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CAPITOLO IV PROCESSI DI TRATTAMENTO PANNELLI FOTOVOLTAICI DISMESSI

1. Gerarchia di gestione dei rifiuti

1.1 Smaltimento previsto per i RAEE

Come già specificato nei capitoli precedenti, i RAEE consistono in quella categoria di rifiuti alla quale appartengono le apparecchiature elettriche ed elettroniche, che il possessore intende disfarsi in quanto guaste od obsolete. Il tasso di crescita a livello globale di questo tipo di rifiuti appare il più elevato rispetto alle altre categorie e pari a 3,5% all’anno. I dispositivi elettronici, infatti, vanno incontro a cicli di vita sempre più ristretti e sono soggetti a continue innovazioni tecnologiche, le quali inducono i consumatori a effettuare periodicamente nuovi acquisti. Le soluzioni attuate per il loro smantellamento prevedevano nella maggior parte dei casi il deposito in discarica o il recupero energetico negli inceneritori, senza applicare alcun pretrattamento sul rifiuto, provocando inquinamento sia nelle falde acquifere del sottosuolo che in atmosfera. Non solo questa tipologia di prodotti può contare la presenza di sostanze nocive e non biodegradabili all’interno dei loro componenti, ma ha determinato un allarmante fenomeno di esportazioni illegali dei loro rifiuti verso paesi poveri ed emergenti, nei quali la manodopera risulta a basso costo e il loro trattamento viene effettuato in condizioni prive di ogni misura di sicurezza. Molto spesso accade che, attirati dalla presenza di materiali di valore nella composizione dei dispositivi (come oro e rame), i rifiuti vengano bruciati da soggetti non autorizzati per l’estrazione di tali metalli preziosi. Le tossine contenute vengono quindi sprigionate in aria, provocando grave ripercussioni sull’ambiente circostante e la salute umana. Spesso la gestione inadeguata di queste apparecchiature viene inoltre effettuata da operatori casalinghi e inefficienti, senza alcuna verifica o controllo, registrando anche casi di sfruttamento

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del lavoro minorile. In conclusione le problematiche relative a questa tipologia di rifiuti non coinvolgono solamente l’aspetto ambientale, ma anche l’ambito etico. Queste problematiche erano state opportunamente esposte all’interno del Rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), il quale evidenziava la necessità di un opportuno piano regolatore per lo smaltimento dei rifiuti. Gli Stati membri erano quindi invitati a provvedere a tale situazione mediante l’adozione di normative specifiche, mirate alla raccolta e corretta gestione dei rifiuti. La prima direttiva, risalente al 2003, era stata promulgata con procedure d’urgenza e illustrava le tipologie di apparecchi appartenenti alla categoria di rifiuti elettronici e la loro corretta gestione prevista. Nel corso della modifica normativa, apportata nel 2012, i pannelli fotovoltaici entrano a far parte della classificazione RAEE.

Prima della regolamentazione normativa la crescente diffusione di apparecchi elettronici ha dunque comportato un sempre maggior rischio di abbandono nell’ambiente e in discarica o l’invio ai termovalorizzatori (inceneritori) con conseguente inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua, il quale si ripercuote sulla salute umana. In base alle problematiche sopracitate, questi prodotti devono essere opportunamente trattati e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti (come rame, ferro, alluminio, vetro, argento, piombo) evitando in questo modo di determinare uno spreco di risorse che possono essere riutilizzate nella costruzione di nuove apparecchiature.

Secondo quanto indicato dalla normativa, occorre prevedere per i rifiuti RAEE un trattamento svolto in centri adeguatamente attrezzati e autorizzati alla loro gestione, i quali devono sfruttare le migliori tecniche a disposizione. Le attività richieste per il loro smaltimento includono indicativamente diverse fasi: messa in sicurezza e asportazione dei componenti pericolosi, smontaggio e separazione preliminare dei materiali e, infine, la lavorazione meccanica finalizzata al recupero dei materiali. Per garantire la consegna dei RAEE ai centri di trattamento è necessario predisporre una raccolta differenziate di tale apparecchiature. Attualmente i cittadini possono conferire

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i propri rifiuti in isole ecologiche7 o riconsegnare gratuitamente il rifiuto al rivenditore, all’atto dell’acquisto di un apparecchiatura della medesima tipologia.

