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CAPITOLO II POLITICA AMBIENTALE E CONTESTO NORMATIVO

2. Decreti e norme emanate

2.1 Direttiva RAEE

2.1.1 Tipologie di rifiuti fotovoltaici

Una prima classificazione dei pannelli fotovoltaici avviene in funzione della potenza nominale dell’impianto di provenienza. In particolare l’art.4 opera una distinzione tra RAEE provenienti da nuclei domestici, originati da pannelli installati in impianti di potenza nominale inferiore a 10 kW, e quelli di tipo professionali, derivati da pannelli di potenza superiore o uguale a 10 kW. I “RAEE domestici” devono essere conferiti a centri di raccolta comunali, mentre i “RAEE professionali” sono da destinarsi a impianti privati o pubblici autorizzati al loro trattamento.

È possibile anche distinguere i RAEE storici, immessi sul mercato prima dell’entrata in vigore delle direttiva (12 aprile 2014), rispetto ai RAEE nuovi. Inoltre l’eventuale presenza di sostanze pericolose imporrebbe la loro classificazione a rifiuti pericolosi. I produttori delle apparecchiature si rendono in ogni caso responsabili della gestione dei RAEE prodotti in proporzione alla quantità immessa sul mercato, istituendo un sistema di raccolta differenziata e di recupero. I soggetti che non adempiranno ai loro obblighi saranno sanzionabili retroattivamente in base al numero di moduli fotovoltaici venduti a partire dall’entrata in vigore della normativa.

Il finanziamento della raccolta e del riciclo dei pannelli fotovoltaici seguirà le regole generali imposte dalla direttiva sui RAEE, a eccezione dei pannelli impiegati in installazioni incentivati con il Conto Energia, constatando che tali tariffe statali venivano concesse solo ad aziende aderenti a un consorzio.

In sintesi la classificazione dei rifiuti provenienti da installazioni fotovoltaiche si presenta secondo le seguenti categorie, per le quali sono indicate i corrispettivi obblighi da verificare:

 RAEE storici, sia domestici che professionali

- La responsabilità dei rifiuti domestici è a carico dei produttori presenti sul mercato nello stesso anni in cui si sono verificati i relativi costi di ritiro, gestione e avvio al recupero, in proporzione alla rispettiva quota di mercato.

- La responsabilità dei rifiuti professionali risulta a carico del produttore nel caso di fornitura di una nuova apparecchiatura di tipo equivalente in sostituzione del precedente prodotto.

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 RAEE nuovi, sia domestici che professionali

- I costi relativi ai rifiuti domestici sono sostenuti dai produttori presenti sul mercato nell’anno in cui si verificano i rispettivi costi.

- I costi relativi ai rifiuti professionali sono a carico dei produttori in riferimento a tutti i pannelli immessi sul mercato in ogni anno solare.

 Impianti incentivati dal IV e V Conto Energia

I proprietari di questi impianti entrati in esercizio a partire dal 01/07/2012 sono esonerati da qualunque impegno, in quanto il consorzio a cui aderisce il produttore se ne fa carico direttamente.

 Impianti con moduli installati durante il I, II , III Conto Energia

In questo caso gli impianti risultano entrati in funzione prima del 01/07/2012, e quindi precedentemente alla presa in carico del processo di smaltimento da parte dei consorzi. Il legislatore ha applicato una sorta di “cauzione” per i gestori di tali impianti, consistente in un prelievo che il GSE effettua sugli incentivi del Conto Energia. L’entità precisa della quota è determinata sulla base dei costi medi di recupero e riciclo che i produttori sostengono per aderire ai consorzi.

 Impianti integrati con caratteristiche innovative e Impianti a concentrazione Sebbene entrati in servizio dopo il 01/07/2012 questi tipi di impianti sono esonerati

dall’obbligo di adesione a un consorzio. Secondo quanto indicato dal testo del decreto, risultano RAEE a tutti gli effetti e dovrebbero di conseguenza seguire tutte le regole operative dettate. Di loro però non viene fatta esplicita menzione, lasciando un vuoto da colmare.

