• Non ci sono risultati.

2) Rete Natura 2000 e Rete ecologica regionale

4.7 I siti Unesco

26FONTE http://www.unesco.it/it/PatrimonioMondiale/Index

4.7 I siti Unesco

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (U.N.E.S.C.O United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) è stata fondata a Londra il 16 Novembre 1945, è operativa dal 1946.

Organizzazione dell’ONU, l’UNESCO è nata dal comune proposito di contribuire al mantenimento della pace, del rispetto dei Diritti Umani e dell’Uguaglianza dei popoli attraverso i canali dell’Educazione, Scienza, Cultura e Comunicazione.

L’obiettivo dell’Organizzazione è quello di contribuire alla pace e la sicurezza promuovendo la collaborazione tra le Nazioni attraverso l’educazione, la scienza e la cultura onde garantire il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione.

In particolare l’Organizzazione cura la lista dei beni definiti “Patrimonio dell’Umanità”.

Ricadono in Liguria due siti:26

Porto Venere, le Cinque Terre e le Isole di Tino, Tinetto e Palmaria

“Paesaggio roccioso e austero, asilo di pescatori e di contadini viventi a frusto a frusto su un lembo di spiaggia che in certi tratti va sempre più assottigliandosi, nuda e solenne cornice di una delle più primitive d’Italia.

Monterosso, Vernazza, Corniglia, nidi di falchi e di gabbiani, Manarola e Riomaggiore sono, procedendo da ponente a levante, i nomi di pochi paesi o frazioni di paesi così asserragliati fra le rupi e il mare.” (Eugenio Montale, Fuori di casa)

Area culturale di eccezionale valore, che rappresenta l’interazione armoniosa tra l’uomo e la natura cui si deve un paesaggio di straordinaria qualità e bellezza che illustra un tradizionale stile di vita, conservato per millenni.

Iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco:

Napoli (Italia), 1-6 dicembre 1997 Criteri iscrizione

(ii): mostrare un importante interscambio di valori umani, in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi nell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio;

(iv): costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri una o più importanti fasi nella storia umana;

(v): essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture), o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili.

Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova

Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli, costituiscono per l’uniformità dell’impianto urbanistico e per le caratteristiche architettoniche dei palazzi uno straordinario modello di lottizzazione residenziale nobiliare rimasto al centro della città moderna. Rappresentano una cerniera tra le vie medievali a sud e le strutture di traffico contemporanee a nord, come il frammento più prezioso dell’anello cinque-seicentesco.

Su questa via si trovavano oltre cento palazzi di nobili famiglie cittadine che venivano sorteggiate da liste ufficiali (i rolli), una singolare identità sociale ed economica che inaugura l’architettura urbana di età moderna in Europa.

39 Iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco:

Vilnius (Lituania), 8-16 luglio 2006

Criteri iscrizione

(ii) l’insieme della Strade Nuove e dei palazzi correlati mostra un importante scambio di valori nello sviluppo dell’architettura e della pianificazione urbanistica nei secoli XVI e XVII. Tali esempi furono diffusi grazie ai trattati architettonici del tempo, rendendo le Strade Nuove e i palazzi tardo rinascimentali di Genova un riferimento significativo nello sviluppo dell’architettura manierista e barocca d’Europa;

(iv) le Strade Nuove di Genova rappresentano un esempio straordinario di un insieme urbanistico comprendente palazzi aristocratici di grande valore architettonico, che illustrano l’economia e la politica della città mercantile all’apice del suo potere nel XVI e XVII secolo. Il progetto mostra uno spirito nuovo e innovativo che ben rappresenta il siglo de los genoveses (1563-1640). Nel 1576 la Repubblica di Genova stabilì legalmente i Rolli, una lista ufficiale dei palazzi più importanti ritenuti adatti ad ospitare i visitatori più illustri.

Sono inoltre state presentate le candidature di:

Giardini botanici Hanbury (01/06/2006) Alpi del Mediterraneo (31/01/2017)

40 4.8 La struttura del Piano Paesaggistico

OBIETTIVI DEL PIANO PAESAGGISTICO

L’obiettivo del Piano Paesaggistico è quello di tutelare il paesaggio ligure che, come buona parte di quello italiano, si connota per la profonda e plurisecolare stratificazione di segni di antropizzazione.