Per adempiere al principio “Chi inquina paga” riportato nella direttiva, il finanziamento e l’organizzazione della raccolta sono posti in capo ai produttori degli apparecchi elettrici ed elettronici. A essi è consentito far spendere un eco-contributo8 all’acquisto di un dispositivo nuovo. Ai sensi del decreto i produttori corrispondono a tutti coloro che fabbricano o importano un prodotto elettronico, oppure lo commercializzano con il proprio marchio, indipendentemente dalla provenienza geografica del bene. In conclusione rappresentano i soggetti che immettono per primi il prodotto sul mercato, divenendone così responsabili.

Per dimostrarsi capaci ad adempiere a tutte le normative previste nel decreto, i fabbricanti delle apparecchiature hanno costituito Sistemi Collettivi, tipicamente in forma di consorzi volontari, in funzione del tipo di dispositivo o mercato servito. Tali sistemi possono disporre di impianti per il trattamento di diretta proprietà, in cui convogliare i RAEE di pertinenza dei propri associati, oppure operare come semplici “intermediari”, avvalendosi di impianti terzi.

La raccolta e il convogliamento dei RAEE possono quindi essere gestiti sia da Enti locali, i quali predispongono aree apposite, sia da Sistemi Collettivi, i quali possono occuparsi dei rifiuti industriali oltre a quelli urbani

Un volta dismessa, l’apparecchiatura può essere riciclata in tre modi:

1. Riutilizzo del dispositivo, nel caso in cui risulti ancora funzionante e sia possibile prolungarne il ciclo di vita, posticipandone il processo di trattamento vero e proprio;

2. Riutilizzo dei componenti perfettamente funzionanti;

3. Recupero e riciclo dei materiali, offrendo la possibilità ai materiali contenuti

di essere reimpiegati come materia prima-seconda nel ciclo produttivo di altri beni.

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Le stazioni ecologiche corrispondono ad aree a servizio di più comuni o di una grande città, nelle quali il cittadino può consegnare rifiuti pericolosi, ingombranti o provenienti da scarti vegetali.

8 L’eco-contributo coincide con un sovraprezzo previsto dalla Legge, il quale serve a finanziare le attività di

trattamento e riciclo degli apparecchi elettrici ed elettronici. La sua finalità risulta esclusivamente ambientale e dunque non costituisce un elemento di guadagno né per i produttori né per i punti vendita. Esso è direttamente applicato al prodotto venduto.

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L’intero processo di gestione e riciclo dei rifiuti RAEE conta di una serie di fasi:

 Ricevimento e raccolta, le cui attività devono essere eseguite in modo tale da garantire l’integrità del bene dismesso durante il trasporto;

 Pretrattamento e messa in sicurezza per la rimozione di parti mobili ed eventuali materiali pericolosi;

 Smontaggio e recupero dei componenti, che vengono eseguiti prevalentemente tramite operazioni manuali, finalizzate a facilitare i processi di recupero e riutilizzo;

 Frantumazione e selezione materiali, i quali costituiscono uno stadio ad elevata automatizzazione che si conclude con l’invio del materiale al recupero;

 Recupero di materiale ed energia, durante il quale i materiali selezionati vengono reintrodotti nei cicli produttivi e, nel caso in cui non sia possibile questa opzione, è previsto la valorizzazione energetica mediante inceneritori;  Smaltimento, a cui è destinato quella frazione di rifiuti di cui non è possibile né

il riutilizzo né l’invio al termovalorizzatore.

Risulta fondamentale sottolineare che tutte le fasi di gestione dei RAEE sono svolte e controllate da operatori specificamente autorizzati allo svolgimento delle operazioni previste per ciascuna.