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Usi Internet per studiare? Se sì, per cosa?

4. Spunti di riflessione dagli episodi in classe

Aula d’informatica

I dialoghi con i docenti e le situazioni verificatesi nel corso dell’esperienza hanno portato a una presa di coscienza delle difficoltà incontrate dal corpo docente nell’uso della dotazione tecnologica della scuola:

- lentezza nella connessione

- connessione protetta da password - assenza di audio

- sbarre di ferro a protezione della porta dell’aula d’informatica - condivisione dell’aula con i colleghi e le altre classi.

Se l’integrazione delle tecnologie nei percorsi di formazione può avvenire soltanto dopo che i processi di accesso alle stesse sono consolidati, (Technology In Schools Task Force, 2002) situazioni come quelle descritte, comune a molti istituti scolastici del nostro territorio, risultano un primo elemento che richiede rapida risoluzione per una reale integrazione degli strumenti digitali nelle pratiche didattiche.

Google

Nelle quattro classi, gli studenti accedevano al portale inserendo l’URL nel box di ricerca di Google invece che nella barra degli indirizzi. Tale abitudine può dipendere almeno da due diverse motivazioni che non si escludono a vicenda:

- il modo in cui è stato insegnato agli studenti a cercare un sito in famiglia e a scuola;

- il modo in cui gli studenti percepiscono gli strumenti digitali ossia svincolato dal dispositivo tecnico e più puramente informatico. L’usabilità sempre più elevata dei mezzi di comunicazione rende gli utenti sempre più concentrati sui contenuti trasmessi e meno sui sistemi puramente informatici sottesi.

Vincenza

Ragazzina vivace e brillante, a volte impertinente, al termine dell’esperienza saluta dicendo: «Grazie per averci fatto studiare la storia in maniera innovativa».

Capitolo 2 L’esperienza didattica

65 La prima I

La classe prima I di uno degli istituti coinvolti presentava una situazione abbastanza complessa. Formata da 18 alunni, registra un alto numero di assenti; due ragazzi sono già accompagnati da un insegnante di sostegno e a un terzo sarebbe stato assegnato l’anno successivo; è presente una studentessa straniera, spesso assente e con poca conoscenza dell’italiano oltre a studenti con situazioni familiari complesse. Tuttavia, gli studenti si definiscono “smanettoni” e parlano spontaneamente di Facebook e cellulari anche se non è ben determinabile il livello di consapevolezza dell’uso di tali strumenti. Il docente coinvolto e il dirigente hanno dubitato sull’eventualità di realizzare l’esperienza in tale classe. In seguito a una ridefinizione delle attività e a un adeguamento del programma di lavoro alla tipologia di utenti, anche in tale classe è stata condotta la sperimentazione didattica. In fase di progettazione i problemi sono stati semplificati (si veda Appendice, paragrafo 2) e in fase di realizzazione del programma i gruppi di lavoro ridotti (3-4 membri).

Gli studenti hanno condotto le attività, non senza distrarsi e perdere il focus dei temi di studio. Sono stati molto più entusiasti nell’uso del pc rispetto ai colleghi delle altre classi e hanno portato a termine i compiti assegnati. Il contributo dato nelle attività di design partecipato e le scelte dei layout sono da considerarsi pari a quelli dei colleghi delle altre classi.

La professoressa di sostegno ha affermato che l’utilizzo di tale strategia didattica ha permesso alla classe di studiare di più e con maggior coinvolgimento. Tale caso ci interroga su quali possano essere le potenzialità delle tecnologie digitali in situazioni di svantaggio.

Francesco

È uno studente della prima I che sin dal primo incontro si è definito “smanettone”. I suoi voti in Storia nel corso dell’anno tendono alla sufficienza. Nel corso dell’esperienza al contrario, ha studiato con entusiasmo ed attenzione. Quando gli chiediamo: «Perché? Cosa è cambiato? Cosa ti è piaciuto?», risponde: «Senza dubbio l’uso del computer, ma poi tutto l’insieme».

5. Conclusioni

Quanto realizzato, ci consente di proporre alcune riflessioni sui temi in questione. Innanzitutto con riferimento alle scolaresche coinvolte, si può affermare che:

- gli studenti dimostrano una buona padronanza dei linguaggi mediali e capacità di organizzare lo studio in maniera autodiretta;

- la possibilità di lavorare in gruppo risolvendo problemi reali motiva gli studenti e li rende attivi protagonisti delle attività didattiche;

- gli studenti, pur non avendo preso parte a percorsi di formazione disciplinari istituzionalizzati sui temi del design e della progettazione di ambienti per il web, possiedono idee chiare rispetto alle regole di grafica valide per la costruzione di un portale on line, conoscono gli strumenti digitali e riescono ad immaginare scenari futuri per l’evoluzione dell’apprendimento on line;

- per le nuove generazioni, l’accesso agli strumenti digitali come computer, tablet, smartphone rappresenta un accesso ai contenuti sempre più svincolato dall’esperienza puramente informatica e tecnica che si nasconde dietro i più complessi oggetti della comunicazione disponibili nel mercato.

Dal quadro complessivo delineato nel corso dell’esperienza, si desume la rilevanza del processo di progettazione dell’esperienza che si è sviluppato prevedendo:

- lo studio di metodologie e strumenti innovativi;

- la ricerca di una giusta armonia fra tutti i fattori in gioco; - l’avviamento di relazioni intra e inter istituzionali;

- l’analisi della dotazione tecnologica;

- l’adeguamento del progetto ai casi particolari.

Inoltre, si evince un ultimo fattore che provoca la nostra riflessione ossia la necessità di formazione dei docenti all’uso delle metodologie didattiche innovative e degli ambienti di apprendimento digitali perché nonostante a livello normativo o speculativo sia promosso l’uso di tali strategie e tool educativi, la loro implementazione nella quotidianità passa dalla formazione dei formatori. Le azioni didattiche messe in atto nell’esperienza didattica hanno richiesto tempi, spazi e logistiche che non si inseriscono pienamente nell’attuale organizzazione della vita scolastica quotidiana che pertanto va ripensata. I reali attori di tale ripensamento sono i docenti che nelle loro semplici scelte didattiche quotidiane possono introdurre il cambiamento. Molti sono i

Capitolo 2 L’esperienza didattica

67 limiti esterni che influenzano tali scelte e allo stesso modo molti sono gli sforzi già compiuti da chi quotidianamente lavora sul campo. Il capitolo terzo è volto alla elaborazione di un opuscolo di linee guida di progettazione didattica dedicato ai docenti per orientare alla scelta di strategie e strumenti didattici efficaci e per rileggere le proprie performance professionali nel mutato panorama sociale.

LE LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DI ATTIVITÀ DIDATTICHE