• Non ci sono risultati.

IL SONNO DELLA RAGIONE

Ogni cittadino della società occidentale trascorre la propria vita in un costante stato di allarme ed una perpetua ricerca di sicurezza, dettati dal timore che in qualsiasi momento possa accaderci qualcosa di male.

Ma se è vero che, come molti esperti affermano, ci troviamo in un periodo storico relativamente sicuro per la nostra società, cos'è allora che temiamo veramente? La paura è considerata quella tipica emozione che accomuna tutte le specie animali e che concerne una necessità tanto psicologica quanto fisica di mettersi al riparo dall'eventualità di subire un danno; si tratta quindi di un istinto primordiale che si realizza principalmente di fronte a tre condizioni: il rischio, il pericolo e la minaccia (Luhman). Questi tre

concetti fondamentali si riferiscono a tre condizioni distinte in relazione alla percezione dell'uomo: il rischio è costruito in base alle decisioni umane le quali, con l'obiettivo di ottenere dei benefici di qualsiasi natura, sono disposte a sacrificare e perdere qualcosa in cambio. Il rischio, di conseguenza, è attivo, è decisione volontaria.

Il pericolo concerne la probabilità di subire un evento negativo che però non dipende direttamente dalle scelte del soggetto, ma da quelle di un altro attore sociale. Di conseguenza, il pericolo è passivo, è scelta altrui.

Invece, paradossalmente, nonostante la nostra società sia caratterizzata in toto dalla presenza di rischi, oggi tuttavia percepiamo sempre di più il timore causato da minacce esterne, le quali

provvedono a seminare ovunque una diffusa sensazione di fragilità. Ma da cosa è provocata questa condizione umana di smarrimento esistenziale? Il sociologo Bauman sostiene che le ansie e le paure che attanagliano il mondo post-moderno altro non sono che il prodotto della degenerazione

dei processi di

globalizzazione, i quali non si sono limitati ad abbattere i confini geografici e ad estendere cultura, bensì hanno provveduto a condizionare una dispersione dei legami sociali determinando la “liquidità” di vari fenomeni, tra cui la paura, che permea ogni aspetto della vita quotidiana.

Paradossalmente, la nostra società diviene del terrore tramite l'ausilio dei nuovi mezzi di comunicazione di massa: non è forse vero che l'11 settembre 2001 ci siamo stretti intorno alle nostre tv ed abbiamo iniziato ad avere paura della minaccia terroristica? Oggi, non serve

che un semplice “click” per accendere i timori e le ansie di tutti i cittadini del mondo;

questo è quanto mai più vero se consideriamo come i nuovi social media concorrano ad alimentare le paure.

Assistiamo allora ad un processo sociale tutto nuovo, la Paura 2.0, che si genera in tempo reale e diventa alla portata di tutti. È un fenomeno che si fonda principalmente sul bombardamento costante di notizie di terrore prodotte dai media, per cui ognuno di noi sperimenta inevitabilmente un senso di smarrimento. La

“società della Paura 2.0” ha condotto l'umanità in una condizione patologica di solitudine, tale per cui ogni individuo si trova in mezzo agli altri, ma è essenzialmente solo. Questo è esattamente quel fenomeno da cui Bauman ci aveva messi in guardia: la globalizzazione ci ha costretti ad affrontare da soli dei problemi che sono stati generati a livello mondiale. Ed ecco che allora il sentimento

della paura si trasforma in qualcosa di più grande, di più irrefrenabile: il panico. La teoria di Cohen identifica come “panico morale” quello stato emotivo di timore diffuso generato da una varietà di fattori sociali; in altre parole, abbiamo paura di tutto, ma non sapendo con precisione cosa temere, indirizziamo i nostri timori e la nostra rabbia nei confronti di target definiti, come una vera e propria caccia alle streghe; questa condizione emotiva è maggiormente valida se prendiamo in considerazione la degenerazione della qualità della vita in Italia: la paura generata dalla crisi economica, dalla sfiducia nei nostri politici e la precarietà del mondo del lavoro ci inducono alla ricerca di capri espiatori, per esempio la paura dello straniero, nei confronti dei quali rivolgiamo il nostro timore ed il nostro disprezzo.