Tale eccezionale qualità è riconosciuta dalla Repubblica Italiana nel suo atto fondativo, la Costituzione, inserendo la necessità della tutela nei suoi principi fondamentali con l’art. 9, nonché nello Statuto della Regione, che nelle sue premesse definisce:

“La Liguria, stretta tra monti e mare in paesaggi di poetica bellezza, fitta di itinerari che, intrecciandosi tra costa e l’interno, valorizzano la funzione essenziale del più grande sistema portuale del Mediterraneo, “porta”

dell’Europa sul mondo, è regione di antica fisionomia”.

Il paesaggio, in quanto forma visibile del territorio, derivante dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni:

- è espressivo dell’identità, costitutivo del patrimonio e degli specifici valori culturali di ciascun territorio;

- è parte del quadro di vita, elemento chiave del benessere dell’individuo e della società che abita quel territorio.

Il disciplinare attuativo del Protocollo d’Intesa per l’elaborazione congiunta del piano paesaggistico esteso a tutto il territorio regionale, sulla base del Codice dei beni culturali e paesaggistici, individua tra le attività del Piano Paesaggistico:

- la ricognizione del territorio oggetto di pianificazione, mediante l'analisi delle sue caratteristiche paesaggistiche, impresse dalla natura, dalla storia e dalle loro interrelazioni;

- l’analisi delle dinamiche di trasformazione del territorio ai fini dell'individuazione dei fattori di rischio e degli elementi di vulnerabilità del paesaggio;

- l’individuazione degli interventi di recupero e riqualificazione delle aree significativamente compromesse o degradate e degli altri interventi di valorizzazione compatibili con le esigenze della tutela;

Derivano da questa premessa i seguenti specifici obiettivi del Piano.

OBIETTIVI DI PRIMO LIVELLO

1. Riconoscere i diversi paesaggi di cui si compone la Liguria.

2. Individuare forme appropriate di gestione per ciascuno dei paesaggi di cui si compone le Liguria, in particolare:

- tutelando i paesaggi di particolare valore, sia quelli naturali, sia quelli derivanti dalla plurisecolare stratificazione dell’azione antropica, sia quelli contemporanei;

- salvaguardando i paesaggi di valore minacciati da fattori di rischio o dinamiche di trasformazione;

- favorendo il recupero e la riqualificazione delle aree compromesse, degradate o prive di specifica identità;

- promuovendo la realizzazione di nuovi paesaggi.

OBIETTIVI DI SECONDO LIVELLO

1. Tutelare le particolari conformazioni geomorfologiche e le falesie quali elementi di rilievo

paesaggistico, salvaguardare l’integrità e l’efficienza ecosistemica dei corsi d’acqua, tutelare e valorizzare

i tratti di costa aventi valore paesaggistico, naturalistico ed ambientale, anche tramite la diminuzione delle pressioni antropiche che insistono su di essa.

2. Garantire l’equilibrio tra la salvaguardia dell’integrità delle componenti naturalistiche e le esigenze di manutenzione del territorio, accessibilità, fruizione attiva e uso produttivo del bosco.

3. Valorizzare le componenti antropiche nella loro continuità storica, evidenziando le strutture insediative, architettoniche che si pongono in equilibrio con i valori paesaggistici e contribuiscono alla continuità e ricchezza storica e culturale dei paesaggi liguri. Conservare i caratteri insediativi, formali e strutturali, propri dei centri storici, tenendo anche conto delle tipologie architettoniche, delle tecniche e dei materiali costruttivi connotanti la loro specifica identità.

4. Valorizzare i nuclei storici isolati, conservando i loro caratteri insediativi, formali e strutturali -tenendo anche conto delle tipologie architettoniche, delle tecniche e dei materiali costruttivi connotanti la loro specifica identità- e salvaguardando il loro contesto territoriale, naturalistico e agricolo.

5. Valorizzare i tessuti e le componenti architettoniche contemporanee che si pongono in equilibrio con i valori paesaggistici e contribuiscono alla continuità e ricchezza storica e culturale dei paesaggi liguri;

riqualificare e rinnovare i paesaggi urbani degradati e privi di identità, garantendo il minor consumo di territorio e migliore qualità dell’insediamento.

6. Promuovere processi di contrasto all’abbandono del territorio agricolo e salvaguardare gli assetti e le tracce identitarie del paesaggio rurale storico.

7. Valorizzare le percorrenze storiche e le reti sentieristiche connesse alle reti di infrastrutturazione rurale, orizzontale e verticale, favorendo la realizzazione di reti di interconnessione con le nuove percorrenze di fruizione di interesse regionale.

