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I SOLDATI NEI FILM

LA PROPAGANDA IN GIAPPONE

I SOLDATI NEI FILM

In seguito al cosidetto Incidente di Marco Polo del 1937, che portò all’invasione della Cina da parte del Giappone, il ministero degli Interni mise subito in chiaro quali fossero le direttive da seguire per i film che andavano a rappresentare la guerra: non si dovevano ridicolizzare i militari; non si doveva dipingere in modo troppo realistico le crudeltà della guerra; non si doveva rompere lo spirito delle famiglie con famigliari al fronte; non si doveva generare una ricerca del piacere o un degenerato edonismo.43 I cinegiornali ebbero anche il ruolo di far giungere indirettamente notizie dei propri cari impiegati al fronte ai famigliari rimasti in patria. In alcuni casi riuscivano ad ottenere il frame del cinegiornale in cui compariva. Questi avvenimenti presero il nome di sukuriin gotaimen (incontri allo schermo) e i più toccanti raggiunsero anche le pagine dei giornali.44

Il nemico era raramente rappresentato e veniva posta enfasi sul rispettare la propria missione per il bene della patria, anche a scapito dei sentimenti personali. Il fatto di non mostrare i soldati nemici, in particolare i prigionieri, non era molto apprezzata, come disse Tsumura Hideo: “I always find myself dissatisfied with the all too brief glimpses of the prisoners’ faces – expecially those of the British and Americans. News films on Bataan and Corregidore do show Yankee faces, but I want to get a longer look at those crestfallen mugs. It’s a shame that in the scenes where Japanese commander inspects the prisoners at Singapore we aren’t given more close-ups. Their endless lines provide great satisfaction to the viewer, so why not indulge us a bit more?”45 Tra questi film ritroviamo Shingun no uta (進 軍 の 歌, lett. La canzone dell’avanzata; La canzone dell'esercito vittorioso) diretto da Sasaki Yasushi del 1937, Gonin no sekkōhei (五 人 の 斥 候 兵, lett. I cinque ricognitori; La pattuglia) di Tasaka Tomotaka del 1938, Tsuchi no heitai (土と兵隊, Terra e soldati), sempre di Tasaka, del 1939 e Nishizumi senshachō den (西住戦車長伝, La leggenda del comandante dei carri armati Nishizumi) di Yoshimura Kōzaburō del 1940.

Il film Shingun no uta, la cui canzone era la marcetta patriottica sponsorizzata dal Mainichi, ha per protagonista un “criminale di pensiero”. Dopo aver passato una notte in cella, il discorso del commissario di polizia lo convince di arruolarsi nell’esercito, lasciando la famiglia. Diventato coscritto viene mandato al fronte cinese. Dopo una prima vittoria, il protagonista si offre volontario per andare ad avvisare il comando di una controffensiva da parte dell’esercito cinese che rischierebbe di tagliare fuori il grosso delle truppe giapponesi. Riuscirà a portare a termine la sua missione, ma

43 HIGH, The Imperial Screen, op. cit. p. 99.

44 SHIMIZU in Nornes e Fukushima (a cura di), The Japan/America Film Wars, op. cit. p. 19. 45 Senki Eiga wo Meguru Mondai, Eiga Junpo, 11 aprile 1942, p. 43, cit. in High, 2003, p.367.

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perirà in seguito alle ferite subite. Prima di morire il protagonista lascia il proprio messaggio: "ho fatto il mio dovere per il Paese". Quando la moglie riceverà la notizia della dipartita del marito risponderà "non preoccuparti, mi occuperò io di nostro figlio". Nel mentre le truppe impegnate nel continente riprendono la marcia accompagnate dalla canzone tema del film. Il tema di Shingun no uta è apertamente propagandistico con il protagonista che decide di cambiare e di sacrificarsi per la patria. L’approccio per la diffusione dell’ideologia approvata dal governo risulterà perfezionato nei film Gonin no sekkōhei e Tsuchi no heitai di Tasaka. In questi due film la guerra non viene nascosta e gli stessi soldati non vengono elevati ad eroi. Il messaggio di questi film è il gruppo, una “comunità legata insieme dal comune denominatore che è l'imperatore.”46 Gonin no sekkōhei, in particolare, stabilì il canone per i futuri film di guerra. Il messaggio propagandistico, infatti, non è diretto, ma è suggerito allo spettatore attraverso l’utilizzo di episodi e caratterizzazioni pensati ad hoc. Il film, agli occhi degli americani sembrava mancasse di un forte messaggio di propaganda, messaggio riconosciuto solo alla fine del film.47