2.1.2 Implicazioni della direttiva

L’Italia è stato il primo grande mercato ad attuare le modifiche imposte dalla nuova direttiva ed entro il 2019 si deve impegnare a raccogliere l’85% del totale RAEE generato. Questo comporterà un incremento sostanziale dei volumi di raccolta, stimati in 980 mila tonnellate di rifiuti, e un conseguente innalzamento dei costi di sistema, che potrebbero raggiungere i 740 milioni di euro. Gli obiettivi fissati appaiono di grande rilievo, ma celano alcuni punti critici, come gli effetti negativi del canale informale.

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Al fine di portare maggiore chiarezza, ReMedia, un Sistema Collettivo per la gestione eco-sostenibile di tutte le tipologie RAEE, ha condotto uno studio sulle implicazioni economiche e operative determinate dalla nuova direttiva europea. La ricerca è stata presentata presso la Camera dei Deputati nel corso dell’evento titolato “RAEE: minaccia ecologica o miniera urbana?”. Partendo dai dati raccolti sul sistema RAEE nel nostro Paese, ReMedia richiede alle Istituzioni un intervento forte a livello normativo per assicurare la tracciabilità dei rifiuti tecnologici e raggiungere in questo modo gli obiettivi prefissati. È stato infatti evidenziato come accanto al Sistema Ufficiale di raccolta operi anche un canale informale, costituito da operatori commerciali che si occupano della gestione dei rifiuti senza risultare in regola con gli standard fissati. Secondo l’analisi svolta da ReMedia i RAEE generati in Italia nel 2011 ammontavano a 14,6 Kg per abitante, ma di questi i sistemi collettivi ne hanno raccolti solamente 4,3 Kg, pari al 37% dei flussi complessivi. Ne risulta quindi che circa 10 Kg per abitante non seguano il percorso ufficiale imposto, generando un grave danno economico ed ambientale che si ripercuote sulla salute dei cittadini. Inoltre non si è certi che i RAEE raccolti dagli operatori esterni al sistema siano trattati da impianti tecnologicamente adeguati e con le corrette procedure di smaltimento. Questi soggetti, non dovendo sostenere i costi per l’adeguamento delle strutture alle norme previste, appaiono economicamente avvantaggiati in una condizione di concorrenza sleale. In conclusione lo studio pone in evidenza il problema generato dei free rider, ovvero i produttori non iscritti al registro nazionale o coloro che dichiarano al Centro di Coordinamento meno di quanto effettivamente immettono sul mercato. Lo scostamento stimato tra l’effettivo immesso sul mercato e il volume ufficiale dichiarato risulta di 300 mila tonnellate. Tale fenomeno causa un aggravio dei costi pari a 15 milioni di euro l’anno per i produttori in regola. Si potrebbe quindi rendere necessaria un’evoluzione dell’attuale modello di raccolta europeo.

Nel corso della preparazione delle modifiche alla direttiva precedente si erano sollevate alcune perplessità da parte degli operatori del settore, i quali avevano individuato alcune criticità nel campo di applicazione della normativa e, soprattutto, nell’indicazione degli obiettivi di raccolta in termini di quantità (peso) . Nel dettaglio, per quanto riguarda i target richiesti, essi avevano evidenziato come i pannelli

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fotovoltaici non possano essere equiparati ai piccoli elettrodomestici essendo caratterizzati da una vita media più lunga.

Durante l’opera di revisione della direttiva il legislatore comunitario ha dimostrato l’intenzione di dare rilievo al recupero dei numerosi componenti presenti all’interno dei pannelli fotovoltaici, favorendo il loro riutilizzo. Egli ha evidenziato che i criteri essenziali della politica di gestione dovrebbero essere stabiliti a livello comunitario, prevedendo norme minime per il loro trattamento. Viene inoltre messa in risalto la raccolta differenziata quale condizione preliminare per garantire il trattamento specifico dei RAEE. Gli stati membri dovranno in particolare concentrarsi sulle apparecchiature fotovoltaiche , le quali per la loro quantità e per i materiali costituenti potrebbero in futuro provocare ingenti danni all’ambiente. Il legislatore europeo ha infine puntualizzato che la definizione degli obiettivi di raccolta dovrebbe fare riferimento ai volumi di rifiuti prodotti, tenendo allo stesso tempo in debita considerazione i differenti cicli di vita.