8. Favorire la percezione pubblica del paesaggio e delle emergenze storico-paesaggistiche ed archeologiche anche attraverso la salvaguardia dei punti panoramici, delle visuali panoramiche e dei crinali, la valorizzazione dei punti di sosta abbandonati o degradati, il recupero delle percorrenze con valori di panoramicità

41 Gli ambiti territoriali

L’art. 135 del D.lgs 42 stabilisce che piani paesaggistici, con riferimento al territorio considerato, ne riconoscono gli aspetti e i caratteri peculiari, nonché le caratteristiche paesaggistiche, e ne delimitano i relativi ambiti.

L'operazione di individuazione degli ambiti, in generale, non è semplice né univoca. La stessa definizione di Paesaggio alla base del Codice e della Convenzione Europea, mettendo l'accento sull'azione dell'uomo, della natura o sulla loro interazione lascia aperte diverse possibilità. Così pure il riferimento alla percezione da parte degli abitanti.

Nel caso della Liguria il problema si pone secondo due possibili prospettive. Un approccio che metta al centro i fenomeni di lungo periodo e gli elementi morfologici permanenti porterebbe a privilegiare il riconoscimento dei bacini idrografici come elementi ordinatori nella definizione dei nuovi 'ambiti: il sistema delle valli come struttura profonda della regione su cui si è venuta costruendo l'armatura insediativa nei secoli, una Liguria verticale, orientata dal mare verso i monti, in cui le relazioni lungo costa sono state nel complesso deboli. Viceversa, un approccio che privilegi l'attenzione alle trasformazioni apportate dall'uomo (in particolare quelle più recenti) e la percezione, sia da parte degli abitanti che quella "diffusa", porta con una certa evidenza a separare la fascia costiera, dalle aree interne, almeno a partire dalla realizzazione della strada napoleonica che poi diventerà la S.S.1 Aurelia e soprattutto della ferrovia.

Sulla costa vive oggi oltre 1'80% della popolazione e si sviluppa una percentuale forse ancora superiore delle attività economiche dei movimenti di mezzi e persone, dei flussi turistici e qui si concentra la quasi totalità delle trasformazioni e delle previsioni di trasformazione; nelle aree interne l'azione dell'uomo, che pure ha avuto fino almeno alla fine dell'800 una dimensione "ciclopica", presenta nel breve periodo dinamiche sensibilmente diverse. La Liguria interna negli ultimi decenni è stata interessata da fenomeni di progressivo decremento demografico e di abbandono.

Né appare dirimente la circostanza che l'individuazione degli ambiti debba essere funzionale alla formulazione di indirizzi di carattere paesistico e/o insediativo. Anche in questo caso se si privilegia l'azione di breve-medio periodo gli indirizzi dovranno focalizzare diversamente i temi della costa da quelli dell'entroterra; viceversa, se si vuole recuperare, almeno in prospettiva l'obiettivo del riequilibrio costa entroterra, tante volte enunciato e variamente declinato, risulterà preferibile l'organizzazione per ambiti vallivi.

Il criterio che qui è stato adottato privilegia la lettura orizzontale; distingue la fascia costiera (riconoscendo le differenze fondamentali tra le due riviere) dall'interno (riconoscendo qui le differenze fondamentali tra le Alpi e l'Appennino) e individua le due realtà non collocabili in queste categorie, l'area della grande Genova e delle valli che vi gravitano e il golfo della Spezia. La scelta ha un carattere metodologico e non ontologico, come si è spiegato sopra, e in particolare traguarda due obiettivi: la riconoscibilità e la funzionalità. Gli ambiti così individuati soddisfano, per così dire, la percezione oggi maggiormente diffusa, sono evidenti, comprensibili e riconoscibili sia all'interno della Liguria che dall'esterno e, nello stesso tempo, ben si prestano all'enunciazione di indirizzi sia di carattere paesistico che di carattere urbanistico territoriale27.

27 Partendo dagli stessi elementi di base (gli Ambiti territoriali del PTCP) lo studio realizzato da Adriana Ghersi e Gianni Gaggero Paesaggi di Liguria Genova 2007 nell’ambito degli studi per l’aggiornamento del Piano Paesistico, giunge ad individuare 21 ambiti significativi.