È una condizione emotiva questa, dettata dalla parte più irrazionale della nostra psiche,

la quale viene alimentata dalle notizie che ogni giorno recepiamo, proprio come l'artista spagnolo Goya affermava all'interno dei suoi dipinti, cioè che il nostro peggior nemico è proprio la nostra mente, nel momento in cui decide di cedere all'irrazionalità: “il sonno della ragione genera mostri”, nel nostro caso genera paura. Non esiste una ricetta perfetta per dominare quello che è un bisogno naturale per l'uomo tanto quanto lo è nutrirsi o respirare, ma la paura e il panico devono essere controllati attraverso un processo di consolidamento dei legami di fiducia tra gli uomini: paradossalmente il rischio che corre la società della paura (2.0) è quella di retrocedere allo stato di “homo homini lupus”, una lotta costante gli uni contro gli altri, in cui l'unica certezza è che non ci saranno vincitori.

F9a5c-:ca Fa5t1

O3t9- 3a v163-5za .1:1ca

CI3 4a3t9atta4-5t6 15v1:1b13-D

&5 JiC@9BN5 DGi7C@C;i75,

7hi5A5H5 5B7h9

I2'1tr'tt'2ent4 in;isibi1e”, Q IB :9BCA9BC 7h9 Gi DFC8I79 BCB iB:F9EI9BH9A9BH9, iB A5Bi9F5 DiU C A9BC 7CBG5D9JC@9 9 DiU C A9BC JC@CBH5Fi5, 7h9 DF9B89 iB 7CBGi89F5NiCB9 IB5 :5G7i5 8i 9HO 5GG5i 5ADi5, 7h9 DIT 9GG9F9 D9FD9HF5H5 iB HIHHi ;@i 5A6iHi 7h9 Fi;I5F85BC i@ EICHi8i5BC 8i IB5 D9FGCB5 (D9F 9G9ADiC, :5Ai;@i5, G7IC@5 9 @5JCFC), 7h9 h5 EI5Gi G9ADF9 7CA9 8iF9HH5 7CBG9;I9BN5 @5 JiC@9BN5 :iGi75, 9 7h9 h5 89@@9 7CBG9;I9BN9 B9;5HiJ9 GI@@5 I;itti2'”, Gi5 5 6F9J9 7h9 5 @IB;C H9FAiB9. È IB :9BCA9BC DCH9BHiGGiAC 7h9 9GiGH9 85 G9ADF9, iB EI5BHC Gi DIT GJi@IDD5F9 iB EI5@Gi5Gi F5DDCFHC GC7i5@9, 7h9 9F5, iBiNi5@A9BH9 7CBH9BIHC D9F @5 G75FG5 7CAIBi75NiCB9 9 iB:CFA5NiCB9, A5 7h9 Gi Q 9JC@IHC, B9@@’I@HiAC 8979BBiC

7CB i@ 8i::CB89FGi 8i BICJi GHFIA9BHi H97BC@C;i7i 7CA9 DCGGCBC 9GG9F9, D9F 9G9ADiC, i Is4)i'1 netw4r0”.

&5 A5;;iCF D5FH9 89@@9 JC@H9 @9 JiHHiA9 BCB F95@iNN5BC 8i GI6iF9 IB A5@HF5HH5A9BHC, C D9F @C A9BC BCB @C F95@iNN5BC GI6iHC. P9F EI9GHC ACHiJC i@

A5@HF5HH5HCF9 79F75 8i :5F9 iB AC8C 7h9 7hi @9 7iF7CB85 7CAiB7i 5 8I6iH5F9 89@@9 @CFC iADF9GGiCBi, 89i @CFC F5;iCB5A9BHi 9 89@@5 F95@HO 89@@9 @CFC 5NiCBi. CCBJiB79F9 IB5 D9FGCB5 7h9 @5 GI5 D9F79NiCB9 89@@5 F95@HO, 89i :5HHi 9 89i F5DDCFHi D9FGCB5@i Q G65;@i5H5 9 iB;5BB9JC@9, Q AC@HC :57i@9. BiGC;B5 B9;5F9 7h9 Gi5 A5i GI779GGC EI9@@C 7h9, iBJ979, Q 57758IHC 9 5 7Ii Gi Q DF9G9BNi5HC, 7CBJiB79F@5 7h9, iBJ979, h5 89HHC C :5HHC EI5@7CG5 7h9 BCB h5 BP 89HHC

