre andrebbero ad accrescere più velocemente la curva di apprendimento del personale dei fondi sovrani nelle nuove asset class.19