La trama di Gonin no sekkōhei tratta di una pattuglia formata da cinque soldati di cui uno, in seguito all’attacco del nemico, che è visto solo di sfuggita, restò separato dagli altri. Considerato ormai morto, farà ritorno dai compagni, e riuscirà a fare rapporto al comandante per poi crollare al suolo stremato. Gli altri soldati si raccolgono intorno al loro commilitone, c’è chi offre cibo, chi sigarette. La tensione drammatica, alcuni soldati sono in lacrime, viene rilasciata con l’intonazione del Kimi ga yo, l’inno nazionale dedicato all’imperatore. Altri soldati si uniscono al canto e gli ufficiali si mettono sull’attenti. Il discorso che il comandante fa il giorno seguente lascia il segno: “The battalion is now about to move out into action. There is nothing I can say to you at this time since I know each of you has prepared himself…From now on I want you to entrust your lives to me as you would to your own fathers. Let us all join together in the glorious death of the warrior hero.

Tenno Heika Banzai (Long live the emperor!)."48 Nonostante vengano mostrate le debolezze e i sentimenti dei soldati, in una generale assenza di un fervente nazionalismo e di eroismo, ciò non comporta un messaggio negativo. Al contrario debolezze e sentimenti possono tramutarsi in vigore e determinazione per poter affrontare ogni sfida. La vita, inoltre, assume valore solo se la si offre alla causa imperiale.

46DEL BENE, Mass Media e Consenso nel Giappone prebellico, op. cit. p.169. 47 RICHIE, A Hundred Years of Japanese Film, op. cit. p.98.

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Fig. 6) I soldati si stringono intorno al loro commilitone in Gonin no sekkōhei in un atto che simboleggia l’unione tra di loro.

Pur essendo un film che risultò efficace nello stimolare la popolazione giapponese, Gonin no

sekkōhei non venne giudicato adatto dal ministero degli Esteri per un possibile utilizzo

propagandistico all’estero, diversamente da quanto aveva ritenuto il governo dopo la vittoria del film a Venezia.49 Ciò è dovuto al fatto che non si voleva mostrare all’estero l’eventuale debolezza dei soldati giapponesi, in quanto dovevano apparire invincibili. In patria, invece, in un periodo dove si spingeva al dovere verso la nazione ed era necessario mostrare ciò che veniva richiesto alle persone, film come Gonin no sekkōhei vennero incoraggiati. Nonostante ciò il film ebbe un impatto anche all’estero come testimoniano le parole del regista Frank Capra: “We can’t beat this kind of things!”50

Il critico Hazumi Tsuneo giunse alla conclusione che i film di quel periodo necessitassero anche di una certa dose di realismo. Ciò non significava girare un documentario, ma come disse Tasaka, “had to find […] a way to achieve some degree of independence from authority of the documentary.”51

49DEL BENE, Mass Media e Consenso nel Giappone prebellico, op. cit. p.170.

50 THORNTON, The Japanese Period Film. A Critical Analysis, Jefferson, McFarland & Company Inc. Publishers, 2008,

p. 120.

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In Tsuchi no heitai (tratto dal romanzo di Hino Ashihei), Tasaka accentuò la carica propagandistica. Nel film viene mostrata la quotidianità dei soldati al fronte, tra lunghe marce, combattimenti e brevi pause per riposarsi. I soldati qui ritratti non spiccano per personalità, diversamente dal film precedente, ma risultano agire come un’unità singola, compatta. Il grande ammontare di marce sembra essere dovuto al fatto che Tasaka, durante le ricerche per il film, fu colpito dalla quantità di strada che i soldati dovevano percorrere.52 Il regista mostra bombardamenti, case distrutte, ma gli unici nemici che vengono mostrati nel film sono un neonato cinese, che uno dei soldati della colonna si ferma a soccorrere, e un soldato adolescente. Alcune note del film, come il soffermarsi sui pochi animali rimasti e la distruzione della guerra, non fanno certo parte dell’esaltazione del dovere dei soldati giapponesi per la patria, come voluto dalle autorità. Ciononostante la pellicola riuscì a superare il controllo della censura e a essere distribuita.