BP :5HHC, 577IG5F@5 8i 5J9F 8iA9BHi75HC EI5BHC F95@A9BH9 Gi5 57758IHC, 8i iBJ9BH5F9 DFC6@9Ai D9F DCi GC77CA69F9 5i GCGD9HHi, 8i iBH9FDF9H5F9 G9ADF9 iB AC8C 9FF5HC, 8i 89:CFA5F9 @9 D5FC@9 9 @9 iBH9BNiCBi, 8i BCB 5J9F9 A5i F5;iCB9, 8i iAA5;iB5F9 B9Ai7i 9 :5BH5GAi iB9GiGH9BHi. P9F 7hi Q B9@@5 DCGiNiCB9 89@@5 JiHHiA5 Q 8i::i7i@9 577CF;9FGi 89@@5 JiC@9BN5 GI6iH5, D9F7hP iB 79FH9 GiHI5NiCBi Gi GJi@IDD5BC A9775BiGAi DGi7C@C;i7i D9F BCB J989F9 @5 F95@HO, EI5B8C EI9GH5 FiGI@H5 HFCDDC G;F589JC@9. I@ :5HHC 8i 5779HH5F9 8i 9GG9F9 JiHHiA9 8i IB5 GiHI5NiCB9 8i A5@HF5HH5A9BHC DGi7C@C;i7C, DFC656i@A9BH9 85 D5FH9 8i IB5 D9FGCB5 7h9 Gi GHiA5, 7CADCFH5 IB 9BCFA9 75Fi7C 8i 5BGi5 9 8i GHF9GG 7h9 BCB Q :57i@9 A9H56C@iNN5F9; Q 8i::i7i@9, iB:5HHi, 5779HH5F9 7h9 EI5@7IBC 7h9 8CJF9669 5A5FHi Hi :577i5 JiC@9BN5. E 85@

ACA9BHC 7h9 @5 JiHHiA5 BCB B9 75DiG79 i ACHiJi, 8iJ9BH5 iBGi7IF5, iFFiH56i@9, 5;;F9GGiJ5 9, H5@JC@H5, JiC@9BH5 J9FGC G9

GH9GG5 9 J9FGC ;@i 5@HFi. È 7CA9 Ii1 )'ne ).e si 24rde 1' )4d'”, D9F7hP 5HHFi6IiG79 @5 7C@D5 89@@’5BGi5 7h9 DFCJ5 BCB 5@ A5@HF5HH5HCF9, A5 5@@5 DFCDFi5 G9BGi6i@iHO C 9779GGiJ5 GIG79HHi6i@iHO; 9 i@ A5@HF5HH5HCF9 iB EI9GHiCB9 5@iA9BH5 EI9GHC 8I66iC G7FC@@5B8CGi 8i 8CGGC @9 DFCDFi9 F9GDCBG56i@iHO 9 577IG5B8C @5 JiHHiA5 8i 9GG9F9 D5NN5, iGH9Fi75, 89DF9GG5 C D5F5BCi75. &’56IGC DGi7C@C;i7C Gi F95@iNN5 5HHF5J9FGC 5::9FA5NiCBi H9G9 5 GJi@iF9, AiB5779 J9@5H9, 7FiHi7h9 9 89FiGiCBi iB8iFiNN5H9 5@@’5GD9HHC :iGi7C 89@@5 JiHHiA5, 5@@9 GI9 iBiNi5HiJ9 9 5@@5 GI5 D9FGCB5@iHO. IB 7CB7@IGiCB9, i A5@HF5HH5HCFi B9;5BC

@’5;;F9GGiCB9, 7CB8iG7CBC @9

@CFC :F5Gi 8i hIACF, 8i iFCBi5, 8i 7CAA9BHi 5DD5F9BH9A9BH9 iBBC79BHi 7h9 J5BBC 5 AiF5F9 i DIBHi 896C@i 89@ A5@HF5HH5HC; iB GCGH5BN5 I1’'--ress4re ne-' 1’'--ressi4ne”, 9 i@ DFC6@9A5, 8IBEI9, Ji9B9 G75Fi75HC HIHHC GI@@5 JiHHiA5.