Gli 11 Ambiti su cui è strutturato l’Atlante sono stati individuati a partire dai 100 Ambiti del Piano territoriale di Coordinamento Paesistico vigente dal 1990, che continuano a vivere nel nuovo Piano come Unità di paesaggio. Tale scelta è stata motivata da due ordini di considerazioni:

La volontà di mantenere, nella nuova esperienza di pianificazione, alcuni elementi strutturali del P.T.C.P.

che, dopo essere stato il primo Piano paesistico redatto in attuazione della L. 431 del 1985, ha costituito per circa 30 anni lo strumento fondamentale per la pianificazione territoriale e paesistica della regione;

La considerazione che i 100 ambiti, disegnati a partire dalle caratteristiche morfologiche e paesistiche del territorio potessero costituire un riferimento ancora attuale ed efficace, sulla base, come è ovvio, di un aggiornamento che desse conto delle trasformazioni intervenute, in particolare per quanto riguarda i profili insediativi e vegetazionali.

L’accorpamento in 11 Ambiti è stato dettato a sua volta dalla necessità di rendere maggiormente visibili e comunicabili alcune caratterizzazioni territoriali e paesaggistiche della regione che osservate alla scala dei 100 ambiti non risultavano sufficientemente percepibili e comunicabili.

Ciascuno degli 11 capitoli (Ambiti) è diviso in 3 sezioni

• Parte descrittiva generale dell’Ambito e relativa cartografia

• Caratteri generali del paesaggio riferiti a ciascuna unità di Paesaggio (articolati in morfologia, vegetazione colture, insediamenti, sintesi in forma di aggiornamento delle descrizioni del PTCP)

• Indicazioni relative alle singole unità di Paesaggio articolate, espresse, in conformità all’art. 135, c.1 del Codice del paesaggio, secondo le voci indicate in premessa.

La parte descrittiva relativa alla scala di Ambito ha essenzialmente una funzione comunicativa, di presentazione generale e di introduzione allo specifico paesaggio attraverso azioni di diversa natura:

Comunicazione dei dati e degli elementi di conoscenza fondamentali, in particolare attraverso l’utilizzo di una ricca serie cartografica

Prima informazione su alcuni dati specifici con rinvio a testi di approfondimento specialistici sui singoli temi

42 Trasmissione dei caratteri specifici del paesaggio dell’Ambito attraverso il ricorso a materiali fotografici, cartografie storiche, citazioni letterarie e/o di viaggiatori, rappresentazioni grafiche o pittoriche dell’Ambito.

Si è cercato, per quanto possibile, e senza pretesa di una impossibile esaustività, e di una altrettanto improbabile sintesi, di dare spazio ai quattro percorsi culturali che Sandro Amorosino (in Introduzione al diritto del paesaggio) individua come modalità di approccio al paesaggio

Il paesaggio come storia

Il paesaggio come spazio fisico ed economico

Il paesaggio come arte o come rappresentazione visiva e letterario Il paesaggio come percezione,

cui si è aggiunto, per dovere d’ufficio,

il paesaggio come fatto amministrativo (la ricognizione dei vincoli paesaggistici operanti sul territorio) Si è fatto riferimento, in particolare per la scala dell’Ambito, a testi e studi già disponibili, privilegiando quelli la cui redazione è stata a vario titolo promossa da Regione e/o Mibact (vedi bibliografia e schema allegato) e a quelli che hanno visto la partecipazione, a vario titolo, di docenti dell’Università degli Studi di Genova alle banche dati esistenti (Sistema informativo regione Liguria, Liguria vincoli, sistema informativo della costa Sicoast, Ambiente in Liguria, realizzando altresì nuove elaborazioni o studi laddove necessari (Osservatorio delle trasformazioni territoriali, analisi della crescita del bosco)

La descrizione più specifica delle caratteristiche paesaggistiche, in termini di apprezzamento dei caratteri morfologici, di copertura vegetale e insediativi è affidata alla scala del sub ambito, attraverso l’aggiornamento, ove necessario, delle descrizioni già contenute nel PTCP e, soprattutto nella sezione del Piano paesaggistico dedicata alla cosiddetta “vestizione dei vincoli”.

1.Caratteri Generali dell’Ambito

Tavola Ortofotocarta 2016 con individuazione Sub-Ambiti Scheda I numeri

Tavola Uso del suolo - ed. 2015

Scheda Uso del suolo per Sub-Ambito 2. Morfologia - Linea di costa - Geositi Tavola Morfologia

Tavola Litologia

Tavola Ricognizione della linea di costa

Tavola Terrazzamenti e tabella per Sub-Ambito Tavola Fasce altimetriche

Scheda Aree Boscate aggregazioni tipi forestali per Sub-Ambito Tavola Crescita del bosco e tabella per Sub-Ambito

4. Insediamento

Tavola Insediamento attuale

Documenti correlati