Capitolo 4: Il Mercato dell’energia eolica
4.1 Situazione odierna
Nonostante la continua crescita del settore, la crisi economica e finanziaria, che ha colpito tutto il mondo nel 2009, rappresenta una sfida significativa per il settore dell'energia eolica. Poiché i progetti di energia rinnovabile sono molto capital intensive, la disponibilità e il costo del finanziamento è la chiave per la redditività economica di un progetto. Le difficoltà causate dalla crisi globale, quali, l’aumento del valore dei tassi di interesse, la diminuzione della durata delle scadenze, le mutevoli esigenze debito-equity, hanno un impatto diretto sul prezzo, e quindi sulla capacità di attrazione dei progetti di energie rinnovabili; ciò si verifica in maniera amplificata sui progetti eolici rispetto ad altri tipi di fonti rinnovabili, generando ancor più incertezza sul futuro.
Dal 2008, anno del disastro finanziario, e negli anni successivi in cui la crisi economica ha colpito tutti i mercati mondiali, gli investimenti nell'industria delle energie rinnovabili hanno subito un brusco stop. Sebbene il 2008 si è chiuso con un totale record di US $ 155 miliardi di investimenti in energia pulita, con più capacità di energia rinnovabile aggiunto nell'Unione europea e negli Stati Uniti rispetto ai combustibili fossili e nucleari combinati, le avvisaglie di una imminente crisi si erano già verificate nel corso dell'ultimo trimestre.
Secondo l’analisi effettuata dalla Bloomberg New Energy Finance, gli investimenti effettuati all’inizio del 2009 sono calati, per effetto della crisi mondiale, del 50% rispetto al risultato record raggiunto nello stesso periodo del precedente anno.
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La quantità di capitale disponibile per finanziare progetti riguardanti fonti rinnovabili si è ridotta al minimo a causa dei gravi problemi di liquidità di molte banche che hanno richiesto condizioni di rimborso più brevi per i prestiti per le infrastrutture o, addirittura, li hanno arrestati completamente; quando, negli anni pre-crisi, si poteva finanziare un investimento con una percentuale di capitale di debito addirittura del 90%.
Contestualmente alla diminuzione degli investimenti in energie da fonti rinnovabili anche i costi hanno subito un deciso calo, si stima che siano calati in media del 10% con un massimo del 50% negli investimenti fotovoltaici; queste riduzioni sono state, tuttavia, compensate dall’aumento dei costi di finanziamento e dalla diminuzione dei costi legati a fonti non rinnovabili, come il petrolio e il gas, rendendo meno attraenti e vantaggiose le energie pulite.
Durante la maggior parte del 2009, sembrava che gli investimenti nelle energie rinnovabili sarebbero stati di gran lunga inferiore rispetto agli ultimi cinque anni di crescita fulminea. Entro la fine dell'anno, tuttavia, il settore ha registrato una riduzione solamente del 6,5% rispetto all'anno record 2008 con un investimento complessivo di 145 miliardi di dollari.
In particolare, l’industria eolica nel mondo ha sfidato la crisi economica e ha fatto registrare una crescita della capacità annua del 41,5% rispetto al 2008, e un aumento del 31,7% della capacità totale annua mondiale, passata da circa 120 GW a 158 GW nel 2009.
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Figura 4.1 - Crescita globale annua degli investimenti in energia pulita.
Il graduale miglioramento dell’economia generale, avvenuto negli ultimi due anni, ha influito positivamente anche sul mercato delle rinnovabili, facendo intravedere i primi segni di ripresa.
Uno dei principali motori che hanno dato nuovo impulso alle fonti rinnovabili è, anche, il gran numero di pacchetti di stimolo che i vari governi mondiali hanno recentemente approvato, molti dei quali contengono una componente "verde". Nei primi mesi del 2009, lo United Nations Environment Programme (UNEP) ha pubblicato un rapporto che raccomanda l’utilizzo dell'uno per cento del PIL mondiale (750 miliardi di dollari) da investire in tecnologie verdi nei prossimi anni per rilanciare l'economia mondiale e l'incremento dell'occupazione, affrontando con risolutezza la sfida della riduzione delle emissioni di gas serra.
I capi di governo stanno usando l'argomento della “Global Green New Deal” come risposta alla crisi finanziaria mondiale, sostenendo che, la ripresa dell’economia mondiale, dovrà prevedere un percorso di sviluppo delle tecnologie a bassa emissione di anidride carbonica.
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Riferendosi a quest’argomento, il presidente degli USA Barack Obama in un suo recente intervento ha sostenuto che la nazione che guiderà l’economia globale sarà quella che punterà maggiormente sullo sviluppo di energia “verde”; in base alla loro spesa pubblica, tre paesi asiatici, Cina, Giappone e Corea del Sud, stanno attualmente guidando questa particolare classifica.
Tuttavia la definizione di ciò che possa essere considerato come energia “verde” varia da nazione a nazione, cosi come di difficile analisi è l’effettiva spesa “verde” globale. Sulla base di una stima accurata, su un totale di 500 miliardi di dollari promessi dai governi mondiali negli ultimi anni, la Cina assume il comando con un investimento di 218 miliardi circa, seguono gli USA con 118 miliardi stanziati, la Corea del Sud con 60 e l’Unione Europa con 55 miliardi. Considerando unicamente quegli investimenti effettuati nello sviluppo di energie da fonti rinnovabili, efficienza energetica, reti elettriche e incentivi per automobili a bassa emissione di anidride carbonica, la classifica vede al primo posto gli USA con 66 miliardi di dollari investiti, seguita da Cina con 47, UE con 31,1 e Corea del Sud con 16. Sempre più istituzioni pubbliche sono venute in soccorso stanziando finanziamenti per supportare gli investimenti in energie rinnovabili; la Europea Investment Bank (EBI) è a oggi uno dei principali provider mondiali di project finance per i grandi progetti di energia rinnovabile, in particolare di eolica offshore; altri soggetti finanziatori nel mondo sono la tedesca KfW, la Asian Development Bank e la brasiliana BNDES.
La crescita rapida e costante di energia eolica, nonostante la crisi finanziaria e della recessione economica è testimonianza dell'attrattiva intrinseca della tecnologia.
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Figura 4.2 - Capacità totale installata e incremento annuo mondiale.8