%-9651ca

P-t965-I u ad -9 51 d 1 R 1c -9 ca

B9-v- 9-3az165- d1 91c-9ca.

D1:c91415az165- d-33- d655- 3-:b1c0- 15 Ita31a

I :'derni di Ri)er)' di @)41e Uni;ersit'ire Intern'ti4n'1e

&C G7CDC 8i EI9GH5 Fi79F75 Q 8i 9BHF5F9 B9@

ACB8C 89@@9 8CBB9

@9G6i7h9 GHI8i5B8C i A9775BiGAi 8i 8iG7FiAiB5NiCB9 7h9 C66@i;5BC EI9GH5 F95@HO 5@ Gi@9BNiC.

(9@@’5B5@iNN5F9 @9 7CAD@9GG9 9 GHFIHHIF5H9 DFC6@9A5Hi7h9 GC7i5@i 7i Gi GC::9FA5 B9@@5 D5FH9 8i JiC@9BN5 HF5 9 7CBHFC

@9 8CBB9 &!B.. -i HF5HH5 89@@5 DFiA5 Fi79F75 iB IH5@i5 8i EI9GHC ;9B9F9. EGG9F9

@9G6i75 Gi;Bi:i75 5BNiHIHHC 9GG9F9 8CBB5, A5 5@@C GH9GGC H9ADC DF9B89F9 @9 8iGH5BN9 85i FIC@i GC7i5@i 7h9

J9B;CBC 7CAIB9A9BH9 5DD@i75Hi 5@@5 75H9;CFi5.

P9F EI9GHC, @5 8iG7FiAiB5NiCB9 7h9 7C@DiG79 @9 8CBB9 @9G6i7h9 h5 IB5 8CDDi5 :577i5: 9GG9 GCBC iB:5HHi 8iG7FiAiB5H9 Gi5 7CA9

@9G6i7h9, D9F7hP GCJJ9FGiJ9 8i EI9@@C 7h9 AC@Hi 89:iBiG7CBC

“@’CF8iB9 B5HIF5@9 89@@9 7CG9”, Gi5 7CA9 8CBB9, D9F7hP @CBH5B9 85@ F9H5;;iC D5HFi5F75@9 7h9 h5 89H9FAiB5HC 9 DFCACGGC

@’iB:9FiCFiHO 89@@’9GG9F9 8CBB5 B9@@5 BCGHF5 GC7i9HO. P9F 7CADF9B89F9 5 :CB8C EI9GH5 D5FHi7C@5F9 F95@HO, Q B979GG5FiC 5J9F9 7hi5Fi ;@i GH9F9CHiDi 5HHF5J9FGC 7Ii 9GG5 Ji9B9 F5DDF9G9BH5H5 9 i DF9;iI8iNi 7h9

