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La sorgente sismogenetica del terremoto del 1905 ipotizzata analizzando i nuovi dati acquisiti nel golfo di S Eufemia (Calabria occidentale)

M.F. Loreto

1,2

, U. Fracassi

3

, A. Franzo

2,4

, P. Del Negro

2

, F. Zgur

2

, L. Facchin

2

1CNR-ISMAR, Istituto di Scienze Marine, U.O.S. di Bologna, Bologna, Italia

2OGS, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Sgonico, Trieste, Italia 3Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Sismologia e Tettonofisica, Roma, Italia

4Università degli Studi di Trieste, Dipartimento di Science della Vita, Trieste, Italia

La Calabria è una delle regioni d’Italia con il più alto livello di sismicità (Mw > 6). Molti dei terremoti storici che hanno devastato quest’area nel corso dei secoli rimangono poco conosciuti e mancanti di una sorgente sismogenetica. Tra questi, ricordiamo il terremoto che nella notte dell’8 Settembre del 1905 (Mw ~ 7) ha colpito la Calabria occidentale, innescando un maremoto che, seppur limitato, fu avvertito in mare aperto e lungo le coste dalla Calabria alla Sicilia.

Negli ultimi 15 anni, vari autori hanno proposto ipotesi per una sorgenti sismogenetica per il terremoto del 1905, alcune a terra ed altre off-shore, senza però raggiungere una soluzione univoca. Basandoci sugli indizi di una sorgente a mare, nell’estate del 2010 abbiamo investigato il Golfo di S. Eufemia (Mar Tirreno SE) acquisendo un data-set di tipo multidisciplinare con la N/R OGS-Explora. Il data-set si compone di 330

km di profili sismici multicanale, 2220 km di profili sismici ad altissima risoluzione (Chirp), circa 2230 km2

di dati morfo-batimetrici e 12 campioni prelevati dal fondale marino utilizzati per le analisi bio-geochimiche. L’analisi integrata dei dati geofisici ci ha permesso di ricostruire l’assetto morfo-strutturale del bacino sedimentario del Golfo di S. Eufemia. Sono state identificate tre principali strutture: 1) una faglia normale lunga circa 13 km, in parte affiorante sul fondale marino, orientata NE-SO; 2) un sistema di faglie polifasiche con andamento circa ONO; 3) un lineamento tettonico con andamento circa E-O. Tra queste, la faglia normale mostra evidenza di attività testimoniata dalla deformazione dei sedimenti recenti e dalla predetta rottura del fondale marino lungo la quale, localmente, si osservano fuoriuscite di fluidi. Inoltre, l’analisi biologica e geochimica dei sedimenti campionati lungo la scarpata di faglia evidenzia abbondanze di Procarioti e un’anomala distribuzione del Carbonio bio-polimerico, suggerendo una possibile risalita di fluidi lungo il piano di faglia.

Per far chiarezza nel quadro sismo-tettonico della Calabria occidentale derivante dalle diverse sorgenti sismogenetiche proposte in letteratura, è stata effettuata una revisione critica delle strutture proposte confrontandole con i nuovi dati acquisiti. Tale confronto ci ha permesso di escludere la presenza di alcune strutture e proporre la faglia normale orientata NE-SO, da noi denominata faglia di S. Eufemia, come la più plausibile sorgente sismogenetica del terremoto del 1905. Tale ipotesi è supportata da alcuni modelli proposti in letteratura che ben si accordano con le geometrie della faglia di S. Eufemia. La validazione di questa sorgente sismogenetica avverrà integrando i dati acquisiti a mare con le osservazioni sul terreno e con modellazioni sismologiche.

   

RIASSUNTI CONGRESSO AIQUA 2013

Napoli 19 | 21 giugno 2013  

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Cosa sta avvenendo al di sotto dei Campi Flegrei?

R. Moretti

1,2

, L. Civetta

2,3

, G. Orsi

2

, I. Arienzo

2

, M. D’Antonio

2,3

1Seconda Università di Napoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Design, Edilizia e Ambiente, Aversa (CE), Italia 2Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Napoli – Osservatorio Vesuviano, Napoli, Italia 3Università “Federico II”, Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse, Napoli, Italia

La definizione della struttura e dell’evoluzione del sistema magmatico di un vulcano attivo è un elemento importante per la valutazione della sua pericolosità a breve termine. In accordo con dati geofisici e petrologici, il sistema magmatico della caldera dei Campi Flegrei è stato, e probabilmente è ancora, caratterizzato da almeno due serbatoi a diversa profondità: uno profondo (8-10 km), dove magmi meno differenziati cristallizzavano e degassavano, e da cui risalivano per formare serbatoi “superficiali” (3-4 km), dove, prima di eruttare, si mescolavano con magmi parzialmente cristallizzati. L’evento bradisismico del 1982-85 è stato correlato all’intrusione di magma a 3-4 km di profondità. Deformazioni del suolo, variazioni gravimetriche, dati di tomografia sismica e isotopici, e calcoli termodinamici hanno suggerito che l’intrusione avesse un volume di 2,1·107 m3 e una densità di 2.000 kg·m-3 (inclusa la fase gas), e fosse

cristallizzata 20-30 anni dopo la messa in posto. Utilizzando quale contenuto iniziale di gas quello dei magmi flegrei dedotto da studi petrologici, sono state calcolate quantità e composizione dei gas essolti dal magma

per cristallizzazione. I gas prodotti sarebbero stati progressivamente impoveriti in CO2 e arricchiti in H2O,

H2S e SO2 contrariamente a quanto suggerisce il chimismo delle fumarole che mostra un aumento di CO2

ascrivibile a ingresso di nuovi gas magmatici. Esso sarebbe coerente con almeno due sorgenti di degassamento magmatico (superficiale e profonda), attive dopo la recente intrusione. Ne deriva che il contributo alle fumarole del magma superficiale è diminuito progressivamente, lasciando, negli ultimi anni, il solo contributo della sorgente profonda. Tale processo si manifesta nel diverso pattern della composizione dei gas fumarolici dopo l’anno 2000, e potrebbe essere compatibile con la dinamica dell’unrest in atto, marcata da lento ma continuo sollevamento del suolo. In questo quadro, la domanda da porsi è “Qual è il destino del corpo magmatico superficiale, probabile causa dell’evento 1982-85?”. Gli scenari individuabili sono tre. 1) Il corpo magmatico superficiale, che fin dalla sua intrusione è stato soggetto a cristallizzazione e degassamento, con essoluzione di gas di composizione variabile, dopo circa 30 anni è cristallizzato e il sistema idrotermale è alimentato solamente da gas profondi. 2) Il corpo magmatico superficiale cristallizzato sta rifondendo per l’arrivo di gas profondi, e il suo degassamento alimenta il sistema idrotermale. 3) Magma del serbatoio profondo sta salendo verso il corpo magmatico superficiale, che è parzialmente o totalmente cristallizzato. Questi tre scenari hanno implicazioni contrastanti per la pericolosità vulcanica, e la probabilità di ciascuno di essi deve essere valutata alla luce dell’insieme dei segnali geofisici e geochimici, all’interno di un’ipotesi geologica di riferimento basata sulla storia e sulla dinamica attuale della caldera.

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Caratteristiche spettrali del segnale mareometrico