@5 577CAD5;B5BC. È B979GG5FiC 7CADF9B89F9 7h9 @5 @CHH5 89@@9 8CBB5 @9G6i7h9, D9F i@

Fi7CBCG7iA9BHC 89i DFCDFi 8iFiHHi, G:i85 BCB GC@C i FIC@i 8i

;9B9F9 GC7i5@A9BH9 7CB8iJiGi, A5 5B7h9 @5 7CBGC@i85H5

D9F79NiCB9 89@@’CACG9GGI5@iHO 7CA9 DF9HH5A9BH9 A5G7hi@9. &5 DF9G9BH9 Fi79F75 h5 @’9Gi;9BN5 8i F577CBH5F9 IBC GD5775HC 8i EI9GH5 F95@HO 5HHF5J9FGC @9 D5FC@9 89@@9 8CBB9 7h9 @5 JiJCBC EICHi8i5B5A9BH9, 7h9 Gi GCBC 5::577i5H9 5 EI9GH5 F95@HO 85 DC7C C 7h9 @CHH5BC 85 5BBi D9F J989F9 Fi7CBCG7iIHi BCB GC@C i DFCDFi 8iFiHHi, A5 @5 DFCDFi5 9GiGH9BN5 7CA9 GiB;C@9 9 7CA9 :5Ai;@i5. 0IC@9 ACGHF5F9 9 D5F@5F9 89@@5 8iG7FiAiB5NiCB9 EICHi8i5B5 JiGGIH5 85@@9 8CBB9

@9G6i7h9 9 85@@5 7CAIBiHO

&!B., IB5 8iG7FiAiB5NiCB9 7h9 89:iBiG79 7CA9 ACF5@A9BH9 iB:9FiCF9 C A5@5HC 7iT 7h9 BCB Fi9BHF5 B9@@9 JiGiCB9

9H9FCBCFA5H5 89i F5DDCFHi HF5 iB8iJi8Ii. Ci Gi DCB9 @C G7CDC 8i 7CADF9B89F9 7CA9 EI9GH5 8iG7FiAiB5NiCB9 J9B;5 D9F79DiH5 9 5::FCBH5H5 85@@9 DFCH5;CBiGH9 GH9GG9. &9 D5FC@9 89@@9 8CBB9 iBH9FJiGH5H9 F577CBH5BC i@

DFC:CB8C G9BGC 8i “B9;5NiCB9 89@@’9GiGH9BN5” 7h9 DF9A9 GI@@5 JiH5 8i 7hi Ji9B9 7CGH5BH9A9BH9 7CB:iB5HC B9@@’CA6F5 85 IB5 8iG7FiAiB5NiCB9 7h9, DFiA5

5B7CF5 8i J9GG5FHi

DI66@i75A9BH9, Hi B5G7CB89 iB IB 75GG9HHC, 7h9 F577CBH5 5 H9 9 5@@5 GC7i9HO HIHH5 7h9 HI BCB 9GiGHi, 7h9 BCB DICi 9GiGH9F9 G9 BCB iB IB ACA9BHC 8i

7CB:IGiCB9 H9ADCF5B95, iB IB 9FFCF9 8i J5@IH5NiCB9. A EI9GHC Gi 577CAD5;B5 IB G9BGC 8i G:i8I7i5 B9@@9 :CFN9 89@@’CF8iB9 HFCDDC GD9GGC iADF9D5F5H9 58 577C;@i9F9 JiHHiA9 8i

8iG7FiAiB5NiCB9 7h9 7hi98CBC 5iIHC 9 Fi7CBCG7iA9BHC. )@HF9 5 7iT, @9 iBH9FJiGH5H9 F577CBH5BC 5B7h9 89@@5 JC;@i5 8i 9GG9F9 JiGi6i@i 9 Fi7CBCG7iIH9 85@@5 GC7i9HO 9 85@@5 @9;;9, 89@@5 JC@CBHO 8i BCB 9GG9F9 JiHHiA9 A5 DFCACHCFi 8i IB

75A6i5A9BHC. IB IB5 F95@HO GC7i5@9, 7CGH5BH9A9BH9 :F9B5H5 85@@5 A5B75BN5 8i IB5 JC@CBHO DC@iHi75 @i69F5 7h9 DIBHi 5@@’9;I5;@i5BN5 8i C;Bi 7iHH58iBC, 7F9G79 i@ 6iGC;BC 8i GJ9@5F9 IB5 F95@HO D9F CF5 5B7CF5 5i A5F;iBi, 5@@5 EI5@9 BCB Ji9B9 85H5 IB’i89BHiHO BP @5 @i69FHO 8i 9GiGH9F9.

Ma9t15a G9a::1

I u ad -9 51 d 1 R 1c -9 ca

THE LONE WOLF

Documenti correlati